Vengo a sapere che Pyccolo non è più un utente di So.Spi.
Inutile dire che la cosa mi dispiace, perchè ho sempre trovato apprezzabili e molto significativi tutti i suoi interventi.
Certo questo non vuol dire che sono sempre d'accordo con lui; sarebbe umanamente impossibile!
Però è una persona che ha un grande spessore umano e persegue degli ottimissimi obiettivi, come la RIVENDICAZIONE DEI DIRITTI UMANI FONDAMENTALI.
Una cosa è certa: l'istituzionalizzazione delle religioni organizzate con il relativo diritto alla scomunica rende conflittuali le religioni organizzate con i diritti inalienabili del singolo.
Sono anche sicuro che le lacrime da coccodrillo per le scelte operate sarebbero molto meno versate se non ci fossero elevati costi da pagare quando in seguito una persona cambia religione.
Non sono concorde con jules quando applica la rescissione di un contratto all'abbandono di un aderente alla sua religione di appartenenza, perchè l'onere a carico del soggetto è troppo pesante da sopportare, pur se questi era a conoscenza degli effetti previsti in caso di rescissione.
Paragonerei l'ostracismo derivante da scomunica a una clausola vessatoria di un contratto, la quale se non viene firmata più volte, nonostante il contraente abbia posto il suo "autografo", non prevede alcun obbligo a carico dello stesso.
Ci sono cose che possono essere sopportate e altre no. Ad esempio la perdita delle amicizie all'interno della propria ex-comunità è già consequenziale al fatto che si cambia idea religiosa. Infatti non avendo più le stesse idee in comune con i propri fratelli, idee sui quali, nella fattispecie dei Tdg, si fonda proprio la stess aamicizia che lega un Tdg all'altro, consequenzialmente non ci sarà più lo stesso legame di prima.
Questa è una cosa che biosgna accettare e infilarsi in testa il prima possibile. Solo che nei Tdg si arriva anche alla perdita del semplice saluto di cortesia, che per loro equivale a 'partecipare alle opere peccaminose' del fuoriuscito. Senza contare che si hanno enormi disagi e problemi con i propri parenti che non risiedono nella propria cerchia familiare.
Ecco, queste ultime due cose vanno oltre la semplice rescissione da un contratto e vanno oltre persino le normali clausole vessatorie di un contratto. Qui c'è una palese prevaricazione dei diritti associativi di un'organizzazione religiosa sui diritti inviolabili del singolo.
Cosa significa questo? Che bisogna sempre mettersi a piangere? Ovviamente no! Credo ch adire le vie legali sia l'unica soluzione possibile, tant'è che proprio per motivi come questi io ho dato il mio contributo alla causa di Luigi Fallacara sulla questione dell'articolo 5 dello Statuto della CCTG.
Però comprendo anche quando in una giornata nera, in cui è successo di tutto e di più, una persona arriva a sfogarsi dicendone 4 sulla propria condizione disagiata.
L'importante è che non diventi un'abitudine. L'importante è che non diventi una malattia cronica che porta la mente sempre e solo a compiangersi sentendosi vittima.
Io penso a coloro che nel medioevo non solo venivano scomunicati, ma addirittura bruciati sul rogo in piazza pubblica. Per fortuna oggi non è così. Penso agli ex-musulmani che hanno abdicato la loro fede richiando di vedersi tagliata la testa dai loro ex-correligionari. Meno male che qui non è così.
Pensare a chi sta peggio di noi è un ottimo elisir per capire che non siamo vittime più di quanto lo possano essere persone che vivono o che hanno vissuto in situazioni molto ma molto più disagiate delle nostre. Il che ci può aiutare a sopportare più facilmente la nostra situazione.
Ovviamente questo non significa che se riteniamo che i nostri diritti siano stati violati allora dobbiamo fare finta di niente. E' giusto 'appellarsi a Cesare' e chiedere alle 'autorità superiori' di intervenire. Io questo l'ho fatto e non mi pento un secondo di averlo fatto.
Poi ovviamente che i miei ex-fratelli pensino quello che vogliono. Non vivo certo per i loro pensieri ma per la mia coerenza interna con quello che io credo e la mia felciità interiore.
Un caro saluto a tutti.