Rainboy, 6/30/2008 8:33 PM:
Tibetani pacifici e Cinesi occupatori sono due dati di fatto, almeno nella recente cronaca. I restanti aggettivi, "buono" e "cattivo", possono invece essere discussi.
L'anticlericalismo è legato al ruolo che ha il clero nella società. Il ruolo del clero buddista non è certo assimilabile a quello del clero cristiano, ebraico o islamico, e questo non solo nei fatti storicamente attuali ma anche nei precetti del buddismo stesso. Non vedo quindi particolari contraddizioni da parte di chi è anticlericale nel sostenere la causa tibetana, stante il fatto che nessuno qui credo sostenga l'emergere di una dittatura religiosa buddista in sostituzione di quella pseudo-comunista dei cinesi. Vedi ultima replica.
Ha sostituito il culto di un dio con quello del Partito e della Patria. Senza peraltro, come hai detto tu stessa, rinunciare in questo a usare violenza e oppressione. Bel risultato.
Per le ragioni di cui sopra, non vedo proprio nulla di ridicolo in questo...
Potrebbe benissimo essere come dice questa dottoressa... per intanto, fonti attendibili e bibliografia, please.
Ti parlo da ateo e da anticlericale convinto. E ti dico, dipende da cosa intendi tu per tout-court! Le spinte indipendentiste tibetane sono storicamente fondate e, se anche non lo fossero, il loro sentire a livello popolare mi sembra molto forte. Finché parliamo del diritto di questo popolo alla libertà, alla protesta non-violenta, all'indipendenza, parliamo di cose che qualsiasi persona "anticlericale" rispetta e sostiene; quindi il fatto che in quel contesto sia un ordine religioso (molto particolare) a farsene portatore, non impedisce certo a degli anticlericali di sposare la causa tibetana.
Poi se l'idea che ci siamo fatti deriva da informazioni FALSE che sono pervenute a noi, allora questa è tutta un'altra questione. Tu hai aperto questo topic perché pensi che le cose stiano così?
Grazie della risposta!
Innanzitutto, per quanto riguarda il testo della Dott.sa De Montford, la bibliografia con tutte le fonti è nel testo stesso, che credo sia reperibile su Amazon.
Indubbiamente, il popolo tibetano ha la sua aspirazione alla libertà e all'indipendenza, e il mondo occidentale, per paura della Cina e del sup potere economico, è ben disposta a chiudere un occhio sui diritti umani.
Tuttavia, ed è qui che non sono d'accordo con te, non credo che debba essere necessariamente un ordine religioso a essere garante dell'indipendenza tibetana: perchè non formare una classe politica laica, non "tonacata", che possa governare il Tibet? Perchè perpetuare la millenaria, immobile tradizione, secondo cui la classe dirigente devono essere dei monaci, con a capo un Dalai Lama che sia reincarnazione del precedente Lama? Dove si è vista una leadership che si autoperpetua? Tu dici che il clero buddista non è paragonabile a quello delle religioni monoteiste mediterranee: anche qui non sono d'accordo. La casta sacerdotale buddista è, di fatto, mantenuta dalla popolazione che sgobba, ed è profondamente più "pervasiva" del clero occidentale. Non esiste, in oriente, se non in Cina comunista, il concetto di laicità, perchè la religione permea tutti gli aspetti della vita sia privata sia politica. In Thailandia (dove sono stata) il buddhismo è religione di Stato e nei paesi del sudest asiatico è prassi comune che tutti i giovani uomini trascorrano un periodo in monastero. Per non parlare poi dell'India, dove la religione induista ha creato e perpetuato l'implacabile sistema di caste che ancora oggi condiziona la società.
Tornando al budhismo, poi, vi è l'errore comune di considerarlo una religione da "refugium peccatorum": volemose bbene, tutto è permesso, tutto è concesso, mica come i cristiani proibizionisti!
Il buddismo, seriamente praticato, è un credo con dei precetti tanto rigidi da far impallidire gli ebrei ultraortodossi, e soprattutto in materia di morale sessuale.
Hai poi visto una donna, tra i monaci buddisti della "classe dirigente"? Nenache per sogno!! Se vuoi posso posso postarti un articolo, con tanto di fonti e citazioni di scritture, in cui la posizione della donna nell'ambito del credo buddista, è decisamente umiliante. Ti dico solo che in Laos (da dove è appena tornata una mia amica), per una donna è vietatissimo donare qualcosa ad un monaco, e tutte le persone, se parlano con un monaco, devono chinarsi per sembrare più basse.
Allora, se l'Unione Sovietica, con l'invasione dell'Afghanistan, finalmente portò civiltà e laicità a quel popolo (tutti sappiamo poi come sono andate a finire le cose), se anche Saddam Hussein, con la sua spietata dittatura, almeno riuscì a porre un freno ai conflitti interreligiosi), allora, guardiamo anche con altri occhi alla Cina: ha cercato di modernizzare il Tibet con infrastrutture, ferrovie (la ferrovia più alta del mondo), e una nuova classe dirigente. Certo, non voglio negare la dura repressione dei diritti umani. Allora, Tibet indipendente, ma con una classe dirigente laica (o mista!) eletta con regolari elezioni democratiche!
Ciao, M.