SIAMO PERSONE, NON BENI DI PROPRIETÀ

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kelly70
00lunedì 22 ottobre 2012 01:54
In una società ormai incapace di tutelare le fasce più deboli della popolazione, avviene che una ragazzina di 17 anni si assuma la responsabilità enorme di salvare la sorella diciottenne, che gli adulti non hanno voluto proteggere. Con l’ultimo femminicidio commesso venerdì scorso a Palermo in cui Carmela Petrucci è stata uccisa mentre tentava di difendere la sorella Lucia dalle coltellate dell’ex fidanzato ventitreenne di quest’ultima, emerge l’urgenza non più procrastinabile di mettere a punto un piano nazionale che miri ad arginare la violenza verso le donne.

Più di 100 sono state uccise da inizio anno. C’è una motivazione comune che lega questi delitti ed è l’incapacità da parte degli assassini di accettare che la compagna, di un’estate o di una vita, determini la fine del rapporto, prenda cioè in modo autonomo una decisione che avrà ripercussioni sulla loro vita. Ricordo che ero ragazzina quando mia madre mi spiegò che quel giorno veniva abolito il delitto d’onore, ed era solo il 1981. Ed era ancora come fosse ieri, che mia nonna materna si infilò guanti e cappello, guardò il marito in poltrona e gli comunicò: “Io vado a votare”.

Era il 1946 ed era la prima volta che era autorizzata a farlo. Da poco, veramente da pochi anni, noi donne stiamo faticosamente cercando di autodeterminare la nostra vita, sia nel lavoro sia nel privato e questo cambiamento epocale ha alterato in modo irreversibile la relazione tra uomini e donne, portando un comprensibile disorientamento tra chi per anni aveva goduto di un potere di scelta totale all’interno della coppia.

Se siamo d’accordo nel ritenere che i cittadini di un Paese civile non sono l’effetto del caso, bensì il frutto di un processo educativo, dobbiamo riconoscere che nessun processo formativo ha accompagnato questo potente cambiamento. E mentre la scuola, che avrebbe potuto e dovuto fornire percorsi di educazione alla relazione e alla sessualità, veniva sistematicamente resa sempre più impotente, l’altro importante agente di socializzazione, la televisione, agiva da indiscussa proponitrice di modelli obsoleti dove le donne, e in particolare le giovani donne, venivano presentate come oggetti, decorazioni, deumanizzate dunque, belle cose da possedere che non chiedevano alcun tipo di sforzo relazionale.

È necessario agire, e subito. Serve potenziare la scuola, dare agli insegnanti gli strumenti adeguati per educare i ragazzi alla relazione, servono corsi di aggiornamento, personale adeguato. Ma più di tutto è necessario che gli adulti, uomini e donne, comprendano che questa è una priorità.

Da Il Fatto Quotidiano del 21/10/2012.

triskel182.wordpress.com/2012/10/21/siamo-persone-non-beni-di-proprieta-lorella-zanardo/#mo...
Agabo
00lunedì 22 ottobre 2012 09:16
Re:
kelly70, 22/10/2012 01:54:

In una società ormai incapace di tutelare le fasce più deboli della popolazione, avviene che una ragazzina di 17 anni si assuma la responsabilità enorme di salvare la sorella diciottenne, che gli adulti non hanno voluto proteggere. Con l’ultimo femminicidio commesso venerdì scorso a Palermo in cui Carmela Petrucci è stata uccisa mentre tentava di difendere la sorella Lucia dalle coltellate dell’ex fidanzato ventitreenne di quest’ultima, emerge l’urgenza non più procrastinabile di mettere a punto un piano nazionale che miri ad arginare la violenza verso le donne.

Più di 100 sono state uccise da inizio anno. C’è una motivazione comune che lega questi delitti ed è l’incapacità da parte degli assassini di accettare che la compagna, di un’estate o di una vita, determini la fine del rapporto, prenda cioè in modo autonomo una decisione che avrà ripercussioni sulla loro vita. Ricordo che ero ragazzina quando mia madre mi spiegò che quel giorno veniva abolito il delitto d’onore, ed era solo il 1981. Ed era ancora come fosse ieri, che mia nonna materna si infilò guanti e cappello, guardò il marito in poltrona e gli comunicò: “Io vado a votare”.

Era il 1946 ed era la prima volta che era autorizzata a farlo. Da poco, veramente da pochi anni, noi donne stiamo faticosamente cercando di autodeterminare la nostra vita, sia nel lavoro sia nel privato e questo cambiamento epocale ha alterato in modo irreversibile la relazione tra uomini e donne, portando un comprensibile disorientamento tra chi per anni aveva goduto di un potere di scelta totale all’interno della coppia.

Se siamo d’accordo nel ritenere che i cittadini di un Paese civile non sono l’effetto del caso, bensì il frutto di un processo educativo, dobbiamo riconoscere che nessun processo formativo ha accompagnato questo potente cambiamento. E mentre la scuola, che avrebbe potuto e dovuto fornire percorsi di educazione alla relazione e alla sessualità, veniva sistematicamente resa sempre più impotente, l’altro importante agente di socializzazione, la televisione, agiva da indiscussa proponitrice di modelli obsoleti dove le donne, e in particolare le giovani donne, venivano presentate come oggetti, decorazioni, deumanizzate dunque, belle cose da possedere che non chiedevano alcun tipo di sforzo relazionale.

È necessario agire, e subito. Serve potenziare la scuola, dare agli insegnanti gli strumenti adeguati per educare i ragazzi alla relazione, servono corsi di aggiornamento, personale adeguato. Ma più di tutto è necessario che gli adulti, uomini e donne, comprendano che questa è una priorità.

Da Il Fatto Quotidiano del 21/10/2012.

triskel182.wordpress.com/2012/10/21/siamo-persone-non-beni-di-proprieta-lorella-zanardo/#mo...



Solo uno stato di Polizia, forse, ma non augurabile, potrebbe cambiare qualcosa. Gl uomini, intendo i MASCHI diventano sempre più deboli e incapaci di fronteggiare e gestire le proprie frustrazioni, sconfitte e delusioni; la rabbia incontrollata e omicida e indice di debolezza e di incapacità di controllo delle emozioni.

Non mi risulta, però, che la scolasticità di grado elevato riesca ad arginare questa piaga. i valori morali potrebbero essere cervelloticamente appresi anche a scuola, ma difficilmente vengono in tal luogo INTERIORIZZATI.
Una RIFLESSIONE sull'abbandono dei valori morali del cristianesimo dei Vangeli ci porta a considerare che esso va di pari passo con l'acuirsi di questi barbari fenomeni. Se l'uomo non deve rispondere a nessuno dei suoi atti immorali, tutto può succedere, se la vita non è più cosa "sacra", ma una "COSA" e basta, è difficile pensare di porre un valido rimedio a questo cancro sociale.


=omegabible=
00lunedì 22 ottobre 2012 09:44
Il problema è che in Italia non c'è certezza di pena e quindi la mancanza di responsabilità la fa da padrone!
Una massa di ladri buffoni che governa un popolo di pecore da quaresima!!! [SM=g27825] [SM=g27825]
kelly70
00lunedì 22 ottobre 2012 15:15
Re: Re:
Agabo, 22/10/2012 09:16:



Solo uno stato di Polizia, forse, ma non augurabile, potrebbe cambiare qualcosa. Gl uomini, intendo i MASCHI diventano sempre più deboli e incapaci di fronteggiare e gestire le proprie frustrazioni, sconfitte e delusioni; la rabbia incontrollata e omicida e indice di debolezza e di incapacità di controllo delle emozioni.

Non mi risulta, però, che la scolasticità di grado elevato riesca ad arginare questa piaga. i valori morali potrebbero essere cervelloticamente appresi anche a scuola, ma difficilmente vengono in tal luogo INTERIORIZZATI.
Una RIFLESSIONE sull'abbandono dei valori morali del cristianesimo dei Vangeli ci porta a considerare che esso va di pari passo con l'acuirsi di questi barbari fenomeni. Se l'uomo non deve rispondere a nessuno dei suoi atti immorali, tutto può succedere, se la vita non è più cosa "sacra", ma una "COSA" e basta, è difficile pensare di porre un valido rimedio a questo cancro sociale.






Il punto non è questo, secondo me, perchè è evidente che l'azione moralizzatrice della religione ha fallito. E ha fallito per lo stesso motivo per cui falliscono tutti i tentativi moralizzatori che usano l'imposizione. Se siamo in questa situazione la colpa è proprio della religione che ha relegato per secoli la donna in una posizione subalterna e adesso che la donna cerca di liberarsi l'uomo non riesce ad accettarlo, ed essendosi liberato dal giogo della paura dell'inferno non ha più nessuna remora a lasciarsi andare agli istinti più bestiali.

Uno dei problemi basilari è che adesso i bambini (maschi e anche femmine) sono abituati ad avere tutto ciò che desiderano e non hanno una mente adatta a sopportare la frustrazione di non poter soddisfare tutti i loro capricci. A questo si aggiunga il fatto che le persone sono abituate a darsi un valore in base a quanto piacciono agli altri, a quello che hanno, alla felicità che proviene dall'esterno, e quando tutto questo gli viene a mancare vanno fuori di testa.

La scuola non dovrebbe inculcare, dovrebbe educare, spiegare, fare interiorizzare... e lo stesso dovrebbero fare i genitori. Anche le religioni potrebbero farlo, ma hanno sbagliato metodo e i risultati si vedono. Un fallimento totale su tutti i fronti.

E poi ricordatevi che una vera azione educatrice è possibile solo nei primissimi anni di vita del bambino. Quando va a scuola c'è il completamento, quando va in chiesa c'è l'inculcamento, ma la vera base la mettono i genitori. E' a loro che bisogna andare a chiedere il conto.
ReteLibera
00lunedì 22 ottobre 2012 15:55
Re: Re: Re:
kelly70, 22/10/2012 15:15:




Il punto non è questo, secondo me, perchè è evidente che l'azione moralizzatrice della religione ha fallito. E ha fallito per lo stesso motivo per cui falliscono tutti i tentativi moralizzatori che usano l'imposizione. Se siamo in questa situazione la colpa è proprio della religione che ha relegato per secoli la donna in una posizione subalterna e adesso che la donna cerca di liberarsi l'uomo non riesce ad accettarlo, ed essendosi liberato dal giogo della paura dell'inferno non ha più nessuna remora a lasciarsi andare agli istinti più bestiali.

Uno dei problemi basilari è che adesso i bambini (maschi e anche femmine) sono abituati ad avere tutto ciò che desiderano e non hanno una mente adatta a sopportare la frustrazione di non poter soddisfare tutti i loro capricci. A questo si aggiunga il fatto che le persone sono abituate a darsi un valore in base a quanto piacciono agli altri, a quello che hanno, alla felicità che proviene dall'esterno, e quando tutto questo gli viene a mancare vanno fuori di testa.

La scuola non dovrebbe inculcare, dovrebbe educare, spiegare, fare interiorizzare... e lo stesso dovrebbero fare i genitori. Anche le religioni potrebbero farlo, ma hanno sbagliato metodo e i risultati si vedono. Un fallimento totale su tutti i fronti.

E poi ricordatevi che una vera azione educatrice è possibile solo nei primissimi anni di vita del bambino. Quando va a scuola c'è il completamento, quando va in chiesa c'è l'inculcamento, ma la vera base la mettono i genitori. E' a loro che bisogna andare a chiedere il conto.



Mi spiace kelly ma non la condivido affatto la tua opinione.

Provate una sola volta a mettervi nei panni dei familiari della vittima

Quale giustizia potrebbe appagare tale e tanto dolore?

Che facciamo ce la prendiamo con i genitori?

Omega ha detto una cosa sacrosanta:


Il problema è che in Italia non c'è certezza di pena e quindi la mancanza di responsabilità la fa da padrone!
Una massa di ladri buffoni che governa un popolo di pecore da quaresima!!!



Io aggiungerei che se la giustizia non è all'altezza di svolgere i suoi ruoli
meglio sostituirsi ad essa.

P.s.

Ad ogni azione corrisponde una reazione identica e contraria
kelly70
00lunedì 22 ottobre 2012 17:29
Io cercavo di fare un discorso più a monte. Certe cose non bisogna non-farle per paura della pena, altrimenti siamo punto e capo. Che sia il carcere, o che sia l'inferno eterno, non credo debba essere quello il deterrente. Almeno non per tutti. Certo, potrebbe servire come ultima ratio, ma la società andrebbe man mano educata con la ragione, non con la forza.

La forza può servire in alcuni momenti, anche una sculacciata al bambino è sacrosanta, ma adesso i bambini non si possono sculacciare, e dopo ammazzano i loro compagni perchè non hanno il senso del limite e della misura.

Quando i bambini arrivano nelle scuole sono già irrecuperabili. I genitori, la maggior parte, non sono più in grado nè di educare nè di dare il buon esempio. I ragazzini vedono violenza fisica e verbale dappertutto, anche tra i loro genitori. Conosco una mamma che ha due bambini che sono il colmo della maleducazione. Lei ha fatto il meglio che poteva, ma litiga in continuazione col marito, davanti ai bambini e scambiandosi offese. Senza parlare del caso del povero bambino di padova preso con la forza davanti alla scuola. Che razza di lezione avrà imparato quel poveretto? Che con la forza si ottiene tutto. Anche di sottomettere la volontà altrui.
Agabo
00lunedì 22 ottobre 2012 18:59
Anch'io cercavo di andare "a monte" di questa questione.
Quando i bambini sono di età scolare, il più è fatto. Allora la riflessione bisogna spostarla sulla famiglia e sui valori che essa inculca. La colpa non è solo o soprattutto del consumismo e delle eventuali frustrazioni ad esso legate, ma, ripeto, al fatto che non si insegna più la distinzione tra il valore delle cose e la sacralità della vita. La vita è sacra e la si insulta non solo con l'omicidio ma anche in tutte le forme che tristemente conosciamo.

Qui l'ateismo non ha molto da dire, non perchè non abbia dei valori intrinsechi, ma perchè non riconoscendo un DIO non è conseguentemente in grado di riconoscere la SACRALITA' della vita. Molta responsabilità, inoltre, è da attribuire all'evoluzionismo, soprattutto alla legge del più forte, o selezione naturale che si voglia, che ha instillato nelle menti la prevaricazione dell'uomo da parte dell'uomo in tutte le sue forme e, ricordo, l'evoluzionismo è solo una teoria!

Il messaggio del Vangelo è chiaro: il valore della vita dell'uomo è così grande che il Figlio di Dio si è fatto uomo ed è venuto sulla terra a soffrire e a morire per il suo riscatto. Si può essere scettici su questo messaggio, ma non si può non riconoscerne l'alto significato che esso attribuisce alla sacralità della vita.

"Non si butta il bambino con l'acqua sporca", si dice. E di "acqua sporca" nelle religioni ce n'è tanta ... ma anche altrove!
ma se sappiamo discernere l'oro dai metalli vili che gli somigliano, i diamanti dai quarzi ecc. perchè non vogliamo discriminare tra il messaggio del Vangelo e le religioni cosiddette "cristiane"? E' una discriminazione doverosa perchè non sono la stessa cosa. Gesù Cristo, per esempio, ha detto che il solo odiare nel pensiero una persona equivale ad un omicidio; questa è una verità perchè tutti sappiamo quanto questo sia vero: l'omicidio viene concepito nella mente, coltivato come un pensiero, una possibilità per concretizzare uno scopo, ma il messaggio cristiano induce al controllo dei propri pensieri per "vaccinare" la mente contro la possibilità di passare a certe "vie di fatto".
kelly70
00lunedì 22 ottobre 2012 19:15
Re:
Agabo, 22/10/2012 18:59:

Anch'io cercavo di andare "a monte" di questa questione.
Quando i bambini sono di età scolare, il più è fatto. Allora la riflessione bisogna spostarla sulla famiglia e sui valori che essa inculca. La colpa non è solo o soprattutto del consumismo e delle eventuali frustrazioni ad esso legate, ma, ripeto, al fatto che non si insegna più la distinzione tra il valore delle cose e la sacralità della vita. La vita è sacra e la si insulta non solo con l'omicidio ma anche in tutte le forme che tristemente conosciamo.

Qui l'ateismo non ha molto da dire, non perchè non abbia dei valori intrinsechi, ma perchè non riconoscendo un DIO non è conseguentemente in grado di riconoscere la SACRALITA' della vita. Molta responsabilità, inoltre, è da attribuire all'evoluzionismo, soprattutto alla legge del più forte, o selezione naturale che si voglia, che ha instillato nelle menti la prevaricazione dell'uomo da parte dell'uomo in tutte le sue forme e, ricordo, l'evoluzionismo è solo una teoria!

Il messaggio del Vangelo è chiaro: il valore della vita dell'uomo è così grande che il Figlio di Dio si è fatto uomo ed è venuto sulla terra a soffrire e a morire per il suo riscatto. Si può essere scettici su questo messaggio, ma non si può non riconoscerne l'alto significato che esso attribuisce alla sacralità della vita.

"Non si butta il bambino con l'acqua sporca", si dice. E di "acqua sporca nelle religioni ce n'è tanta ...
ma se sappiamo discernere l'oro dai metalli vili che gli somigliano, i diamanti dai quarzi ecc. perchè non vogliamo discriminare tra il messaggio del Vangelo e le religioni cosiddette "cristiane"? E' una discriminazione doverosa perchè non sono la stessa cosa. Gesù Cristo, per esempio, ha detto che il solo odiare nel pensiero una persona equivale ad un omicidio; questa è una verità perchè tutti sappiamo quanto questo sia vero: l'omicidio viene concepito nella mente, coltivato come un pensiero, una possibilità per concretizzare uno scopo, ma il messaggio cristiano induce al controllo dei propri pensieri per "vaccinare" la mente contro la possibilità di passare a certe "vie di fatto".




Niente di più falso. Siamo alle solite storie che gli atei non riconoscono la sacralità della vita perchè non credono in Dio. Falsissimo. Gli atei credono alla sacralità della vita per se stessa, non perchè l'ha creata Dio. Siamo un gradino più avanti, se permetti.

Più avanti dello stesso Dio che non si è fatto scrupoli a sterminare il genere umano col diluvio. O ad ammazzarne a milioni perchè erano contro il suo popolo eletto. Poi è venuto Gesù e ha detto "ama il prossimo tuo come te stesso". Ma di quel "te stesso" se ne dimenticano tutti, credenti in primis. Sia perchè amano il prossimo meno di se stessi, sia perchè non amano affatto se stessi e di conseguenza non possono amare il prossimo.

Non è saggio cercare di instillare il valore della vita subordinandolo all'idea che la vita l'ha data Dio. Per il semplice fatto che nessuno gliel'ha chiesta. E che non l'ha data uguale a tutti. Se metti in mezzo Dio, poi sei costretto a spiegare per quale motivo è stato ingiusto e non ha dato a tutti la stessa cosa. E prima di tirare fuori la colpa di Adamo ed Eva leggiti la mia risposta nel thread sul peccato originale.

[SM=x789061]
ReteLibera
00lunedì 22 ottobre 2012 19:37

Sono proprio le prediche, il troppo buonismo che ci ha portato al punto in cui ci troviamo,
a un passo dal baratro.

Omicidi efferati, suicidi, ruberie, corruzione, ecc.ecc. hanno tutti la stessa matrice,

l'impunità, malcelata sotto la certezza della pena con sconti di buona condotta, prescrizioni e/o magari con la scusa di essere incensurati.

Ma di fronte a omicidi così evidenti,così atroci, occorre solo la pena di morte.

Cos'ì come chi ha rubato deve restituire il maltolto onde evitare il taglio della mano.


Colpiscine uno per educarne cento


kelly70
00lunedì 22 ottobre 2012 20:54
Re:
ReteLibera, 22/10/2012 19:37:


Sono proprio le prediche, il troppo buonismo che ci ha portato al punto in cui ci troviamo,
a un passo dal baratro.

Omicidi efferati, suicidi, ruberie, corruzione, ecc.ecc. hanno tutti la stessa matrice,

l'impunità, malcelata sotto la certezza della pena con sconti di buona condotta, prescrizioni e/o magari con la scusa di essere incensurati.

Ma di fronte a omicidi così evidenti,così atroci, occorre solo la pena di morte.

Cos'ì come chi ha rubato deve restituire il maltolto onde evitare il taglio della mano.


Colpiscine uno per educarne cento






Non mi sembra che nei paesi dove vige la pena di morte abbiano smesso di delinquere.

La pena di morte è l'ammissione del fallimento, l'incapacità di mantenere una società a un livello civile, una barbarie che rende l'uomo peggiore, senza termini di paragone.

Purtroppo siamo giunti a un punto in cui è difficilissimo tornare indietro, e il punto più basso della spirale discendente sarebbe proprio la pena di morte. Bisogna risalire, non precipitare più in basso.
ReteLibera
00lunedì 22 ottobre 2012 22:04
Re: Re:
kelly70, 22/10/2012 20:54:




Non mi sembra che nei paesi dove vige la pena di morte abbiano smesso di delinquere.

La pena di morte è l'ammissione del fallimento, l'incapacità di mantenere una società a un livello civile, una barbarie che rende l'uomo peggiore, senza termini di paragone.

Purtroppo siamo giunti a un punto in cui è difficilissimo tornare indietro, e il punto più basso della spirale discendente sarebbe proprio la pena di morte. Bisogna risalire, non precipitare più in basso.



Ma come, ci indigniamo per un non nulla per poi vantarsi di vivere in un paese civile?
E quale civiltà ruota innanzi alla notizia che tu hai riportato?
Pare dunque che tale omicidio si prenda solo a pretesto da movimenti nati dal nulla con la conseguenza di trarne profitti.

Diciamolo papele papele...Se avrebbero ammazzato tua sorella con le stesse modalità descritte nella cronaca, Tu cosa avresti "augurato" al suo carnefice?

=omegabible=
00lunedì 22 ottobre 2012 22:14
Re: Re:
kelly70, 22/10/2012 20:54:




Non mi sembra che nei paesi dove vige la pena di morte abbiano smesso di delinquere.

La pena di morte è l'ammissione del fallimento, l'incapacità di mantenere una società a un livello civile, una barbarie che rende l'uomo peggiore, senza termini di paragone.

Purtroppo siamo giunti a un punto in cui è difficilissimo tornare indietro, e il punto più basso della spirale discendente sarebbe proprio la pena di morte. Bisogna risalire, non precipitare più in basso.



Kelly mon amour,dal punto di vista prettamente filosofico il tuo pensiero è giusto ma va considerato come teoria tendenziale; all'atto pratico l'opzione di Raf [SM=x167513] che è anche la mia è l'unica in questo paese per risolvere certi problemi, almeno per un certo tempo!!!! [SM=g2407711]




kelly70
00lunedì 22 ottobre 2012 23:12
Re: Re: Re:
ReteLibera, 22/10/2012 22:04:



Ma come, ci indigniamo per un non nulla per poi vantarsi di vivere in un paese civile?
E quale civiltà ruota innanzi alla notizia che tu hai riportato?
Pare dunque che tale omicidio si prenda solo a pretesto da movimenti nati dal nulla con la conseguenza di trarne profitti.

Diciamolo papele papele...Se avrebbero ammazzato tua sorella con le stesse modalità descritte nella cronaca, Tu cosa avresti "augurato" al suo carnefice?





Capiamoci bene, io sono per la legittima difesa, se uno tenta di ammazzarmi, o di ammazzare mia sorella o mio fratello, se ne avessi la possibilità lo ammazzarei per difenderli.

Ma la pena di morte PER LEGGE è un'altra cosa. Intanto c'è sempre la possibilità di condannare a morte un innocente, e spesso nemmeno trovare la persona sul luogo del delitto è una prova certa della sua colpevolezza. Tu rischieresti di ammazzare un innocente? IO NO. Meglio un assassino libero che un innocente in prigione. Figuriamoci morto.



Titti-79
00martedì 23 ottobre 2012 01:31
Mhà... non so quanto gliene importi ad un uomo in preda ad un raptus omicida se lo condanneranno a 10, 20 o 30 anni o addirittura a morte!
In quel momento non agiscono razionalmente, altrimenti non ucciderebbero.
Agiscono istintivamente, seguendo impulsi psicologici reconditi e spesso incomprensibili.
Anche se lo hanno premeditato.
In America i ragazzini vanno a scuola o nei supermercati e sparano all'impazzata sulla gente... non c'è pena di morte che tenga di fronte a psicopatici del genere.
E poi secondo me la pena di morte è troppo comodo... dopo che l'assassino è morto, per lui è finito tutto, ma non per i familiari della vittima che invece soffriranno per tutta la vita a causa della violenza subita.
Sono invece per il carcere duro, ma duro nel vero senso della parola! Che alla fine il detenuto stesso dovrebbe chiedere in ginocchio di essere condannato a morte!!!
Quello che fanno adesso con i detenuti è villeggiatura.
Ma comunque non servirebbe a niente lo stesso, se uno vuole uccidere... lo fa punto e basta.
Non pensa al "dopo", pensa solo che in quel momento uccidere è la cosa giusta.

Aggiungo un'ultima cosa: ai bambini, secondo me, non andrebbe insegnato che non si uccide perchè dio non vuole... l'omicidio è una cosa astratta, lontana dalle loro menti innocenti.
Invece sono a contatto con le donne tutti i giorni: con la mamma in primis e poi con zie, cugine, nonne, compagne di scuola o di gioco... è lì che va insegnato il RISPETTO!
Sembra assurdo, ma ad un bambino va insegnato il rispetto nei confronti delle donne perchè istintivamente sono portati a sopraffarle, sarà perchè sentono che sono più deboli o fragili... non lo so, non sono maschio!
Questo si può fare in due modi: con l'esempio (un bimbo che vede il papà che regala i fiori alla mamma o si rivolge a lei con gentilezza e garbo e che in genere tratta le donne da gentiluomo, automaticamente registrerà quel comportamento nella sua mente) e con l'insegnamento da parte delle figure femminili (la mamma che non si fa rispettare da suo figlio, anche se involontariamente lo sta "programmando" a non rispettare nessuna donna)
Si comincia dalle piccole cose per diventare grandi... uomini!!!


Titti.
Agabo
00martedì 23 ottobre 2012 16:30
Re: Re:
kelly70, 22/10/2012 19:15:




Niente di più falso. Siamo alle solite storie che gli atei non riconoscono la sacralità della vita perchè non credono in Dio. Falsissimo. Gli atei credono alla sacralità della vita per se stessa, non perchè l'ha creata Dio. Siamo un gradino più avanti, se permetti.

Più avanti dello stesso Dio che non si è fatto scrupoli a sterminare il genere umano col diluvio. O ad ammazzarne a milioni perchè erano contro il suo popolo eletto. Poi è venuto Gesù e ha detto "ama il prossimo tuo come te stesso". Ma di quel "te stesso" se ne dimenticano tutti, credenti in primis. Sia perchè amano il prossimo meno di se stessi, sia perchè non amano affatto se stessi e di conseguenza non possono amare il prossimo.

Non è saggio cercare di instillare il valore della vita subordinandolo all'idea che la vita l'ha data Dio. Per il semplice fatto che nessuno gliel'ha chiesta. E che non l'ha data uguale a tutti. Se metti in mezzo Dio, poi sei costretto a spiegare per quale motivo è stato ingiusto e non ha dato a tutti la stessa cosa. E prima di tirare fuori la colpa di Adamo ed Eva leggiti la mia risposta nel thread sul peccato originale.

[SM=x789061]




sacro
1 [sà-cro] agg., s.

• agg.

1 Che è strettamente connesso con la religione, il culto, la divinità: edifici, libri s. || S. Scrittura, la Bibbia | la S. Famiglia, Gesù, Giuseppe e Maria | S. Rota, il supremo tribunale ecclesiastico

2 Che per i suoi contenuti o la sua destinazione rientra nella sfera religiosa: letteratura, musica s. || poema s., per antonomasia, la “Divina Commedia” di Dante | s. rappresentazione, nel Medioevo e nel Rinascimento dramma di argomento religioso spesso collegato a particolari liturgie

3 Consacrato: tempio s. agli dei

4 estens. Degno di rispetto, inviolabile, intoccabile: l'ospite è s.; anche in senso scherz.: il dolce per me è s.

• s.m. (solo sing.) Ciò che ha carattere religioso e divino, che non è profano: ricerche sul s. nella società moderna

• sec. XIV



Non vorrei spostare l'attenzione dall'argomento principale a quello dell'etimologia delle parole, ma il "SACRO" fa a cazzotti con l'ateismo, è una contraddizione di termini, per questo io ho usato una parola che è estranea alle convinzioni degli atei.
SOLO PER ESTENSIONE il termine "SACRO" è usato fuori dalla religione e, si sa, le "estensioni" sono delle derivazioni culturali secondarie.

Non mi sembra, quindi, che gli atei siano "un passo avanti" rispetto ai credenti perchè questi ultimi danno alla vita un significato di "inviolabilità" in ogni senso.
Tu, Kelly, continui a guardare la RELIGIONE cristiana, non I VALORI DEL CRISTIANESIMO. La distorsione del messaggio cristiano è opera della malvagità dell'uomo e non ha niente da spartire col genuino messaggio evangelico.

kelly70
00martedì 23 ottobre 2012 17:25
Re: Re: Re:
Agabo, 23/10/2012 16:30:




sacro
1 [sà-cro] agg., s.

• agg.

1 Che è strettamente connesso con la religione, il culto, la divinità: edifici, libri s. || S. Scrittura, la Bibbia | la S. Famiglia, Gesù, Giuseppe e Maria | S. Rota, il supremo tribunale ecclesiastico

2 Che per i suoi contenuti o la sua destinazione rientra nella sfera religiosa: letteratura, musica s. || poema s., per antonomasia, la “Divina Commedia” di Dante | s. rappresentazione, nel Medioevo e nel Rinascimento dramma di argomento religioso spesso collegato a particolari liturgie

3 Consacrato: tempio s. agli dei

4 estens. Degno di rispetto, inviolabile, intoccabile: l'ospite è s.; anche in senso scherz.: il dolce per me è s.

• s.m. (solo sing.) Ciò che ha carattere religioso e divino, che non è profano: ricerche sul s. nella società moderna

• sec. XIV



Non vorrei spostare l'attenzione dall'argomento principale a quello dell'etimologia delle parole, ma il "SACRO" fa a cazzotti con l'ateismo, è una contraddizione di termini, per questo io ho usato una parola che è estranea alle convinzioni degli atei.
SOLO PER ESTENSIONE il termine "SACRO" è usato fuori dalla religione e, si sa, le "estensioni" sono delle derivazioni culturali secondarie.

Non mi sembra, quindi, che gli atei siano "un passo avanti" rispetto ai credenti perchè questi ultimi danno alla vita un significato di "inviolabilità" in ogni senso.
Tu, Kelly, continui a guardare la RELIGIONE cristiana, non I VALORI DEL CRISTIANESIMO. La distorsione del messaggio cristiano è opera della malvagità dell'uomo e non ha niente da spartire col genuino messaggio evangelico.





La distorsione del messaggio cristiano??????? E chi è che avrebbe portato avanti il vero messaggio cristiano in questi 2000 e passa anni? Non confondere le carte, la Bibbia appartiene al cristianesimo, non al primo pinco pallino che crede di aver trovato il vero messaggio cristiano. [SM=g2535979]

I valori del cristianesimo poi fanno pure a cazzotti con quello che c'è scritto nella Bibbia. Rinnega l' AT e poi ne riparliamo. [SM=x789049]
Agabo
00martedì 23 ottobre 2012 19:30
Re: Re: Re: Re:
kelly70, 23/10/2012 17:25:




La distorsione del messaggio cristiano??????? E chi è che avrebbe portato avanti il vero messaggio cristiano in questi 2000 e passa anni? Non confondere le carte, la Bibbia appartiene al cristianesimo, non al primo pinco pallino che crede di aver trovato il vero messaggio cristiano. [SM=g2535979]

I valori del cristianesimo poi fanno pure a cazzotti con quello che c'è scritto nella Bibbia. Rinnega l' AT e poi ne riparliamo. [SM=x789049]



Ne abbiamo già parlato altre volte e si sa che abbiamo opinioni differenti, riguardo ad episodi dell' AT ai quali alludi.
Resta, invece, il FATTO che si può parlare di SACRALITA' DELLA VITA SOLO NELL'AMBITO DELLA FEDE, NON DELL'ATEISMO.
Ma, dopo questa divagazione semantica resta la realtà sulla quale concordiamo: l'uomo non deve uccidere l'uomo. Questa, purtroppo, non è una legge assoluta nella vita, vi sono delle guerre e delle prepotenze che richiedono l'uso della forza, non si può sopprimere un'ideologia come il nazismo combattendo SOLTANTO l'idea del nazismo, occorre giocoforza eliminare chi una certa ideologia la mette in opera: occorre combattere la malvagità dei nazisti, eliminandoli, per estirpare l'ideologia del nazismo, ti pare?


kelly70
00martedì 23 ottobre 2012 20:05
Re: Re: Re: Re: Re:
Agabo, 23/10/2012 19:30:



Ne abbiamo già parlato altre volte e si sa che abbiamo opinioni differenti, riguardo ad episodi dell' AT ai quali alludi.
Resta, invece, il FATTO che si può parlare di SACRALITA' DELLA VITA SOLO NELL'AMBITO DELLA FEDE, NON DELL'ATEISMO.
Ma, dopo questa divagazione semantica resta la realtà sulla quale concordiamo: l'uomo non deve uccidere l'uomo. Questa, purtroppo, non è una legge assoluta nella vita, vi sono delle guerre e delle prepotenze che richiedono l'uso della forza, non si può sopprimere un'ideologia come il nazismo combattendo SOLTANTO l'idea del nazismo, occorre giocoforza eliminare chi una certa ideologia la mette in opera: occorre combattere la malvagità dei nazisti, eliminandoli, per estirpare l'ideologia del nazismo, ti pare?




No, non mi pare.

Bisogna fare in modo di evitare che crescano persone del genere. O che non vadano al potere a fare i nazisti. La responsabilità sta sempre alla radice, non al frutto. [SM=x789055]

Agabo
00martedì 23 ottobre 2012 20:19
Re: Re: Re: Re: Re: Re:
kelly70, 23/10/2012 20:05:




No, non mi pare.

Bisogna fare in modo di evitare che crescano persone del genere. O che non vadano al potere a fare i nazisti. La responsabilità sta sempre alla radice, non al frutto. [SM=x789055]




Bene, mi diresti la "ricetta"?
Da che mondo è mondo nessuno va al "potere" dicendo per esempio: "Quando comanderò io sterminerò tutti gli ebrei". Piuttosto, tengono ben celate queste intenzioni. Un giorno ci svegliamo e ci troviamo un despota che molti hanno votato in buona fede, ma che aveva intenzioni celate.
La realtà non è così "fantastica" come la disegni tu. Gli imperatori romani che hanno "dato di testa" sembra che fossero persone normali e piene di buone intenzioni ... fino a che qualcosa in loro ha cominciato a "girare storto", storto e in maniera imprevedibile. Ad un certo punto e malgrado ogni precauzione ci si ritrova con un pazzo al potere che, magari, arriva a nominare SENATORE il proprio cavallo. Ma tu te ne accorgi soltando quando è troppo tardi. Questa è la realtà.
A questo punto ti chiedo di nuovo: a cose fatte, che cosa fai, subisci o combatti?


kelly70
00martedì 23 ottobre 2012 22:46
Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
Agabo, 23/10/2012 20:19:



Bene, mi diresti la "ricetta"?
Da che mondo è mondo nessuno va al "potere" dicendo per esempio: "Quando comanderò io sterminerò tutti gli ebrei". Piuttosto, tengono ben celate queste intenzioni. Un giorno ci svegliamo e ci troviamo un despota che molti hanno votato in buona fede, ma che aveva intenzioni celate.
La realtà non è così "fantastica" come la disegni tu. Gli imperatori romani che hanno "dato di testa" sembra che fossero persone normali e piene di buone intenzioni ... fino a che qualcosa in loro ha cominciato a "girare storto", storto e in maniera imprevedibile. Ad un certo punto e malgrado ogni precauzione ci si ritrova con un pazzo al potere che, magari, arriva a nominare SENATORE il proprio cavallo. Ma tu te ne accorgi soltando quando è troppo tardi. Questa è la realtà.
A questo punto ti chiedo di nuovo: a cose fatte, che cosa fai, subisci o combatti?






Le probabilità che arrivi un pazzo al potere sono direttamente proporzionali al grado di suggestionabilità, inculcabilità e idiotaggine della razza umana.

Più hanno bisogno di essere governati, più dittatori prenderanno il potere. Di solito la cosa va di pari passo con il grado di inculcamento religioso.

L'uomo saggio non ha bisogno di governanti. Nè di Papi.

Nè di Dio.
Agabo
00mercoledì 24 ottobre 2012 08:07
Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
kelly70, 23/10/2012 22:46:




Le probabilità che arrivi un pazzo al potere sono direttamente proporzionali al grado di suggestionabilità, inculcabilità e idiotaggine della razza umana.

Più hanno bisogno di essere governati, più dittatori prenderanno il potere. Di solito la cosa va di pari passo con il grado di inculcamento religioso.

L'uomo saggio non ha bisogno di governanti. Nè di Papi.

Nè di Dio.



Se ho ben capito, tu credi che allo stato attuale l'uomo, ovvero, la collettività, sia in grado di autogovernarsi, è così?


kelly70
00mercoledì 24 ottobre 2012 09:26
Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
Agabo, 24/10/2012 08:07:



Se ho ben capito, tu credi che allo stato attuale l'uomo, ovvero, la collettività, sia in grado di autogovernarsi, è così?






Hai capito malissimo invece [SM=g1941431]

Anzi, non hai capito proprio.

Il problema è che da questa situazione non ne usciremo, nè con la pena di morte, nè con la fede in Dio.

Hanno già avuto la loro occasione e hanno fallito...

E' evidente che la soluzione è da un'altra parte. Ed è evidente pure che non c'è nessun interesse ad andare nella direzione giusta. E' molto più facile "comandare" un popolo di pecore.
ReteLibera
00sabato 27 ottobre 2012 11:40
kelly70
00sabato 27 ottobre 2012 12:11
Re:
ReteLibera, 27/10/2012 11:40:





Fanno finta di dimenticarsene.

Ma continuano a sbandierare la donna vergine come esempio di virtù.

Gli uomini primitivi erano più evoluti.
=omegabible=
00sabato 27 ottobre 2012 13:15

Penso che la gente comune non sappia queste cose e se le sa se ne sbatte i coglioni!!! [SM=x789069] [SM=x789069] [SM=x789069]

La verità dà noia,meglio evitarla!!!! [SM=x789073]


Agabo
00sabato 27 ottobre 2012 16:47
Re:
ReteLibera, 27/10/2012 11:40:




Può darsi che tu sia semplicemente ignorante, oppure in malafede, visto che attingi in modo parziale a internet.
Se tu fossi informato "di tuo", e non lo sei!, non citeresti l'apostolo Paolo a sproposito. Non è scritto da nessuna parte la frase che hai riportato.

Poi, (ed io sono un anticlericale di indubbia tempra) oltre ai religiosi che hai citato, avresti potuto citare almeno qualcuno, anche dei nostri giorni, che non appartiene proprio alla categoria dei baciapile sessuofobi (leggi qui: www.aforismario.it/aforismi-donne.htm )

La verità, esimio signore, è che la donna è stata bistrattata da sempre e da tutti, anche dai meno sospettabili. Non si salva nessuno, tranne Gesù Cristo.
Chi intende fare un po' di informazione, dovrebbe informarsi bene lui stesso per primo, ma anche questa è una chimera!




=omegabible=
00sabato 27 ottobre 2012 19:34

Posso confermare che Paolo apostolo non disse mai la frase citata ma può darsi che sia stata tratta da qualche libro cattolico.
Per tutte le altre OK ma hanno detto di peggio specialmente Agostino.
Di solito Raf è molto preciso!!

Agabo
00sabato 27 ottobre 2012 20:05
Re:
=omegabible=, 27/10/2012 19:34:


Posso confermare che Paolo apostolo non disse mai la frase citata ma può darsi che sia stata tratta da qualche libro cattolico.
Per tutte le altre OK ma hanno detto di peggio specialmente Agostino.
Di solito Raf è molto preciso!!




L'errore sta a monte!
I cosiddetti "padri della chiesa" altro non erano che dei dotti di filosofia greca e vedevano il cristianesimo con le lenti di detta filosofia.
Fermo restando che non mi frega un fico secco di questi "padri", la verità è che non è il cristianesimo ad aver permeato la filosofia, ma il contrario:


Diogene il greco e gli altri . Filosofi che odiano le donne

Non si può certo dire fatte ovviamente le debite eccezioni, anche se scarse che i filosofi greci avessero grande considerazione delle donne. Alcuni di loro sembra addirittura che si augurassero la morte dell' intero genere femminile. Quantomeno, questo era quel che si augurava Diogene di Sinope, detto «il Cane» vissuto tra il 410 e il 320 a.C. circa, considerato il fondatore della scuola cinica, e certamente il più celebre dei suoi rappresentanti. Diogene, va detto, era noto per il pessimo carattere e per l' originalità, per non dire la stravaganza del suo comportamento. Non tenendo in alcuna considerazione il potere, la gloria e la ricchezza, viveva in una botte e si aggirava per Atene coperto da un semplice mantello, tenendo in mano un lampada accesa, anche di giorno, e a chi gliene chiedeva la ragione rispondeva: «Cerco l' uomo». La sua fama era tale che un giorno, a Corinto, Alessandro Magno incontrandolo gli chiese se avesse qualche desiderio, dichiarandosi pronto a esaudirlo. E Diogene, senza degnarlo di uno sguardo: «Spostati - gli disse - mi stai togliendo il sole». A completare il quadro, infine, e a dare un' idea dei suoi rapporti con le donne soccorre un altro aneddoto: un giorno, mentre passeggiava tra gli alberi, vide numerosi corpi di fanciulla appesi ai rami di un ulivo, impiccati. Uno spettacolo terribile, che peraltro non lo turbò minimamente. Continuando imperturbabile il suo cammino, si limitò ad augurarsi: «Ah, se simili frutti pendessero da tutti gli alberi» il racconto si legge in Diogene Laerzio 6, 2, 52. Certamente, data l' originalità del personaggio, sarebbe eccessivo generalizzare il suo desiderio. Ma, altrettanto certamente l' aneddoto suscita una certa inquietudine. RIPRODUZIONE RISERVATA

Cantarella Eva

Pagina 42
(11 dicembre 2010) - Corriere della Sera



archiviostorico.corriere.it/2010/dicembre/11/Diogene_greco_gli_altri_Filosofi_co_9_1012110...



=omegabible=
00sabato 27 ottobre 2012 20:24
Re: Re:
Agabo, 27/10/2012 20:05:



L'errore sta a monte!
I cosiddetti "padri della chiesa" altro non erano che dei dotti di filosofia greca e vedevano il cristianesimo con le lenti di detta filosofia.
Fermo restando che non mi frega un fico secco di questi "padri", la verità è che non è il cristianesimo ad aver permeato la filosofia, ma il contrario:


Diogene il greco e gli altri . Filosofi che odiano le donne

Non si può certo dire fatte ovviamente le debite eccezioni, anche se scarse che i filosofi greci avessero grande considerazione delle donne. Alcuni di loro sembra addirittura che si augurassero la morte dell' intero genere femminile. Quantomeno, questo era quel che si augurava Diogene di Sinope, detto «il Cane» vissuto tra il 410 e il 320 a.C. circa, considerato il fondatore della scuola cinica, e certamente il più celebre dei suoi rappresentanti. Diogene, va detto, era noto per il pessimo carattere e per l' originalità, per non dire la stravaganza del suo comportamento. Non tenendo in alcuna considerazione il potere, la gloria e la ricchezza, viveva in una botte e si aggirava per Atene coperto da un semplice mantello, tenendo in mano un lampada accesa, anche di giorno, e a chi gliene chiedeva la ragione rispondeva: «Cerco l' uomo». La sua fama era tale che un giorno, a Corinto, Alessandro Magno incontrandolo gli chiese se avesse qualche desiderio, dichiarandosi pronto a esaudirlo. E Diogene, senza degnarlo di uno sguardo: «Spostati - gli disse - mi stai togliendo il sole». A completare il quadro, infine, e a dare un' idea dei suoi rapporti con le donne soccorre un altro aneddoto: un giorno, mentre passeggiava tra gli alberi, vide numerosi corpi di fanciulla appesi ai rami di un ulivo, impiccati. Uno spettacolo terribile, che peraltro non lo turbò minimamente. Continuando imperturbabile il suo cammino, si limitò ad augurarsi: «Ah, se simili frutti pendessero da tutti gli alberi» il racconto si legge in Diogene Laerzio 6, 2, 52. Certamente, data l' originalità del personaggio, sarebbe eccessivo generalizzare il suo desiderio. Ma, altrettanto certamente l' aneddoto suscita una certa inquietudine. RIPRODUZIONE RISERVATA

Cantarella Eva

Pagina 42
(11 dicembre 2010) - Corriere della Sera



archiviostorico.corriere.it/2010/dicembre/11/Diogene_greco_gli_altri_Filosofi_co_9_1012110...







[SM=x789052] [SM=x789052] Vedi Agabo, non è che sia importante che quelle idee fossero più antiche di Cristo; è importante invece far vedere che chi le faceva proprie fosse insignito col titolo di Padre della Chiesa Cattolica Romana capitanata dal successore di Pietro.(altra puttanata!)
Tutto qui!!


[SM=x789056]



Agabo
00domenica 28 ottobre 2012 08:36
Re: Re: Re:
=omegabible=, 27/10/2012 20:24:




[SM=x789052] [SM=x789052] Vedi Agabo, non è che sia importante che quelle idee fossero più antiche di Cristo; è importante invece far vedere che chi le faceva proprie fosse insignito col titolo di Padre della Chiesa Cattolica Romana capitanata dal successore di Pietro.(altra puttanata!)
Tutto qui!!


[SM=x789056]






Una differenza sicuramente importante, ma molta gente non fa distinzione fra chiesa e Vangelo e finisce con l'identificare le due cose. Di danni, questi cosiddetti padri, ne hanno fatti tanti e ne ha fatti anche la chiesa cattolica che ha fatto sue molte delle loro strane idee; per questo la precisazione è doverosa, non per te e per altri, ma per quelli che ... dormono...


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