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L'ateismo

Ultimo Aggiornamento: 01/08/2008 21:40
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01/08/2008 12:50
 
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FONTE
apologetica.altervista.org/proglema_ateismo.htm

Ateismo significa "senza Dio", dunque negazione di Dio.

Diciamo subito che non esiste una sola forma di ateismo; anzi, questo può presentarsi sotto forme diverse. Le principali sono tre.

Abbiamo un ateismo di carattere "filosofico", perché è un ateismo che si ritiene frutto di un ragionamento – un ragionamento sbagliato, diciamo noi – ma pur sempre un ragionamento. Che cosa è l’ateismo filosofico? E’ un sistema di pensiero che nega esplicitamente – o implicitamente – l’esistenza di Dio. E’ un sistema di pensiero che arriva, appunto alla fine del suo ragionare, a ritenere impossibile l’esistenza di Dio.

Poi c’è seconda forma di ateismo, che viene chiamato "pratico". L’ateismo pratico è l’atteggiamento di chi vive, "in pratica" facendo a meno di Dio. Ci sono persone – e forse noi ne conosciamo qualcuna – che non negano Dio dopo aver ragionato, anzi, se vengono interrogate possono dichiarare anche che – per loro – un qualche Dio deve pur esserci, però vivono praticamente come se Dio non ci fosse. Questo è un puro ateismo pratico.

Infine abbiamo una terza forma di ateismo, un ateismo che viene chiamato "militante". E’ l’ateismo che sfocia nella lotta violenta contro Dio, quindi nella persecuzione feroce alla sua Chiesa e ai cristiani.

Nel secolo appena concluso, l’ateismo militante ha avuto la sua massima espressione nel Comunismo che è stato un tentativo – ancora in vita, purtroppo, in diversi paesi – di costruire una società senza Dio e contro Dio. E ha avuto una notevole espressione anche nel Nazionalsocialismo pagano.

Il risultato di questo tentativo di costruire un mondo senza Dio, o addirittura contro Dio, è sotto gli occhi di tutti. Ed è un risultato spaventoso. Oltre duecento milioni di morti, un numero incalcolabile di martiri della fede, di vescovi, sacerdoti e laici imprigionati, processati, condannati ai lavori forzati negli sterminati campi di concentramento della Siberia e della Cina e di altri Paesi, oppure uccisi e decine di migliaia di chiese, di edifici adibiti al culto, di istituti cattolici distrutti.

La storia dell’ateismo militante ci ha dato la dimostrazione, che nessun apologeta dovrebbe dimenticare, che quando l’uomo si erge superbamente a costruire qualche cosa contro Dio, il primo a pagare - e a morire - è proprio l’uomo.

Dobbiamo avere il coraggio di ricordare a tutti i nostri interlocutori che negare Dio non solo è un’offesa grave fatta a Dio, dunque un "peccato mortale", come si dice nel catechismo, ma comporta anche un danno immenso e incalcolabile per le creature di Dio, specialmente per l’uomo.

Ora, tracciato questo quadro, sommario, può sorgere spontanea una domanda: come possiamo rispondere a queste forme di ateismo? Come si affronta questa pubblica disobbedienza al primo Comandamento: "Io sono il Signore Dio tuo, non avrai altro Dio fuori che me"?

In primo luogo, non dimentichiamo mai che il credente si oppone all’ateismo attraverso un’arma formidabile, che solo lui possiede: la preghiera.

La preghiera per implorare da Dio la conversione di chi non crede. Una preghiera da elevarsi con grandissima fiducia, sapendo che il Signore non mancherà di ascoltarla. Nel secolo appena concluso, molti uomini importanti, del calibro di Solzenicyn, di André Frossard, di Chesterton, per citare solo alcuni, si sono convertiti. Hanno abbandonato il loro ateismo e sono approdati alla fede, segno che questo cammino di conversione è possibile e dobbiamo avere fiducia in Dio che non smette di chiamare tutti gli uomini alla vera fede.

Poi ci sono risposte mirate, adatte alle diverse forme di ateismo che abbiamo visto.

All’ateismo che abbiamo chiamato "filosofico", che è di pochissime persone, noi dobbiamo rispondere sostenendo la ragionevolezza della fede e dimostrando che proprio la ragione dell’uomo può giungere – con il ragionamento – alla certezza che Dio esiste.

Noi abbiamo dedicato alcune nostre conversazioni a questo tema, alle prove della esistenza di Dio.

Rispondere all’ateismo che abbiamo chiamato "pratico", che oggi è molto diffuso, è difficile. Si potrebbe far vedere, a chi accetta di ragionare, quanto sia contraddittorio, incoerente, poco intelligente vivere come se Dio non ci fosse.

All’ateismo militante si risponde con il combattimento coraggioso, con una crociata instancabile della verità, denunciando senza tacere nulla tutto il male che l’ateismo militante, specie quello di stampo comunista, ha fatto all’uomo.



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Discendiamo all'inferno fin che siamo vivi (cioè riflettendo su questa terribile realtà) - diceva Sant'Agostino - per non precipitarvi dopo la morte".
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01/08/2008 12:57
 
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la bibbia tante volte condanna questo pensiero

preso dalla bibbia
Dicono fra loro sragionando:
"La nostra vita è breve e triste;
non c'è rimedio, quando l'uomo muore,
e non si conosce nessuno che liberi dagli inferi.
2Siamo nati per caso
e dopo saremo come se non fossimo stati.
È un fumo il soffio delle nostre narici,
il pensiero è una scintilla
nel palpito del nostro cuore.
3Una volta spentasi questa, il corpo diventerà cenere
e lo spirito si dissiperà come aria leggera.
4Il nostro nome sarà dimenticato con il tempo
e nessuno si ricorderà delle nostre opere.
La nostra vita passerà come le tracce di una nube,
si disperderà come nebbia
scacciata dai raggi del sole
e disciolta dal calore.
5La nostra esistenza è il passare di un'ombra
e non c'è ritorno alla nostra morte,
poiché il sigillo è posto e nessuno torna indietro.
6Su, godiamoci i beni presenti,
facciamo uso delle creature con ardore giovanile!
7Inebriamoci di vino squisito e di profumi,
non lasciamoci sfuggire il fiore della primavera,
8coroniamoci di boccioli di rose prima che avvizziscano;
9nessuno di noi manchi alla nostra intemperanza.
Lasciamo dovunque i segni della nostra gioia
perché questo ci spetta, questa è la nostra parte.
10Spadroneggiamo sul giusto povero,
non risparmiamo le vedove,
nessun riguardo per la canizie ricca d'anni del vecchio.
11La nostra forza sia regola della giustizia,
perché la debolezza risulta inutile.
12Tendiamo insidie al giusto, perché ci è di imbarazzo
ed è contrario alle nostre azioni;
ci rimprovera le trasgressioni della legge
e ci rinfaccia le mancanze
contro l'educazione da noi ricevuta.
13Proclama di possedere la conoscenza di Dio
e si dichiara figlio del Signore.
14È diventato per noi una condanna dei nostri sentimenti;
ci è insopportabile solo al vederlo,
15perché la sua vita è diversa da quella degli altri,
e del tutto diverse sono le sue strade.
16Moneta falsa siam da lui considerati,
schiva le nostre abitudini come immondezze.
Proclama beata la fine dei giusti
e si vanta di aver Dio per padre.
17Vediamo se le sue parole sono vere;
proviamo ciò che gli accadrà alla fine.
18Se il giusto è figlio di Dio, egli l'assisterà,
e lo libererà dalle mani dei suoi avversari.
19Mettiamolo alla prova con insulti e tormenti,
per conoscere la mitezza del suo carattere
e saggiare la sua rassegnazione.
20Condanniamolo a una morte infame,
perché secondo le sue parole il soccorso gli verrà".

21La pensano così, ma si sbagliano;
la loro malizia li ha accecati.
22Non conoscono i segreti di Dio;
non sperano salario per la santità
né credono alla ricompensa delle anime pure.
23Sì, Dio ha creato l'uomo per l'immortalità;
lo fece a immagine della propria natura.
24Ma la morte è entrata nel mondo per invidia del diavolo;
e ne fanno esperienza coloro che gli appartengono.



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01/08/2008 12:58
 
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Esso si trova pure nei salmi 11
Lo stolto pensa: "Non c'è Dio".
Sono corrotti, fanno cose abominevoli:
nessuno più agisce bene.

2Il Signore dal cielo si china sugli uomini
per vedere se esista un saggio:
se c'è uno che cerchi Dio.

3Tutti hanno traviato, sono tutti corrotti;
più nessuno fa il bene, neppure uno.
4Non comprendono nulla tutti i malvagi,
che divorano il mio popolo come il pane?

5Non invocano Dio: tremeranno di spavento,
perché Dio è con la stirpe del giusto.
6Volete confondere le speranze del misero,
ma il Signore è il suo rifugio.
7Venga da Sion la salvezza d'Israele!
Quando il Signore ricondurrà il suo popolo,
esulterà Giacobbe e gioirà Israele.




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01/08/2008 13:04
 
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"Abbiamo un ateismo di carattere "filosofico", perché è un ateismo che si ritiene frutto di un ragionamento – un ragionamento sbagliato, diciamo noi – ma pur sempre un ragionamento"


Mi verrebbe da chiedere all'autore di quel sito apologetico il "perche'" sarebbe sbagliato.

Propongo le definizioni che provengono da un sito di parte contrapposta.

da www.atei.it/ateismo.htm

Ateismo

Nella sua accezione più ampia, il termine ateismo (dal greco "atheos", "senza dio", composto dall'alfa privativo α- e da θεÏŒς, Dio), definisce la posizione sia di chi non crede nell'esistenza di una - o più - divinità sia di coloro che di tali divinità affermano positivamente l'inesistenza; si contrappone al teismo e al deismo. Si differenzia anche dall'agnosticismo, categoria cui appartengono tutti coloro che sulla questione "sospendono" o comunque non esprimono giudizio. Da notare che in passato, con il termine ateo, alcuni credenti definivano anche, impropriamente e per lo più spregiativamente, gli appartenenti a religioni diverse dalla propria.

Non necessariamente il termine ateismo è sinonimo di areligiosità. Può infatti darsi benissimo che vi siano atei dichiarati che credono in concetti come "forza universale" o simili, i quali pur non avendo caratteri teistici conservano comunque elementi di religiosità (posizione avvertita ma fortemente contestata da Michel Onfray, che la esclude dalla propria ateologia). Alla stessa maniera ateismo non è necessariamente sinonimo di anticlericalismo, il quale si caratterizza piuttosto come movimento di opposizione all'ingerenza temporale del clero nella vita civile, e quindi può essere appannaggio anche di credenti che vogliano tenere separati i due ambiti.

Sebbene molti tra coloro che si dichiarano atei condividano un diffuso scetticismo di fondo verso il soprannaturale e lo spirituale, le convinzioni degli atei provengono da mille diverse fonti culturali, filosofiche, sociali e storiche, cosa questa che fa sì che non esista né un pensiero unico né una linea comune di comportamento e di azione tra gli atei.



Cenni storici


I primi pensatori a negare l'esistenza degli dei (ateismo teorico), furono alcuni sofisti greci, come Diagora di Mileto, Crizia, Protagora, mentre si può parlare di ateismo pratico per i sostenitori del materialismo come Epicuro e Lucrezio che, pur non negando esplicitamente l'esistenza delle divinità, sostenevano che non potesse esistere alcuna interazione con le attività umane.

Non sono documentati casi significativi di ateismo in età medievale, mentre questa visione del mondo ricomparve in alcuni filosofi rinascimentali come Giulio Cesare Vanini e Pietro Pomponazzi. L'ateismo ha una rilevante ripresa con l'Illuminismo, con il barone Paul Henri Thiry d'Holbach e Julien Offray de La Mettrie. Importante è la figura di Jean Meslier, curato alla guida della parrocchia di Etrèpigny, vicino a Mézières nelle Ardenne per circa 40 anni. Dopo avere svolto con diligenza e insospettabile apparenza di fede il suo compito per tutto questo tempo, questo prete, alla sua morte avvenuta nel 1729, lascia due sorprendenti lettere e una grande opera di circa 3500 pagine a stampa in cui evidenzia delle contraddizone interne fra passi dei Vangeli nelle traduzioni utilizzate dalle Chiese cristiane. Gli sviluppi della fisica e della matematica conducono anche ad aprire un dibattito sul determinismo (Laplace).

Nell'Ottocento la popolarità dell'ateismo aumentò moltissimo, in conseguenza anche alle scoperte scientifiche della biologia (la teoria dell'evoluzione di Charles Darwin), dell'antropologia e dell'idea della possibilità di dominare la natura derivante dalla rivoluzione industriale. L'ateismo fu portato avanti dai filosofi della sinistra hegeliana come Ludwig Feuerbach e divenne un aspetto fondante del materialismo dialettico di Karl Marx e Friedrich Engels, così come del positivismo (Auguste Comte, Félix Le Dantec).

In Particolare Marx indagò il fenomeno religioso all'interno della società contemporanea, in cui predomina il modo di produzione capitalistico, individuandone una delle ragioni nei rapporti di produzione generanti alienazione e feticismo (inteso quest'ultimo come inversione tra soggetto e oggetto che fa apparire i rapporti sociali come rapporti tra cose e viceversa). Tale alienazione impedirebbe ai soggetti di essere consapevoli della realtà ontologica nascosta dietro i fenomeni economici e sociali, nello stesso modo in cui l'ignoranza delle leggi della natura impediva in passato di dare spiegazioni razionali ai fenomeni naturali. Da ciò la fuga nella religione e nella superstizione, superabile solo con l'organizzazione della società sulla base delle decisioni consapevoli e scientificamente fondate degli uomini associati, e non dei meccanismi impersonali e spontanei del mercato.

Max Stirner, pseudonimo di Johann Kaspar Schmidt, contemporaneo di Marx, nel 1845 pubblica L'unico e la sua proprietà, opera che verrà idolatrata e odiata, in cui con un ateismo senza mezzi termini critica Feuerbach, Bauer e i comunisti, fa tabula rasa di tutta la filosofia precedente e dei fantasmi dell'irrazionale, propugnando un estremo individualismo e adottando, anzi, proprio il termine egoismo. Stirner fu, di volta in volta, definito profeta dagli anarchici, dai fascisti, dai libertari. Lo stesso Friedrich Nietzsche fu folgorato da Stirner, tanto che temette di essere accusato di plagio. Va ricordato anche l'ateismo di Arthur Schopenhauer, da alcuni definito l'ateismo della disperazione'.

Nell'Ottocento la maggior parte delle nazioni occidentali aveva il cristianesimo come religione di stato e gli atei potevano essere accusati di blasfemia. In Gran Bretagna il libero pensatore Charles Bradlaugh fu ripetutamente eletto in Parlamento, ma fino alla sua quarta elezione non poté prendere posto in aula perché rifiutava di prestare giuramento sulla Bibbia. Nel Novecento, in Occidente queste leggi sono state cancellate o abbandonate di fatto. Durante il periodo della Guerra Fredda, l'Unione Sovietica e la maggior parte dei regimi che si definivano comunisti portarono avanti l'ateismo di stato e l'opposizione alle religioni organizzate. La stessa pratica privata, in alcuni paesi e periodi, incontrò opposizioni e ostracismi severi, malgrado la libertà di culto privato fosse ufficialmente consentita.

In età contemporanea l'ateismo si è diffuso enormemente ed è spesso associato al razionalismo; in questa chiave va ricordato il filosofo inglese Bertrand Russell.

Nel 2005 Michel Onfray ha pubblicato un Trattato di ateologia che reca significativamente il sottotitolo "Fisica della metafisica". Onfray infatti precisa le fondamenta della scienza definita ateologia da Georges Bataille, basandole su una critica scientifica delle religioni, a partire dall'esame dei testi sacri delle tre grandi religioni monoteistiche. Inoltre egli mutua da Nietzsche la convinzione che l'invenzione di Dio è in opposizione alla vita, che l'invenzione dell'al di là serve a svalutare l'unico mondo reale, che l'invenzione dell'anima immortale ha lo scopo di spregiare il corpo, la sua cura e i suoi piaceri. Pertanto "il vero peccato mortale" sarebbe "l'offerta di un oltremondo" per farci perdere "l'uso e il beneficio del solo mondo esistente".




Dibattiti sull'ateismo


Sul piano morale, nell'ambito della visione cristiana il termine ateo viene spesso usato in senso dispregiativo, per cui l'ateo è colui che nega un'entità che costituisce un riferimento etico. Gli atei ribattono che la fondazione dell'etica non richiede di ipotizzare l'esistenza di Dio, come è stato spesso affermato anche da filosofi cristiani come Kante Bonhoeffer.

Sul piano filosofico, alcuni atei rifiutano di essere definiti secondo la contrapposizione «Dio esiste / Dio non esiste», e affermano semplicemente di possedere una visione naturalistica del mondo, che rifiuta tutti gli approcci mistici o soprannaturali, relegandoli all'ambito della superstizione e delle credenze: il concetto è esemplificato da questi ultimi con l'asserzione Non credo in Dio per lo stesso motivo per cui non credo a Babbo Natale o alla Befana.

D'altro canto, l'ateismo viene accusato di esprimersi in forme fideistiche: assumendo cioè come un postulato l'affermazione «Dio non esiste», logicamente indimostrabile.

Le discussioni sull'esistenza di Dio e sulla sua influenza sugli uomini riguardano questioni fondamentali per le persone e in varie circostanze possono avere conseguenze rilevanti sul piano del consenso ideologico e politico. Non stupisce quindi che i dibattiti relativi spesso assumano toni aspri e prese di posizione faziose.
Fonte:wikipedia.org



Le posizioni dell'ateismo



Ateismo forte
La posizione chiamata ateismo forte (o ateismo esplicito) è quella secondo cui non esiste alcun dio. Ad essa si oppone l'ateismo debole, che è la mancanza o assenza di fede in un certo dio, senza la pretesa che questo non esista. L'ateismo forte asserisce positivamente, quanto meno, che non esiste alcun dio o divinità, e può spingersi fino a sostenere che l'esistenza di alcune o di tutte le divinità è impossibile dal punto di vista logico. Ad esempio, gli atei forti sostengono comunemente che la combinazione di attributi che possono essere ascritti a Dio (quello di Abramo), quali ad esempio: onnipotenza, onniscienza, onnipresenza, trascendenza, omnibenevolenza, è logicamente contraddittoria, incomprensibile, o assurda; quindi si afferma che l'esistenza di Dio è impossibile a priori. Similarmente, l'ateismo esplicito può sostenere che qualsiasi asserzione circa l'esistenza sovranaturale è irrazionale e falsa a priori.

Ateismo debole
La posizione dell'ateismo debole è così riassumibile: non ci sono motivi per credere in un qualsiasi dio, o di qualsiasi fatto o entità, per ragioni diverse dalla prova della loro esistenza. Gli atei deboli sostengono che il semplice indicare che non ci sono argomentazioni a favore dell'esistenza che siano accettabili da un punto di vista scientifico è sufficiente a mostrare che l'esistenza di quel dio non è necessaria alla descrizione del mondo. Dio in tal senso è inutile applicando il rasoio di Occam; e l'onere della prova tocca al sostenitore dell'alternativa più complicata. Tale posizione è alla base dell'aneddoto, probabilmente apocrifo, che viene raccontato su Laplace. Quando Napoleone chiese a Laplace in che modo Dio entrasse nella sua teoria Laplace rispose: Sire non ho avuto bisogno di quell'ipotesi.
Secondo questo ragionamento una persona che sia in grado di confutare qualsiasi argomento che incontra a favore dell'esistenza di quel dio è giustificato nell'adottare una visione atea; secondo la visione scettica l'ateismo è quindi la visione di "default". Questa obiezione, come detto, viene spesso espressa in termini che la collegano all'onere della prova: secondo gli scettici, cioè, tocca ai sostenitori dell'esistenza di un qualsiasi fatto o entità (nella fattispecie un dio) stabilire i fatti. Le dimostrazioni filosofiche dell'esistenza di Dio, molto diffuse nel Medioevo, sono state poi contestate dai filosofi illuministi. Dopo la rivoluzione scientifica, i pochi tentativi di portare prove scientifiche a favore dell'ipotesi dell'esistenza di Dio, tra i quali va citato quello di Kurt Gödel, non hanno ottenuto un consenso significativo nella comunità scientifica.



Altre ramificazioni


Ateismo Percettivo: è la posizione di chi, pur non avendo basi culturali solide o motivazioni logiche per spiegare razionalmente cosa lo porta a non credere in dio, nega ugualmente l'esistenza di una o più divinità. E' colui che in un certo senso "percepisce" l'inesistenza di un'entità che trascende il mondo terreno.


Ateismo Scettico (o Empirico): sono atei scettici coloro che basano la conoscenza solo e soltanto sull'esperienza, e negano l'esistenza di una divinità semplicemente perchè non la si può sperimentare. La scienza moderna si basa su questo tipo di ragionamento, e da qui deriva tuttavia anche l'agnosticismo. Questo ateismo nega la divinità in nome della conoscenza empirica.


Ateismo Razionale: è l'Ateismo degli Illuministi e di tutti coloro che ripongono particolare fiducia nella ragione e nella razionalità, giungendo alla logica conclusione che Dio non esiste tramite l'uso della ragione, e rifiutando dogmi e credenze metafisiche dopo averle sottoposte ad una critica razionale dimostrandone la loro infondatezza. E' comunque il tipo di ateismo più diffuso: negare la divinità (irrazionale) in nome della ragione.

Ateismo Materialista: E' quel tipo di ateismo totale e radicale, che nega non solo l'esistenza di dio, ma anche di qualsiasi cosa al di fuori della materia. E' l'ateismo che capovolge il rapporto materia-pensiero uomo-dio, affermando che: il pensiero deriva dalla materia ed è una sua creazione (il cervello che crea i pensieri, pensieri derivanti dalla realtà) e dio deriva dall'uomo ed è una sua creazione. Questo ateismo è in un certo senso il più "violento" e irreversibile, nega dio e tutto ciò che sia connesso a dio in nome della materia, unica certezza dell'uomo.


L’Ateismo Passivo: la corrente più numerosa tra tutte, sono quegli atei che per ragioni di forma, cultura, o familiare, per non entrare in conflitto con il proprio ambiente partecipano anche alle funzioni religiose. In altre parole, seguono per praticità l’opinione maggiormente diffusa. Una sotto categoria di questa, è l’Ateismo debole: sono atei non per coscienza ma per sensazione intuitiva.






[Modificato da pcerini 01/08/2008 13:08]
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01/08/2008 21:04
 
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x pcerini
l'ateismo secondo me e esistito sempre non furono i greci i primi , ciò che ho postato li ho presi dalla bibbia , cose di 4000 anni fa se non di più.



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Re:
Jon Konneri, 01/08/2008 21.04:

x pcerini
l'ateismo secondo me e esistito sempre non furono i greci i primi , ciò che ho postato li ho presi dalla bibbia , cose di 4000 anni fa se non di più.



Jon, la gnosi e la gnocca sono due cose diverse ehhhh!!!!!
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omega [SM=x789054] [SM=x789054] [SM=x789054]





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01/08/2008 21:40
 
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Re: Re:
=omegabible=, 01/08/2008 21.30:



Jon, la gnosi e la gnocca sono due cose diverse ehhhh!!!!!
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omega [SM=x789054] [SM=x789054] [SM=x789054]





grazie omega le tue risposte almeno danno conforto



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