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Diritti degli omosessuali:tutti contro la Carfagna

Ultimo Aggiornamento: 20/05/2008 10:35
20/05/2008 10:35
 
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da www.repubblica.it/2008/05/sezioni/politica/carfagna-2/carfagna-2/carfagn...

di CATERINA PASOLINI


Mara Carfagna
ROMA - Bella [Ehm,ma mi viene un dubbio,non e' che per caso sia stata una avventura di Berlusconi? Altrimenti,come diavolo si spiega una ascesa cosi' immmediata e rapida di una tale incompetente? MAh,e' solo un sospetto [SM=x789048] [SM=x789048] [SM=x789048] ]
ma disumana come la matrigna di Cenerentola, la dipinge l'Arcigay, "perché è disumano non voler concedere riconoscimenti giuridici alle coppie omosessuali". Pronto a descriverla anche come "una bella addormentata che dice falsità e che vive nel mondo delle favole dove i gay non sono discriminati". Mentre Barbara Pollastrini l'accusa di fare una "politica sterile, miope" e Alessandra Mussolini di sbagliare perché non cerca il dialogo e fa "muro contro muro".

Ha provocato proteste, tra ironia, rabbia e amarezza, dalle organizzazioni gay e dai partiti di opposizione ma non solo, la decisione del ministro alle pari opportunità Mara Carfagna, di non dare il patrocinio al gay pride, sottolineando anche di essere contraria a riconoscimenti di diritti alle coppie omosessuali. Un replay dell'anno scorso quando si attirò contestazioni e strali per aver definito gli omosessuali "costituzionalmente sterili".

[Ehm,ecco,quando dicevo l'incompetenza,alcuni scienziati hanno scoperto che dal midollo femminile si possono ottenere cellule spermatiche,ragion per cui,le coppie lesbiche potrebbero anche essere
potenzialmente auto-fecondanti]


Eppure non è tanto il mancato patrocinio a deludere, anche il governo di centrosinistra prima concesse poi respinse e infine ridusse l'appoggio. Quello che inquieta dall'Arci gay al Gay lib di centro destra, è il negare la realtà con una "politica miope e ingannevole", sottolinea Barbara Pollastrini che occupava lo stesso ministero nel vecchio governo e sfilò tra carri e musiche.

Ferisce la sensazione di chiusura, di blocco. "E con il muro contro o muro non si fa da nessuna parte ci vuole dialogo, non esclusione a priori", la contesta persino l'onorevole e compagna di schieramento Alessandra Mussolini che ammette: i problemi ci sono e vanno affrontati. Il neo ministro - che dice di dormire molto male da quando è stata eletta all'alta carica - ribatte che non ci sono discriminazioni. "Forse è consigliata male dai suoi cinque amici omosessuali ricchi che vivono in un contesto sociale protetto", sbotta Paola Concia, deputata Pd lesbica dichiarata. Perché le cronache raccontano altro: come la sedicenne accoltellata pochi giorni fa dalla madre perché amava una donna.

"In due anni ci sono stati omicidi e 50 atti gravi di violenza denunciati mentre migliaia sono gli episodi di discriminazione", dice il presidente dell'Arci gay Aurelio Mancuso che chiede un incontro col ministro "perché si distacchi dal mondo delle favole, smetta di fare la matrigna e torni in quello dei comuni mortali costretti a nascondere il loro amore in famiglia, sul lavoro".

Grillini, storico leader del movimento, bolla le parole del ministro come "battutacce da bar, che confermano quanto la destra italiana sia omofoba e non ami la diversità" mentre il ministro ombra delle pari opportunità Vittoria Franco, la invita a partecipare al Pride. Particolarmente secca Vladimir Luxuria, ex parlamentare del Prc, secondo cui un ministero delle Pari opportunità "non intende assolvere al compito di dare e garantire pari opportunità" ed è quindi "un ministero inutile".

È l'unica voce alla quale il ministro, con una nota, risponde chiamandola col nome anagrafico: "Il signor Vladimiro Guadagno confonde il ministero per le Pari Opportunità con l'ufficio stampa e propaganda del movimento". Poche le voci a difesa del ministro, quasi tutte del centrodestra. Luca Volontè dell'Udc definisce "corretta" la decisione di negare il patrocinio e accusa "la sinistra gay di chiamare diritti i propri privilegi driscriminatori verso le famiglie e gli eterosessuali". In sua difesa, nel Pd, si alza la voce di Marco Follini, che sottolinea come "il patrocinio non sia un dovere del governo".

(20 maggio 2008)
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