Rainboy, 05/04/2011 22.05:
E' il nemico che combattiamo, ad essere indistruttibile. Come possiamo progettare un farmaco che colpisca delle cellule che, tecnicamente, sono ancora nostre?
Senza ucciderci nel processo, intendo.
Di fronte alla realtà biologica dei tumori, mi sembra che le chemio facciano quel che possono.
Per quanto riguarda l'altro discorso, se mi diagnosticassero un tumore, la mia volontà di lottare contro di esso con la chemio dipenderebbe da quale tumore sia, a quale stadio mi sia diagnosticato, quale sia la mia età, etc. etc.
Ed è proprio per le caratteristiche di ciò che combattiamo che la chemio è, a mio personalissimo ed assolutamente non scientificamente accettabile parere, statisticamente insoddisfacente.
È vero che nel tempo i vari protocolli sono variati e migliorati sia dal punto di vista della sopravvivenza che della qualità della vita. Però io rimango sempre con quell'amaro in bocca, con quella nebulosa sensazione di "gioco che non vale la candela".
Forse uno spiraglio nel, sempre a mio parere, buio oncologico è la target terapy ed i vari trastuzumab, bevacizumab, cetuximab, erlotinib...
Per il resto dire che la chemio fa bene solo a chi ci guadagna mi sembra una stronzata per 2 semplici motivi: 1. si può rifiutare il trattamento
2. ha salvato, bene o male, molte vite.
Ed ancora un'ultima cosa sulla radioterapia che ho sentito citare: siamo indietro di almeno 20 anni in Italia. Praticamente nessun centro usa gli adroni, gli acceleratori che abbiamo sono pochi e ridicoli. Ci basiamo su acceleratori lineari da qualche Kev, su gamma knife e se proprio ci va bene su cyber knife.
E poi la stereotassica ha indicazioni piuttosto ristrette solo in campo encefalico. È stato proposto di utilizzare la RT stereotassica per il alcuni istotipi di tumore polmonare ma mi pare che non se ne sia fatto un gran che.
Boh!
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L'istinto del gregge è una potenza divenuta oggi sovrana... la somma degli zeri, dove ogni zero ha pari diritti, dove è virtù essere uno zero...
WzM n.53 W.F. Nietzsche