Se voi foste il giudice...

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kelly70
00mercoledì 5 ottobre 2011 02:03
Che sentenza avreste emesso nei confronti di Amanda e Raffaele?

Condividete la decisione del giudice?


A voi l'ardua sentenza.

Kelly
=omegabible=
00mercoledì 5 ottobre 2011 06:37
Per me assolti per insufficienza di prove ma non per non aver commesso il fatto come è stato fatto!!!
Comunque come ho già detto in altro luogo,si tratta di un caso di suicidio della giustizia! [SM=g27825]



Siamo seri:

AAAAAA. Giovane studentessa straniera cerca stanza da condividere a Milano. Chiedere di Amanda.

Equitalia: se non paghi ti mandano un sollecito.

L'importante non è scegliere tra bene e male, l'importante è scegliere l'Avvocato Bongiorno come difesa. (bastardidentro.it)

[SM=g2535979] amaro!!!

Titti-79
00mercoledì 5 ottobre 2011 12:59
C'è da considerare il fatto che noi, per logici motivi, non abbiamo tutti i dati del caso.
La televisione racconta balle e gonfia le notizie in un modo allucinante.
Il dna prima c'era, poi non c'è più.
L'impronta prima era di quello, poi di quell'altro.
L'arma del delitto era il coltello, poi non si sa.
E come si fa a dare una sentenza così?!
Addirittura da "lucidi assassini" si è passato a "non erano presenti"!

Comunque resto del parere che, in mancanza di prove sufficienti, meglio assolvere.
In questo caso sono stati assolti in formula piena per non aver commesso il fatto in quanto non presenti sulla scena del crimine.
Mi auguro che il giudice abbia avuto elementi sufficienti per emanare questa sentenza.


Titti.
principessac
00mercoledì 5 ottobre 2011 16:05
assolti per prove insufficienti
kelly70
00mercoledì 5 ottobre 2011 17:49
A Perugia i gornalisti da tutto il mondo per una sentenza. Un caso, quello dell’ omicidio della studentessa inglese, che fin dall’ inizio ha assunto le caratteristiche del soap giallo, del serial televisivo criminologico, con risvolti a volte grotteschi.

STORIA - Dal novembre del 2007 sono passati quattro lunghi anni durante i quali non è mancata settimana in cui i media non si occupassero della vicenda. Vuoi l’ interesse della famiglia di Amanda o il rispettoso silenzio della famiglia di Meredith, gli attacchi e le insinuazioni di parte americana alla giustizia italiana o gli apprezzamenti per la sentenza di primo grado da parte inglese. Un tormentone lungo quattro anni che ha portato questa triste vicenda nelle case degli italiani come in quelle di mezzo mondo. “La vittima oscurata dallo show” è il titolo di un bell’ articolo di Natalia Aspesi oggi su Repubblica che, senza entrare nel merito della vicenda giudiziaria ci pone di fronte al problema di una spettacolarizzazione estrema di un caso criminale e delle sue conseguenze tale da arrivare a rendere quasi invisibile l’ oggetto del crimine, il corpo del reato. Ma il fenomeno della spettacolarizzazione del quotidiano (della vita quotidiana) è ormai, nell’ ecosistema mediatico contemporaneo, un accadimento ridondante. Che passa per spettacoli come “Porta a Porta” o come i telegiornali “rosa” di Minzolini, per i reality come “l’ isola dei famosi” o “il grande fratello”. Sembra che, cittadini normali o famosi, illustri sconosciuti o accorsati professionisti, siano divenuti i moderni gladiatori da dare in pasto, più che alle belve, al loro pubblico affamato. E la televisione in primis, gli altri media a seguire, sono divenuti l’ arena, il luogo del combattimento, del sacrificio.

VITTIMA - Il sangue versato non è quello della vittima: poco o nulla importa della vittima dell’ omicidio di Garlasco o di Cogne, interessa il meccanismo occulto e morboso della congettura, dell’ ipotesi, della supposizione. Un paragone che calza facile è quello con il clima mediatico pre e post partita nel calcio: prima e dopo tutti allenatori a sviluppare le proprie teorie parasportive a individuare le formazione ideale, pronti a condannare a morte il campione fuori forma o l’ allenatore che ha immaginato una formazione non vincente. Così come su di un caso di omicidio , che nella sostanza può riguardare al massimo due famiglie, qualche conoscente, l’ assassino e la vittima, per vicende che sono assolutamente personali e tragiche, un intero stato o, come in questo caso, molte nazioni, sono state coinvolte in dibattiti mediatici privi di alcuna ragion d’essere reale, se non quella di catturare l’ attenzione del pubblico. Catturarla “sfrocoliando” la morbosità, educando all’ analisi di fatti criminali chi non ha alcuna competenza o capacità per comprenderli, solo perché la miseria umana presume sbagliando che il dolore degli altri possa lenire in qualche modo il proprio. Compassionevoli o arrabbiati, giudici saggi o inquisitori implacabili, i cittadini vengono subliminalmente indotti a scaricare la propria impotenza ed insignificanza di fronte alla vita ed alla morte. Una sorta di rito, di esorcismo con il quale si suppone, sbagliando ovviamente, di trovare un senso al proprio normale quotidiano. E’ la eterna logica del “Mostro” del “Girolimoni” che incarnano le ansie e le angosce delle società. E’ la logica della pubblica esecuzione che conferisce potere a chi la esegue, normalizzando la mutilazione esistenziale di chi invece continua a vivere, gioiendo o deprecando ma soprattutto “guardando” ed assistendo . Oggi grande delusione per i colpevolisti, gioia per gli innocentisti che restano, senza accorgersene, sempre disoccupati, più poveri e meno consapevoli dei loro problemi reali.

Blumare369
00mercoledì 5 ottobre 2011 20:03
Per me sono innocenti.
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