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Come nacque l’Eucaristia?

Ultimo Aggiornamento: 17/02/2008 10:32
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Riporto da "Il Tempio di Dioniso"

da www.riflessioni.it/

Come nacque l’Eucaristia?

"Felice chi possiede, fra gli uomini, la visione di questi Mysteria; chi non è iniziato ai santi riti non avrà lo stesso destino quando soggiornerà, da morto, nelle umide tenebre"
Inno omerico a Demetra
"Là abbiamo ricevuto il motivo per vivere non solo con letizia, ma anche con una speranza migliore nella morte"

Cicerone dopo la visione degli Eleusi

L’istituzione dell’Eucaristia col mistero della trasformazione sovrannaturale (transustanziazione) del pane e del vino in carne e sangue di Cristo, che Gesù avrebbe insegnato in occasione della celebrazione dell’ultima cena, rappresenta un’anomalia nella testimonianza evangelica, infatti, mentre i tre Vangeli sinottici (Marco, Matteo e Luca), descrivono con parole stranamente coincidenti la “fractio panis” ed il “secondo calice” che diventeranno i simboli dell’Eucaristia:

Matteo 26,26-28
26 Ora, mentre essi mangiavano, Gesù prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede ai discepoli dicendo: «Prendete e mangiate; questo è il mio corpo». 27 Poi prese il calice e, dopo aver reso grazie, lo diede loro, dicendo: «Bevetene tutti, 28 perché questo è il mio sangue dell'alleanza, versato per molti, in remissione dei peccati.

Marco 14,22-24
22 Mentre mangiavano prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». 23 Poi prese il calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. 24 E disse: «Questo è il mio sangue, il sangue dell'alleanza versato per molti.

Luca 22,19-20
19 Poi, preso un pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: «Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me». 20 Allo stesso modo dopo aver cenato, prese il calice dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che viene versato per voi».


Il quarto Vangelo, (cioè quello di Giovanni), che pur è il più attento alle questioni dottrinarie ed alla descrizione dei vari insegnamenti teologici, non dà segno di conoscere, né il fatto né il contenuto teologico connesso. Eppure, Giovanni, nel suo vangelo, descrive l’ultima cena in diverse pagine, contro la sola pagina che usano i sinottici.

Giovanni Cap. XIII 1-30
[13,1]Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine. [2]Mentre cenavano, quando già il diavolo aveva messo in cuore a Giuda Iscariota, figlio di Simone, di tradirlo, [3]Gesù sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, [4]si alzò da tavola, depose le vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita. [5]Poi versò dell'acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l'asciugatoio di cui si era cinto. [6]Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: "Signore, tu lavi i piedi a me?". [7]Rispose Gesù: "Quello che io faccio, tu ora non lo capisci, ma lo capirai dopo". [8]Gli disse Simon Pietro: "Non mi laverai mai i piedi!". Gli rispose Gesù: "Se non ti laverò, non avrai parte con me". [9]Gli disse Simon Pietro: "Signore, non solo i piedi, ma anche le mani e il capo!". [10]Soggiunse Gesù: "Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto mondo; e voi siete mondi, ma non tutti". [11]Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: "Non tutti siete mondi".

[12]Quando dunque ebbe lavato loro i piedi e riprese le vesti, sedette di nuovo e disse loro: "Sapete ciò che vi ho fatto? [13]Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene, perché lo sono. [14]Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri. [15]Vi ho dato infatti l'esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi. [16]In verità, in verità vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, nè un apostolo è più grande di chi lo ha mandato. [17]Sapendo queste cose, sarete beati se le metterete in pratica. [18]Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto; ma si deve adempiere la Scrittura: “Colui che mangia il pane con me, ha levato contro di me il suo calcagno”. [19]Ve lo dico fin d'ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io Sono. [20]In verità, in verità vi dico: Chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato".

[21]Dette queste cose, Gesù si commosse profondamente e dichiarò: "In verità, in verità vi dico: uno di voi mi tradirà". [22]I discepoli si guardarono gli uni gli altri, non sapendo di chi parlasse. [23]Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. [24]Simon Pietro gli fece un cenno e gli disse: "Dì, chi è colui a cui si riferisce?". [25]Ed egli reclinandosi così sul petto di Gesù, gli disse: "Signore, chi è?". [26]Rispose allora Gesù: "E` colui per il quale intingerò un boccone e glielo darò". E intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda Iscariota, figlio di Simone. [27]E allora, dopo quel boccone, satana entrò in lui. Gesù quindi gli disse: "Quello che devi fare fallo al più presto". [28]Nessuno dei commensali capì perché gli aveva detto questo; [29]alcuni infatti pensavano che, tenendo Giuda la cassa, Gesù gli avesse detto: "Compra quello che ci occorre per la festa", oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri. [30]Preso il boccone, egli subito uscì. Ed era notte...
www.etanali.it/mar_morto/files/brani012.htm

Un'altra verità storica da considerare è che esistono delle fonti che stanno all’origine delle moderne edizioni dei Vangeli, che contengono un Vangelo di Luca, dal quale sono omessi al capitolo 22, l’ultima parte del verso 19 e tutto il verso 20 cioè quelle perifrasi così importanti nell’istituzione dell’Eucaristia.
Queste fonti sono alcuni testimoni Latini e Siri, ma soprattutto il Codice D o codice di Beza, o Cantabrigiensis, cioè uno dei più importanti codici in lettere maiuscole, che contiene il testo dei quattro Vangeli più una parte degli atti degli apostoli.
Conviene, qui, fare mente locale e spendere qualche parola sul Codice di Beza, per dare il giusto peso alle considerazioni ad esso collegate. Nell’apparato critico delle edizioni moderne, esistono circa 5400 testimoni della tradizione manoscritta, che sono classificati in ordine di importanza in base alla loro anzianità. Più sono vecchi e quindi vicini ai fatti narrati, più sono considerati importanti. Prima ci sono i 98 papiri, poi i 301 manoscritti maiuscoli, 2818 minuscoli e 2211 lezionari. Sfortunatamente i papiri più antichi sono spesso solo frammenti di fogli o comunque solo pochi fogli. Ad esempio il papiro 7Q5, ritrovato nelle grotte di Qumran e datato entro il 50 d.C. ha la grandezza di un francobollo, (3,9 cm di altezza e 2,7di larghezza), contiene poche lettere (9 identificabili con certezza). Ad esso, seguendo la tesi del papirologo Padre José O’Callaghan, si vorrebbe fare corrispondere i versi del Vangelo di Mc 6,52-53 ma è evidente da se che, volere vedere in quel piccolo francobollo, il collegamento a qualsiasi testo, rappresenta un’interpretazione piuttosto spinta e quindi poco attendibile.
Esistono, ovviamente, anche papiri più corposi come il papiro p52 (Rylands): datato tra il 120-130 circa, che è un frammento di un singolo foglio contenente nel fronte e retro 5 versetti di Giovanni.
Il papiro p66 (Bodmer II): datato al II secolo, contiene in 104 pagine danneggiate parti del vangelo di Giovanni. Il papiro p45 (Chester Beatty I): datato inizio del III secolo, contiene in 55 fogli ampi frammenti dei Vangeli e molti altri…che però hanno sempre il limite di essere riproduzioni parziali dei sacri testi.
Bisogna, però, cercare in tempi più recenti e rivolgersi ai manoscritti maiuscoli, per trovare edizioni in greco dei Vangeli che siano, parzialmente complete e particolarmente degne di nota. La peculiarità di questi testi stà nell’essere scritti in lettere maiuscole, (caratteri onciali) e quindi più leggibili. I più rilevanti sono:

Codice Alessandrino (A, da non confondere con l’omonimo codice ebraico di Aleppo), datato inizio o metà del V secolo, contiene quasi l’intera Bibbia: risultano perdute alcune parti più o meno ampie di Gen, 1Re, Sal, quasi tutto Mt, Gv, 2Cor. In appendice sono presenti alcuni scritti apostolici Originario di Alessandria d’Egitto, donde il nome, è attualmente conservato al British Museum;

Codice Vaticano (B), composto probabilmente in Egitto nel IV secolo, contiene quasi tutta la Bibbia: nei 759 fogli risultano perdute alcune parti più o meno ampie di Gen, 2Re, Sal, Eb, lettere paoline e Ap. Mancano completamente 1-2 Mac. In appendice sono presenti alcuni scritti apostolici. Considerato il più autorevole manoscritto, di base per le moderne edizioni critiche, è attualmente conservato nella Biblioteca Vaticana;

Codice di Efrem (C), così detto perché fu scritto sopra alcuni testi del teologo siriano Efrem, una pratica molto corrente in epoche in cui i materiali erano limitati e costosi (dicesi palinsesto uno tale scritto). Si crede che appartenga al V secolo e forse ad un periodo un po’ precedente rispetto al codice A. In origine conteneva tutto il testo biblico ma ora rimangono solo porzioni di tutti i libri. Attualmente è conservato a Parigi;

Codice di Beza (D) o Cantabrigiensis (di Cambridge), così chiamato perché appartenne al calvinista Teodoro di Beza, dopo essere stato sottratto a un monastero di Lione dagli ugonotti. Contiene i Vangeli e gli Atti sia in greco che in latino. Risale al V secolo, originario probabilmente dall’Egitto o dall’Africa del nord. Attualmente è conservato a Cambridge;

Codice Sinaitico (S o ?): risalente alla metà del IV secolo. Fu progressivamente ritrovato da Costantino von Tischendorf nella biblioteca del monastero di Santa Caterina, presso il monte Sinai, a partire dal 1844, con una serie di peripezie romanzate che rasentano l’onirico. Attualmente è conservato presso il British Museum. Originariamente conteneva tutta la Bibbia: nei 346 fogli che compongono il codice risultano mancanti diversi brani più o meno ampi di Gen, Nm, 1Cr, Esd, Lam. Il NT è completo.

http://wikipedia.kataweb.it/wiki/Fonti_del_testo_greco_della_Bibbia

In particolare il D o 05 o codice di Beza o Cantabrigiensis è del V sec. ed è bilingue, con greco e latino a fronte. Presenta i Vangeli nell’ordine Mt, Gv, Lc, Mc. Ha la caratteristica di riportare numerose e significative varianti, sia con omissioni sia con aggiunte, e non solo di parole o espressioni, ma di intere frasi. In Lc 6, ad es., inserisce il v.5 dopo il v.10 e aggiunge tra i vv. 4 e 6: «Lo stesso giorno, vedendo un uomo che lavorava di sabato, egli [Gesù] gli disse: Uomo, se tu sai ciò che stai facendo, tu sei benedetto; ma se non lo sai, sei maledetto e un trasgressore della Legge». In Lc 22,15-20, nel racconto dell’ultima cena, omette, insieme ad alcuni testimoni latini e siri, l’ultima parte del v.19 e tutto il v.20, eliminando così la menzione del secondo calice. Negli Atti degli apostoli D è più lungo di circa un decimo rispetto al testo comunemente tramandato e presenta, talora insieme ad altri testimoni del cosiddetto «testo occidentale», alcune correzioni.

www.christianismus.it/sezscritti/doc0022/pgimport.html

Stiamo dunque parlando del quarto testo per importanza nell’apparato critico delle edizioni moderne dei Vangeli. In questo codice, oltre alle modifiche segnalate al Vangelo di Luca, ci sono una ventina di aggiunte, negli “atti degli apostoli” che tendono a dare una migliore visione dell’apostolo Pietro e cercano di far pendere in favore di questi il parallelismo esistente tra Pietro e Paolo.
La parte che ci interessa di questo codice viene analizzata qui sotto dove sono messi a confronto i passi relativi del Vangelo di Luca presi da un Vangelo canonico corrente, con il Codice di Beza, evidenziando in neretto le differenze sostanziali di contenuto.

(Canonici LC 22) 14 Quando fu giunta l’ora si mise a tavola insieme ai suoi apostoli.
(Beza LC 22) 14 Quando l’ora fu venuta, egli si mise a tavola e gli apostoli con lui.
(Canonici LC 22) 15 e disse loro: "Ho desiderato tanto di mangiare questa Pasqua con voi, prima di soffrire!
(Beza LC 22) 15 Ed Egli disse: - Vivamente ho desiderato di mangiare questa Pasqua con voi;
(Canonici LC 22) 16 poiché vi dico: non la mangerò più, finché non sia compiuta nel regno di Dio".
(Beza LC 22)16poiché vi dico che non ne mangerò più fino a che venga il regno dei cieli.
(Canonici LC 22) 17 E preso un calice, rese grazie e disse: "Prendetelo e distribuitelo tra voi,
(Beza LC 22) 17 E avendo preso una coppa disse: - Prendete e dividetelo tra voi.
(Canonici LC 22) 18 poiché vi dico: d’ora in poi io non berrò più del frutto della vite, fino a che sia venuto il regno di Dio".
(Beza LC 22) 18 Vi dico infatti che di questo succo della vite non ne berrò più fino a che venga il regno dei cieli
(Canonici LC 22) 19 Poi, preso un pane, rese grazie, lo spezzò e lo distribuì loro dicendo: "Questo è il mio corpo che è sacrificato per voi; fate questo in memoria di me".
(Beza LC 22) 19 Prese allora il pane, lo ruppe e disse: - Fatelo anche voi in mia memoria –
(Canonici LC 22)20 E prese pure il calice dopo aver cenato e disse: "Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che è sparso per voi”.
(Beza LC 22) 20 …………manca……

Ora estrapoliamo le differenze, cioè quello che c’è in più nei Vangeli canonici, dei versi 19 e 20 e mettiamole a confronto con un altro testo, notando la straordinaria analogia che c’è tra i due.

Canonici: "Questo è il mio corpo che è sacrificato per voi; fate questo in memoria di me". E prese pure il calice dopo aver cenato e disse: "Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che è sparso per voi”.
Altro Testo: ‘Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me’. Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice dicendo: ‘Questo calice è la nuova alleanza del mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me’.
Il secondo testo, quello in corsivo, è tratto dalla prima lettera ai Corinzi di San Paolo: Corinzi 1 capitolo 11 versi 23-26 dove c’è scritto:
«Io infatti ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese il pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse:
«Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me». Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo ogni volta che ne bevete, in memoria di me.
Ogni volta infatti che mangiate di questo pane e bevete di questo calice, voi annunciate la morte del Signore finché Egli venga». (1 Cor 11, 23-26)

www.diocesiag.it/doc_liturgico/celeb/Triduo%20eucaristico%201.doc

Questo fatto ci obbliga a porci una domanda: - che motivo aveva Paolo di affermare un qualche cosa che doveva già essere parte della tradizione orale dei Vangeli? - Questa ulteriore domanda getta una luce diversa sull’intera faccenda, infatti, se poteva essere lecito glissare sul fatto che nel Vangelo di Giovanni non ci fosse nessun riferimento a quell’episodio, e se era possibile catalogare come semplice dimenticanza l’omissione in alcuni codici antichi della fractio panis e della menzione al secondo calice, diventa assai difficile spiegare le affermazioni di Paolo. La contraddizione, assume un suo ordine logico se, per un attimo, dando spazio alla ragione, ammettiamo che ci possono essere state manipolazioni postume al testo evangelico. Se accettiamo infatti che fu Paolo e non Gesù a voler istituire quel sacramento, e che, nel passaggio dalla tradizione orale dei Vangeli alle testimonianze scritte, gli antichi codici, vennero completati con le parole che Paolo disse di avere ricevuto da Gesù, vediamo che le lacune e le contraddizioni vanno tutte al loro posto.

Da questa angolazione, infatti, non solo le parole di Paolo hanno un loro senso, ma sarebbe spiegata, parimenti, la mancanza, in alcuni codici antichi, l’ultima parte di Luca 22,19 e di tutto Luca 22,20 e sarebbe spiegato anche il fatto che manchi ogni riferimento all’Eucaristia nel Vangelo di Giovanni.

Quei riferimenti mancano semplicemente perché Gesù non disse mai: - questo è il mio corpo – e – questo è il mio sangue – ma spezzando il pane, secondo l’antico rito pasquale ebraico, e distribuendolo ai discepoli caso mai, disse: - fatelo in mia memoria -, cioè - ricordatevi di me anche quando non sarò più tra voi – Quella era la sua volontà e la sua preghiera.
Se così è come sembra essere, per una piena comprensione ci manca di conoscere il movente che spinse Paolo a fare dire quelle parole a Gesù, ed a fare pressioni, affinché l’ultima cena diventasse un sacramento così carico di connotazioni misteriche ed un’interessante interpretazione, su quest’ultima domanda, la dà Marcello Craveri nel suo libro “la vita di Gesù”.

Da “La vita di Gesù” di Marcello Craveri.

Nelle intenzioni di Gesù vi era soltanto il desiderio di fare della cena pasquale, oltre che un rito di ringraziamento a Jahve per i “beni” fino allora largiti, secondo l’antico patto, un ringraziamento per la promessa del regno, (nuovo patto), in cui quei beni sarebbero stati eterni e sovrabbondanti. La cena voleva essere, perciò, una speranza e un augurio della concordia e della felicità che si sarebbero godute nel regno di Dio.

La radicale trasformazione dell’eucaristia, da rito commemorativo di Gesù e di ringraziamento a Jahve, in rito misterico è avvenuta in seguito all’affermarsi della cristologia paolina.

La fortuita incidenza della morte di Gesù, vittima innocente dei timori politici dei romani e della classe dirigente giudaica, in prossimità dell’ultima cena, in cui erano consumate le carni di un animale sacro (l’agnello), immolato a Jahve come offerta propiziatoria ed espiatoria, ha suggerito a Paolo l’idea di fondere i due avvenimenti e di costruire un parallelo tra Gesù e l’agnello pasquale.

Su questo piano di semplice confronto simbolico tra due vittime innocenti, sacrificate per l’interesse degli offerenti, l’idea di Paolo non avrebbe nulla di straordinario. Come a molte altre religioni anche a quella giudaica non ripugnava la concezione del sacrificio vicario.
Abbiamo già avuto occasione di ricordare la credenza ebraica nel capro espiatorio che, come in analoghi riti babilonesi, hittiti ed egiziani, era una vittima passiva su cui, nel giorno del Kippur, il Sommo Sacerdote trasferiva, per virtù magica, tutte le colpe del popolo e la cui morte perciò significava la cancellazione delle colpe stesse. Ne era estranea ai giudei l’idea che si potessero scegliere vittime innocenti anche tra gli esseri umani (la figlia di Ieptè, Isacco, ecc), come non era estranea alla religione greca, (Ifigenia, Alcesti, ecc…)

Ma nella cristologia Paolina non vi è soltanto l’intenzione di considerare Gesù una vittima espiatoria. Con ben altra ricchezza di fantasia, Paolo, per suggestione dei culti misterici, molto diffusi nell’ambiente greco-orientale in cui egli visse, accomuna Gesù alle divinità esoteriche (Orfeo, Dionisio, Attis ecc..), adorate da tali religioni. La funzione di queste divinità era stata di soffrire e morire per dare agli uomini la possibilità di accedere, spiritualmente alla beatitudine divina. I fedeli dovevano essere “iniziati” al culto segreto (mystérion) tramite la catechesi (conoscenza del significato del rito), il digiuno e la purificazione.

Erano allora introdotti tra i membri della comunità religiosa che godeva della protezione del dio e potevano attuare l’unione mistica o comunione col dio stesso, mediante il pasto di un animale sacro che lo simboleggiava. La carne e il sangue dell’animale trasferivano in coloro che li avevano ingeriti le virtù della divinità.

Anche Paolo pensa ad un potere magico insito nel pane dell’eucaristia, come i pagani negli idolotiti (le carni sacrificate ai loro dei). Non occorre grande sforzo per riconoscere l’affinità tra i gradi dell’iniziazione orfica (catechesi, digiuno, purificazione) e quelli cristiani: preparazione al “mistero” dell’eucaristia, digiuno, confessione e assoluzione dei peccati.
Ma la sostituzione dell’animale sacro con la persona stessa di Gesù fa diventare macabra e orripilante la cerimonia: se Gesù è da considerare essere umano essa assume le caratteristiche di un rito cannibalesco; se Gesù è da considerare figlio di Dio, diventa inconcepibile come l’immagine pura ed elevata che Gesù stesso aveva di Dio abbia potuto degenerare nell’opinione di un dio spietato che pretende il cruento sacrificio, sempre rinnovatesi, del suo figlio diletto.

Una volta accettata l’innovazione di Paolo, anche l’agàpe degli apostoli perse il suo significato eucaristico (ringraziamento alla divinità) e commemorativo (ricordo di Gesù) per divenire parte del “mistero” della comunione. Il pane ed il vino vennero assunti a simbolo della persona di Gesù e precisamente del suo corpo e del suo sangue.

Il resto dei vangeli si completò allora con le aggiunte fatte da Paolo, il quale, violando la realtà storica per un’esigenza teologica, ed asserendo con molta impudenza, che tutto ciò gli era stato direttamente riferito da Gesù stesso, gli faceva dire, dopo la fractio panis: - Questo è il mio corpo, che è dato per voi” e al momento della libagione del vino: - Questo è il mio sangue del nuovo patto, che si versa in favore di molti. –
L’agàpe apostolica, come anticipazione della beatitudine del regno promessa da Gesù, aveva un carattere festoso. Paolo invece, ha posto l’accento sulla sua relazione colla morte di Gesù: l’ultima cena è per lui “l’annuncio della morte del Signore”, e il lieto banchetto fraterno si è mutato in un sacramento, circondato da un alone di terrificante mistero. Infatti analogamente ai riti soteriologici greco-orientali, anche nella “comunione” cristiana Paolo introduce il concetto della punizione divina (fino alla morte) per chi osi accostarsi al pasto, senza l’opportuna iniziazione: - Chiunque mangerà il pane e berrà il calice del signore senza esserne degno, sarà colpevole verso il corpo e il sangue del Signore…. Per questa cagione molti fra voi sono infermi e malati e parecchi muoiono. –
Questo è quanto emerge da un’attenta lettura dei testi e dalle informazioni storiche sugli antichi testi in nostro possesso e, se avessimo a cuore la verità, riconosceremmo che le cose andarono così, ma l’accettazione di questa semplice verità, non solo metterebbe in discussione la paternità di un sacramento che è diventato perno della liturgia cattolica ma, cosa peggiore, distruggerebbe il dogma di fede che insegna che quanto riportato nei Vangeli è infallibile in quanto gli evangelisti erano ispirati dallo spirito. Per quanto ci concerne, lasciamo i dati e le considerazioni trattate in questo breve studio, al vaglio della coscienza e dell’intelligenza di chi leggerà. In questo caso in cui il dogma e la verità configgono, in cui la ragione e la fede sono in disaccordo, ciascuno scelga da se stesso e per stesso da che parte stare.


Bibliografia:
www.christianismus.it/sezscritti/doc0022/pgimport.html
www.santamelania.it/approf/mbibbia/cap1.htm
www.etanali.it/mar_morto/files/q07.htm#f8k
www.chiesadicristo-padova.it/papato9.htm
www.diocesiag.it/doc_liturgico/celebrazione/Triduo%20eucaristico%20... www.mistica.info/unmisteri.htm
www.centrostudilaruna.it/misteriorfici.html

“La vita di Gesù” di Marcello Craveri – edizioni Giangiacomo Feltrinelli 1974.
Per i Vangeli Canonici: “Il Santo Vangelo” – con note catechistiche a cura del Sac, Giov. Ev. Ribaldo – Edizioni PaolineTraduzione dal greco di Mons. Prof. Fulvio Nardoni: riveduta – Imprimatur Romae die 11 novembris 1946.



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Matteo 26,26-28
26 Ora, mentre essi mangiavano, Gesù prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede ai discepoli dicendo: «Prendete e mangiate; questo è il mio corpo». 27 Poi prese il calice e, dopo aver reso grazie, lo diede loro, dicendo: «Bevetene tutti, 28 perché questo è il mio sangue dell'alleanza, versato per molti, in remissione dei peccati.

Marco 14,22-24
22 Mentre mangiavano prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». 23 Poi prese il calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. 24 E disse: «Questo è il mio sangue, il sangue dell'alleanza versato per molti.

Luca 22,19-20
19 Poi, preso un pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: «Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me». 20 Allo stesso modo dopo aver cenato, prese il calice dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che viene versato per voi».

Giovanni Cap. XIII 1-30
[13,1]Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine. [2]Mentre cenavano, quando già il diavolo aveva messo in cuore a Giuda Iscariota, figlio di Simone, di tradirlo, [3]Gesù sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, [4]si alzò da tavola, depose le vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita. [5]Poi versò dell'acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l'asciugatoio di cui si era cinto. [6]Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: "Signore, tu lavi i piedi a me?". [7]Rispose Gesù: "Quello che io faccio, tu ora non lo capisci, ma lo capirai dopo". [8]Gli disse Simon Pietro: "Non mi laverai mai i piedi!". Gli rispose Gesù: "Se non ti laverò, non avrai parte con me". [9]Gli disse Simon Pietro: "Signore, non solo i piedi, ma anche le mani e il capo!". [10]Soggiunse Gesù: "Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto mondo; e voi siete mondi, ma non tutti". [11]Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: "Non tutti siete mondi".

[12]Quando dunque ebbe lavato loro i piedi e riprese le vesti, sedette di nuovo e disse loro: "Sapete ciò che vi ho fatto? [13]Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene, perché lo sono. [14]Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri. [15]Vi ho dato infatti l'esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi. [16]In verità, in verità vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, nè un apostolo è più grande di chi lo ha mandato. [17]Sapendo queste cose, sarete beati se le metterete in pratica. [18]Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto; ma si deve adempiere la Scrittura: “Colui che mangia il pane con me, ha levato contro di me il suo calcagno”. [19]Ve lo dico fin d'ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io Sono. [20]In verità, in verità vi dico: Chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato".

[21]Dette queste cose, Gesù si commosse profondamente e dichiarò: "In verità, in verità vi dico: uno di voi mi tradirà". [22]I discepoli si guardarono gli uni gli altri, non sapendo di chi parlasse. [23]Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. [24]Simon Pietro gli fece un cenno e gli disse: "Dì, chi è colui a cui si riferisce?". [25]Ed egli reclinandosi così sul petto di Gesù, gli disse: "Signore, chi è?". [26]Rispose allora Gesù: "E` colui per il quale intingerò un boccone e glielo darò". E intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda Iscariota, figlio di Simone. [27]E allora, dopo quel boccone, satana entrò in lui. Gesù quindi gli disse: "Quello che devi fare fallo al più presto". [28]Nessuno dei commensali capì perché gli aveva detto questo; [29]alcuni infatti pensavano che, tenendo Giuda la cassa, Gesù gli avesse detto: "Compra quello che ci occorre per la festa", oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri. [30]Preso il boccone, egli subito uscì. Ed era notte...




Io so poco dei vangeli e ancor meno della dottrina cattolica.
Mi limito ad osservare una cosa: se queste sono le uniche testimonianze dell'evento è ridicolo pretendere di istituire un sacramento che abbia una funzione più che commemorativa.
E' ovvio che i ministri di un culto possono costruire feste o liturgie atte a celebrare questo evento, così come molti altri. L'ultima cena è l'ultima cena, un episodio importante. Ma l'eucarestia è un SACRAMENTO, qualcosa che si suppone essere un rito progettato e voluto da Dio, un'applicazione diretta e fedele della sua parola. Proprio in base a questa considerazione, addirittura vi si ricamano sopra favole incredibili come la transustanziazione del vino o l'idea che lo Spirito Santo entri nel corpo del fedele. E' assurdo!
Non soltanto dal punto di vista ateo, ma proprio della più semplice ragione umana. La parola di Cristo menzionata lì sopra, non trova alcuna applicazione nel rituale eucarestico... tre evangelisti non ne parlano, il quarto menziona una specie di espressione di circostanza, "fate questo in memoria di me", non differente da quella di un anfitrione che dice "fate come se foste a casa vostra".

Sarebbero questi i fondamenti scritturali?

[SM=p1420241]
[Modificato da Rainboy 10/02/2008 02:23]
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09/02/2008 21:40
 
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RE

Appunto!!!!! [SM=x789054] [SM=x789054] [SM=x789054]



omega [SM=x1414848] [SM=x789055] [SM=x1414848] [SM=x789056] [SM=x1414848]



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Querdenker evangelico anticonvenzionale del 1° secolo. "Maiori forsan cum timore sententiam in me fertis quam ego accipiam!" g.b.--In nece renascor integer ./Satis sunt mihi pauci,satis est unus,satis est nullus. Seneca-Ep.VII,11


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09/02/2008 22:02
 
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Lungi da me sostenere l'eucarestia come intesa dalla C.C. , dove per l'intervento di un sacerdote il pane diventa carne e il vino sangue. Lungi da me l'accettare che durante l'eucarestia dentro chi la prende entri lo Spirito Santo (anche se non l'ho mai sentito), però devo dire che un Cristiano sà molto bene che Paolo non inventò nulla, ma fu vero servo (e che servo) di Dio, da Lui ispirato e che nessuna parola che oggi è nelle Bibbie è stata aggiunta senza che sia stata scritta per volontà di Dio.
Chi non crede sempre dirà questo, ma Omega dovrebbe saperlo molto bene.





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09/02/2008 22:15
 
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RE

Altro che se lo so!!! La nostra è ,se si può dire,una fede razionale
altrettanto vero è però che non crediamo ai riti magici!!!!e alle dottrine di uomini!!!! [SM=x789048] [SM=x789048]


omega [SM=x789057]



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10/02/2008 00:24
 
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Mi rincuora sentirvi, sentire che vi sono credenti che invece di accettare le imboccate dell'aristocrazia vaticana usano la loro mente e la propria testa per seguire la loro fede^^^ se ragionassero come voi la chiesa avrebbe più fedeli veri e meno pecoroni timorosi...

mi piace anche questa frase "Il nostro dovere è di presentare Gesù e usare la Bibbia , e non di presentare la Bibbia e, occasionalmente , riferirci a Gesù"

un abbraccio^^
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10/02/2008 02:13
 
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Lungi da me l'accettare che durante l'eucarestia dentro chi la prende entri lo Spirito Santo (anche se non l'ho mai sentito)



Chiarisco questo passaggio: in passato io l'ho sentito dire ripetutamente da diversa gente in vari posti, comunque mai che io ricordi, da fonti autorevoli o canoniche. Era soltanto un'argomentazione usata per giustificare il fatto che l'eucarestia sia considerata la prima e più semplice forma di esorcismo. Non so se poi il catechismo cattolico spieghi il fatto in modo differente; sono più che aperto a correzioni di questa mia sgrezza affermazione, anche se la considero marginale ai fini del ragionamento che ho fatto sopra.
[Modificato da Rainboy 10/02/2008 02:25]
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11/02/2008 18:23
 
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Re:
-Nazgul-, 10/02/2008 0.24:

Mi rincuora sentirvi, sentire che vi sono credenti che invece di accettare le imboccate dell'aristocrazia vaticana usano la loro mente e la propria testa per seguire la loro fede^^^ se ragionassero come voi la chiesa avrebbe più fedeli veri e meno pecoroni timorosi...

mi piace anche questa frase "Il nostro dovere è di presentare Gesù e usare la Bibbia , e non di presentare la Bibbia e, occasionalmente , riferirci a Gesù"

un abbraccio^^




Mi fa piacere che ti sia rincuorato e che ti sia piaciuta la frase della firma , frase che credo con tutto il cuore. Io credo che se molti ragionassero come noi, la chiesa non avrebbe alcun fedele a sè stessa , ma che ci sarebbero molti più fedeli a Gesù Cristo.

Un abbraccio anche a te [SM=x789060]






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11/02/2008 20:33
 
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Re: Re:
claudio.41, 11/02/2008 18.23:




Mi fa piacere che ti sia rincuorato e che ti sia piaciuta la frase della firma , frase che credo con tutto il cuore. Io credo che se molti ragionassero come noi, la chiesa non avrebbe alcun fedele a sè stessa , ma che ci sarebbero molti più fedeli a Gesù Cristo.

Un abbraccio anche a te [SM=x789060]





Claudio41 ti rendi conto, siamo in due in tutto il web!!!! [SM=x789051] [SM=x789051] [SM=x789051]


omega [SM=x789054] [SM=x789054] [SM=x789054]





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11/02/2008 21:04
 
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Re: Re: Re:
=omegabible=, 11/02/2008 20.33:




Claudio41 ti rendi conto, siamo in due in tutto il web!!!! [SM=x789051] [SM=x789051] [SM=x789051]


omega [SM=x789054] [SM=x789054] [SM=x789054]





Noooo [SM=x789048] ricorda che il SIGNORE ha sempre i "7000" che non hanno piegato le ginocchia a Baal. [SM=g27822]
Tra questi "7000" c'è anche un sorriso e sua sorella Sil..te lo posso garantire [SM=x789057]







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