Se voglio che la MIA città, espressione della mia gloria, duri il più possibile mi interesso eccome dei lavori.
Mi sembra un'ipotesi non così campata per aria quella che vede un imperatore, per megalomania, bruciare una città e poi ricostruirla in maniera che risultasse difficile ripetere ad un altro la medesima opera di distruzione.
Il laterizio resiste anche oltre i 1000°C.
La "MIA CITTA'"? Razza di ferraio annacquato! Gli imperatori romani non conoscevano il concetto di proprietà privata dei beni pubblici!
Guarda che le ventose non ce le hai, cara Francy...scivoli sempre più in basso...
E chi ha parlato di proprietà privata? Ho parlato di gloria di un imperatore.
LOL...ti stai cercando di appigliare ad ogni singola parola che ho detto, decontestualizzandola perchè non sai più che cosa rispondere.
Ti rode veramente che un "ferraio annacquato" ti abbia fatto un'obiezione sensata.
E non potevano giustificare, davanti al senato, alle magistrature e al popolo, scelte che investivano la loro gloria personale con dispendio di risorse economiche che andavano ad incrementare il prelievo fiscale. Il buon senso regolava l'edilizia urbanistica e ogni altra attività edile di ristrutturazione! Non solo Nerone, ma qualsiasi imperatore avrebbe fatto ricostruire quei quartieri consunti dalla fiamme secondo un piano urbanistico dettato dal buon senso, dalla razionalità e soprattutto, cercando di incidere il meno possibile sull'erario statale! Il risultato di quella ristrutturazione è comprovato dall'impiego di un materiale edile, resistente al fuoco, in vista della prevenzione di futuri incidenti. Lo Stato non poteva permettersi che un evento di così vaste proporzioni si ripetesse di nuovo: di qui la scelta di pianificare la ricostruzione secondo criteri improntati al buon senso, al risparmio e alla morigeratezza. Quel buon senso che manca a te (assieme a qualche rotella dell'ingranaggio cranico).
OH, la mia obiezione è tanto centrata che non sai più come divincolarti e finisci con il consolidarla con le tue stesse parole...
Che cosa ti ho detto?
Se voglio che la mia città (la città di cui sono imperatore) tramandi la mia gloria ed il mio nome, la rifaccio proprio con quei criteri LOGICI E SENSATI che hai detto tu...perchè ho IL MEDESIMO OBBIETTIVO: cioè che un futuro incendio non me la rada al suolo.
I due scopi, quello di un imperatore "qualsiasi" che mette in atto una ricostruzione fatta con buon senso, e quello di un imperatore che vuole che la sua città, quella che ha riedificato, resista il più possibile...coincidono.
Tra l'altro il laterizio, per quanto economico possa essere, non è una soluzione affatto antiestetica.
Allora...la cavolata che hai scritto:
Un imperatore, che prima scatena l'inferno e dopo programma la ricostruzione della città sovraintendendo ai lavori affinché non si ripetesse mai più un evento simile.
In tale ipotesi perde di senso e la mia invece ne acquista:
Se voglio che la MIA città, espressione della mia gloria, duri il più possibile mi interesso eccome dei lavori.
Può darsi...e questa ipotesi non è affatto illogica ed irrazionale come affermi tu...che tale imperatore abbia scatenato l'inferno (incolpando altri) con l'obbiettivo di gloriarsi della ricostruzione della città stessa.
E con lo scopo di rinnovarla in maniera che la sua durevolezza portasse il suo nome nei secoli.
Guardiamo quale sarà il tuo di raglio, adesso.
Il revisionismo comporta che la storiografia di una certa epoca modifichi il pensiero, le nozioni e la metodologia di studio in una determinata disciplina. Dal momento che fin da quando la storiografia è nata (nell'età moderna) ha sempre messo in dubbio la fondatezza della testimonianza di Tacito riguardo la colpevolezza dei cristiani (gentili) e nel contempo ha sempre ammesso la possibilità che questi, altro non fossero che giudeo-cristiani, non c'è stato nessun revisionismo. Invece c'è la tua abissale ignoranza per un concetto talmente triviale come "revisionismo" che la tua mente annacquata da incenso e birra non riesce a immagazzinare in quella scatola cranica che non osiamo chiamare cervello.
Prima di tutto la scatola cranica non è il cervello...e non ci vorrebbe molto per arrivarci (per fortuna che parli di ignoranza).
A parte questo...
Cara Francy, nella mia immensa ignoranza leggo su Wikipedia:
In
alternativa alla versione tradizionale, lo storico Gerhard Baudy, riprendendo una tesi elaborate in precedenza da Carlo Pascal e Leon Herrman, ha esposto l'ipotesi secondo la quale furono effettivamente i cristiani ad appiccare volontariamente fuoco a Roma, allo scopo di dare seguito ad una profezia apocalittica egiziana, secondo cui il sorgere di Sirio, la stella del Canis Major, avrebbe indicato la caduta della grande malvagia città.
C'è una "versione tradizionale" fra le ipotesi storiografiche?
Per me questo è revisionismo storico quanto lo è quello relativo alle crociate ed all'inquisizione.
E non ho espresso giudizio negativo in merito, ma ho evidenziato solo i due pesi e le due misure utilizzate per valutarlo.
hi! hooooo!,
Mauri.
[Modificato da MauriF 28/09/2008 09:32]
-----------------------------------------
Diceva Rabbi Yeudà in nome di Rav:"Dodici ore ci sono nel giorno: nelle prime tre il Santo, benedetto sia, si dedica alla Torà; nelle seconde tre giudica tutto il mondo e, quando vede che questo meriterebbe la distruzione, si alza dal trono del Giudizio e si siede su quello della Misericordia...(b'Avodà zarà 3b)