L’inconsistenza della Bibbia dovrebbe apparire palese sia da un punto di vista di credibilità delle affermazioni contenute, sia di coerenza testuale, sia ancora di bontà della morale che propone.
La Bibbia è un libro “banale”, e anche i Dieci comandamenti contengono soprattutto regole universalmente valide non solo in tutte le società, ma persino tra i primati più evoluti.
Gli scimpanzé non hanno bisogno di consultare il Deuteronomio per darsi regole di convivenza non troppo diverse dalle nostre: del resto, se pensi che il cristianesimo sia l’espressione d’amore e compassione più diretta e pura del mondo, non sai molto sulle altre religioni che esistono sulla Terra.
Il problema è che non ne sanno molto nemmeno i cristiani, che a larga maggioranza non conoscono il contenuto dei testi sacri su cui improntano (chissà quanto consapevolmente, chissà quanto profondamente) la propria esistenza.
Come potrebbero farlo, se larga parte dell’Antico Testamento trabocca di una violenza che trova analogie solo in certa letteratura pulp?
Sono cristiani perché la società è cristiana, e solo perché la socializzazione impone che anche i suoi componenti siano cristiani.
(R.Carcano)