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Come nacque l’Eucaristia?

Ultimo Aggiornamento: 17/02/2008 10:32
15/02/2008 22:23
 
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Re:
Caro MauriF,finalmente un'argomento su cui non ci si puo' scornare a vicenda ma su cui si puo' ragionare con serenita'.

[SM=x789048] [SM=x789048]

MauriF, 15/02/2008 21.11:

Sicuramente c'è stata una lotta fra l'ortodossia e le eresie sin da subito.
Già le lettere paoline ce ne danno atto (senza scomodare Barbaglio ed Ehrman).

Ma ciò non inficia la testimonianza apostolica e nemmeno gli elementi di canonicità delle lettere paoline.

Stavo leggendo l'altro giorno proprio una discussione in merito
in questo link ---> www.scienzeantiche.it/forum2005/topic.asp?TOPIC_ID=8158
[SM=x789054] [SM=x789054]

Anche il professor Cacitti e Boysmard tendono a puntare il dito contro la tesi dell'unitarieta' della traditio nei primissimi anni.





Ti ricordo che la critica testuale fa risalire i vangeli canonici al I sec.d.C. e l'unitarietà della dottrina sull'eucaristia conferma la presenza di una corrente ortodossa che fa riferimento all'autorità apostolica.

D'accordo,ma le lettere paoline sono ancora piu' antiche.
Io,come al solito,volendo fare la pulce ai testi,nel mio NA27 i papiri P4 P45 P64 P67 e i papiri Oxyrhynchus relativi a Marco Matteo e Luca(databili dal II sec, al III sec, non contengono Matteo 26,26-28 Marco 14,22-24 e Luca 22,19-20,riguardo alla fractio panis,alla citazione del calice e altri elementi relativi all'eucarestia,i testimoni che ne parlano o che li contengono(tali versetti) sono piu' antichi del D,e' ovvio che l'autore dell'articolo postato da Kelly utilizza questo metro di ragionamento.E' ovvio che vengano dei sospetti se il riferimento piu' antico dell'Eucarestia sia la lettera paolina,ma si sa,non e' stato un testimone diretto ma bensi' accoglie una tradizione orale su cui io ho anche io i miei dubbi in merito alla presunta uniformita' di visione.



Il corretto approccio tende a valutare le fonti nel loro assieme, non a separarle.
www.christianismus.it/modules.php?name=News&file=article&sid=2...

Relativamente ai canonici,io come anche altri,tendo a non considerare i testimoni piu' tardi del D rispetto all'eucarestia (al di la' della lettera paolina).

Si risale alla tradizione eucarestica dei canonici in base ad elementi interni (ricostruzione testuale) e a prescindere dalla mancanza di una fonte antica (ossia presenza di quei versetti di Marco,Matteo e Luca nei papiri anteriori al D) perche' in quei papiri che ho citato quei versetti mancano.


Ciao
Mauri








[Modificato da pcerini 15/02/2008 22:27]
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16/02/2008 15:19
 
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Caro MauriF,finalmente un'argomento su cui non ci si puo' scornare a vicenda ma su cui si puo' ragionare con serenita'.



Speriamo bene! Ci confido! [SM=g27817]





Stavo leggendo l'altro giorno proprio una discussione in merito
in questo link ---> www.scienzeantiche.it/forum2005/topic.asp?TOPIC_ID=8158


Anche il professor Cacitti e Boysmard tendono a puntare il dito contro la tesi dell'unitarieta' della traditio nei primissimi anni.




La traditio sicuramente era unitaria, erano poi presenti eresie.
Ovvio che se si da lo stesso peso alle eresie e all'ortodossia, uno trova il modo di ipotizzare pluralità di dottrine.
Il fatto incontestabile, anche guardando alla patristica, è che la Chiesa si è mossa sin dal principio in una direzione univoca.
La linearità dei testi canonici (che sono anche quelli più antichi) conferma tale visione delle cose.

Il problema in tali prese di posizione, secondo me, insorge quando si analizzano i papiri.
Ne parlo in seguito...



D'accordo,ma le lettere paoline sono ancora piu' antiche.



Secondo la teoria delle fonti più accreditata un "primo Marco" è ipotizzato coevo alle lettere paoline, così pure la fonte "Q".
Le lettere paoline si ritiene abbiano origine dal 51 al 58, come il primo Marco...la fonte Q è valutata attorno al 63...in vangelo di Marco 67.

Inoltre le teorie che ipotizzano originali in lingua semitica avvicinano ulteriormente le fonti evangeliche allo svolgersi dei fatti.

In ogni caso, a mio avviso, le lettere paoline bastano...anzi, sono un'ulteriore conferma.
Basterebbero i frammenti dei papiri che non contengono le parti relative alla dottrina trinitaria per il loro ruolo per la critica testuale...
Più in giù mi spiego meglio...



Io,come al solito,volendo fare la pulce ai testi,nel mio NA27 i papiri P4 P45 P64 P67 e i papiri Oxyrhynchus relativi a Marco Matteo e Luca(databili dal II sec, al III sec, non contengono Matteo 26,26-28 Marco 14,22-24 e Luca 22,19-20,riguardo alla fractio panis,alla citazione del calice e altri elementi relativi all'eucarestia,



Come ti ho detto, non si può guardare alla presenza o meno di una dottrina guardando alla presenza o meno della stessa nei frammenti.
Il frammento ha valore come testimonianze della presenza del testo ...il confronto fra i frammenti serve quasi unicamente a confermare l'affidabilità del testo.
Altrimenti se mi prendi il P12, per esempio, che valore gli dai?
Invece ha grande valore per la valutazione dell'affidabilità dello scritto al quale fa riferimento.

Discorsi sulla dottrina li puoi fare relativamete a quelle parti che, nel papiro, risultano omesse rispetto ad altri papiri...ma non alle parti mancanti.



i testimoni che ne parlano o che li contengono(tali versetti) sono piu' antichi del D, e' ovvio che l'autore dell'articolo postato da Kelly utilizza questo metro di ragionamento.



No, calmo, l'autore dell'articolo postato da Kelly sta facendo riferimento al codice di Beza ed ha riportato traduzioni errate (purtroppo io credo "volutamente").

E questa mia critica vale molto per determinare la "buona fede" di chi ha scritto l'articolo e quindi di ogni altra sua affermazione.
Certo, le possiamo riprendere una per una e valutarle singolarmente...ma con una traduzione falsata inizia assai male.

Prova a controllare anche tu...ho messo un link.



E' ovvio che vengano dei sospetti se il riferimento piu' antico dell'Eucarestia sia la lettera paolina,ma si sa,non e' stato un testimone diretto ma bensi' accoglie una tradizione orale su cui io ho anche io i miei dubbi in merito alla presunta uniformita' di visione.



Assolutamente no, visto che tutti i frammenti dei quali siamo a conoscenza non comprendono i "versetti" relativi all'eucaristia ma, relativamente ai versetti che riportano, donano affidabilità ai testi evangelici.
Come ho già detto è questo il motivo principale della comparazione dei papiri. Il controllo dell'affidabilità testuale.

Se abbiamo dieci lettere uguali e tu, a nove, ne strappi un pezzo e lo butti via...sulla base di quello che rimane puoi valutare come affidabile il testo e quindi, sulla base di tale affidabilità, prendere come molto probabile ciò che è riportato nella decima lettera che contiene il pezzo non strappato.

Sicuramente non avrai la certezza...perchè nella critica testuale la certezza non c'è mai.
Ma far scadere questa elevata probabilità, prima in qualcosa di incerto e poi addirittura in un elemento di sospetto oltrepassa i limiti della ricerca testuale.

Infatti Ehrman, nelle sue conclusioni, ci ha mostrato che ci teneva a trasmettere questo suo dispiacere nel constatare che attualmente abbiamo una dottrina ortodossa e che è quella della Chiesa.



Relativamente ai canonici,io come anche altri,tendo a non considerare i testimoni piu' tardi del D rispetto all'eucarestia (al di la' della lettera paolina).

Si risale alla tradizione eucarestica dei canonici in base ad elementi interni (ricostruzione testuale) e a prescindere dalla mancanza di una fonte antica (ossia presenza di quei versetti di Marco,Matteo e Luca nei papiri anteriori al D) perche' in quei papiri che ho citato quei versetti mancano.



E' un discorso che parte dall'obbiettivo di negare la dottrina eucaristica e cerca di farlo togliendo di peso alla testimonianza dei papiri più antichi.
In realtà, come ho già detto prima, i frammenti più antichi danno valore ai frammenti meno antichi poichè quelle parti che riportano incrementano l'affidabilità del vangelo al quale fanno riferimento.

Quando vai ad analizzare la dottrina, quindi, perde di senso il cercare di obbiettare la stessa facendo leva sul fatto che non la ritrovo nei frammenti più antichi.

Inoltre la presenza della stessa dottrina (tra l'altro totalmente integra e teologicamente coincidente) in un frammento delle lettere paoline, non fa altro che confermare l'affidabilità sia alle lettere paoline sia ai papiri più antichi e più completi che riportano la dottrina eucaristica nei vangeli.

Ciao
Mauri

[Modificato da MauriF 16/02/2008 15:44]
16/02/2008 20:04
 
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Re:
MauriF, 16/02/2008 15.19:


Caro MauriF,finalmente un'argomento su cui non ci si puo' scornare a vicenda ma su cui si puo' ragionare con serenita'.



Speriamo bene! Ci confido! [SM=g27817]







Stavo leggendo l'altro giorno proprio una discussione in merito
in questo link ---> www.scienzeantiche.it/forum2005/topic.asp?TOPIC_ID=8158


Anche il professor Cacitti e Boysmard tendono a puntare il dito contro la tesi dell'unitarieta' della traditio nei primissimi anni.




La traditio sicuramente era unitaria,

Non e' un fatto certo,e' sufficiente vedere i contrasti che c'erano per esempio tra Giacomo(della comunita' di Gerusalemme) e lo stesso Paolo per dare un piccolo indizio di alcuni di tali "contrasti".

L'ortodossia non era ancora presente nei primissimi anni.
L'ortodossia ha avuto bisogno di alcuni decenni per formarsi.
Non possiamo sapere con certezza una tale unitarieta' nei primissim anni anche perche' i canonici e le lettere paoline partono gia' dal 50 d.c. in poi.



Ovvio che se si da lo stesso peso alle eresie e all'ortodossia, uno trova il modo di ipotizzare pluralità di dottrine.

Questo fenomeno che si manifesto in modo piu' marcato gia' dal secondo secolo,non e' nato dal nulla e in brevissimo tempo ,gli inizi di questo fenomeno erano gia' presenti nel I sec. D.C.

Il fatto incontestabile, anche guardando alla patristica, è che la Chiesa si è mossa sin dal principio in una direzione univoca.

Non nel I secolo,vi erano gia' alcuni contrasti che in seguito hanno portato alla formazione (nei secoli successivi) delle varie tradizioni (Chiesa d'Alessandira,Chiesa Greca,...).Inoltre,e' lampante il contrasto tra la comunita' primitiva di Gerusalemme e Paolo. Secondo me,da quello che ho letto fin'ora,l'interpretazione o la tradizione che Paolo dava ha avuto la meglio su quella che invece seguiva la comunita' di Gerusalemme - E' lo stesso Barbaglio che afferma questo,senza pero' arrivare a paventare l'idea della creazione del cristianesimo paolino come fanno alcuni.Dice solo che nel contrasto tra i due Paolo ebbe la meglio.

La linearità dei testi canonici (che sono anche quelli più antichi) conferma tale visione delle cose.

I canonici non sono affatto "linerari",sono presenti varie contraddizioni,aggiunte redazionali successive che avevano lo scopo di rafforzare una data concezione "teologica",e i critici testuali
affermano che i canonici racclgono la tradizione che seguivano alcune comunita' (come Matteo per esempio) ma non affermano affatto che quella tradizione potesse essere la riproduzione fedele ed esatta al 100% del pensiero gesuano,dicono che i canonici sono anche il frutto della predicazione e anched dell'adattamento delle comunita' primitive (per esempio il gia' citato Boysmard).Non credo che esista persona al mondo in grado di rielaborare e ricostruire esattamente la primissima tradizione gesuana,insomma,il reale pensiero gesuano,tutto passa attraverso trasmissione di una tradizione orale e poi copie di copie di originali
.


Il problema in tali prese di posizione, secondo me, insorge quando si analizzano i papiri.
Ne parlo in seguito...



D'accordo,ma le lettere paoline sono ancora piu' antiche.



Secondo la teoria delle fonti più accreditata un "primo Marco" è ipotizzato coevo alle lettere paoline, così pure la fonte "Q".
Le lettere paoline si ritiene abbiano origine dal 51 al 58, come il primo Marco...la fonte Q è valutata attorno al 63...in vangelo di Marco 67.

Sono solo "ipotesi".

Inoltre le teorie che ipotizzano originali in lingua semitica avvicinano ulteriormente le fonti evangeliche allo svolgersi dei fatti.

Conosco la teoria dei semitismi di Carmignac e quella della Scuola di Madrid cui sei affezionato,ma mi sono letto anche le confutazioni di questa teoria ad opera dell'abate Grelot contemporaneamente ai lavori di Carmignac.

E' vero che la presenza dei semitismi puo' spiegare le difficolta' di scrivere in una lingua non propria espressioni o frasi tipiche del proprio idioma,ma cio' non significa per forza di cose che siano stati tradotti da originali aramaici,puo' anche darsi che i testi fossero stati scritti inizialmente in greco senza passare per delle copie in aramaico,come quando io intendo scrivere una lettera in Inglese o in Portoghese senza scriverla necessariamente in Italiano.


In ogni caso, a mio avviso, le lettere paoline bastano...anzi, sono un'ulteriore conferma.

Forse a livello teologico e dottrinale,non certo a livello "storico",in quanto non si sa con certezza - e percio' anche storicamente - se gesu' avesse realmente istituito l'eucarestia con quelle parole che si ritrovano in testimoni posteriori al codice D

Basterebbero i frammenti dei papiri che non contengono le parti relative alla dottrina trinitaria per il loro ruolo per la critica testuale...
Più in giù mi spiego meglio...



Io,come al solito,volendo fare la pulce ai testi,nel mio NA27 i papiri P4 P45 P64 P67 e i papiri Oxyrhynchus relativi a Marco Matteo e Luca(databili dal II sec, al III sec, non contengono Matteo 26,26-28 Marco 14,22-24 e Luca 22,19-20,riguardo alla fractio panis,alla citazione del calice e altri elementi relativi all'eucarestia,



Come ti ho detto, non si può guardare alla presenza o meno di una dottrina guardando alla presenza o meno della stessa nei frammenti.
Il frammento ha valore come testimonianze della presenza del testo ...il confronto fra i frammenti serve quasi unicamente a confermare l'affidabilità del testo.

E appunto,confrontando tra loro i papiri del II sec e il D,viene fuori stranamente che l'istituzione dell'eucarestia ha come prima testimonianza completa a partire dai testimoni successivi al D.

Se nei papiri piu' antichi manca,si puo' solo supporre o tentare di ricostruire per mezzo di criteri filologici inerni un'eventuale presenz di testo,perche' non si puo' avere la certezza di cosa ci fosse realmente scritto e bisogna allora risalirte a fonti posteriori al D per saperlo.


Altrimenti se mi prendi il P12, per esempio, che valore gli dai?
Invece ha grande valore per la valutazione dell'affidabilità dello scritto al quale fa riferimento.

E' vero,valorizzare alcune fonti tardive non dovrebbe pero' escludere a questo punto anche altre fonti che magari risalgono a tradizioni diverse (come per esempio il Vangelo di Tommaso),ma parlo ovviamente a livello generale,andremmo a finire in una discussione metodica senza fine,preferisco parlare dei "primi anni del cristianesimo primitivo".

Discorsi sulla dottrina li puoi fare relativamete a quelle parti che, nel papiro, risultano omesse rispetto ad altri papiri...ma non alle parti mancanti.



i testimoni che ne parlano o che li contengono(tali versetti) sono piu' antichi del D, e' ovvio che l'autore dell'articolo postato da Kelly utilizza questo metro di ragionamento.



No, calmo, l'autore dell'articolo postato da Kelly sta facendo riferimento al codice di Beza ed ha riportato traduzioni errate (purtroppo io credo "volutamente").

E questa mia critica vale molto per determinare la "buona fede" di chi ha scritto l'articolo e quindi di ogni altra sua affermazione.
Certo, le possiamo riprendere una per una e valutarle singolarmente...ma con una traduzione falsata inizia assai male.

Prova a controllare anche tu...ho messo un link.

Ho controllato anche sul NA27 e sullo Zimmermann,che confermano la tua versione.



E' ovvio che vengano dei sospetti se il riferimento piu' antico dell'Eucarestia sia la lettera paolina,ma si sa,non e' stato un testimone diretto ma bensi' accoglie una tradizione orale su cui io ho anche io i miei dubbi in merito alla presunta uniformita' di visione.



Assolutamente no, visto che tutti i frammenti dei quali siamo a conoscenza non comprendono i "versetti" relativi all'eucaristia ma, relativamente ai versetti che riportano, donano affidabilità ai testi evangelici.
Come ho già detto è questo il motivo principale della comparazione dei papiri. Il controllo dell'affidabilità testuale.


Se abbiamo dieci lettere uguali e tu, a nove, ne strappi un pezzo e lo butti via...sulla base di quello che rimane puoi valutare come affidabile il testo e quindi, sulla base di tale affidabilità, prendere come molto probabile ciò che è riportato nella decima lettera che contiene il pezzo non strappato.

Non sempre questo criterio funziona,se si dovesse per esempio risalire all'autenticazione del 7Q5 ti renderesti conto che non sempre le comparazioni danno i risultati sperati,generando magari una mole di dibattiti all'infinito.

Sicuramente non avrai la certezza...perchè nella critica testuale la certezza non c'è mai.
Ma far scadere questa elevata probabilità, prima in qualcosa di incerto e poi addirittura in un elemento di sospetto oltrepassa i limiti della ricerca testuale.

Infatti Ehrman, nelle sue conclusioni, ci ha mostrato che ci teneva a trasmettere questo suo dispiacere nel constatare che attualmente abbiamo una dottrina ortodossa e che è quella della Chiesa.

Ma guarda,gli studi di Ehrman vertono nei primi anni di diffusione del cristianesimo primitivo,il punto e' che Ehrman afferma che gia' nei primissimi anni vi erano alcuni contrasti e che l'ortodossia non era ancora formata del tutto.Almeno,e' questo euanto va dicendo Donjuan.



Relativamente ai canonici,io come anche altri,tendo a non considerare i testimoni piu' tardi del D rispetto all'eucarestia (al di la' della lettera paolina).

Si risale alla tradizione eucarestica dei canonici in base ad elementi interni (ricostruzione testuale) e a prescindere dalla mancanza di una fonte antica (ossia presenza di quei versetti di Marco,Matteo e Luca nei papiri anteriori al D) perche' in quei papiri che ho citato quei versetti mancano.



E' un discorso che parte dall'obbiettivo di negare la dottrina eucaristica e cerca di farlo togliendo di peso alla testimonianza dei papiri più antichi.

Se fosse vero,allora dovrei allargare il discorso anche al 7Q5,i cui tentativi di delegittimazione verrebbero visti come tentativi di negare la presenza di Mc gia' nel 50 d.c.
Ma non do' credito al negazionismo di questo tipo,constato solo dei fatti di natura testuale,magari si puo' anche tentare di fare delle ipotesi di ricostruzione testuale,ma rimangono tali,peche' non si puo' sapere cosa ci fosse veramente scritto in quelle parti mancanti,magari,le parti mancanti potevano benissimo avere dei significati diversi.Il problema e' che secondo me il 7Q5 ha la probabilita' di avere maggiore attendibilita' rispetto invece a dei frammenti che mancano completamente e ricostruibili solo ricorrendo a fonti tardive.


In realtà, come ho già detto prima, i frammenti più antichi danno valore ai frammenti meno antichi poichè quelle parti che riportano incrementano l'affidabilità del vangelo al quale fanno riferimento.


Va bene,ma questo significa sempre dover ricorrere ad una fonte tardiva nel tentativo di dare forma attendibe.

Quando vai ad analizzare la dottrina, quindi, perde di senso il cercare di obbiettare la stessa facendo leva sul fatto che non la ritrovo nei frammenti più antichi.

Ma,guarda,il mio interesse non e' dottrinale,mi interessa solo il lato storico,e cioe' sapere non tanto se una istituzione avesse lo stesso significato nel I sec. D.C. e nel V sec. D.C.,mi interessa sapere quando e' nata una simile istituzione,e per adesso lo possiamo sapere dolo dalle lettere paoline,che si sa,non aveva a cuore tanto la "storiografia" ma solo la "teologia".

Inoltre la presenza della stessa dottrina (tra l'altro totalmente integra e teologicamente coincidente) in un frammento delle lettere paoline, non fa altro che confermare l'affidabilità sia alle lettere paoline sia ai papiri più antichi e più completi che riportano la dottrina eucaristica nei vangeli.

Si',d'accordo,ma io obietto il fattoche Paolo non avesse mai conosciuto il Cristo,e che lui recepisce una tradizione che secondo me si barcamenava tra vari contrasti,e chi potra' mai saperlo cosa abbia veramente detto il Cristo nella famosa ultima cena in cui si presume abbia instaurato l'Eucarestia?

Ciao
Mauri





[Modificato da pcerini 16/02/2008 20:15]
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17/02/2008 10:32
 
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Re: Re:




Non e' un fatto certo,e' sufficiente vedere i contrasti che c'erano per esempio tra Giacomo(della comunita' di Gerusalemme) e lo stesso Paolo per dare un piccolo indizio di alcuni di tali "contrasti".

L'ortodossia non era ancora presente nei primissimi anni.
L'ortodossia ha avuto bisogno di alcuni decenni per formarsi.
Non possiamo sapere con certezza una tale unitarieta' nei primissim anni anche perche' i canonici e le lettere paoline partono gia' dal 50 d.c. in poi.




Come ho detto ci sono poche cose che la storia ci può dare per "certe", si ragiona a suon di probabilità.
I "contrasti" fra gli Apostoli c'erano anche quando c'era Gesù e non son i contrasti che possono essere sintomo di disunità nella traditio poichè l'unitarietà della traditio non è misurabile guardando ai contrasti di natura puramente ecclesiologica.
Mi hai citato presunti contrasti fra Giacomo e Paolo ma non ce ne sono assolutamente.
Contrasto ecclesiologico evidente è la questione della tirata d'orecchie che Paolo da a Pietro, ma non è una questione dottrinale ma puramente ecclesiologica.
Pietro si è comportato ipocritamente, Paolo gli tira le orecchie doverosamente.

L'ortodossia è sempre stata presente da quanto le Sacre Scritture stesse testimoniano.
Ovviamente quest'affermazione è un'affermazione molto probabile, ma la certezza non la si può dare per nessun evento storico.
Il fatto che le lettere di paolo siano datate dal 50 al 58 d.C. non sminuisce ciò che vi è scritto relativamente alla testimonianza che danno di solidità della traditio.
Nelle Lettere di Paolo, infatti, come pure nei Vangeli, non vi è assolutamente alcun sintomo di disunità nell'ortodossia.
La linearità della dottrina è molto chiara.

Per trovare qualcosa di disomogeneo bisogna passare agli scritti apocrifi e gnostici che, però, sono scritti successivi e dipendenti dai canonici stessi.



Questo fenomeno che si manifesto in modo piu' marcato gia' dal secondo secolo, non e' nato dal nulla e in brevissimo tempo, gli inizi di questo fenomeno erano gia' presenti nel I sec. D.C.



E' un'ipotesi che si baserebbe su che cosa? Sicuramente non sugli scritti del I sec. d.C. che mi parlano di una traditio solida e che evidenziano perfetta linearità di dottrina.



I canonici non sono affatto "linerari",sono presenti varie contraddizioni, aggiunte redazionali successive che avevano lo scopo di rafforzare una data concezione "teologica",e i critici testuali
affermano che i canonici racclgono la tradizione che seguivano alcune comunita' (come Matteo per esempio) ma non affermano affatto che quella tradizione potesse essere la riproduzione fedele ed esatta al 100% del pensiero gesuano,dicono che i canonici sono anche il frutto della predicazione e anched dell'adattamento delle comunita' primitive (per esempio il gia' citato Boysmard).Non credo che esista persona al mondo in grado di rielaborare e ricostruire esattamente la primissima tradizione gesuana,insomma,il reale pensiero gesuano,tutto passa attraverso trasmissione di una tradizione orale e poi copie di copie di originali.



Non ci sono invece contraddizioni di carattere dottrinale, sicuramente ci sono incongruenze sul piano storico e, come fatto notare da molti studiosi, sono proprio queste leggere incongruenze che fanno conquistare alle testimonianze evangeliche molta affidabilità.
Riguardo alle aggiunte redazionali, senza arrivare ad esse basta guardare come spesso i vangeli, fra di loro, si correggono a vicenda:
www.christianismus.it/modules.php?name=News&file=articl...
E' il naturale sviluppo di una testimonianza scritta...non sicuramente il sintomo di differenze di vedute e contrasti.
Lo sviluppo e la crescita teologica inevitabilmente si riperquote sugli scritti.

Affermazioni sul "pensiero gesuano" lasciano un po' il tempo che trovano dinnanzi all'unitarietà teologica espressa dei vangeli, nelle epistole, negli atti e nell'apocalisse.
Se Gesù voleva creare un pensiero uniforme avrebbe lui stesso steso il suo scritto. Invece ha edificato una Chiesa, ha trasmesso il suo messaggio vivendo con gli apostoli ed i discepoli, ed ha comandato loro di predicare ciò che hanno visto e sentito.
Quello che io vedo e sento non è la stessa cosa di quello che vedi e senti tu.
Assieme, la nostra testimonianza ed anche la crescita teologica differente di ciascuno di noi (se poi fai appello alla diversità di carismi ciò risulta ancora più evidente), costituisce la traditio.

Interessante è anche questo scritto:
www.christianismus.it/modules.php?name=News&file=articl...

Gli evangelisti scrivono non semplicemente per conservare e tramandare il ricordo di Gesù, non semplicemente per ricostruire una vicenda, ma cercando di cogliere e trasmettere il significato profondo di essa: ciascun evangelista prospetta, in un’ottica particolare, una interpretazione teologica dei fatti.

....

I Vangeli non si presentano come creazioni individuali, opere originali di singoli scrittori, ma come voci della comunità cristiana che vogliono restare anonime e farsi trasmettitrici e interpreti della tradizione ecclesiale. Solo Lc e Gv hanno una maggiore coscienza «letteraria» e personale e si rivolgono talora in prima persona ai loro lettori. Gli evangelisti scrivono inoltre alla comunità cristiana, a determinate e concrete comunità, per rispondere agli interrogativi attuali di queste comunità e per gli usi della predicazione, dell’insegnamento e del culto.






Conosco la teoria dei semitismi di Carmignac e quella della Scuola di Madrid cui sei affezionato,ma mi sono letto anche le confutazioni di questa teoria ad opera dell'abate Grelot contemporaneamente ai lavori di Carmignac.

E' vero che la presenza dei semitismi puo' spiegare le difficolta' di scrivere in una lingua non propria espressioni o frasi tipiche del proprio idioma, ma cio' non significa per forza di cose che siano stati tradotti da originali aramaici, puo' anche darsi che i testi fossero stati scritti inizialmente in greco senza passare per delle copie in aramaico,come quando io intendo scrivere una lettera in Inglese o in Portoghese senza scriverla necessariamente in Italiano.



Mi sembra di non aver incentrato tanto la discussione su questo fatto, in ogni caso quando si parla di "confutazioni" relativamente ad ipotesi simili, bisogna stare attenti.

L'ipotesi di Carmignac non è confutabile in se stessa, ma rimane comunque ipotesi fintantochè non se ne ritrova prova archeologica.

Di sicuro si possono formulare altre ipotesi abbastanza plausibili, ma che non possono essere considerate una confutazione.



Forse a livello teologico e dottrinale, non certo a livello "storico", in quanto non si sa con certezza - e percio' anche storicamente - se gesu' avesse realmente istituito l'eucarestia con quelle parole che si ritrovano in testimoni posteriori al codice D



A livello storico si può dubitare di tutto. Come ti ho già detto, guardando a quello che è scritto, la conferma della dottrina eucaristica ce la da la critica testuale e ce la confermano le lettere di Paolo.
Non puoi separare il codice D da tutti i frammenti ed i manoscritti ad esso comparati.



E' vero,valorizzare alcune fonti tardive non dovrebbe pero' escludere a questo punto anche altre fonti che magari risalgono a tradizioni diverse (come per esempio il Vangelo di Tommaso),ma parlo ovviamente a livello generale,andremmo a finire in una discussione metodica senza fine,preferisco parlare dei "primi anni del cristianesimo primitivo".



Il Vangelo di Tommaso è inquadrato fra i vangeli gnostici (che hanno le loro peculiarità dottrinali precise) ed è datato posteriormente rispetto agli scritti canonici (seconda metà del II sec).
Infondo la questione del canone è qualcosa che nasce proprio a seguito di "affiancamenti", soprattutto da parte della dottrina gnostica...ma sono, come ho già detto, cose tardive e di radice differente rispetto a quella originaria cristiana.
Lo gnosticismo, infatti, affianca l'ebraismo (dal I sec. a.C.) prima ancora che cercare di affiancare il cristianesimo.


Non sempre questo criterio funziona,se si dovesse per esempio risalire all'autenticazione del 7Q5 ti renderesti conto che non sempre le comparazioni danno i risultati sperati,generando magari una mole di dibattiti all'infinito.



Ma io non stavo parlando dei criteri di autenticazione, ma della comparazione dei manoscritti già autenticati.



Ma guarda,gli studi di Ehrman vertono nei primi anni di diffusione del cristianesimo primitivo,il punto e' che Ehrman afferma che gia' nei primissimi anni vi erano alcuni contrasti e che l'ortodossia non era ancora formata del tutto.Almeno,e' questo euanto va dicendo Donjuan.



Ehrman fa la sua ipotesi e, come ho già detto, nelle conclusioni si lascia scappare tranquillamente dell'astio nei confronti della tradizione cattolica.
Arriva ad ipotizzare, nelle sue conclusioni (praticamente a sognare...), cosa sarebbe successo se correnti di cristianesimo differenti (e da lui ipotizzate) avessero preso il consenso al posto della proto-ortodossia.




Se fosse vero,allora dovrei allargare il discorso anche al 7Q5,i cui tentativi di delegittimazione verrebbero visti come tentativi di negare la presenza di Mc gia' nel 50 d.c.
Ma non do' credito al negazionismo di questo tipo,constato solo dei fatti di natura testuale,magari si puo' anche tentare di fare delle ipotesi di ricostruzione testuale,ma rimangono tali,peche' non si puo' sapere cosa ci fosse veramente scritto in quelle parti mancanti,magari,le parti mancanti potevano benissimo avere dei significati diversi.Il problema e' che secondo me il 7Q5 ha la probabilita' di avere maggiore attendibilita' rispetto invece a dei frammenti che mancano completamente e ricostruibili solo ricorrendo a fonti tardive.




Hai letto il libro di Ehrman al quale faceva riferimento Donjuan?
Prova a leggerne le conclusioni.



Va bene,ma questo significa sempre dover ricorrere ad una fonte tardiva nel tentativo di dare forma attendibe.



E' così che si fa, si chiama "ricerca di un archetipo".
L'archetipo non è mai l'originale in filologia.
E per quanto riguarda il Nuovo Testamento, ci troviamo in una situazione di una ricchezza inaudita! Prova a dare un'occhiata allo studio filologico di altri testi antichi...



Ma,guarda,il mio interesse non e' dottrinale,mi interessa solo il lato storico,e cioe' sapere non tanto se una istituzione avesse lo stesso significato nel I sec. D.C. e nel V sec. D.C.,mi interessa sapere quando e' nata una simile istituzione,e per adesso lo possiamo sapere dolo dalle lettere paoline,che si sa,non aveva a cuore tanto la "storiografia" ma solo la "teologia".



Non è vero, come ti ho detto la comparazione dei manoscritti ci lascia ipotizzare con buona probabilità che i vangeli (non il frammento più antico con tutte le sue manchevolezze, i vangeli) siano databili a ridosso delle lettere paoline.



Si',d'accordo,ma io obietto il fattoche Paolo non avesse mai conosciuto il Cristo,e che lui recepisce una tradizione che secondo me si barcamenava tra vari contrasti,e chi potra' mai saperlo cosa abbia veramente detto il Cristo nella famosa ultima cena in cui si presume abbia instaurato l'Eucarestia?



Ovviamente, dal punto di vista critico-storico, di certezze non ne potremo mai trovare in questo senso.
Sulla base degli scritti che abbiamo, possiamo comunque affermare che l'autore del vangelo di Luca e quindi anche degli Atti degli Apostoli, riconoscesse in Paolo un apostolo.
Non ci sono elementi scritturali che suffragano l'ipotesi che Paolo non avesse mai conosciuto il Cristo (di fatti Paolo ha conosciuto Cristo ed è stato fatto apostolo).
Più che recepire, san Paolo fa parte di quella tradizione.

Relativamente ai "contrasti" io non ne vedo.

Per quanto riguarda ciò che ha detto veramente Cristo noi ci affidiamo alla testimonianza della Chiesa e nessuno lo potrà conoscere in maniera storicamente indiscutibile e comprovabile.
Quello che però si può sapere sulla base del materiale oggi conosciuto, è che non vi è discordanza di vedute relativamente alla dottrina eucaristica, non vi sono negazioni di tale dottrina, nè dottrine alternative...
Vangeli e lettere paoline sono sulla stessa linea dottrinale e teologica.

Ciao
Mauri



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