kelly70, 18.12.2018 00:08:
Se una persona non vuole discutere di determinati argomenti è perchè ha ancora dei problemi a riguardo.
Vi racconto una cosa: appena ho realizzato di non credere in Dio, i primi anni, rifiutavo tutto ciò che aveva a fare con la religione, come un rigetto. Per anni non ho fatto presepe nè albero, non ho messo piede in chiesa e mi rifiutavo di avere a che fare con i credenti. Poi piano piano ho preso coscienza e consapevolezza del cammino che ognuno di noi deve fare e del fatto che se fuggi da qualcosa e non la vuoi affrontare è perchè ancora non sei sereno al riguardo.
Perchè guardare in cagnesco tutti quelli che mi auguravano Buon Natale? Il mio ateismo erano solo fatti miei, non dovevo convincere nessuno. Se qualcun altro doveva arrivarci ci sarebbe arrivato da solo. Su internet si parla ovviamente, e se un credente viene in un gruppo di atei sa a che cosa va incontro, ma nella vita reale è diverso, non devo fare nessuna crociata.
Questo per ricollegarmi alle varie metamorfosi del nostro amico che ogni volta ne ha fatto una questione di vita o di morte. Non ne vale la pena, perchè domani niente sarà più come oggi.
Buonanotte.
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Credo che hai perfettamente ragione.
Io non ho tutto questo rigetto, ma non sono nemmeno completamente atea, ma sono ultraconvinta ormai che il Jahweh del VT di sicuro non combacia con il Dio del nt.
Quello che però a me lascia perplesso, che tantissimi credenti non si chiedono nulla di quello che mi sono sempre chiesta io, oggi ovviamente un po' di più.
Ed allora provo rigetto, sai finché ho a che fare con un poveretto semplice che zappa la terra, ( con tanto di rispetto per quello che fa) mi dico, ok lui non conosce altro, crede per tradizione e basta, naturalmente se ho a che fare con un Ingegnere o peggio uno storico o teologo, allora mi viene il rigetto, perché non comprendo che cerebralmente non ci arrivano che qualcosa non va.
"Ciò che tu eviteresti di sopportare per te, cerca di non imporlo agli altri" (Epitteto)
Col concetto cristiano della vita, l'amore non è una necessità e non si esercita su nulla; esso è una facoltà essenziale dell'anima umana. L'uomo ama, non perché ha interesse di amare questo o quello, ma perché l'amore è l'essenza dell'anima sua, perché egli non può non amare.
La dottrina cristiana insegna all'uomo che l'essenza dell'anima sua è l'amore, che la sua felicità non è di amare la tale o la tal altra entità, ma bensì il principio di tutto, Dio, ch'egli ha coscienza di contenere in sé. Ecco perché egli amerà tutti e tutto.
(Tolstoj)