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«La Francia non discrimini i gay»

Ultimo Aggiornamento: 23/01/2008 08:38
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La Corte europea dei diritti dell'uomo accusa Parigi di discriminazione: ha negato l'adozione ad una lesbica

Gli omosessuali francesi non dovranno più nascondersi se vogliono adottare un bambino. L'ha stabilito la Corte europea dei diritti dell'uomo, che ha oggi condannato la Francia per aver negato l'adozione ad una lesbica. «E' discriminazione» hanno sentenziato i giudici di Strasburgo, che, con 7 voti a favore su 10 hanno accusato la Francia di aver violato gli articoli 8 e 14 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo, che definiscono il divieto di discriminazione e il diritto alla vita privata e familiare.

Nel 1998 E.B., insegnante francese residente nella regione del Giura, presentò la richiesta di adozione all'ufficio competente della zona, specificando la sua inclinazione sessuale e di vivere, dal 1990, con la sua compagna psicologa. La richiesta è stata prontamente rifiutata dagli esperti francesi, che hanno valutato essenziale la presenza di una figura paterna nel nucleo familiare per avviare le pratiche. La donna, convinta di essere vittima di discriminazione, ha così iniziato la sua battaglia legale contro le istituzioni, appellandosi al diritto francese che permette anche agli scapoli di adottare un bambino.

L'appello passò dunque dal Tribunale amministrativo e dalla Corte d'appello di Nancy fino a giungere all'esame del Consiglio di Stato, che nel giugno del 2002 respinse il ricorso. La Corte europea dei diritti dell'uomo, nello stabilire che la Francia può vietare l'adozione ad un single solo se «esistono ragioni gravi e convincenti», ha riconosciuto all'insegnante un risarcimento pari di 10.000 euro per danni morali e a 14.528 euro per le spese.

Fonte: La Stampa



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L'appello passò dunque dal Tribunale amministrativo e dalla Corte d'appello di Nancy fino a giungere all'esame del Consiglio di Stato, che nel giugno del 2002 respinse il ricorso. La Corte europea dei diritti dell'uomo, nello stabilire che la Francia può vietare l'adozione ad un single solo se «esistono ragioni gravi e convincenti», ha riconosciuto all'insegnante un risarcimento pari di 10.000 euro per danni morali e a 14.528 euro per le spese.


Ma il bambino poi l'hanno avuto oppure no?
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