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Religione, magia e scienza nel rinascimento italiano

Ultimo Aggiornamento: 16/08/2007 12:32
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L'essenza dell'opera di Hermes Trismegisto


È interessante seguire il Corpus e l'Asclepius nelle traduzioni di Ficino. Intanto sembra chiara una ispirazione cristiana ed ebraica. Il fondamento delle esperienze religiose dell'uomo risiede negli astri. Questo essere, l'uomo, è l'unico dotato di doppia natura, materiale (e quindi mortale) e spirituale (e quindi immortale). Vi è quindi una analogia che vede Hermes come il Mosè degli egiziani: ambedue sono i legislatori dei rispettivi popoli.

In un tempio sono riuniti Hermes (che parlerà come Dio o in nome di Dio), Asclepius, Tat ed Amon (si tenga conto che molte opere del Rinascimento e Barocco avranno simile struttura: vari interlocutori tra i quali uno è il Maestro; in Bruno sarà Teofilo; in Galileo sarà Sagredo).

Hermes affermerà varie cose tra cui il fatto che l'elemento che unisce l'uomo a Dio è l'intelletto. Ma l'uomo ha la doppia natura di cui si diceva perché Dio creò un altro Dio (secondo Lattanzio questo era Gesù) e questi era tanto bello che Dio si innamorò di esso. Non ebbe altro rimedio che crearne ancora perché questo Dio aveva bisogno di qualcuno che potesse ammirare le meraviglie del creato. In questo modo venne fuori l'uomo che doveva avere natura spirituale per mettersi in relazione con la divinità ma anche natura materiale per potersi mettere in relazione con il mondo stesso. Colui che dirigeva tutto questo sistema era Giove (questo è un evidente elemento che dice molto sulla sistemazione cronologica di Hermes) sistemato tra cielo e terra. E qui sembra che con Giove ci si riferisca al pianeta poiché poi i riferimenti vanno al Sole ed agli altri pianeti.

Quindi ci troviamo immediatamente immersi in una struttura astrologica che lega gli astri alla divinità. È il Sole che dà vita a tutto e "questo Sole, per sua natura, non può che trovarsi al centro del sistema del mondo", dispensando vita, luce e rappresentando nel modo più imponente la divinità (e la stessa luce non è qualcosa che si differenzia dalla divinità medesima). Vi è quindi una gerarchia nel mondo e tale gerarchia prevede una struttura che è la base dell'Oroscopo che è un qualcosa legato alla divinità. Poiché la rotazione della volta celeste è di 360 gradi, ogni 10 gradi vi è un Dio (anche qui c'è una influenza numerologica: il 10 rappresenta la potente tetrakis davanti alla quale occorre solo inchinarsi) e così vi sono 36 dei nello Zodiaco che rappresentano i decani (nome che deriva da quel 10 che ciascun dio rappresenta). Questa struttura è situata nella sfera delle stelle fisse e questi dei hanno ivi dimora. Più in basso vi sono i sette cieli dei vari pianeti (più Luna e Sole) che sono strettamente legati a Fortuna e Destino. È l'etere che trasmette "informazioni" (anticipo qui che per Newton, che vive immerso in questa cultura, lo spazio è il 'sensorium Dei'). In fondo alla scala, come anticipato, vi è l'uomo sulla Terra (sotto di essa la demonologia). Osservo a parte che questa struttura è stata stupendamente resa evidente da Dante nella , Divina Commedia, vedi Fig. 0, tratta da M. Caetani - La Materia della Divina Commedia, 1855).





Ora occorre capire questo passaggio essenziale: così come Dio è in grado di costruire gli altri dei che popolano l'universo, insieme a Fortuna e Destino, allo stesso modo, è l'uomo che crea gli dei che, sotto forma di statue (immagini), popolano i templi. Quindi l'uomo 'crea' i suoi dei ed il fatto non è un mero artificio perché l'uomo è a quelle statue che si rivolge ed ad esse rende sacrifici perché sa di avere la possibilità di renderle vive. È questo che gli antenati erano in grado di fare ed è questo che noi dobbiamo apprendere. Per farlo dovevano dare un'anima a delle pietre e per far questo si servivano di riti evocativi di angeli (o demoni) le cui anime riuscivano ad immettere nelle statue. In questo modo tali statue acquistavano la capacità di operare bene (angeli) o male (demoni). Ma come è possibile realizzare un rito evocativo che permetta di trasferire un'anima in una statua. Qui vi è una caduta da alti voli pindarici a volgarità terrestri. Si tratta infatti di mettere insieme determinate piante, pietre ed aromi che riescano a realizzare, con la loro unione, il fenomeno. Le danze, le armonie, i sacrifici, tutto ciò che è rito propiziatorio serve a far sì che lo spirito divino non si annoi troppo nel suo dover convivere per un certo tempo con gli uomini.

Purtroppo questo mondo meraviglioso è destinato a morire: gli dei lasceranno gli uomini soli ed ogni tipo di male e di nefandezza si abbatterà sulla Terra. La crudeltà e l'empietà arriverà a tal punto che il Dio che riunisce in sé il tutto vorrà annichilare ogni scempio o con un diluvio, o con un incendio o con malattie e disgrazie.

Appena tutto ciò sarà avvenuto sarà possibile il ritorno alle primitive e pure origini e Dio ritornerà e riprenderà ad amare l'uomo che lo glorificherà di nuovo e ringrazierà con ogni tipo di sacrificio, danza e canto.

Questa sarà la rinascita del mondo che si avvererà per volere di Dio.

Come si vede questi passi sono quelli che fanno pensare Lattanzio, all'avvento del Cristianesimo (il Dio che ritorna è Gesù) come salvazione del mondo e come ritorno all'antica purezza e moralità. Ma Lattanzio ha anche un fine diverso, legato secondo vari studiosi al fatto che già nell'epoca in cui egli scriveva il Cristianesimo mostrava segni di cedimento, decadenza e stanchezza: occorreva rinvigorirlo e ridare iniezioni di moralità perché il rischio del Dio che abbandona gli uomini è sempre presente.


www.fisicamente.net/index-76.htm



La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno.
Apocalisse Laica
Le religioni dividono. L'ateismo unisce


Il sonno della ragione genera mostri (Goya)


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