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SIAMO PERSONE, NON BENI DI PROPRIETÀ

Ultimo Aggiornamento: 29/10/2012 00:49
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22/10/2012 01:54
 
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In una società ormai incapace di tutelare le fasce più deboli della popolazione, avviene che una ragazzina di 17 anni si assuma la responsabilità enorme di salvare la sorella diciottenne, che gli adulti non hanno voluto proteggere. Con l’ultimo femminicidio commesso venerdì scorso a Palermo in cui Carmela Petrucci è stata uccisa mentre tentava di difendere la sorella Lucia dalle coltellate dell’ex fidanzato ventitreenne di quest’ultima, emerge l’urgenza non più procrastinabile di mettere a punto un piano nazionale che miri ad arginare la violenza verso le donne.

Più di 100 sono state uccise da inizio anno. C’è una motivazione comune che lega questi delitti ed è l’incapacità da parte degli assassini di accettare che la compagna, di un’estate o di una vita, determini la fine del rapporto, prenda cioè in modo autonomo una decisione che avrà ripercussioni sulla loro vita. Ricordo che ero ragazzina quando mia madre mi spiegò che quel giorno veniva abolito il delitto d’onore, ed era solo il 1981. Ed era ancora come fosse ieri, che mia nonna materna si infilò guanti e cappello, guardò il marito in poltrona e gli comunicò: “Io vado a votare”.

Era il 1946 ed era la prima volta che era autorizzata a farlo. Da poco, veramente da pochi anni, noi donne stiamo faticosamente cercando di autodeterminare la nostra vita, sia nel lavoro sia nel privato e questo cambiamento epocale ha alterato in modo irreversibile la relazione tra uomini e donne, portando un comprensibile disorientamento tra chi per anni aveva goduto di un potere di scelta totale all’interno della coppia.

Se siamo d’accordo nel ritenere che i cittadini di un Paese civile non sono l’effetto del caso, bensì il frutto di un processo educativo, dobbiamo riconoscere che nessun processo formativo ha accompagnato questo potente cambiamento. E mentre la scuola, che avrebbe potuto e dovuto fornire percorsi di educazione alla relazione e alla sessualità, veniva sistematicamente resa sempre più impotente, l’altro importante agente di socializzazione, la televisione, agiva da indiscussa proponitrice di modelli obsoleti dove le donne, e in particolare le giovani donne, venivano presentate come oggetti, decorazioni, deumanizzate dunque, belle cose da possedere che non chiedevano alcun tipo di sforzo relazionale.

È necessario agire, e subito. Serve potenziare la scuola, dare agli insegnanti gli strumenti adeguati per educare i ragazzi alla relazione, servono corsi di aggiornamento, personale adeguato. Ma più di tutto è necessario che gli adulti, uomini e donne, comprendano che questa è una priorità.

Da Il Fatto Quotidiano del 21/10/2012.

triskel182.wordpress.com/2012/10/21/siamo-persone-non-beni-di-proprieta-lorella-zanardo/#mo...



La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno.
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Re:
kelly70, 22/10/2012 01:54:

In una società ormai incapace di tutelare le fasce più deboli della popolazione, avviene che una ragazzina di 17 anni si assuma la responsabilità enorme di salvare la sorella diciottenne, che gli adulti non hanno voluto proteggere. Con l’ultimo femminicidio commesso venerdì scorso a Palermo in cui Carmela Petrucci è stata uccisa mentre tentava di difendere la sorella Lucia dalle coltellate dell’ex fidanzato ventitreenne di quest’ultima, emerge l’urgenza non più procrastinabile di mettere a punto un piano nazionale che miri ad arginare la violenza verso le donne.

Più di 100 sono state uccise da inizio anno. C’è una motivazione comune che lega questi delitti ed è l’incapacità da parte degli assassini di accettare che la compagna, di un’estate o di una vita, determini la fine del rapporto, prenda cioè in modo autonomo una decisione che avrà ripercussioni sulla loro vita. Ricordo che ero ragazzina quando mia madre mi spiegò che quel giorno veniva abolito il delitto d’onore, ed era solo il 1981. Ed era ancora come fosse ieri, che mia nonna materna si infilò guanti e cappello, guardò il marito in poltrona e gli comunicò: “Io vado a votare”.

Era il 1946 ed era la prima volta che era autorizzata a farlo. Da poco, veramente da pochi anni, noi donne stiamo faticosamente cercando di autodeterminare la nostra vita, sia nel lavoro sia nel privato e questo cambiamento epocale ha alterato in modo irreversibile la relazione tra uomini e donne, portando un comprensibile disorientamento tra chi per anni aveva goduto di un potere di scelta totale all’interno della coppia.

Se siamo d’accordo nel ritenere che i cittadini di un Paese civile non sono l’effetto del caso, bensì il frutto di un processo educativo, dobbiamo riconoscere che nessun processo formativo ha accompagnato questo potente cambiamento. E mentre la scuola, che avrebbe potuto e dovuto fornire percorsi di educazione alla relazione e alla sessualità, veniva sistematicamente resa sempre più impotente, l’altro importante agente di socializzazione, la televisione, agiva da indiscussa proponitrice di modelli obsoleti dove le donne, e in particolare le giovani donne, venivano presentate come oggetti, decorazioni, deumanizzate dunque, belle cose da possedere che non chiedevano alcun tipo di sforzo relazionale.

È necessario agire, e subito. Serve potenziare la scuola, dare agli insegnanti gli strumenti adeguati per educare i ragazzi alla relazione, servono corsi di aggiornamento, personale adeguato. Ma più di tutto è necessario che gli adulti, uomini e donne, comprendano che questa è una priorità.

Da Il Fatto Quotidiano del 21/10/2012.

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Solo uno stato di Polizia, forse, ma non augurabile, potrebbe cambiare qualcosa. Gl uomini, intendo i MASCHI diventano sempre più deboli e incapaci di fronteggiare e gestire le proprie frustrazioni, sconfitte e delusioni; la rabbia incontrollata e omicida e indice di debolezza e di incapacità di controllo delle emozioni.

Non mi risulta, però, che la scolasticità di grado elevato riesca ad arginare questa piaga. i valori morali potrebbero essere cervelloticamente appresi anche a scuola, ma difficilmente vengono in tal luogo INTERIORIZZATI.
Una RIFLESSIONE sull'abbandono dei valori morali del cristianesimo dei Vangeli ci porta a considerare che esso va di pari passo con l'acuirsi di questi barbari fenomeni. Se l'uomo non deve rispondere a nessuno dei suoi atti immorali, tutto può succedere, se la vita non è più cosa "sacra", ma una "COSA" e basta, è difficile pensare di porre un valido rimedio a questo cancro sociale.





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Il problema è che in Italia non c'è certezza di pena e quindi la mancanza di responsabilità la fa da padrone!
Una massa di ladri buffoni che governa un popolo di pecore da quaresima!!! [SM=g27825] [SM=g27825]



O=============O===========O

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22/10/2012 15:15
 
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Re: Re:
Agabo, 22/10/2012 09:16:



Solo uno stato di Polizia, forse, ma non augurabile, potrebbe cambiare qualcosa. Gl uomini, intendo i MASCHI diventano sempre più deboli e incapaci di fronteggiare e gestire le proprie frustrazioni, sconfitte e delusioni; la rabbia incontrollata e omicida e indice di debolezza e di incapacità di controllo delle emozioni.

Non mi risulta, però, che la scolasticità di grado elevato riesca ad arginare questa piaga. i valori morali potrebbero essere cervelloticamente appresi anche a scuola, ma difficilmente vengono in tal luogo INTERIORIZZATI.
Una RIFLESSIONE sull'abbandono dei valori morali del cristianesimo dei Vangeli ci porta a considerare che esso va di pari passo con l'acuirsi di questi barbari fenomeni. Se l'uomo non deve rispondere a nessuno dei suoi atti immorali, tutto può succedere, se la vita non è più cosa "sacra", ma una "COSA" e basta, è difficile pensare di porre un valido rimedio a questo cancro sociale.






Il punto non è questo, secondo me, perchè è evidente che l'azione moralizzatrice della religione ha fallito. E ha fallito per lo stesso motivo per cui falliscono tutti i tentativi moralizzatori che usano l'imposizione. Se siamo in questa situazione la colpa è proprio della religione che ha relegato per secoli la donna in una posizione subalterna e adesso che la donna cerca di liberarsi l'uomo non riesce ad accettarlo, ed essendosi liberato dal giogo della paura dell'inferno non ha più nessuna remora a lasciarsi andare agli istinti più bestiali.

Uno dei problemi basilari è che adesso i bambini (maschi e anche femmine) sono abituati ad avere tutto ciò che desiderano e non hanno una mente adatta a sopportare la frustrazione di non poter soddisfare tutti i loro capricci. A questo si aggiunga il fatto che le persone sono abituate a darsi un valore in base a quanto piacciono agli altri, a quello che hanno, alla felicità che proviene dall'esterno, e quando tutto questo gli viene a mancare vanno fuori di testa.

La scuola non dovrebbe inculcare, dovrebbe educare, spiegare, fare interiorizzare... e lo stesso dovrebbero fare i genitori. Anche le religioni potrebbero farlo, ma hanno sbagliato metodo e i risultati si vedono. Un fallimento totale su tutti i fronti.

E poi ricordatevi che una vera azione educatrice è possibile solo nei primissimi anni di vita del bambino. Quando va a scuola c'è il completamento, quando va in chiesa c'è l'inculcamento, ma la vera base la mettono i genitori. E' a loro che bisogna andare a chiedere il conto.
[Modificato da kelly70 22/10/2012 15:17]



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22/10/2012 15:55
 
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Re: Re: Re:
kelly70, 22/10/2012 15:15:




Il punto non è questo, secondo me, perchè è evidente che l'azione moralizzatrice della religione ha fallito. E ha fallito per lo stesso motivo per cui falliscono tutti i tentativi moralizzatori che usano l'imposizione. Se siamo in questa situazione la colpa è proprio della religione che ha relegato per secoli la donna in una posizione subalterna e adesso che la donna cerca di liberarsi l'uomo non riesce ad accettarlo, ed essendosi liberato dal giogo della paura dell'inferno non ha più nessuna remora a lasciarsi andare agli istinti più bestiali.

Uno dei problemi basilari è che adesso i bambini (maschi e anche femmine) sono abituati ad avere tutto ciò che desiderano e non hanno una mente adatta a sopportare la frustrazione di non poter soddisfare tutti i loro capricci. A questo si aggiunga il fatto che le persone sono abituate a darsi un valore in base a quanto piacciono agli altri, a quello che hanno, alla felicità che proviene dall'esterno, e quando tutto questo gli viene a mancare vanno fuori di testa.

La scuola non dovrebbe inculcare, dovrebbe educare, spiegare, fare interiorizzare... e lo stesso dovrebbero fare i genitori. Anche le religioni potrebbero farlo, ma hanno sbagliato metodo e i risultati si vedono. Un fallimento totale su tutti i fronti.

E poi ricordatevi che una vera azione educatrice è possibile solo nei primissimi anni di vita del bambino. Quando va a scuola c'è il completamento, quando va in chiesa c'è l'inculcamento, ma la vera base la mettono i genitori. E' a loro che bisogna andare a chiedere il conto.



Mi spiace kelly ma non la condivido affatto la tua opinione.

Provate una sola volta a mettervi nei panni dei familiari della vittima

Quale giustizia potrebbe appagare tale e tanto dolore?

Che facciamo ce la prendiamo con i genitori?

Omega ha detto una cosa sacrosanta:


Il problema è che in Italia non c'è certezza di pena e quindi la mancanza di responsabilità la fa da padrone!
Una massa di ladri buffoni che governa un popolo di pecore da quaresima!!!



Io aggiungerei che se la giustizia non è all'altezza di svolgere i suoi ruoli
meglio sostituirsi ad essa.

P.s.

Ad ogni azione corrisponde una reazione identica e contraria



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22/10/2012 17:29
 
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Io cercavo di fare un discorso più a monte. Certe cose non bisogna non-farle per paura della pena, altrimenti siamo punto e capo. Che sia il carcere, o che sia l'inferno eterno, non credo debba essere quello il deterrente. Almeno non per tutti. Certo, potrebbe servire come ultima ratio, ma la società andrebbe man mano educata con la ragione, non con la forza.

La forza può servire in alcuni momenti, anche una sculacciata al bambino è sacrosanta, ma adesso i bambini non si possono sculacciare, e dopo ammazzano i loro compagni perchè non hanno il senso del limite e della misura.

Quando i bambini arrivano nelle scuole sono già irrecuperabili. I genitori, la maggior parte, non sono più in grado nè di educare nè di dare il buon esempio. I ragazzini vedono violenza fisica e verbale dappertutto, anche tra i loro genitori. Conosco una mamma che ha due bambini che sono il colmo della maleducazione. Lei ha fatto il meglio che poteva, ma litiga in continuazione col marito, davanti ai bambini e scambiandosi offese. Senza parlare del caso del povero bambino di padova preso con la forza davanti alla scuola. Che razza di lezione avrà imparato quel poveretto? Che con la forza si ottiene tutto. Anche di sottomettere la volontà altrui.



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22/10/2012 18:59
 
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Anch'io cercavo di andare "a monte" di questa questione.
Quando i bambini sono di età scolare, il più è fatto. Allora la riflessione bisogna spostarla sulla famiglia e sui valori che essa inculca. La colpa non è solo o soprattutto del consumismo e delle eventuali frustrazioni ad esso legate, ma, ripeto, al fatto che non si insegna più la distinzione tra il valore delle cose e la sacralità della vita. La vita è sacra e la si insulta non solo con l'omicidio ma anche in tutte le forme che tristemente conosciamo.

Qui l'ateismo non ha molto da dire, non perchè non abbia dei valori intrinsechi, ma perchè non riconoscendo un DIO non è conseguentemente in grado di riconoscere la SACRALITA' della vita. Molta responsabilità, inoltre, è da attribuire all'evoluzionismo, soprattutto alla legge del più forte, o selezione naturale che si voglia, che ha instillato nelle menti la prevaricazione dell'uomo da parte dell'uomo in tutte le sue forme e, ricordo, l'evoluzionismo è solo una teoria!

Il messaggio del Vangelo è chiaro: il valore della vita dell'uomo è così grande che il Figlio di Dio si è fatto uomo ed è venuto sulla terra a soffrire e a morire per il suo riscatto. Si può essere scettici su questo messaggio, ma non si può non riconoscerne l'alto significato che esso attribuisce alla sacralità della vita.

"Non si butta il bambino con l'acqua sporca", si dice. E di "acqua sporca" nelle religioni ce n'è tanta ... ma anche altrove!
ma se sappiamo discernere l'oro dai metalli vili che gli somigliano, i diamanti dai quarzi ecc. perchè non vogliamo discriminare tra il messaggio del Vangelo e le religioni cosiddette "cristiane"? E' una discriminazione doverosa perchè non sono la stessa cosa. Gesù Cristo, per esempio, ha detto che il solo odiare nel pensiero una persona equivale ad un omicidio; questa è una verità perchè tutti sappiamo quanto questo sia vero: l'omicidio viene concepito nella mente, coltivato come un pensiero, una possibilità per concretizzare uno scopo, ma il messaggio cristiano induce al controllo dei propri pensieri per "vaccinare" la mente contro la possibilità di passare a certe "vie di fatto".
[Modificato da Agabo 22/10/2012 19:05]



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Re:
Agabo, 22/10/2012 18:59:

Anch'io cercavo di andare "a monte" di questa questione.
Quando i bambini sono di età scolare, il più è fatto. Allora la riflessione bisogna spostarla sulla famiglia e sui valori che essa inculca. La colpa non è solo o soprattutto del consumismo e delle eventuali frustrazioni ad esso legate, ma, ripeto, al fatto che non si insegna più la distinzione tra il valore delle cose e la sacralità della vita. La vita è sacra e la si insulta non solo con l'omicidio ma anche in tutte le forme che tristemente conosciamo.

Qui l'ateismo non ha molto da dire, non perchè non abbia dei valori intrinsechi, ma perchè non riconoscendo un DIO non è conseguentemente in grado di riconoscere la SACRALITA' della vita. Molta responsabilità, inoltre, è da attribuire all'evoluzionismo, soprattutto alla legge del più forte, o selezione naturale che si voglia, che ha instillato nelle menti la prevaricazione dell'uomo da parte dell'uomo in tutte le sue forme e, ricordo, l'evoluzionismo è solo una teoria!

Il messaggio del Vangelo è chiaro: il valore della vita dell'uomo è così grande che il Figlio di Dio si è fatto uomo ed è venuto sulla terra a soffrire e a morire per il suo riscatto. Si può essere scettici su questo messaggio, ma non si può non riconoscerne l'alto significato che esso attribuisce alla sacralità della vita.

"Non si butta il bambino con l'acqua sporca", si dice. E di "acqua sporca nelle religioni ce n'è tanta ...
ma se sappiamo discernere l'oro dai metalli vili che gli somigliano, i diamanti dai quarzi ecc. perchè non vogliamo discriminare tra il messaggio del Vangelo e le religioni cosiddette "cristiane"? E' una discriminazione doverosa perchè non sono la stessa cosa. Gesù Cristo, per esempio, ha detto che il solo odiare nel pensiero una persona equivale ad un omicidio; questa è una verità perchè tutti sappiamo quanto questo sia vero: l'omicidio viene concepito nella mente, coltivato come un pensiero, una possibilità per concretizzare uno scopo, ma il messaggio cristiano induce al controllo dei propri pensieri per "vaccinare" la mente contro la possibilità di passare a certe "vie di fatto".




Niente di più falso. Siamo alle solite storie che gli atei non riconoscono la sacralità della vita perchè non credono in Dio. Falsissimo. Gli atei credono alla sacralità della vita per se stessa, non perchè l'ha creata Dio. Siamo un gradino più avanti, se permetti.

Più avanti dello stesso Dio che non si è fatto scrupoli a sterminare il genere umano col diluvio. O ad ammazzarne a milioni perchè erano contro il suo popolo eletto. Poi è venuto Gesù e ha detto "ama il prossimo tuo come te stesso". Ma di quel "te stesso" se ne dimenticano tutti, credenti in primis. Sia perchè amano il prossimo meno di se stessi, sia perchè non amano affatto se stessi e di conseguenza non possono amare il prossimo.

Non è saggio cercare di instillare il valore della vita subordinandolo all'idea che la vita l'ha data Dio. Per il semplice fatto che nessuno gliel'ha chiesta. E che non l'ha data uguale a tutti. Se metti in mezzo Dio, poi sei costretto a spiegare per quale motivo è stato ingiusto e non ha dato a tutti la stessa cosa. E prima di tirare fuori la colpa di Adamo ed Eva leggiti la mia risposta nel thread sul peccato originale.

[SM=x789061]



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22/10/2012 19:37
 
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Sono proprio le prediche, il troppo buonismo che ci ha portato al punto in cui ci troviamo,
a un passo dal baratro.

Omicidi efferati, suicidi, ruberie, corruzione, ecc.ecc. hanno tutti la stessa matrice,

l'impunità, malcelata sotto la certezza della pena con sconti di buona condotta, prescrizioni e/o magari con la scusa di essere incensurati.

Ma di fronte a omicidi così evidenti,così atroci, occorre solo la pena di morte.

Cos'ì come chi ha rubato deve restituire il maltolto onde evitare il taglio della mano.


Colpiscine uno per educarne cento





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Re:
ReteLibera, 22/10/2012 19:37:


Sono proprio le prediche, il troppo buonismo che ci ha portato al punto in cui ci troviamo,
a un passo dal baratro.

Omicidi efferati, suicidi, ruberie, corruzione, ecc.ecc. hanno tutti la stessa matrice,

l'impunità, malcelata sotto la certezza della pena con sconti di buona condotta, prescrizioni e/o magari con la scusa di essere incensurati.

Ma di fronte a omicidi così evidenti,così atroci, occorre solo la pena di morte.

Cos'ì come chi ha rubato deve restituire il maltolto onde evitare il taglio della mano.


Colpiscine uno per educarne cento






Non mi sembra che nei paesi dove vige la pena di morte abbiano smesso di delinquere.

La pena di morte è l'ammissione del fallimento, l'incapacità di mantenere una società a un livello civile, una barbarie che rende l'uomo peggiore, senza termini di paragone.

Purtroppo siamo giunti a un punto in cui è difficilissimo tornare indietro, e il punto più basso della spirale discendente sarebbe proprio la pena di morte. Bisogna risalire, non precipitare più in basso.



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