La trovo strana sta teoria di questo professore ateo citata da alenis.
Forse questo professore ateo si riferisce ad un'errore di Galileo Galilei? Ossia,quello di aver scambiato le comete come un semplice effetto di rifrazione?
Se non sbaglio Keplero aveva elaborato una teoria ottica che aveva a che fare con l'ingrandimento delle lenti,Galileo Galilei si avvalse di questa teoria nel mettere su il primo telescopio rifrattore unendo per l'appunto varie lenti grazie anche all'aiuto di certi artigiani dell'epoca (ma vado cosi' a memoria,non conosco i dettagli precisi di questo evento).
Riporto quanto trovo nello specifico da un sito:
www.racine.ra.it/planet/testi/galileo.htm
L’Astronomia galileiana
L’astronomia di Galileo non è più soltanto osservazione e costruzione matematica fatta al solo scopo di prevedere correttamente le posizioni degli astri erranti, come si era considerata fino ad allora, ma un passo decisivo verso la conoscenza della struttura e della vera essenza dell’universo.
Quando nel 1609 Galileo apprese dall’amico Paolo Sarpi a Venezia che un ottico olandese aveva costruito uno strumento ottico che consentiva di vedere ravvicinati gli oggetti osservati (una conferma di ciò gli venne anche da una lettera del nobile parigino Jacques Badovère), egli cominciò a lavorare giorno e notte, applicando le sue conoscenze di ottica della rifrazione, per ottenere la soluzione migliore realizzabile a tale scopo con un tubo di piombo e due lenti da collocare alle estremità.
La trovò in soli 5 giorni: «Preparai dapprima un tubo di piombo alle cui estremità applicai due lenti entrambe piane da una parte, e dall’altra una convessa e una concava; posto l’occhio dalla parte concava vidi gli oggetti abbastanza grandi e vicini, tre volte più vicini e nove volte più grandi di come non si vedano ad occhio nudo. In seguito preparai uno strumento più esatto, che mostrava gli oggetti più di sessanta volte maggiori. E finalmente non risparmiando fatiche e spese, venni a tanto da costruirmi uno strumento così eccellente, che gli oggetti visti per il suo mezzo appaiono ingranditi di quasi mille volte e trenta volte più vicini che visti a occhio nudo.» (Galileo Galilei: “Sidereus Nuncius”, Padova 1610), come Galileo scrisse nel primo ampio resoconto delle sue osservazioni astronomiche, il “Sidereus Nuncius”, o Avviso astronomico, pubblicato il 12 Marzo del 1610, anno del suo trasferimento da Padova (dove aveva lavorato come titolare della cattedra universitaria di Matematica dal 1592) a Firenze presso la corte del granduca Cosimo II de' Medici.
Questo articolo pero' da' una idea ancora piu' precisa --->
www.funsci.com/fun3_it/sini/mo/storiamc.pdf da cui estrapolo:
"Ma, tornando al microscopio composto, si può affermare che i primi esemplari descritti risalgono ai primi anni del 1600. Probabilmente, si arrivò alla scoperta del microscopio composto per due diverse vie ed all’incirca negli stessi anni. Da una parte si partì da uno strumento “composto” già conosciuto: il telescopio ad oculare divergente; si osservò che, avvicinando lo strumento all’oggetto (ed allontanando di pari passo l’oculare dall’obbiettivo), si potevano osservare oggetti vicini e si arrivava a vederli più grandi di quanto non fosse possibile avvicinandoli fino al punto prossimo1dell’occhio nell’osservazione diretta. Si trattò dunque di un’estensione graduale del cannocchiale; da questo schema all’uso di un obbiettivo a corta focale il passo è breve ed il microscopio composto è già formato nei suoi elementi essenziali. 1Il “punto prossimo” è il punto, più vicino possibile all’occhio, per il quale si può ancora realizzare la visionedistinta e quindi l’accomodazione dell’occhio. Il punto prossimo è più vicino all’occhio (anche meno di 10 cm)per le persone giovani ma si allontana col crescere dell’età: l’accomodazione si riduce finchè, oltre i 40 – 50 anni, si vede bene solo “da lontano”. Questa riduzione dell’accomodazione è chiamata “presbiopìa” e richiede,per la visione nitida “da vicino”, un occhiale a lenti positive (convergenti). Col passare degli anni, sopravviene poi, spesso, una “ipermetropia fisiologica” che richiede occhiali convergenti anche nella visione da lontano.
--------------------------------------------------------------------------------
Page 2
2Questa prima strada fu probabilmente quella seguita dal nostro Galileo, che era già padrone dell’uso del telescopio. Perciò risulta comprensibile perché Galileo usasse in unprimo tempo come oculare da microscopio l’oculare divergente già da lui usato per il telescopio. D’altra parte, è probabile che si sia arrivati direttamente al microscopio composto con oculare convergente partendo dalla lente d’ingrandimento, cioè da uno strumento “semplice”; si sa che, nel tentativo di aumentare l’ingrandimento e diminuire le aberrazioni della lentesemplice, si erano cercate varie combinazioni di lenti semplici: due piano-convesse con le convessità affacciate, o con le convessità dallo stesso lato, o una lente biconvessa combinata con un menisco, ecc. È possibile che, allontanando fra loro due lenti convergenti di forte potenza, qualche artigiano intraprendente alla ricerca di una lente perfezionata si sia messo involontariamente nelle condizioni di lavoro del microscopio composto: colla lente vicina all’occhio raccolse l'immagine reale creata dalla lente vicina all’oggetto; si accorse che l'ingrandimento ottenutoin questo modo era assai più forte di quello delle lenti semplici prese separatamente, ed approfondì il problema. Questa fu probabilmente la strada seguita da qualche occhialaio o da qualche artigiano. Decidere a chi spetti la priorità nell’invenzione del microscopio composto non è certo nostro compito; si può ammettere per intanto che diverse persone, circa negli stessi anni, o comunque all’insaputa l’una dell’altra, siano arrivate allo stesso risultato, seguendo vie diverse, o per caso, o per ragionamento. Il nome più accreditato è certamente quello di Galileo Galilei (1564-1642) che nel 1610avrebbe costruito uno strumento ad oculare divergente e nel 1624 regalava un “occhialino” capace di ingrandire piccoli oggetti circa 35 volte all’amico F. Cesi (1585-1630)."
[Modificato da pcerini 19/08/2008 09:58]