La magia naturale ermetica
Ogni uomo che fosse stato capace di guardare al di là delle apparenze, avrebbe intravisto il mondo magico che Hermes offriva. Il mondo racchiude tutti i segreti ed i poteri magici per poter conoscere ed avvicinarsi a Dio, occorre solo dedicarsi con devozione a studiare il mondo e a scoprire tali segreti. Serve dedizione e misticismo. Il segreto ed il mistero nascono dal fatto che non tutti hanno le facoltà di avvicinarsi a tali segreti e chi li conosce non li divulga perché è un privilegiato cui si ricorre per essere illuminati (con la non piccola conseguenza che si è pagati per fare i maghi). Non è ozioso qui risaltare un approccio radicalmente diverso da quello dello 'scienziato' aristotelico.
A questo punto nasce l'intersezione tra tutta la tradizione magica, astrologica, alchimistica povera (alla quale abbiamo accennato) e che aveva vivacchiato di nascosto per centinaia d'anni (lo stesso Hermes Trismegisto era conosciuto già nell'Alta Età Media come personaggio collegato con magia ed alchimia, con immagini miracolose e talismani). Era venuto il momento di riprenderla e di darle dignità soprattutto perché non vi era tra di esse una netta separazione. Quindi da una parte sparisce il timore di dedicarsi a pratiche magiche e quindi ad utilizzare amuleti, erbe, talismani, invocazioni, dall'altra colui che cerca un approccio alla fede vuole con queste pratiche, ritenute legittime e non malvagie, tentare di raggiungere Dio attraverso l'etere evitando di incappare nella volontà contraria delle stelle (da qui la necessità di conoscere la loro posizione, la situazione dei pianeti ed in definitiva l'Oroscopo). Quindi dalle stelle provengono sulla Terra degli influssi che sono in grado di condizionare fatti ed avvenimenti, se si è capaci di indirizzare tali influssi in modo opportuno si può modificare la propria fortuna ed il proprio destino. Quei pochi che erano in grado di farlo erano i maghi che pian piano divennero ricercatissimi (e ne è riprova l'elevato numero di edizioni di opere magiche e di loro riedizioni che si ebbero durante il Rinascimento e fin molto dentro l'età Barocca).
Come si poteva "comunicare" con i cieli ? Si erano costruite delle corrispondenze tra pianeti (o cieli) e pietre, metalli, animali, piante. Con questi strumenti si aveva una prima chiave di comunicazione. Occorreva poi conoscere il modo migliore per rappresentare qui in Terra quel dato cielo (o pianeta): se si doveva fare un talismano che rappresentava il dato pianeta occorreva farlo di quel materiale e non di un altro ed inoltre vi erano epoche dell'anno astrologicamente propizie alla costruzione di un tale oggetto ed altre no. La trasmittente ed il ricettore erano quindi a punto. Nel momento astrologicamente propizio quel talismano catturava l'effluvio delle stelle e lo tratteneva. Tale "conserva" veniva poi utilizzata dove e come si voleva.
Come si può ben capire il simbolismo era vastissimo ed è quello che ritroviamo sulle antiche carte che disegnano il sistema astronomico con a lato lo zodiaco ed una miriade di strane figure ciascuna associata ad un pianeta o ad una stella o ad una costellazione. Ma tutto l'insieme godeva di una caratteristica peculiare, l'Unicità che era strettamente connessa all'unicità di Dio che con il suo essere abbracciava tutto. Il mago era tanto migliore quanto più conosceva simboli e relazioni tra le cose della Terra e ciò che andava associato alle cose del cielo. Più di questo sapeva, più era in grado di guidare gli effluvi delle stelle, catturarli ed utilizzarli ai suoi fini (che poi erano di chi lo pagava). Ciò che occorre distaccare è che i metodi del mago sono gli stessi qualunque sia il fine che egli voglia conseguire (personale, materiale, religioso, ...) e ciò rappresenta una porta aperta all'uso del mago per acquisire benefici personali, in qualunque modo, fino ad invocare effluvi non angelici ma diabolici (negromanzia).
www.fisicamente.net/index-76.htm
La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno.
Le religioni dividono. L'ateismo unisce
Il sonno della ragione genera mostri (Goya)