Il Comitato Nazionale di Bioetica ha approvato ieri, con tre sole astensioni, il documento Rifiuto e rinuncia consapevole al trattamento sanitario nella relazione paziente-medico. Vi si afferma che un paziente consapevole e capace di intendere e di volere ha il diritto di rifiutare le cure, anche quando si tratta di trattamenti salvavita.
La casistica non riguarda dunque Eluana Englaro, in stato vegetativo permanente da 16 anni, ma costituisce una sorta di autorizzazione post mortem alle scelte di Piergiorgio Welby. Tuttavia, a detta dell’associazione Libera Uscita, “sembra che il “parere” tenga conto soprattutto del “medico” e non del “paziente””.
La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno.
Le religioni dividono. L'ateismo unisce
Il sonno della ragione genera mostri (Goya)