Ovvero quali sarebbero le reali conseguenze della dottrina cattolica sul "peccato originale"
IL PROBLEMA
La sciagurata iniziativa di Eva di mangiare il frutto proibito - iniziativa non meno sciaguratamente avallata da Adamo - ha regalato all’umanità, come è arcinoto, quello che si chiama il “peccato originale”. Il quale peccato, come spiega il Catechismo della Chiesa Cattolica (= CCC) al n. 404, si è trasmesso e viene tuttora “trasmesso per propagazione a tutta l’umanità” (anche se, bontà loro, i benemeriti compilatori ammettono che tale trasmissione “è un mistero che non possiamo comprendere appieno”).
Ciò significa che quando un bambino viene al mondo ha già la fedina penale macchiata; e per togliere la macchia è necessario il battesimo. Sicché, se il poveretto muore prima di venir battezzato,
si trova a fare i conti con la giustizia divina in una condizione che non si può certo definire rassicurante.
La Chiesa non ci sa dire quale sarà il giudizio (se il piccolo cioè andrà in paradiso o all’inferno); ma, ad esempio, per sant’Agostino (seguito poi da san Tommaso) non vi era il minimo dubbio: a un’anima così nera non può competere che la dannazione eterna.
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