Ma cos'è diventata oggi l'amicizia?

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kelly70
00sabato 19 luglio 2008 22:03


Eleonora Gitto

“Ma ditemi, voi uomini, chi di voi è capace di amicizia?" - si domandava Nietzsche.
Cos'è diventata l'Amicizia? - ci domandiamo noi oggi.
E chi è l’Altro per noi? E’ solo “uno strumento da utilizzare”, un rivale o è davvero un Amico? Viviamo davvero una strana commistione di utilitarismo e di edonismo entrambi così esasperati da far trionfare l’indifferenza per l’Altro? Ma se è così dobbiamo rassegnarci ad essere individui solitari senza passioni né legami, assenti e inautentici?

Occorre tempo per costruire un'amicizia; ed occorrono luoghi, fisici e mentali, per farla vivere. Oggi i luoghi fisici, tempo e spazio, sono stati annullati dalla tecnologia. Ma che ne è dei luoghi mentali? C'e' da chiedersi se l'amicizia esiste ancora in una società dove il successo a scapito degli altri sembra essere l'unica rotta dominante dell'esistenza, e se essa è rimasta solo una prerogativa infantile o adolescenziale.
Forse è più che mai attuale Voltaire quando afferma, nel suo "Dizionario filosofico del 1764, che l'amicizia è "un tempio ormai poco frequentato" (Voltaire p. 435, Rizzoli).

Viviamo in una società dove le persone cercano con i paraocchi l' iperattivismo per raggiungere i nostri obbiettivi, certi di star cercando l'unica verità interiore, non accorgendoci che l’impegno eccessivo danneggia la capacità di rapporto, di relazione vera, di comprensione e di aiuto reciproco verso la crescita interiore.
Ma davvero possiamo essere convinti che l'assenza di legami sociali significhi più autenticità e più libertà? Non è piuttosto il trionfo dell'indifferenza ma, soprattutto, della banalità? Tutto è indistinto, tutto è uniforme.
Esiste un bisogno strumentale dell’altro innegabile. Un bisogno che nasce dalla consapevolezza che senza l’Altro, non siamo: non possiamo essere. Una dipendenza voluta dal nostro essere animali sociali. Ma siamo riusciti a trasformare questo istinto primitivo della socializzazione dettata dal senso di appartenenza e dalla solidarietà ad mero “utilizzo dell’Altro”.

Siamo riusciti, nei nostri rapporti, ad eliminare quella passione istintiva che rende capaci di darsi e di dare.
Un’autentica relazione di Amicizia richiede una profonda tolleranza e accettazione dell'altro anche negli aspetti meno piacevoli per noi, cosa non facile, perché il nostro “correre” quotidiano, ci impedisce di avere il tempo di “sentire” e “vedere” l’Altro, cui, inevitabilmente, prestiamo frettolose attenzioni. Sembra che l'unico interesse sia l'obbiettivo finale in cui ossessivamente ci identifichiamo, e più ci identifichiamo più paghiamo a caro prezzo. E il conto ci viene presentato dalle sempre più frequenti crisi esistenziali dovute, troppo spesso, all’isolamento per mancanza di rapporti interpersonali veri e solidali, in una parola, per mancanza di Amicizia. L’Amicizia, in quest'ottica, dunque, potrebbe offrire un fondamentale sostegno emotivo di superamento dello stress, ridando vigore alla nostra salute fisica e psichica.

Nietzsche ci ha lasciato una saggia indicazione per evitare le crisi esistenziali, l’amicizia dionisiaca: solo con l'amicizia dionisiaca scompaiono le proiezioni per identificazioni, scompaiono i disturbi ossessivi.
Nietzsche e il dionisiaco. Non è possibile spiegare che cosa è il diosiniaco. E’ indefinibile. Per percepirlo ci vuole una specie di sesto senso. E' uno stato d’animo melanconico-tragico con sentimenti ambivalenti, sorretto dalla volontà di potenza e legato all'amor fati.
Il dionisiaco è qualcosa di più e di diverso dalla libido freudiana. Scaturisce dall’inconscio. La posizione dionisiaca verso l’esistenza è per Nietzsche lo stato più alto che un filosofo possa raggiungere. Dionisiaco è l’uomo profondo nella superficie. E’ l’uomo che supera gli ostacoli. E’ l’uomo che comprende tutto e tutti. E’ l'eterno ritorno. Dionisiaco è colui che smaschera tutte le falsità presenti nelle cose.

L’uomo diventa dionisiaco dopo avere superato l’ostacolo della morale borghese cristiana, l’uomo pretesco, invidioso, cattivo, vendicativo, l’uomo del risentimento. "Gli ostacoli sono necessari per produrre il genio" (Umano troppo Umano pag. 325)". Il genio di Nietzsche sta nello smascheramento e nel superamento di tutto ciò che ostacola l’affermazione della vita e l’amicizia dionisiaca fra gli uomini.
All’amore del prossimo che Zarathrustra definisce come cattivo amore per se stessi, il superuomo sostituisce l’amicizia dionisiaca. "Io non vi insegno il prossimo – scrive Nietzsche in "Così parlò Zarathrustra" - ma l’amico che crea, che sempre ha da donare un mondo compiuto". All’altruismo del falso amore il superuomo sostituisce il sano egoismo dell’amicizia.

Nel falso altruismo c’è il "tu devi" del cammello, gli scompensi emotivi, l’invidia, la gelosia, il risentimento. Nel sano egoismo c’è "l'io sono del fanciullo". E poiché l’amico dionisiaco ha dentro un mondo compiuto e non ha bisogno di compensazione, è capace di vivere autenticamente, fedele a se stesso, nella dimensione dionisiaca.
Con l’amicizia dionisiaca scompaiono l’invidia, il risentimento, la colpa, l’incomprensione.

Viene riscoperto il valore dell’innocenza, dell’ingenuità, della meraviglia. Nessuno è più scompensato. Nessuno ha più paura dell’altro. L’amico non tradisce più l’amico. Ognuno ha realizzato un mondo compiuto da donare all’altro.
L’Amicizia, se non è dionisiaca, può creare scompensi emotivi, reattività, invidia, risentimenti, colpe. Con l'amicizia dionisiaca scompaiono le proiezioni per identificazioni, scompaiono i disturbi ossessivi. Ognuno si viene a trovare realizzato nella costruzione della propria strada e del proprio mondo. Non ci sarà più lo spirito emulativo e vendicativo. Si diventa superuomini.

Senza avere la pretesa di diventare superuomini, aspirazione massima cui dovrebbe tendere l’Umanità, basterebbe solo ricordare che parlare di Amicizia significa, non solo come ci insegna il filosofo tedesco, volgere uno sguardo a quell' immenso mondo del nostro essere, ma anche, e soprattutto, guardare a quell' aspetto dimenticato, o quasi sempre trascurato nella nostra quotidianità frettolosa ed egoista: la gratuità.
“Tutto ciò che è fatto per amore è sempre al di là del bene e del male”. (Friedrich Nietzsche)


www.resistenzalaica.it/index.php?option=com_content&task=view&id=1251&Itemid=...
Sonnyp
00venerdì 25 luglio 2008 21:29
Cara Kelly... mi sa che di sto passo la parola amicizia verrà cancellata pure dal vocabolario....!

altro che solo dai cuori e dalle menti di chi dovrebbe essere il nostro prossimo! Shalom.
@nounou@
00sabato 26 luglio 2008 12:45
Re:
Sonnyp, 25/07/2008 21.29:

Cara Kelly... mi sa che di sto passo la parola amicizia verrà cancellata pure dal vocabolario....!

altro che solo dai cuori e dalle menti di chi dovrebbe essere il nostro prossimo! Shalom.




non sono d'accordo, è pur vero che corriamo quotidianamente, ma è anche vero che abbiamo bisogno di amicizia, volere è potere, e se vogliamo, il tempo per coltivare una sana amicizia si trova eccome!

shalom [SM=x789057]
renato-c
00sabato 26 luglio 2008 14:37
Salve
Che cos'è l'amicizia?
quanto si è scritto e parlato.
L'amicizia è un sentimento che pure gli animali hanno.
L'amico è più di un tesoro e spesso più di un parente.
l'amicizia è amore e basta.
spesso però la gente considera amico ,amica,una pesona perchè ha confidenza e interessi,ma amicizia non è interessi,ma amore.
Purtroppo si vive in un mondo molto egoista e perciò le amicizie dice bene il proverbio "Chi trova un amico...." ecco si parla di trovare,quando invece dovrebbe essere altra cosa,ma in verità è un proverbio vecchio e il chè significa che il mondo è sempre stato così.
ma vere amicizie sono sempre state sia fra esseri umani indipendentemente da sesso,razza e religione e politica e sia relazione fra animali e uomo,c'è pèoi chi dice di essere amico di Dio,o che Dio è suo amico,ma io penso che Dio se c'è, Egli è Amore e perciò non sceglie o distingue ,perchè ci accetta per amore.


Rainboy
00sabato 26 luglio 2008 14:56
Re: Re:
@nounou@, 26/07/2008 12.45:




non sono d'accordo, è pur vero che corriamo quotidianamente, ma è anche vero che abbiamo bisogno di amicizia, volere è potere, e se vogliamo, il tempo per coltivare una sana amicizia si trova eccome!

shalom [SM=x789057]




Vedi Nounou, secondo me tu hai ragione quando parli della coltivazione, ma... è la materia prima che di questi tempi non si trova!


@nounou@
00sabato 26 luglio 2008 18:14
Re: Re: Re:
Rainboy, 26/07/2008 14.56:




Vedi Nounou, secondo me tu hai ragione quando parli della coltivazione, ma... è la materia prima che di questi tempi non si trova!






So che non è facile trovarli..io ne avrò forse...3 in tutto, di veri amici intendo, quelli che puoi mandare a stendere o lodare, a seconda delle occasioni..ma li ami sempre e comunque.. [SM=x789064]
pyccolo
00sabato 26 luglio 2008 18:45




L'amicizia, come l'amore, è un'astrazione, del tipo definibile o indefinibile.

Non esistono norme che confezionano e circoscrivono l'amicizia.
Non è un'astrazione che esiste indipendentemente da noi.

L'amicizia è un concepire ed un sentire il rapporto con l'altro/a.
E', per ciascuno, ciò che ciascuno pensa.
E' un sentire che noi possiamo costruire a nostra misura.

Non è che non ci siano amici/che, ma, forse, non ci sono amici/che che corrispondano alla nostra costruzione, ai nostri ideali, al nostro stile o che superino i nostri giudizi.
Nounou ha detto bene dei suoi tre amici, del tipo che ci si abbraccia e poi, all'occasione si stendono, per poi riabbracciarsi.
Questo tipo di amicizia è così perchè così è Nounou, adattabile fino ad un certo punto e scontrosa quando si va oltre.
L'amicizia è come il forum, a volte ti porta in cielo, altre volte ti sconfina negli abissi ... la differenza fra i cieli e l'abisso è ciò che resta dell'amicizia e da lì si riparte per una rinnovata passione.

Più alti ed esigenti saranno questi ideali, molto più difficile sarà conquistare o essere conquistati da amici.
Più alta e spinosa è la recinzione attorno a questo concetto, più sarà difficile a probabili amici riuscire a scavalcarla, men che meno bussare alla porta, per essere severamente osservati e giudicati attraverso il foro dello spioncino che, come sapete, molto spesso altera il volto e respinge oppure se vi fa entrare sarà guardingo.
Tutto dipende da ciascuno, tutto è complesso, ma tutto potrebbe essere semplice. [SM=x789059]

Saluti

Pyccolo




Bicchiere mezzo pieno
00domenica 27 luglio 2008 08:39
Re: Re: Re:
Rainboy, 26/07/2008 14.56:




Vedi Nounou, secondo me tu hai ragione quando parli della coltivazione, ma... è la materia prima che di questi tempi non si trova!





Caro Giulio,
la vera amicizia è quella che nasce fra due persone che sanno sinceramente voler bene senza alcun interesse. E' vero che l'egoismo porta l'uomo a essere distaccato, indifferente, infido e infame, però è altrettanto vero che se ci lasciamo scottare troppo dalle brutte esperienze avute poi rischieremmo di non aprire il nostro cuore alle occasioni che meritano.
C'è il pericolo concreto che di fronte a un mondo sempre più freddo e calcolatore, coloro che ancora considerano buoni sentimenti e buoni principi, a motivo della sfiducia derivante dalle loro esperienze, rischiano di diventare freddi a loro volta.
Ma così facendo potrebbero non riconoscere anime buone e altruiste come lo sono loro impedendo al miracolo dell'amicizia di poter sbocciare.

Dal cristianesimo io ho imparato che bisogna dare sempre il beneficio del dubbio e la buona fede a tutti. Se poi si dovesse andare incontro a scottature e delusioni, basterà pensare che l'uomo in quanto a essere attratto dal male e dall'egoismo è portato a pensare solo a se' stesso. Perciò si guarderà quella creatura di Dio con occhi di caritatevole compassione capendo che non ha ancora compreso il vero valore della vita. E si rimetterà nelle mani di Dio la brutta esperienza passata, sapendo che Egli creerà una grande ricchezza in cielo per noi per il nostro spirito perennemente positivo e altruista.

Poi quando capiterà di incontrare una persona simile a noi, mantenendo sempre uno spirito altruista allora riusciremo anche ad allacciare un'ottima amicizia.
A far questo mi è d'aiuto comunque la mia intima relazione con Dio. Penso che i credenti siano un po' più avantaggiati su questo rispetto agli altri.


Rainboy
00domenica 27 luglio 2008 11:50
Ribadisco che, per quel che mi riguarda, la materia prima è molto difficile da trovare.
E ti dirò, Bichi, di quei credenti che pensano di poter guardare con compassione gli altri perché "hanno capito il vero valore della vita", di solito ne faccio volentieri a meno. L'altruismo che questa "illuminazione" dovrebbe conferire ce l'hanno in pochi, non dico di non averlo mai visto ma è raro... mentre la boria intellettuale che essa comporta viene distribuita a bizzeffe. E visto che di questi tempi il mondo sembra esserne pieno già di suo, non ho proprio bisogno di sentirne dell'altra!

Ci sono tante cose che mi piace cercare in un amico, ma l'onestà e il senso del dubbio sono fra i primi posti...

pyccolo
00domenica 27 luglio 2008 12:05
Re:
Rainboy, 27/07/2008 11.50:



Ci sono tante cose che mi piace cercare in un amico, ma l'onestà e il senso del dubbio sono fra i primi posti...





Azz... allora c'è qualcosa in comune fra noi. Non includo l'onestà, non essendo un concetto del tutto chiaro come il dubbio. Si potrebbe dare il caso che il modo di concepire l'onestà sia diverso per ciascuno.

[SM=x789063] [SM=x789067]

Buona domenica

Pyccolo


Bicchiere mezzo pieno
00domenica 27 luglio 2008 12:53

Bichi, di quei credenti che pensano di poter guardare con compassione gli altri perché "hanno capito il vero valore della vita",



Non certo perché non sono credenti ma semplicemente perché non comprendono che l’egoismo è frutto del proprio crollo, ma che per poter vivere bene e in pace con se’ stessi bisogna sapersi accontentare apprezzando ciò che si ha e dare se stessi al prossimo. Se uno ha un cuore altruista che sia credente o meno poco cambia. Potrà legare amicizie sincere vivendo in pace e gioia con se’ stesso.
Hai ragione quando dici che di saccenti ne è pieno il mondo e che molto spesso fra i credenti c’è questa tendenza comportamentale davvero antipatica, ma questo è comune a tute le realtà sociali: sia fra i credenti che fra i non credenti. Direi che più che altro è un problema di personalità individuale che di fede.
Infatti coloro che sono ‘spacconi’ quando sono credenti, restano ‘spacconi’ pure se diventano atei. Solo che ‘spacconeggiano’ all’incontrario.


Dimenticavo di dire, nel post di prima, che anche se non dovrebbe essere così, è molto più facile legare amicizie con persone che la pensano come noi e che hanno con noi molte cose in comune. Questa è una legge naturale.
pyccolo
00domenica 27 luglio 2008 15:42
Re:
Bicchiere mezzo pieno, 27/07/2008 12.53:


Bichi, di quei credenti che pensano di poter guardare con compassione gli altri perché "hanno capito il vero valore della vita",



Non certo perché non sono credenti ma semplicemente perché non comprendono che l’egoismo è frutto del proprio crollo, ma che per poter vivere bene e in pace con se’ stessi bisogna sapersi accontentare apprezzando ciò che si ha e dare se stessi al prossimo. Se uno ha un cuore altruista che sia credente o meno poco cambia. Potrà legare amicizie sincere vivendo in pace e gioia con se’ stesso.
Hai ragione quando dici che di saccenti ne è pieno il mondo e che molto spesso fra i credenti c’è questa tendenza comportamentale davvero antipatica, ma questo è comune a tute le realtà sociali: sia fra i credenti che fra i non credenti. Direi che più che altro è un problema di personalità individuale che di fede.
Infatti coloro che sono ‘spacconi’ quando sono credenti, restano ‘spacconi’ pure se diventano atei. Solo che ‘spacconeggiano’ all’incontrario.


Dimenticavo di dire, nel post di prima, che anche se non dovrebbe essere così, è molto più facile legare amicizie con persone che la pensano come noi e che hanno con noi molte cose in comune. Questa è una legge naturale.




Caro Bicchy,

l'amicizia, come l'amore, è un'inspiegabile questione di feeling, che si basa sui nostri desideri e sulle nostre aspettative.
Non centra la religione, l'ateismo, l'agnosticismo o l'essere bravi o cattivi, la cultura o l'ignoranza contadina.

Il rispetto dell'amicizia, o meno, non dipende dall'essere delinquente, bravo, buono, religioso, ateo, agnostico, contadino, filosofo, bigotto o tutto quello che vuoi ... dipende da quanto essa è sentita, onorata ed apprezzata dalle parti in causa, indipendentemente da chi essi siano e dalla cultura che posseggono.

Io, ad esempio, avevo un amico di circa 50 anni più vecchio di me.
Contadino nel senso vero della parola, titolo di studio conseguito 5^ elementare, uomo onesto ed esemplare, legato profondamente alla famiglia, colto per aver condotto studi da autodidatta, memoria di ferro tanto da essere stato invitato da Mike Buongiorno a "lascia o raddoppia; legato al sapere al punto d'aver allestito nel tempo una vera e propria biblioteca, tanto da occupare un'intera stanza di scaffali ordinati e zeppi di libri e di giornali d'epoca; durante il fascismo processato e condannato al confino, per obiezione di coscienza, nelle terre citate da Levi in "Cristo si è fermato ad Eboli" (4 anni di confino); richiesta spesso e volentieri da giornalisti e scrittori la sua collaborazione per la stesura di articoli di riviste e libri ... un vero pozzo di conoscenza al punto che io lo seguivo ammirato per intere giornate, a volte aiutandolo nel suo lavoro e spesso consumando con lui pranzi semplici, ma gustosissimi. Questo per diversi anni.
Poi le nostre strade si separarono dopo il mio matrimonio, dato che mi trasferii molto lontano da lui.
Anche solo il ricordo di lui, tuttavia, mi faceva spesso compagnia e ne parlavo volentieri in giro.
Poi lui si ammalò e fu confinato dalla malattia a letto notte e giorno. La cosa mi dispiacque molto e così decisi d'andarlo a trovare con mia moglie. Mi rivide con immensa gioia e felicità ... stemmo seduti accanto al suo letto per un'intera giornata e lui, per nulla preoccupato del suo stato di malattia, parlava e scherzava come ai vecchi tempi ... mi disse che continuava a leggere molto e che, poichè aveva molti altri amici, questi, da ogni parte d'Italia, persino dalla Sicilia, a volte in comitive, andavano a trovarlo. MI disse che non si sentiva mai solo e che aveva ancora molto da fare.
Poichè sapeva in che zona ero andato a vivere, mi chiese di salutare alcuni suoi amici di quella zona, anche se erano passati oltre 60 anni da quando li aveva lasciati.
Fu l'ultima volta che lo vidi e lo abbracciai ... aveva da 94/96 anni, ma lucido come sempre. Provvidi a far recapitare i saluti ai suoi amici, o meglio, eredi degli amici.
Nonostante il divario d'età questo anziano signore fu per me il massimo dell'amicizia improntata al rispetto ed alla disponibilità.
Un vero tesoro. [SM=x789059]

Saluti

Pyccolo

















Claudio Cava
00domenica 27 luglio 2008 15:56

Per quanto mi riguarda, dal momento che la mia mentalita' non e' minimamente condizionata da credenze o ideologie, l' amicizia e' un concetto esclusivamente razionale.

Stringo amicizia con chiunque indipendentemente dal loro status, dall' ultimo dei bigotti al piu' bieco dei fanatici di qualunque sponda. A volte mi e' capitato perfino con dei veri e propri criminali.

Qualunque sia il loro status sociale o spirituale e' affar loro.

Non giudico, mi interessa solo come si comportano nei miei confronti.

Tutto cio', unito al fatto che do' da subito fiducia fino a prova contraria, mi ha ovviamente portato a subire delle dolorose fregature.
Pero' anche a scoprire meravigliose insospettabili e ben nascoste perle umane.

Esperienze impossibili per chi parte da pregiudizi.


Ciao
Claudio

Claudio Cava
00domenica 27 luglio 2008 16:04

Aggiungo che chi parte da pregiudizi, che cioe' stringe amicizia solo con persone che considera degne, ovvero con un buon curriculum vitae,
e' destinato a sorprese SOLO negative.

Mi pare ovvio.


Ciao
Claudio


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