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Uno pseudo-scoop rischia di sporcare la giornata dell’ultimo saluto a Gianfrà. Al funerale, tanti vip ma soprattutto la sua 'ggente
MILANO, 16 lug - Massone o non massone? Non è questo il problema, secondo la Curia di Milano, che di fronte alle presunte indiscrezioni che circolavano ieri commentava: «Le esequie richieste dai familiari (raccogliendo la volontà esplicita del signor Funari), sono un gesto di preghiera con il quale la Chiesa affida a Dio coloro che sono stati battezzati, ed esprime la propria fede nella misericordia divina. Non si tratta quindi di un rito che comporta un giudizio sulla persona che come tale spetta solo a Dio». Insomma, a quanti si chiedevano se era ammissibile il funerale in Chiesa per un massone, la risposta è arrivata: forte e chiara. Infine anche la smentita dei diretti interessati, nella persona del Gran maestro del Goif-R, Pasquale Cerofolini: Gianfranco Funari non c'entra nulla con la massoneria e il Gran maestro aggiunto del Grande Oriente Italiano Federale Regolare è solo un omonimo del popolare conduttore televisivo. «Pur esprimendo le più sentite condoglianze alla famiglia di questo artista che ha reso grande l'Italia - ha sottolineato Cerofolini - voglio precisare che il Gianfranco Funari Gran maestro aggiunto del Goif-R è tutt'altra persona, è nato negli anni Cinquanta a Cosenza e dunque è un caso di omonimia rispetto al conduttore tv. E per quanto è di mia conoscenza, il Funari scomparso qualche giorno fa è estraneo all'istituzione massonica. Lo dico non perché me ne vergogno, ma per amore di verità e rispetto della famiglia. Chi pubblica cose di questo tipo - conclude Cerofolini - non obbedisce al primo dovere di un giornalista, cioé verificare la notizia».
Peccato solo che tutta la vicenda - il sospetto, le congetture e poi la smentita sia quasi riuscita a “sporcare” la giornata dell’ultimo saluto a Gianfranco Funari. Quasi, dicevamo: perché l’amore della gente, anzi della ‘ggente per l’eclettico comunicatore non è stato minimamente scalfito dalle chiacchiere telematiche. Erano in tanti, tantissimi, ieri ai funerali: soprattutto persone comuni. Tutti lì a salutarlo, a piangere, in coda già dalle 13 di fronte al portone della chiesa milanese di San Marco, in zona Brera. Quello di Gianfranco Funari è stato un funerale "nel nome del popolo, non con le autorità", proprio come sarebbe piaciuto a lui. Pochi i colleghi per lui – «Il vero grande epurato della tv», come ha dichiarato la moglie Morena - c’erano Piero Chiambretti, Silvana Giacobini, Cristiano Malgioglio, Enrico Lucci, Claudio Cecchetto e Carlo Freccero. Solo Marco Ferrando (Pcl) e Giorgio Jannone (Pdl) tra i politici, oltre all'ex ministro della Famiglia Antonio Guidi. Girasoli sulla bara, bastone e cappello lì a fianco, un telecomando, un set di fiches da gioco e un pacchetto di sigarette all'interno.
«Non soffriva gli ipocriti», ha detto dall'altare uno dei celebranti. Il suo carattere infiammabile è stato il suo segno distintivo e la sua fortuna, e chissà come avrebbe reagito alla notizia, lanciata ieri da Affari Italiani, di una sua appartenenza alla massoneria, in un ruolo di rilievo per di più. Gianfranco? Era descritto come «Deputy Grand Master Federal», ovvero vice gran maestro federale, e Presidente del Masonic High Council Italy Regular. A conferma della rivelazione, era citato un necrologio comparso sulla Repubblica in cui Funari era chiamato «Maestro», termine inteso nella sua accezione massonica. Già leggendo l’intero necrologio poteva sorgere qualche dubbio su questa versione: «Bruno Mameli - dice -, partecipe, commosso e riconoscente al Maestro Gianfranco Funari... Così come a Corrado... Entrambi grandi Maestri ed innovatori del linguaggio e della moderna comunicazione...». «A questo punto concludeva però il sito - sorge spontanea la domanda: è ammissibile il funerale in chiesa di un massone?». In cimitero, Gianfranco ha voluto una lapide con l'incisione «Ho smesso di fumare». Gli staranno facendo tornare la voglia? (LiberoNews)