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Oscurato su Facebook il gruppo-choc che derideva i bambini Down
Il gruppo su Facebook è stato oscurato
+ Gruppo "Uccidi i down" su Facebook Rivolta in rete contro la pagina choc
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Soddisfazione per la cancellazione
dal Garante per la privacy
e dal ministro Mara Carfagna
È stato oscurato il gruppo su Facebook «Deridiamo i bambini Down» che ieri contava pare circa 800 "iscritti" e che esponeva un bimbo che aveva le caratteristiche della malattia, e sulla cui fronte era scritto «scemo».
L’Autorità Garante per la privacy «prende atto che il gruppo choc su Facebook contro i bambini down è stato doverosamente e tempestivamente oscurato» e sottolinea che anche la foto del neonato, postata nello spazio usato dal gruppo, con una scritta ingiuriosa sulla fronte, «lede la dignità della persona».
Soddisfatta il ministro per le Pari opportunità, Mara Carfagna, che si è detta «indignata» per l'accaduto: «Ringrazio la Polizia postale per lo straordinario lavoro fatto e per la tempestività», ha detto.
Sono invece ancora on line, e gli iscritti aumentano di minuto in minuto, i siti aperti dal popolo della rete per chiedere la chiusura del sito-choc e sottolineare che «i bambini down sono persone normali come tutte le altre, sono speciali».
Sul sito ora oscurato si leggeva: «È così difficile da accettare questa malattia... perchè dovremmo convivere con questi ingnobili creature (...) io ho trovato la soluzione: consiste nell’usare questi esseri come bersagli, mobili o fissi, nei poligoni di tiro al bersaglio».
«È impossibile restare in silenzio davanti alla violenza contro le persone con sindrome di Down emersa nel gruppo su Facebook», ha commentato Franceco Belletti, presidente del Forum delle associazioni familiari. «Molte voci - ha proseguito Belletti - si sono alzate, indignate, per bloccare le pagine, per perseguire i responsabili, per impedire, insomma, una barbarie che oggi sembra inarrestabile. Si tratta di un segnale di allarme che non deve essere banalizzato né sottovalutato: è vero che sulla rete circola tutto e il contrario di tutto, ma proprio per questo non è tollerabile che il disprezzo della dignità della persona umana si esprima senza conseguenze: non sono ragazzate, non sono atti goliardici: sono parole indegne di un Paese civile, che non hanno alcun diritto di cittadinanza». Il forum chiede anche «con forza, anzi, pretendiamo interventi rapidi ed efficaci per perseguire i responsabili, costruire meccanismi più efficaci di vigilanza sulla rete e su tutti i mezzi di comunicazione, e impedire che le persone più fragili e indifese vengano ulteriormente violate».
Secondo gli esperti di Internet, dar peso a iniziative di questo genere è controproducente, perché si tratta solo di "troll", termine che Wikipedia definisce come "individuo che interagisce con la comunità tramite messaggi provocatori, irritanti, fuori tema o semplicemente stupidi, allo scopo di disturbare gli scambi normali e appropriati". Il risultato è contribuire al rumore di fondo mediatico e politico mettendo in cattiva luce le aziende che operano su Internet, anzichè i responsabili individuali di eventuali reati, in un momento in cui tutti gli occhi sono puntati sulla sentenza attesa per dopodomani contro Google nel noto caso di bullismo che ha visto dei ragazzi pubblicare un video su YouTube di molestie contro un ragazzino down.
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Discendiamo all'inferno fin che siamo vivi (cioè riflettendo su questa terribile realtà) - diceva Sant'Agostino - per non precipitarvi dopo la morte".
nell'aldilà