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Gertrude61

06/03/2013 13:01
Dalla metà del XX secolo con il termine Olocausto (con l'adozione della maiuscola) si indica, per antonomasia, il genocidio perpetrato dalla Germania nazista e dai suoi alleati nei confronti degli ebrei d'Europa. Esso consistette nello sterminio di un numero compreso tra i 5 e i 6 milioni di ebrei, di ogni sesso ed età. L'Olocausto in quanto genocidio degli ebrei è chiamato anche con il nome di Shoah (in lingua ebraica: השואה, HaShoah, "catastrofe", "distruzione").

La distruzione di circa i due terzi degli ebrei d'Europa venne organizzata e portata a termine dalla Germania nazista mediante un complesso apparato amministrativo, economico e militare che coinvolse gran parte delle strutture di potere burocratiche del regime, con uno sviluppo progressivo che ebbe inizio nel 1933 con la segregazione degli ebrei tedeschi, proseguì, estendendosi a tutta l'Europa occupata dal Terzo Reich durante la seconda guerra mondiale, con il concentramento e la deportazione e quindi culminò dal 1941 con lo sterminio fisico per mezzo di eccidi di massa sul territorio da parte di reparti speciali e soprattutto in strutture di annientamento appositamente predisposte (campi di sterminio). Questo evento non trova nella storia altri esempi a cui possa essere paragonato per le sue dimensioni e per le caratteristiche organizzative e tecniche dispiegate dalla macchina di distruzione nazista.

La parola "Olocausto" deriva dal greco ὁλόκαυστος (olokaustos, "bruciato interamente"), a sua volta composta da ὅλος (olos, "tutto intero") e καίω (kaio, "brucio") ed era inizialmente utilizzata ad indicare la più retta forma di sacrificio prevista dal giudaismo.

L'uso del termine Olocausto viene anche esteso a tutte le persone, gruppi etnici e religiosi ritenuti "indesiderabili" dalla dottrina nazista, e di cui il Terzo Reich aveva previsto e perseguito il totale annientamento nel medesimo evento storico: essi potevano comprendere, secondo i progetti del Generalplan Ost, popolazioni delle regioni orientali europee occupate ritenute "inferiori", e includere quindi prigionieri di guerra sovietici, oppositori politici, nazioni e gruppi etnici quali Rom, Sinti, Jenisch, gruppi religiosi come testimoni di Geova e pentecostali, omosessuali, malati di mente e portatori di handicap.

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Gertrude61

07/03/2013 13:18
da rom incrociata con celti purosangue e malata mentale ti dò ragione visto che rientro nella minoranza perseguitata
ZAK007.

06/03/2013 15:38

Wikipedia a parte..il pensiero del "omino della strada",tende a dare il medesimo significato a entrambi i termini.
Peccato che semanticamente parlando,nessuno dei due fa riferimento specifico alla strage della popolazione ebraica;
Quando sento parlare i più di Olocausto,tutti danno come unica risposta:"ah,sì..lo sterminio degli ebrei!"
Passano sempre in secondo piano (quando non totalmente scordati) le altre "minoranze" che in quello sciagurato periodo vennero perseguitate e eliminate.
Tutti parlano degli ebrei ma...polacchi,rom,sinti,disabili,massoni,slavi,comunisti,malati mentali,omosessuali e dissidenti politici non li ricorda nessuno..
Sarà una questione numerica..evidentemente 6 milioni di vittime di un'unica "etnia" fanno più impressione dei restanti 15 milioni di individui di culture e caratteristiche miste..o forse sarà altro..chissà.
Ma in fondo c'è poco da stupirsi..l'utilizzo di pesi e misure,quando lasciato al limitato intelletto umano,lascia sempre a desiderare..
Riguardo al termine Shoah..si ritiene più indicato alla mattanza del popolo ebraico,ma neppure questo è semanticamente corretto;
Pare sia stiloso personalizzare tragedie,che per quanto orribili e assurde,non sono mai proprietà privata..
Ma anche in questo caso,è inutile stupirsi..all'omino della strada piace etichettare tutto,in modo da averlo bello pronto e ordinato nella confusione del proprio cervello..

Pace da ZAK


Gertrude61

06/03/2013 13:03
Il termine Olocausto definisce originariamente un tipo di sacrificio della religione greca, ebraica e dei culti dei Cananei, nel quale ciò che si sacrifica viene completamente arso. Per estensione, si riferisce anche all'oggetto del sacrificio. Nella Tanakh, יolah è un termine ricorrente, specialmente in occasione di sacrifici rituali, di animali uccisi e bruciati sull'altare del tempio, tesi a sancire un rinnovo dell'alleanza tra il Dio di Israele e il proprio popolo. Nei culti cananei, tenutisi nello specifico nella valle dell'Hinnom, l'olocausto indica il sacrificio umano al dio Moloch.

Nel greco antico (e successivamente nel latino come holocaustum) questo termine indicava un tipo di sacrificio religioso in cui il corpo della vittima animale, dopo l'uccisione, veniva bruciato completamente, così che nessuna parte commestibile poteva essere consumata. Questo rito religioso era praticato nelle epoche antica e arcaica sia nel mondo greco sia in quello ebraico come pure in altre civiltà dell'Asia Minore. Nell'italiano antico compare come termine poetico-letterario, derivato dal latino, con il valore metaforico di "sacrificio estremo", anche in forma aggettivata, ad esempio nella prosa di D'Annunzio che definisce "città olocausta" la città di Fiume dopo i bombardamenti. Diffuso in diverse lingue romanze solo come termine aulico, diventa un termine frequente nel linguaggio giornalistico britannico durante la seconda guerra mondiale per descrivere le gravi perdite umane militari e civili. Dal 1943 gli ambienti ebraici di lingua inglese utilizzano il termine per riferirsi allo sterminio degli ebrei in corso nell'Europa continentale.

Dalla seconda metà del Novecento il termine "olocausto" è stato utilizzato per descrivere lo sterminio subito dagli ebrei d'Europa da parte della Germania nazista di Adolf Hitler, e in seguito, in modo estensivo, anche per indicare massacri o catastrofi su larga scala. A causa del significato religioso del termine, alcuni, ebrei ma non solo, trovano inappropriato l'uso di tale termine: costoro giudicano offensivo paragonare o associare l'uccisione di milioni di ebrei a una "offerta a Dio".

Il termine Shoah è stato adottato più recentemente per descrivere la tragedia ebraica di quel periodo storico, anche allo scopo di sottolinearne la specificità rispetto ad altri casi di genocidio. "Shoah" (in lingua ebraica שואה), significa "desolazione, catastrofe, disastro". Questo termine venne usato per la prima volta nel 1940 dalla comunità ebraica in Palestina, in riferimento alla distruzione degli ebrei polacchi. Da allora definisce nella sua interezza il genocidio della popolazione ebraica d'Europa.

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