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Adamo ed Eva

Ultimo Aggiornamento: 27/04/2018 13:08
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Cardinale
08/11/2017 19:44
 
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Certo, conosco queste argomentazioni che però, a ben vedere, argomenti non sono.

Chiedere di dimostrare l'esistenza dell'inesistente non é che sia poi una trovata molto intelligente, é semplicemente l'unica risorsa alla quale, se messi alle strette, possono attingere.



Credo che in questo ti sbagli.

Magari non la vediamo allo stesso modo su questo, può essere. C'è da dire che la mia opinione si è evoluta parecchio, soprattutto negli ultimi anni, e voglio approfittarne per cercare di spiegarti il modo in cui sono arrivato a vedere le cose in questo ambito. Poi fammi sapere che ne pensi.

Quando mi scrivi che "Chiedere di dimostrare l'esistenza dell'inesistente non é che sia poi una trovata molto intelligente, è semplicemente l'unica risorsa alla quale, se messi alle strette, possono attingere", io ribatto che secondo me, per una larga fetta di credenti questa non è l'ultima argomentazione, ma la prima. Noi di Apo, siamo abituati a sentire le arrampicate sugli specchi patologiche di certa gente... apologi dilettanti che non rappresentano minimamente il pensiero della massaia di Voghera che va a messa tutte le domeniche, o del ferrotranviere di Trieste che insegna catechismo per passione.
Molte persone hanno, per una serie di motivi, raggiunto la genuina convinzione di aver trovato delle buone ragioni per credere. Non importa il fatto che fossero ragioni deboli o pessime, a un certo punto per qualsivoglia motivo hanno raggiunto la sincera conclusione che erano buone giustificazioni e quindi hanno fatto quello che facciamo tutti istintivamente a quel punto: hanno archiviato il loro credo religioso con l'etichetta "questo è vero" e hanno continuato la loro vita, usandolo come fondazione assieme a tante altre cose, finendo per legarlo alla propria identità.

E' chiaro in costoro, questo meccanismo inevitabilmente creerà un forte bias contro una successiva riesaminazione critica della religione, figuriamoci poi se questa riesaminazione viene stimolata dall'ateaccio mangiapreti di turno. Ma il punto è che molte persone cambierebbero idea se fossero convinte che le ragioni che pensavano di avere per credere, non sono davvero buone come loro avevano pensato sul momento. E poiché vedono questo tipo di dialogo con le lenti di un individuo che genuinamente crede di aver già stabilito una base fattuale per le proprie idee, automaticamente partono dall'idea: "ok, tu dici che Dio non esiste. Qual'è il tuo argomento per convincermi di questo?".

E' una fallacia logica, ma non è intenzionale, spesso non è neppure consapevole. Non più di quanto lo sarebbe da parte mia incontrare un individuo che non crede all'esistenza del cielo. Cosa ti verrebbe da rispondergli, se non "Oh bella. Questa poi... hmm... beh, sentiamo, qual'è il tuo argomento per convincermi che il cielo non esiste?"

Di fronte a questo meccanismo, è di importanza cruciale, a mio avviso, strutturare il proprio dialogo in maniera ragionata. E' un grosso errore, sia puramente logico che in termini di comunicazione, assumere una posizione che in partenza non rilevi alcuna differenza fra il dire "non ho mai avuto buone ragioni di nessun genere per credere nell'esitenza di un Dio" e il dire "Io sono convinto che non esistano dei" (o peggio ancora, "io SO che non esistono dei"). Questa è la differenza fra l'instaurare una conversazione in cui si affronta quali siano i metodi per raggiungere criticamente una conclusione valida, e una discussione in cui si parte dal presupposto che l'altro ha l'onere di convincerti, e se non ci riesce, hai ragione tu.
Poi è chiaro che in una conversazione, non "deconvertirai" nessuno. Ma il punto essenziale è essere sempre nella posizione di poter chiedere con sincero interesse in cosa la persona crede, e poi esplorare quali ragioni l'hanno portata a convincersi della veridicità di quella cosa. Perché se nella vita di tutti i giorni hai imparato a essere scettico delle e-mail del principe nigeriano che vuole il numero della tua carta di credito per darti i soldi, o del concessionario che giura che quell'automobile usata è un vero affare, allora quando improvvisamente comincerai a riflettere su quale e quanto scetticismo hai applicato (o NON hai applicato) quando hai accettato l'idea che un dio immortale e onnipotente e perfetto esistesse al di fuori dello spazio e del tempo... a poco a poco, comincerai a realizzare che forse le ragioni che pensavi di avere per quella convinzione, meritano di essere revisionate con più attenzione.
[Modificato da Rainboy 08/11/2017 19:45]
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