spirito!libero, 30/03/2011 22.27:
In teoria, ma solo in teoria, tali test nascerebbero proprio per superare la formazione culturale, cioè l'intelligenza che misurano dovrebbe essere indipendente dal livello di istruzione.
Questo in teoria, ma in pratica non credo giacché è molto più probabile che un laureato o di cultura equivalente abbia affrontato quei tipi di test o comunque abbia allenato la mente a quel tipo di ragionamento, specialmente se ha studiato logica !
A questa obiezione i sostenitori dei test sostengono che loro misurano l'intelligenza logico-matematica qualsiasi essa sia, ovvero è per loro indifferente che si sia appresa a scuola o che sia "naturale".
Ma a costoro io obbietto che allora non è vero che i test sono indipendenti dal titolo e tipologia di studi !!
Non solo, so per certo che allenandosi ad essi si migliora. Ora non so dire se questo miglioramento sia proprio dell'intelligenza oppure della abilità di risolvere quello specifico tipo di test.
Concordo soprattutto sul fatto dell' allenamento.
In fondo e' un po' come con i rebus e i cruciverba, le cose le sai o non le sai, ok, pero' conta anche l' abilita'.
Io ero bravissimo con quelle cose, per esempio.
Senza contare che all' epoca disponevo ancora di una cultura nozionistica spaventosa derivatami da migliaia di libri letti da giovane (poi smesso completamente, purtroppo).
E ottenni 141.
E' la prima volta che lo dico in pubblico, i piu' intimi lo sanno da sempre.
Ci sarebbe da precisare anche che quello era un test di ammissione, un' eliminatoria per il test del Mensa vero e proprio.
E che mi ci ritrovai mio malgrado, senza volerlo.
Al momento del test non sapevo neanche cosa fosse, il Mensa.
Ma e' una lunga storia.
In quell' occasione ebbi modo di conoscere il tizio, un informatico, che quell' anno sarebbe apparso sul Guinnes quale svizzero piu' intelligente (156).
Per il resto mi chiedo come abbiano misurato l' intelligenza di quel bambino di 2 anni.
Mi sconcertano i termini di confronto o paragone che possono aver adottato.
Ciao
Claudio
“Non esiste delitto, inganno, trucco, imbroglio e vizio che non vivano della loro segretezza. Portate alla luce del giorno questi segreti, descriveteli, rendeteli ridicoli agli occhi di tutti e prima o poi la pubblica opinione li getterà via. La sola divulgazione di per sè non è forse sufficiente, ma è l'unico mezzo senza il quale falliscono tutti gli altri”.
Joseph Pulitzer (1847-1911), Fondatore Premio Pulitzer