Re: (ed altro sul culto mariano)
Roberto Renzetti
Da fisico qual'è è meglio per tutti che continui ad occuparsi di fisica..
Capisco che il quesito è straordinario e che mi si potrebbe con ragione rispondere: fatti gli affari tuoi! Me ne occupo solo perché su questo mito si è costruita l'esegesi di Maria nella Chiesa cattolica. Allora quella domanda che va ad indagare una vicenda che per il cattolico è di fede, è legittima per chi è laico e vuole capire come stanno le cose dai pochi (ma chiari) documenti esistenti. E' che la Chiesa ha manipolato tutto ed inventato tante di quelle cose (i misteri) che lo svelare qualche imbroglio è gratificante. Io non ho, naturalmente le competenze per indagare tale cosa. Ma vi è uno studioso tedesco, Karlheinz Deschener, che sono vari decenni che indaga la storia della Chiesa ed ha scritto molti libri sull'argomento. Mi riferisco ad uno di questi (Il gallo cantò ancora. Storia critica della Chiesa, Massari, Bolsena 1998; pagg. 312-322), uno dei pochi che ha visto la luce in Italia, anche se con ritardo, per merito di un coraggioso editore.
AHAH si certo, allora cosa fa? Sceglie il più discusso storico degli ultimi tempi:
Una volta Deschner ha affermato: “Scrivo da nemico, perché la storia di coloro che descrivo mi ha reso loro nemico”. Prendendo spunto da ciò, Georg Denzler, professore di Storia ecclesiastica all’università di Bamberga, ha risposto: “Una tale motivazione
non può mai essere la base di una seria storiografia. [...] Deschner non conosce alcuno studio delle fonti, dimostra una scelta della letteratura estremamente unilaterale, interpreta le fonti senza considerarne il contesto, tratta singoli eventi come se fossero la totalità e simula un apparato erudito di note nel quale spesso non è possibile verificare ciò che viene affermato. [...] Deschner è colto, ma certamente gli mancano un pensiero e un giudizio storici”. Queste ed altre considerazioni negative sul lavoro di Deschner sono state raccolte e discusse nel principio dell’ottobre del 1992, quando si è svolto in Germania un convegno sull'argomento,
al quale hanno preso parte ventidue eminenti specialisti di storia antica, storia della Chiesa, patrologia, archeologia e storia del diritto canonico, di diverso orientamento religioso. Durante il convegno è stata espressa una forte critica al metodo e ai risultati dell’indagine storiografica di Deschner. Gli Atti del convegno sono stati pubblicati con il titolo Criminalizzazione del cristianesimo? (Hans Reinhard Seeliger, Kriminalisierung des Christentums? Karlheinz Deschners Kirchengeschichte auf dem Prüfstand, Freiburg, Herder, 1993).
In una sua opera recente il famoso teologo Hans Küng - cattolico ma critico verso la gerarchia romana - pur riconoscendo l'importanza di critiche anche radicali quali quella dell'opera di Deschner, ha espresso un parere negativo riguardo agli asserti di tale autore, sostenendo la sostanziale non-novità dei dati esposti e la
faziosità di un intento esplicitamente criminalizzante del cristianesimo che negandosi a un bilancio comprendente tanto i lati positivi che negativi, si limita a raggruppare solo questi ultimi (H. Küng, Cristianesimo, Rizzoli 1997, pp. 17-18).
Basterebbe questo per capire di quale e quanta spazzatura vi nutrite...
Occorre iniziare proprio dal Nuovo Testamento (NT) per rintracciare i cenni a Maria (perché Maria è citata pochissimo, ad esempio, nei Vangeli. Un Vangelo che parlava di lei, della sua giovinezza ed educazione al Tempio, la Chiesa lo ha definito apocrifo e quindi, anche se la cosa non è corretta, non ne parlo qui).
In Luca (Lc. 2,7) si dice che Gesù cresce con 4 fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda e almeno tre sorelle (della cosa si parla qua e là anche in Mc. 6,3; 3,32; Mt, 12,46; 13,55; Atti 1,14; Gal. 1,19; 1Cor. 9,5). Il N.T. fu poi modificato nei luoghi opportuni, soprattutto nelle traduzioni, in modo da far passare tali fratelli come fratellastri, in quanto figli precedenti di Giuseppe, o come cugini. Aiuta in questo la rappresentazione di Giuseppe come un vecchio novantenne.
La versione cugini nasce dal fatto che in Aramaico ed in Ebraico vi è un solo termine che indica, indistintamente il cugino ed il fratello (acha in aramaico e ach in ebraico). Più in dettaglio: nella traduzione greca, quando il NT chiama questi cugini suoi fratelli (adelfoi) si tratterebbe di un errore di traduzione. Si dà però il caso che nel NT adelphoi non significa mai cugini ma solo fratelli. Quando si vuole dire cugini si usa il termine appropriato anepsioi (Col. 4,10).
La questione dei fratelli di Gesù è legata ai semitismi presenti nel testo greco.
Tutte vecchie questioni apologetiche che ripropongo:
Con la parola "ah" (= fratello), gli Ebrei esprimevano la parentela in genere o, addirittura semplicemente compaesano o compatriota.
Quando volevano indicare un fratello germano (= uterino, di sangue) ricorrevano ad espressioni più lunghe, come "figlio di suo fratello" "Figlio di sua madre". Gesù è sempre indicato come figlio di Maria. GLI ALTRI MAI.
Inoltre:
l. Giacomo, fratello di Gesù, è figlio di Alfeo (cf Mt 10,3). Può essere, quindi un parente di Gesù. Giacomo fu capo della Chiesa di Gerusalemme dopo la dispersione degli Apostoli (cf At 12,17; 15,13; 21,18).
2. Giuda, detto anche lui fratello di Gesù, così incomincia la sua lettera: "Giuda servo di Cristo, fratello di Giacomo".
3. "E le sue sorelle non sono tutte "fra noi?""
E' chiaro che quel "Fra noi" dà l'idea di persone che abitano nella stessa contrada, quartiere, località di chi sta parlando. Si capisce che si tratta di parentela larga, di conoscenti più intimi o di paesani.
La parola "Fratello" nella Bibbia è attribuita:
l. Ai nipoti:
Gen 13,8: "Abramo disse a Lot: 'Non vi sia discordia tra me e te, tra i miei mandriani e i tuoi, perché noi siamo fratelli'" (Lot è nipote di Abramo, figlio di suo fratello Aran (cf Gen 11,27; 14,12);
2. Agli zii:
Gen 29, 15: Labano chiama "parente" Giacobbe, il quale è nipote, figlio di sua sorella Rebecca;
3. Ai cugini remoti: (Lev 10,4);
4. Ai parenti in genere: (2 Re 10, 13);
5. Ai semplici compatrioti: (Gen 19,6).
N.B. a) I Vangeli conservano la mentalità ebraica e perciò la parola "fratello" ha un uso così ampio. D'altronde, non si può dire che tra noi ancora oggi le cose siano del tutto cambiato.
b) Osserviamo inoltre, che nell'infanzia di Gesù non vengono mai nominati gli eventuali suoi fratelli;
c) Nel racconto dei pellegrinaggio a Gerusalemme di Gesù fanciullo (Lc 2,41-52) è sorprendente che non si faccia mai menzione di eventuali fratelli di Gesù;
d) La Madonna, come donna, non era affatto obbligata al pellegrinaggio se, oltre al suo primogenito, avesse avuto altri figli;
e) E che dire di Gesù morente? Gv 19,26-27: "Gesù allora, vedendo la madre... disse. 'Donna, ecco tuo figlio...' e da quel momento il discepolo la prese nella sua casa".
Se la Madonna avesse avuto altri figli, sarebbe rimasta presso di loro e non con Giovanni, né Gesù si sarebbe espresso in quella maniera.
Il termine usato da S. Paolo è la parola greca "anepsíos". Da notare che "anepsios"
non ha il significato stretto di cugino, ma quello più generico di parente, che può includere anche quello di cugino. Etimologicamente richiama il latino "nepos" che è un termine con un significato più ampio e non quello di "nipote", come sembrerebbe dalla parola italiana. In italiano adoperiamo la parola "parente" con significato molto ampio, mentre in latino i "parentes" sono i soli genitori. Per convincerci ancora meglio, nel N.T. ci sono molti passi che confermano quello che sto dimostrando. Qualche esempio:
- In Gv 20,17, "fratelli" sono i "discepoli";
- In Mt 25,40, i "fratelli" sono "tutti gli uomini";
- In 1 Cor 9,3-5, i "fratelli" sono i "fratelli di fede";
- In Gal 1,18-19, Giacomo, che è figlio di Alfeo (cf Mat 10,3), viene indicato da Paolo come fratello del Signore ossia come appartenente alla sua parentela o, tutt'al più, potrebbe essere tra i suoi cugini;
- In Mt 28, 10, Gesù chiama "fratelli" i suoi apostoli e discepoli.
Tutto questo voler continuare a rappresentare Maria come madre del solo Gesù, concepito virtualmente, discende da una errata traduzione di Isaia (7,14) e Matteo (1.23). In questi testi, riferendosi a Maria si dice alma Maria. Ed è vero che alma significa vergine, ma solo come uno dei significati della parola. Il maggior uso ed il contesto prevede per alma il significato di fanciulla (il significato di vergine nasce per estensione: fanciulla e dunque vergine. Se si fosse voluto dire vergine vi sarebbe stato il termine ebraico molto più preciso: betula).
Il NT ha solo dei riferimenti di Matteo e Luca sulla nascita verginale di Gesù (Mt. 1,18 segg.; Lc. 1,26 segg.). Svariati studiosi ritengono verginale l'aggettivo interpolato successivamente. Vi sono poi dei manoscritti antichissimi in cui il passo di Matteo e quello di Luca suonano diversamente. In un manoscritto biblico siriaco (Nestle - Novum testamentum graece et germanice) il brano di Matteo suona così: "A Giuseppe, al quale la fanciulla era fidanzata, essa generò Gesù". Riguardo a Luca il palinsesto siriaco chiama Maria non fidanzata ma moglie. Secondo Marco e Paolo Maria è trattata come una donna normale. Giovanni tace sulla vicenda, allo stesso modo della Lettera agli Ebrei e degli Atti degli Apostoli. Nessun ebreo ha mai creduto a questa cosa almeno fino al 3° secolo.. Fa fede il fatto che la prima chiesa a Maria venne eretta a Roma nel 4° secolo ed a Gerusalemme solo nel 6° secolo.
Tanto per capire le cavolate che scrive...
1) La citazione di Luca è della LXX (versione greca della Tanak) che riporta come traduzione del termine ebraico il greco "parthenos".
Mi piacerebbe sapere se questi "svariati studiosi" (non si sa chi, ovviamente), hanno tenuto in considerazione la dipendenza del NT dalla Septuaginta.
2) Una giovane israelita veniva promessa in sposa verso l'età di dodici anni e l'anno successivo era condotta nella casa di colui che, dal momento in cui veniva fatta la promessa di matrimonio, ERA GIA' CONSIDERATO IL SUO SPOSO. Durante quell'anno di attesa, la promessa sposa rimaneva nella casa paterna, sotto la tutela del padre, sebbene, di fronte alla legge israelita, fosse considerata come una DONNA SPOSATA.
Ordinariamente, basandosi su questa usanza, gli studiosi situano la visita dell'Angelo a Maria quando ancora non era iniziata la seconda fase del matrimonio. Ossia, Maria, già promessa a Giuseppe, riceve la visita dell'angelo nell'anno in cui si trovava ancora nella casa paterna; durante tale periodo concepisce nel suo seno il Figlio dell'Altissimo, Colui al quale il Signore darà il trono di Davide.
Vi è poi una vicenda strana nei Vangeli, una contraddizione di tutti gli evangelisti. Da una parte la nascita di Gesù viene annunciata a Maria e Giuseppe (Mt. 1,20; Lc. 1,26; 1,46; 2,8; 2,19; Mt. 2,1). Dall'altra Maria e Giuseppe si stupiscono del fatto che Gesù venga esaltato da Simeone al tempio ((Lc. 2,33) e che sembrano spesso non capire alcune affermazioni di sua divinità che Gesù fa ((Lc. 2,49). Quando Gesù predica, Maria lo va a riprendere per riportarlo a casa con la forza prendendolo per matto. Insomma, Maria sembra non sapere che è Madre di un prodigio. E la cosa non sembra in accordo con una sua verginità dopo il parto, vi sarebbe stato un prodigio ben più clamoroso.
LOL..."prendendolo per matto"?? E dove è scritto?
E quale contraddizione ci sarebbe fra l'annunciazione ed il fatto che Giuseppe e Maria si stupiscano di quanto viene detto di Gesù?
Il mistero che è Gesù, Maria stessa lo ha dovuto meditare e conservare nel suo cuore. Non era mica Wonderwoman...come per quanto riguarda la stessa natura umana di Gesù, anche Maria...come suo figlio...ha dovuto conoscere gradualmente la verità.
Anche di Gesù, che è Dio Onnipotente, per quanto riguarda la sua natura umana si dice:
Lc 2:52 E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.
Gesù, nella sua "natura divina" è LA SAPIENZA DI DIO (1 Cor 1:24) e quindi non può crescere in sapienza...
Ma per quanto riguarda la sua "natura umana" può crescere in sapienza ed in conoscenza...
Lo stesso dicasi di sua madre che, tra l'altro, non ha natura divina ma è una donna, una creatura.
Idem per Giuseppe.
Indipercui...di che cosa ci si stupisce? Dove starebbe la contraddizione.
Un altro episodio mostra la non considerazione di Gesù della sua madre, almeno nel senso della santità che le viene attribuita. In Luca (Lc. 11,27 e segg.) a Gesù viene detto "Beato il corpo che ti ha portato e le mammelle che ti hanno nutrito". Egli rifiuta però il riferimento alla madre e risponde: "Beati piuttosto quelli che ascoltano la parola di Dio e la custodiscono!".
Mai brano fu più (appositamente) travisato di questo.
In Lc 11,27-28, noi troviamo una importante affermazione di Gesù: la felicità del Regno di Dio è aperta a tutti coloro che accolgono la parola di Gesù. E' un avvertimento a quelli che la rifiutano. Cosi dunque la vera grandezza di Maria è quella di avere ascoltato il messaggio di Gesù e di averlo osservato.
Quel PIUTTOSTO non ha valore avversativo ma ANZI ha un valore chiarificatorio.
E' come dire "guardate che Maria è beata non perchè è una creatura speciale nella sua natura ma proprio perchè ha ascoltato la Parola e l'ha messa in pratica".
E questo vale anche per noi oggi, perchè non ci lasciamo tentare dal falso pensiero che solo una creatura perfetta come lo era Maria potesse ascoltare la Parola e metterla in pratica.
Vedete quanto ci vuole, quindi, a stravolgere le parole di Gesù per fargli dire qualcosa che non ha mai detto?
Gesù non manca affatto nè di rispetto nè di considerazione nei riguardi della madre...che è BENEDETTA FRA LE DONNE e che TUTTE LE GENERAZIONI CHIAMERANNO BEATA.
Inoltre quella madre viene da lui rimproverata: "Donna, che ti importa di quel che faccio ?". E questo donna si ripeterà nei Vangeli, dove Maria non viene mai chiamata madre.
I Vangeli dichiarano Maria MADRE di Gesù.
Gesù fa di più, la chiama DONNA in chiaro richiamo biblico sia del protovangelo sia del cap.12 dell'Apocalisse.
Perchè quel "donna" non ha proprio nulla di dispregiativo, anzi.
E Gesù, fedele alla Legge ebraica onorava suo padre e sua madre. Ipotizzare che li tenesse in scarsa considerazione o che addirittura li trattasse male è antiscritturale.
Lui stesso richiama su questo comandamento.
Guardando ai semitismi presenti nel testo alcuni studiosi, poi, ipotizzano che il testo in greco sia la traduzione di un originale aramaico o ebraico e riescono a vedere in questa risposta di Gesù a Maria durante le nozze di Cana, due elementi che possono essere stati mal tradotti.
"Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora".
Nella prima metà del versetto, ciò che il traduttore considerò un pronome interrogativo, "che", in realtà era un avverbio di negazione, la cui traduzione avrebbe dovuto essere "non". Nella seconda metà della risposta di Gesù, il traduttore interpretò come un avverbio di negazione (la') ciò che in realtà era una particella enfatica, scritta con le stesse consonanti dell'avverbio, a cui in italiano equivalgono avverbi come "certamente, giustamente, ecc.."; il contesto suggerisce di volta in volta la scelta più opportuna.
Lo stesso dicasi per altri elementi aramaici della frase che, come accade in tutte le lingue, non hanno un solo significato, ma possono averne vari.
L'originale aramaico, in forza di quanto detto, potrebbe essere il seguente:
Non per me, bensì per te, donna, è giunta opportuna la mia ora.
Infatti Maria risponde senza pensarci due volte....non stanno litigando...
Dice infatti ai servi: "Fate quello che vi dirà" perchè è già sicura che Gesù opererà il miracolo.
Nessun cenno a Maria Vergine fino al III secolo.
E la patristica? LOL...
Ste "studioso" se la dimentica proprio...
www.testimariani.net/Tradizione/Padri/Enchiridion/Mariologia-patristica/Mariologia-patristica-...
ne prendo solo uno...molto eloquente:
IGNAZIO DI ANTIOCHIA (morto tra il 107 ed il 110 d.C.):
www.testimariani.net/Tradizione/Padri/Enchiridion/Mariologia-patristica/patres/greci/IGNA...
Qui le traduzioni in italiano:
www.monasterovirtuale.it/ignaziodiantiochia.html
Lettera agli Efesini:
XIX. Al principe di questo mondo rimase celata
la verginità di Maria e il suo parto, similmente la morte del Signore, i tre misteri clamorosi che furono compiuti nel silenzio di Dio.
Lettera agli Smirnesi:
I, 1. Gloria a Gesù Cristo Dio che vi ha resi così saggi. Ho constatato che siete perfetti nella fede che non muta, come inchiodati nel corpo e nell'anima alla croce di Gesù Cristo e confermati nella carità del Suo sangue. Siete pienamente convinti del Signore nostro, che è veramente della stirpe di David secondo la carne, Figlio di Dio secondo la volontà e la potenza di Dio,
nato realmente dalla vergine, battezzato da Giovanni, perché ogni giustizia fosse compiuta da lui. Egli, sotto Ponzio Pilato e il tetrarca Erode, per noi fu veramente inchiodato nella carne, e dal frutto di ciò e dalla sua divina e beata passione noi
per innalzare per sempre, con la sua resurrezione, uno stendardo sui suoi santi e i suoi fedeli, giudei e pagani, nell'unico corpo della sua Chiesa.
...se guardate nel testo in greco del primo link ne avete altre di espressioni di Ignazio che parlano di Maria Vergine.
E questo è il primo esempio che mi è capitato in mano...
Che razza di spazzatura hai postato, cara Kelly?
Spiegaglielo tu al "fisico" adesso in che casino si è ficcato.
Il NT si riferisce abitualmente ai sette fratelli di Gesù, definisce Giuseppe, senza riserve, suo Padre e Gesù primo figlio di Maria (Lc, Mt, Jh). Inoltre in Matteo si dice che Giuseppe non conobbe Maria, finché non ebbe partorito un figlio (Mt. 1,25). E conoscere, nel linguaggio biblico, vuol dire intimità sessuale (1 Mos. 4,1). Quindi si concede un qualche intervento sul primogenito Gesù ma si parla poi di normale vita coniugale (della stessa opinione furono Ireneo, Dottore della Chiesa, Tertulliano e tutti i Padri della Chiesa fino alla metà del IV secolo). Vari vescovi dichiararono apertamente che Maria aveva avuto altri figli dopo Gesù.
Fu solo nel tardo IV secolo che Gerolamo ed Ambrogio, influenzati da religioni orientali, introdussero il concetto di Verginità di Maria.
A parte il fatto che ho fatto citazioni patristiche del I secolo che parlano di Maria Vergine e non ci spreco ulteriori parole (anche perchè lo stesso NT parla di Maria Vergine)....
Non si può stabilire con esattezza una data in cui l'affermazione della verginità perpetua di Maria si impose unanimemente tra i Padri della Chiesa. Ma già nel II sec. troviamo chiare testimonianze del suo riconoscimento.
Ma stiamo parlando non di Maria Vergine, ma della perpetua verginità di Maria.
Il nuovo dogma venne proclamato, in Oriente, nel Concilio di Efeso del 431 ed, in Occidente, nel Concilio Laterano del 649.
Il dogma di Maria Semprevergine è il seguente, con i relativi fondamenti biblici:
www.santorosario.net/mariologia/3.htm
I vani pensieri lasciamoli a "fisicamente" ed al moto parabolico del proiettile.
Ciao
Mauri.
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Diceva Rabbi Yeudà in nome di Rav:"Dodici ore ci sono nel giorno: nelle prime tre il Santo, benedetto sia, si dedica alla Torà; nelle seconde tre giudica tutto il mondo e, quando vede che questo meriterebbe la distruzione, si alza dal trono del Giudizio e si siede su quello della Misericordia...(b'Avodà zarà 3b)