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Religione, magia e scienza nel rinascimento italiano

Ultimo Aggiornamento: 16/08/2007 12:32
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Le elaborazioni magiche di Ficino


Marsilio Ficino non è stato solo traduttore di Hermes Trismegisto. Egli elaborò anche proprie pratiche magiche (neoplatonismo cristiano). D'accordo con Hermes egli mette l'uomo al centro fisico del mondo, inteso come una unità e totalità (su questa strada si mossero anche Giambattista della Porta - 1540/1615 - che tra l'altro incitava a studiare sempre più il mondo per poterlo conoscere e poter intervenire su di esso in modo da rendere più semplice la messa in relazione dell'uomo con Dio, e Cornelio Agrippa - 1486 ?/1535 - ).

Ficino era medico di famiglia di medici. Ciò va sottolineato in modo speciale perché la medicina, la cura delle malattie, era il momento di maggiore contatto dell'uomo con la divinità. Quando la medicina, che curava il corpo fisico e spirituale, era affidata a Galeno, ad effluvi e influenze esterne al corpo, quando lo stesso corpo condizionava il suo essere a situazioni astrali, la magia, l'astrologia e, per quel che abbiamo detto, l'alchimia erano strettamente connesse con la medicina. Il mago, con Hermes, colui che ha la capacità di evocare le potenze celesti per indirizzarle al fine di curare spirito e corpo di una persona. Nei suoi scritti vi è una strenua difesa della magia che non può in alcun caso essere intesa come buona o cattiva, bianca o nera, ma solo come ricerca di conoscenza e verità, la magia è del sapiens, del sacerdos. Nonostante ciò (o forse proprio per ciò) Ficino crede nei talismani che possono raccogliere dentro di loro gli effluvi del cielo, effluvi che il mago-medico saprà indirizzare verso la cura del suo paziente. Questi talismani dovranno essere costruiti solo dai conoscitori dei misteri del mondo, dagli iniziati ad essi da coloro che sapranno trasferire al malato l'anima mundi. Il talismano acquista qui il senso del dare vita alle statue che era degli egiziani, l'infondere un'anima divina a della materia bruta che deve però avere caratteristiche che la colleghino al cielo appropriato. È una evocazione dei daemon che dovrebbero porsi in contatto con l'uomo, daemon che, nella versione originale, sono angeli che possono essere chiamati dall'uomo in cerimonie che Ficino assimila a quelle cristiane, come quelle della messa. E i "demoni" sono strettamente legati agli astri o cieli come lo stesso Ficino dice:

" Agli ordini del sole è situato il coro, o meglio, i cori dei demoni: sono veramente numerosi e vari, agli ordini dei decani [plinthìs] degli astri, in numero uguale per ognuno degli astri. Così disposti operano insieme ad ognuno degli astri, buoni o malvagi che siano, secondo la loro natura ovvero secondo la propria forza - di fatto l'essenza dei demoni è la forza - e ve ne sono anche alcuni che possiedono una mescola di bene e male ... Tutti questi demoni possiedono pieno potere sulle vicende terrene e sopra i rivolgimenti che sulla Terra si producono e provocano ogni tipo di disgrazie alle città ed ai popoli e, in particolare, a questo o a quell'individuo... Di fatto , quando uno di noi viene concepito e acquista vita risulta sotto l'influsso dei demoni in servizio nell'istante stesso della sua nascita: e ciò vuol dire che i demoni sono agli ordini di ciascuno degli astri. I demoni, infatti, si sostituiscono l'un l'altro istante per istante; non sono sempre gli stessi che sono in attività, ma rispettano dei turni".

È comunque da notare che, pur con qualche contraddizione, Ficino immagina spiriti buoni e cattivi associati ai vari pianeti oltre a demoni con differenti caratteristiche, alcuni dei quali localizzati in cielo ed altri sulla Terra.

L'opera del mago quindi non si esaurisce in evocazioni e preghiere. Egli è anche faber, persona che fabbrica con le conoscenze che ha (e che debbono restare segrete, fatto questo che rivestiva enorme importanza) oggetti, talismani, pozioni, aromi combusti, ...Tutto questo legato alle conoscenze dei rapporti precisi che esistono tra una cosa della Terra ed una del Cielo, al fine, come già detto, di indirizzare gli effluvi a buon fine nei momenti astrologicamente appropriati (occorre richiamare i demoni favorevoli, gli angeli buoni). Il medico è allora mago e quindi artigiano e quindi ancora conoscitore delle proprietà dei materiali (alchimia) e perfino artista nel modellare gli oggetti che fabbrica. Non a caso tutto ciò nasceva in una delle culle dell'arte, nella città di Firenze che, insieme a Ficino, offriva al mondo una mostra di artisti senza uguali. Il mago è, tra i mortali, colui che più può, è colui che più è legato con i poteri degli dei, meglio: di Dio. E tutto ciò è tanto più vero quanto più egli conosce, quanto più egli studia il mondo che lo circonda. E tutti coloro che saranno conoscitori di tale mondo, scienziati, avranno la possibilità di riunire l'uomo a Dio e quindi di restaurare la situazione esistente prima del peccato originale. Il mago è il nuovo 'primo uomo', il nuovo Adamo che potrà ristabilire l'unione con Dio realizzando se stesso e, simultaneamente, il disegno di Dio nel mondo. Da tutto ciò segue la stretta relazione tra magia e religione, tra magia e medicina e, più in generale, tra magia e scienza.. L'opera del mago è quella che ridarà salute al corpo dell'uomo e all'anima del mondo in cui esso risiede. E le cose non finiscono qui. La descrizione del mondo che fa Ficino, con l'organizzazione di demoni, astri, dei, preghiere, canti è una opera d'arte. È l'arte rinascimentale, una armonia universale, la musica che genera il mondo in onore di Dio.

Dal punto di vista medico alcune cose importanti furono introdotte, come vedremo, da Paracelso. Per ora si tenga conto che la medicina dominante era essenzialmente quella di Galeno (130 ? - 201 ? d.C.) con influssi totalmente aristotelici. Lo stato di salute di una persona era determinato dallo stato di equilibrio dei quattro umori che costituiscono il corpo: la flemma, l'irascibilità, la malinconia ed il sangue. Ogni stato di malattia è originato da uno squilibrio di questi umori. Per curare la malattia occorre procedere a tale riequilibrio e così qualunque cosa abbia il malato è l'intero corpo che deve essere sottoposto a cure, mediante salassi (con sanguisughe), vomiti, sudorazioni,... Inoltre vi era la credenza che vari pianeti avessero influenze su varie parti del corpo (da qui lo studio dell'astrologia come studio soprattutto a fini medici). In tal senso una tipica cura per la malinconia (Yates) doveva passare attraverso l'oro, metallo splendente, solare, che invita alla gioiosità (ma andava bene anche l'ambra, il miele, lo zafferano ed occorreva avere relazioni con persone bionde). Di tale metallo, l'oro, doveva essere costituito il talismano per la cura della malinconia, metallo che poteva essere forgiato in forma di Venere, o Giove o Sole (i tre astri che sono propizi all'uomo). E nel caso fosse fatto a forma della leggiadra Venere si doveva aver cura di colorarlo di verde poiché tale colore, vivificante ed apportatore di ogni bene, era ben accetto da Venere.

Se dovessimo pensare ad un talismano con sembianze di Giove, occorrerebbe pensare al colore dello zafferano poiché una tale pianta è amata da Giove. Se poi si vogliono ottenere le benevolenze di Mercurio occorre che i talismani siano fatti di Stagno o argento e che siano adornati da oggetti graditi al segno della Vergine e, naturalmente, a Mercurio. Per vivere molti anni è necessario scolpire l'immagine di Saturno sopra uno zaffiro con tutta una serie di accortezze, accuratamente elencate. Per costruire le sembianze dei vari pianeti, dei decani (quei 36 dei di cui abbiamo parlato), dei segni zodiacali (che sono oggi così diffusi!) Ficino utilizza molte pagine della sua opera e dice che quanto da lui affermato è ricavato da saggi del passato, da antichi scritti di indiani, egiziani e caldei ed in alcuni passi il riferimento va addirittura a Platone nel pensare le immagini dei talismani provenienti dal mondo celeste come riproduzioni del mondo platonico delle Idee (ad esempio la Vergine deve essere rappresentata da una bella donna seduta che ha in braccio un bambino ed in una mano una spiga). Più il mago conosce bene tali rappresentazioni, più è in grado di fornire cure adeguate al malato e, più in generale, a ricostruire l'unità uomo-Dio. Osserva Yates che sembra qui di trovarci nell'anticamera di uno psicanalista che richiede elevati onorari. Nonostante ciò Ficino esprime preferenze nelle cure. Egli sostiene che gli influssi astrali hanno molta maggiore efficacia dei talismani che hanno forme astrali e questo perché le pozioni liquide, gli unguenti, le polveri hanno molta maggiore facoltà di raccogliere tali influssi e di trasferirli alle persone; e questo perché liquidi e polveri hanno la possibilità di essere introdotte nei corpi creando quindi un effetto maggiore dell'influsso astrale ed anche perché, essendo le pozioni costituite da più elementi, possono contemporaneamente raccogliere più influssi astrali di quanto possa fare una sola immagine solida di un solo elemento.

Il simbolo della croce giuoca un ruolo importante, tanto che gli stessi antichi egizi ne facevano uso. È un problema del raggiungimento della maggiore efficacia degli effluvi celesti sui talismani che li devono raccogliere: tale effetto è maggiore in situazione di perpendicolarità di tali raggi con la Terra, quando cioè tali raggi cadono perpendicolarmente alla rosa dei venti, cioè alla croce formata dai quattro punti cardinali. Ficino qui aggiunge che gli egiziani usavano come simbolo la croce, non tanto per quanto ora detto, ma in quanto erano profetici rispetto a Cristo. Questo è il motivo, tra l'altro, per cui la croce è un potentissimo talismano.

Ma occorre, a questo punto, ribattere al fatto che tali pratiche erano state giudicate da San Tommaso come demoniache (anche se lo stesso aveva più volte sostenuto che le sfere celesti erano guidate, nel loro moto, da angeli). Qui Ficino fa salti mortali per difendere i talismani affermando in definitiva che non è tanto l'immagine, ciò che essa rappresenta, che è importante quanto il materiale con cui tali immagini sono costruite. Inoltre occorre differenziare l'evocazione di spiriti celesti da quelli demoniaci e San Tommaso, evidentemente, era contro questa ultima eventualità che si scagliava. Restava comunque il fatto che le indagini andavano sempre più a rompere la barriera esistente tra naturale e soprannaturale e qualcuno già iniziava a chiedersi il senso della stella dei Re Maghi, il posto della Vergine nei cieli ed altre questioni che la Chiesa aveva sempre lasciato nell'aura del mistero. In qualche modo, quindi, il mago ermetico non era altro che il tentativo di ritorno ai maghi delle Sacre Scritture, a Mosè, a Salomone ed ai Re Maghi.

Un'altra parte di interesse nella magia di Ficino è quella che riprende il mito di Orfeo (il poeta e musicista mitico originario della Tracia che con i suoi canti melodiosi riusciva a muovere pietre, a fermare fiumi, ad ammansire belve,...; la leggenda del quale fu ripresa da Platone con il racconto della sua discesa al Tartaro per liberare la sua sposa Euridice) ed i collegati canti orfici risalenti a più o meno la stessa epoca del Corpus e dell'Asclepius. Anche qui vi è lo stesso equivoco esistente con Hermes sulla datazione. Ficino è convinto di aver riscoperto dei canti che sarebbero stati scritti dallo stesso Orfeo, da egli ritenuto uno dei profeti che avrebbero annunciato la Trinità. Una musica accompagnava tali canti, musica monocorde che probabilmente si otteneva mediante una lira. Si trattava di quella musica, naturalmente ridotta in termini più semplici di quella che secondo Pitagora sarebbe stata emessa dalle sfere celesti nel loro moto di rotazione. Anche qui musiche diverse per attrarre gli influssi benefici di sfere celesti diverse, musiche diverse per le solite tre sfere aventi influssi benefici sull'uomo (e particolarmente, anche qui, sulla sua salute): Giove, Venere e Sole. Le due magie, quella ermetica e quella orfica erano complementari poiché operavano su due sensi diversi, da una parte la vista e dall'altra l'udito.

Quanto detto non è che una estrema sintesi della filosofia della magia spirituale di Ficino (un aspetto della quale, denominata 'magia naturale', era quella che più direttamente si occupava del rapporto con i fatti fisici). Qualcuno potrà pensare che si tratta solo di una risistemazione ed aggiornamento di quanto già si veniva facendo in epoca prerinascimentale, ma altri sono convinti si tratti di altro, particolarmente perché ora viene coinvolta la religione cristiana e la Chiesa, fatto che, da questo punto, imporrà un legame tra le due tradizioni.


www.fisicamente.net/index-76.htm



La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno.
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