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Santanché: “Io credo”. Giordano Bruno: “Io penso”.

Ultimo Aggiornamento: 21/07/2008 12:13
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06/03/2008 18:56
 
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Le due sponde del fiume chiamato libertà.


Stefano Faraoni
giovedì 06 marzo 2008



Tutto parte da quella pubblicità infingarda e populista che Daniela Santanchè, donna immacolata con cipiglio da femmina del dittatore di turno, spara sui nostri occhi ad ogni angolo di strada. "Io credo", sta scritto sui manifesti che infestano la città del loro messaggio incontinente, imperativo, come se tutta la fiducia di questa terra dovesse essere obbligatoriamente indirizzata verso chi, alieno da dubbi o mistificazioni di sorta, offre la prepotente e insindacabile bellezza del proprio messaggio.



“Io credo”. E se non avessimo timore di sminuire troppo quel sano maschilismo da ventennio che avrebbe portato un rappresentante dell’altro sesso ad aggiungere “io obbedisco, io combatto”, potremmo dire : che donna ardita, che coraggio da uomo!
Dunque questa donna crede, e immaginiamo che in primo luogo ella creda in Dio, in secondo luogo in una fede politica.

Ma noi non vogliamo questa volta mettere in discussione la bona fides di costei, la quale ha tutto il diritto di credere in chi vuole e quando vuole.
Ci interessa rivolgere la nostra attenzione su una differenza, semantica ma soprattutto concettuale. Noi riteniamo che un laico abbia una forza ben maggiore da mettere in campo, ben più robusta di una credenza o di una fede, una forza straordinariamente gentile ma al contempo generosa e foriera di crescita, riassumibile nell’espressione : "io penso".

E fra "io credo" e "io penso" passa un fiume che scava un solco profondo fra le due sponde del vivere; questo fiume si chiama libertà.
Chi crede vive l’illusione di essere libero, ma in realtà ha bisogno di un dominus, sia esso per l’appunto un dio o una fede; è in questo costante riferimento ad una credenza, che è un’idea ma anche un limite, che non può esercitare se non parzialmente i propri diritti, la propria voglia di essere uomo.
Chi pensa non conosce limiti alla propria libertà (non al proprio arbitrio), poiché tende alla realizzazione della propria maturità di essere umano, ed esercita costantemente una funzione di pensiero elastico, ben lungi dalle sclerotizzazioni mentali che sovente possiede chi sa già da dove si comincia e dove si finisce.
Se, in campo religioso, dio è l’inizio e dio è la fine, il cerchio è chiuso, non c’è spazio per la libertà. Se in politica si afferma “io credo”, viene ridotto ai minimi termini lo spazio per l’autocritica, per il dubbio, che fanno parte del corredo genetico dell’idea di libertà.

Ecco perché la laicità non contiene al proprio interno, ad esempio, il concetto di fede o di verità: perché si misura su fattori di crescita che sono il superamento del limite,la ridiscussione, l’autocritica; in parole povere, l’apertura mentale.
Il laico non ha bisogno di una giustificazione per poter vivere; il laico conosce quotidianamente una propria portentosa, miracolosa attualità: il laico vive.
Il laico non deve essere, il laico è.

La signora Santanchè appartiene alla sponda opposta del fiume, alla sponda della non libertà, quel terreno vischioso che nei secoli ha prodotto aberranti assolutismi : “così come Dio ha il diritto di sottomettere me, io ho il diritto di sottomettere altri”.
Got mit uns, dio è con noi.
La croce dei Conquistadores in terra d’America.
Il dio dell’Islam che pretende fedeltà assoluta dal musulmano e il musulmano che pretende fedeltà assoluta dalla donna e la schiavizza.
Viene da sorridere quando la Chiesa parla di libertà: in realtà alcune religioni, quelle cosiddette di salvezza (Cristianesimo ed Islam) sono l’esatta antitesi della libertà. “Io credo” è l’ammissione di impotenza, io penso è l’ammissione delle proprie potenzialità, e quindi della libertà.



Forse Giordano Bruno non se ne rendeva nemmeno conto, ma il 17 febbraio del 1600, in quella piazza dove si vendevano fiori, ha scritto sulla propria carne il più potente degli inni laici alla libertà che la storia ricordi. Sulla propria carne ha scritto “io penso”, un libro di storia che i nostri figli dovrebbero imparare a conoscere molto prima di altri.

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La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno.
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Re: Le due sponde del fiume chiamato libertà.
kelly70, 3/6/2008 6:56 PM:



Stefano Faraoni
giovedì 06 marzo 2008



Lo Scientista
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Però un laico pensa e dunque...*crede* nella laicità e nella libertà di pensiero! Io credo, ehm, penso che qui "credere" significa non tanto avere fiducia cieca quanto appoggiare e lottare un ideale, in questo caso politico.





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18/07/2008 23:25
 
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Questo post esprime male il concetto, nel senso che ci sono delle scelte lessicali discutibili, ma se si è in buona fede si capisce subito il suo significato e quindi un artificio retorico come quello che hai menzionato viene subito smontato. Il laico ritiene che sia corretto separare la ragione dalla fede, lo stato dalla chiesa, le credenze personali dal comportamento pubblico, etc etc.
Si parla di scelte consapevoli dettate dall'esperienza e dal ragionamento, non sono prese di posizione aprioristiche e dogmatiche come una fede nel trascendente.
[Modificato da Rainboy 18/07/2008 23:27]
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18/07/2008 23:37
 
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Re:
Rainboy, 18.07.2008 23:25:

Questo post esprime male il concetto, nel senso che ci sono delle scelte lessicali discutibili, ma se si è in buona fede si capisce subito il suo significato e quindi un artificio retorico come quello che hai menzionato viene subito smontato. Il laico ritiene che sia corretto separare la ragione dalla fede, lo stato dalla chiesa, le credenze personali dal comportamento pubblico, etc etc.
Si parla di scelte consapevoli dettate dall'esperienza e dal ragionamento, non sono prese di posizione aprioristiche e dogmatiche come una fede nel trascendente.



Concordo e aggiungo che siamo tutti un po' condizionati dal concetto di "credere" o meglio dal luogo comune per cui "in qualcosa si deve pur credere".

Ma se la mettiamo su questo piano, vezzo dei credenti che con cio' credono di equiparare i non credenti a loro, diventa tutto una questione di "credenza".

Mangio perche' credo di dover mangiare e menate simili, per capirci.

Ciao
Claudio






“Non esiste delitto, inganno, trucco, imbroglio e vizio che non vivano della loro segretezza. Portate alla luce del giorno questi segreti, descriveteli, rendeteli ridicoli agli occhi di tutti e prima o poi la pubblica opinione li getterà via. La sola divulgazione di per sè non è forse sufficiente, ma è l'unico mezzo senza il quale falliscono tutti gli altri”.
Joseph Pulitzer (1847-1911), Fondatore Premio Pulitzer
19/07/2008 00:44
 
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Re: Re:
Claudio Cava, 18/07/2008 23.37:



Concordo e aggiungo che siamo tutti un po' condizionati dal concetto di "credere" o meglio dal luogo comune per cui "in qualcosa si deve pur credere".

Ma se la mettiamo su questo piano, vezzo dei credenti che con cio' credono di equiparare i non credenti a loro, diventa tutto una questione di "credenza".

Mangio perche' credo di dover mangiare e menate simili, per capirci.

Ciao
Claudio





Bah,valli a capire questi che ti dicono che anche tu hai una "fede",come per esempio la scienza!
Contenti loro,basta allora ritorcergli il loro stesso discorso,se il credente ritiene la scienza una fede,allora perche' cavolo rompe i maroni alla scienza e non accetta allo stesso modo il rompimento di maroni da parte della scienza? Se ci sono due "fedi" a confronto,quella per cosi' dire diciamo "ufficiale" si sente superiore a quella della scienza.

Ho solo fatto un ragionamento per assurdo,chiaramente...

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19/07/2008 10:14
 
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Capisco il vostro impeto ad attaccare la fede ed in particolare la fede cristiana cattolica....

Ma non confondiamo una mirata campagna elettorale e le sue relative strategie con un'ostentazione della propria fede...


Ciao
Mauri

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19/07/2008 11:56
 
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Re:
MauriF, 19.07.2008 10:14:

Capisco il vostro impeto ad attaccare la fede ed in particolare la fede cristiana cattolica....



Aridaje.
Bella differenza, tra attaccare e sputtanare.

Ficcatelo in testa: sono i padroni della tua coscienza, che quotidianamente attaccano diritti umani, liberta' di pensiero e libero arbitrio. E altro.

Noi non facciamo altro che difenderci.
E, ovviamente, CONTRattaccare.


[SM=x789062]





“Non esiste delitto, inganno, trucco, imbroglio e vizio che non vivano della loro segretezza. Portate alla luce del giorno questi segreti, descriveteli, rendeteli ridicoli agli occhi di tutti e prima o poi la pubblica opinione li getterà via. La sola divulgazione di per sè non è forse sufficiente, ma è l'unico mezzo senza il quale falliscono tutti gli altri”.
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19/07/2008 12:29
 
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Vedi caro Claudio, la Santachè non ha ricevuto una bolla papale che le ha intimato di farsi propaganda elettorale scrivendo "io credo" sui suoi cartelloni...

Capisco che il vostro astio è senza limiti, però scadete nel ridicolo se venite a tirarmi in ballo un motivo di pura propaganda elettorale...con la fede e magari con la pseudo-ingerenza ecclesiastica che andate balbettando da sempre.

Ciao
Mauri

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19/07/2008 12:53
 
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Re: Re: Re:
pcerini, 19.07.2008 00:44:




Ho solo fatto un ragionamento per assurdo,chiaramente...

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Manca solo che la facciamo diventare questione seria [SM=x789051]

Sai quanto tempo ho perso con quei fissati secondo cui l' ateismo sarebbe una fede?

Si, la meno complicata di tutte composta di altro che tomi, due parole: tutte caxxate.
[SM=x789049] [SM=x789049] [SM=x789049] [SM=x789049] [SM=x789049]


Ciao
Claudio









“Non esiste delitto, inganno, trucco, imbroglio e vizio che non vivano della loro segretezza. Portate alla luce del giorno questi segreti, descriveteli, rendeteli ridicoli agli occhi di tutti e prima o poi la pubblica opinione li getterà via. La sola divulgazione di per sè non è forse sufficiente, ma è l'unico mezzo senza il quale falliscono tutti gli altri”.
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19/07/2008 13:11
 
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Verissimo:


"E fra "io credo" e "io penso" passa un fiume che scava un solco profondo fra le due sponde del vivere; questo fiume si chiama libertà.
Chi crede vive l’illusione di essere libero, ma in realtà ha bisogno di un dominus, sia esso per l’appunto un dio o una fede; è in questo costante riferimento ad una credenza, che è un’idea ma anche un limite, che non può esercitare se non parzialmente i propri diritti, la propria voglia di essere uomo.


PENSARE E' ALL'INtERNO DEL LINGUAGGIO.

CREDERE E' ALL'ESTERNO DEL LINGUAGGIO; E' DICIBILE, PERCHE' IL LINGUAGGIO CONSENTE DI DIRE, MA NON E' PROVABILE IN ALCUN MODO.

Pyccolo

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