La riflessione su natura e identità segna la differenza tra la cultura e la religiosità orientale e occidentale
di Kagefumi Ueno
Almeno tre elementi distinguono, dal punto di vista filosofico, il cristianesimo dalla religiosità nipponica e tre le parole-chiave: "ego", "natura" e "assolutizzazione".
È ben netta la distinzione tra il concetto di ego buddhista-shintoista e quello monoteista occidentale. Anche il modo di concepire la natura in oriente è sostanzialmente diverso da quello occidentale: per i giapponesi la natura è divina e da riverire, sentimento non condiviso dagli occidentali. In terzo luogo, la mentalità religiosa dei giapponesi li porta a essere molto meno propensi degli occidentali a credere in valori assoluti.
Due parole sull'ego.
In quale modo il concetto religioso tradizionale nipponico dell'ego si differenzia dal punto di vista occidentale? Semplificando, i buddhisti-shintoisti credono che, per raggiungere la vera libertà spirituale, ci si debba liberare da tutti i karma o desideri dell'ego e da connessi interessi, dalla speranza e, in ultima istanza, dall'ego. L'espressione liberare/buttar via implica l'idea di rinuncia, di azzeramento. Parafrasiamo. La vera libertà o Realtà assoluta si raggiungono solo abbandonando l'ego, annullando la propria identità. L'uno e l'altra dovrebbero integrarsi con Madre natura.
Diversamente, le religioni monoteistiche sembrano basarsi sull'assunto che gli esseri umani siano divinità in "miniatura", creati a somiglianza dell'immagine divina. Il fine di avvicinarsi il più possibile alla divinità li porta a raffinare, a consolidare, a elevare fino alla perfezione l'ego. L'idea di disfarsi dell'ego neppure li sfiora. In breve i monoteisti, tendendo a ingigantire se non a rendere perfetto l'ego, sono massimalisti.
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