Ti lasci eccessivamente influenzare dalle ipotesi di questi vari signori.
Non sono io ad averti parlato di Liotti o ad averlo tirato in ballo.
Sei tu che per dimostrare le tue tesi l'hai tirato in ballo e vorresti che io vada a leggermi la sua letteratura per capire.
Ti pare normale?
Si,esattamente,perche' e' solo cosi' che puoi farti una idea precisa delle loro teorie a livello generale.
Cita le parti di Liotti che tu ritieni promettenti e corroboranti delle tue idee e su quelle potrò ribattere secondo le mie opinioni.
Le ho gia' espresse,parlando per esempio di coscienza relazionale nel paradigma di Liotti
I vari signori citati sono i primi ad essere perplessi e tu vieni a citarmeli come paladini della verità?
Se ti leggi alcuni miei post,io per esempio ho accennato(pur senza descriverli) ai limiti e ai rischi del paradigma di Liotti,percio',non capisco per quale motivo avrei dovuto tirarmi indietro nel non citarli.
E poi,non ci vedo alcuna perplessita' nelle loro teorie altrimenti nemmeno ne farebbero un cardine dei loro lavori (per esempio le applicazioni cliniche del paradigma di Liotti).
Certe perplessita' non sono inerenti il modello evolutivo in se,semmai o riguarda l'incompletezza di certe prosettive oppure taluni rischi e limitazioni.E' ovvio che le teorie e i modelli non possono pretendere di esaurire tutta la conoscenza,mi pare ovvio.
"Edelman riconosce che spesso nella nostra testa consideriamo il mondo in modi che “sembrano naturali” o che sono “una seconda natura”, anche a dispetto delle evidenze scientifiche: spesso ci attraversano la mente pensieri svincolati dalle nostre descrizioni realistiche della natura. L’obbiettivo di Edelman in questo testo è esplorare l’interazione che sussiste tra la natura della mente e la sua “seconda natura”, tentando una loro conciliazione nell’ambito di un’epistemologia basata sul cervello.
... Ora, dice Edelman, il punto è che noi possiamo studiare, descrivere scientificamente, i “correlati” neurali della coscienza, ma tutto ciò non potrà farci comprendere “come” emergano i qualia: la complessità, l’irreversibilità e la contingenza storica della nostra esperienza fenomenica fanno escludere la possibilità generale di ricondurre a una descrizione scientifica certi prodotti della nostra vita mentale.
Seppure i fondamenti della coscienza risiedono nel cervello, e seppure le strutture dinamiche del cervello che portano a tali proprietà coscienti sono descrivibili scientificamente, bisogna tener conto dell’irriducibilità di certe esperienze coscienti soggettive. La descrizione scientifica non potrà mai sostituirsi all’esperienza: la prima ci aiuta a comprendere la nostra esperienza ma bisogna riconoscere la priorità dell’esperienza nel dare origine alle descrizioni che illuminano le basi dell’esperienza stessa. Bisogna tener conto della ricca complessità e della storia individuale delle reti cerebrali degenerate e sebbene senza dubbio esistano regolarità di comportamento e di intenzionalità, queste sono variabili, ricche e dipendono dalla cultura e dal linguaggio. La soggettività è, quindi, irriducibile...
... una spiegazione scientifica esclusivamente riduzionistica della nostra “seconda natura” non è, secondo lui, né desiderabile né probabile né imminente: con questa mossa Edelman si libera, se mai ne sia stato colpito,
dall’accusa di “scientismo” ovvero di condurre un riduzionismo scientifico estremo, che riduce in toto la nostra attività mentale esclusivamente alle attività neuronali."
(Simona Ruggeri - il grassetto è mio)
L'ultima parte e' anomala, infatti, pur non conoscendo il suo ultimo lavoro "Seconda natura. Scienza del cervello e conoscenza umana" una recensione di questo libro mi dice che
"Per Edelman la possibilità di raggiungere una reale comprensione scientifica della coscienza passa attraverso la definizione di un quadro concettuale unitario, all’interno del quale tradizioni di pensiero per consuetudine separate vengono definitivamente a
ricongiungersi. Individuando in Vico e Dilthey da una parte e in Galileo e Cartesio dall’altra i capiscuola di quelle correnti – l’una umanistica, l’altra scientifica – che fino a
oggi hanno contribuito a propagare l’idea di un’insanabile separazione tra scienze dell’uomo e scienze della natura, Edelman pone le basi per una riunificazione dei due domini
proponendo una lettura riduzionista del rapporto mente corpo.Al centro di tutti i lavori di Edelman si colloca il tentativo di tracciare un percorso teorico e sperimentale indirizzato alla comprensione scientifica della coscienza, anche “a dispetto” del suo
carattere indissolubilmente soggettivo (pag. 6).
(
www.humana-mente.it/unqualified/unqualified/docs/quinto_numero/PDF%20Recensioni/rec_edelm... )
, dunque, non e' affatto vero che secondo Edelman una spiegazione scientifica non sia probabile.Mi domando chi cavolo abbia ragione,la Ruggeri (che e' una filosofa e non una neuroscienziata) oppure la sintesi della recensione del suo ultimo lavoro.
Come vedi,affidarsi solo a mere citazioni invece di affrontare ad ampio raggio una teoria come quella evolutiva oppure il lavoro di ricerca di uno scienziato non solo e' inutile ma puo' essere dannoso,perche' si trovano sempre citazioni che contraddicono altre citazioni e cosi' via fino all'infinito,bisogna mettersi in testa che le citazioni non servono a nulla,bisogna leggersi i lavori.
Vedi che le idee di Edelman, per quanto interessanti, sono da esaminare e prendere con le pinze?
Tutte le tue citazioni non dicono nulla nella misura in cui tu non esprimi esattamente il tuo pensiero, supportandolo magari da citazioni di questi mostri della scienza, che poi mostri non sono, ma son tali perchè così a voi piace vederli.
Sono tutte ipotesi.
A me non interessa ora discutere sul dualismo mente-corpo,parlavamo di teorie evolutive della coscienza che sono tut'altro che mere ipotesi o campate per aria. Le citazioni non sempre riescono a dare conto del quadro teorico e metodologico a livello generale di un singolo ricercatore o scienziato.
Ancora su Edelman:
"Ma quali sono per Edelman i limiti di una tale epistemologia? Dobbiamo innanzitutto riconoscere che l’esplorazione dettagliata del funzionamento del cervello è ancora ad uno stato iniziale: cominciamo appena, secondo il neuroscienziato, a comprendere come il cervello permetta il linguaggio, ovvero il più potente veicolo per l’elaborazione della conoscenza. Inoltre, alla natura noi aggiungiamo una seconda natura, ovvero l’insieme delle percezioni, dei ricordi e degli atteggiamenti individuale e collettivi: alla conoscenza scientifica va aggiunta la conoscenza del senso comune derivata dall’esperienza quotidiana e ciò comporta un limite nell’applicabilità diretta di una tale epistemologia.
(Simona Ruggeri)
Questo articolo non mi dice proprio nulla,oltretutto,questa Ruggeri e' una filosofa,e immagino che parteggi per il mantenimento del dualismo mente-corpo ( e per l'irrudicibilita' del soggettivo) .
In merito all'irriducibilita' del soggettivo,ci sono anche teorie che vanno contro tale presupposto filosofico (vedi qui -->
freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=7741838 e ricerca "Nannini, Sandro, Naturalismo cognitivo".
Il problema mente-corpo non e' una questione di cui stiamo dibattendo ora , poiche' si parlava di
teorie evolutive della vita psichica,tanto che Edelman stesso,pur esprimendo perplessita' legate agli
attuali orientamenti del dualismo mente-corpo, propende decisamente per il fenomeno evolutivo della coscienza,visto che non ha affatto abbandonato il darwinismo neurale.
(se non sai cos'e' il darwinismo neurale vai qui --->
vicenza.anisn.it/document/Viareggio04/bozz.htm )
E a me interessa questo,ossia,respingere la balla immensa secondo cui le teorie evolutive della vita psichica sarebbero campate per aria,e' questo presupposto di cui stiamo discutendo, e non quello generale e metodologico del dualismo mente-corpo che ha a che fare con istanze metodologiche di altro tipo.
Se dovessi mettermi a discutere adesso pure dei problemi odierni di dualismo mente-corpo al di la' della questione legata al fenomeno evolutivo,ci faccio notte,dovrei mettermi a parlare di Searle,Varela,Velmans,Dennett,Calvin,Churchland,sopratutto della neurofenomenologia dal punto di vista di F.J.Varela riguardo la coscienza e il dualismo mente-corpo...
Per questo dico sempre di riportare le citazioni. Spesso possiamo essere noi ad interpretare in modo diverso le cose che, dette e riferite dagli autori, assumono tutt'altra rilevanza.
In pratica non posso che essere d'accordo con i principi di massima che animano il sig.r Edelman, principi che non sono affatto in contrasto con ciò che penso io e con la struttura del linguaggio umano.
A quanto pare Ruggeri dice una cosa e la recensione ne dice un'altra in merito alla possibilita' o meno del riduzionismo scientifico.
Ed e' per questo che le citazioni non servono a nulla,bisogna leggersi i libri per capire a fondo le teorie e il pensiero di uno scienziato.
Mi spiace che voi ne facciate una battaglia di tipo personale e che diate agli altri i connotati dei perfetti imbecilli.
Per quanto Biagini sia cattolico, per quanto le sue conclusioni siano contestabili e fuori dal linguaggio, assolutamente indimostrabili ed opininabili, cosa che lui non nasconde, giungere al punto di definirlo imbroglione e falso mi sembra non solo irriverente nei confronti dell'essere umano, ma anche poco onesto. Non è che gli scienziati di fede scientifica, come detto nel mio penunltimo post, siano molto migliori di lui (vedi teoria dell'evoluzione).
Qui non posso proprio essere d'accordo,le teorie degli scienziati vanno argomentate utilizzando i loro stessi argomenti,conoscendo pecio' a fondo le loro teorie e non sparando balle come quella delle teorie evolutive della vita psichica che sarebbero campate per aria(ricorda che e' di questo che parliamo adesso,al di la' dei problemi "filosofici" relativi al dualismo mente-corpo)
Bisogna distinguere sempre fra le cose che si annunciano e che sono all'interno del linguaggio, razionali e dimostrabili, e quelle che sono fuori dal linguaggio, irrazionali ed indimostrabili.
Non perchè si è atei, miscredenti o agnostici che, per forza di cose, le tesi prodotte saranno più corrette e meno tendenziose rispetto a chi ne produce di diverse ed è religioso.
Gli onesti ed i disonesti appartengono ad ogni schieramento: politico, religioso, scientifico.
Saluti
Pyccolo
Continuo a ritenere Biagini solo uno sparaballe,e l'ho dimostrato,perche' relativamente alle teorie evolutive della coscienza (al di la' dell'odierno dibattito filosofico su mente-corpo) che sarebbero campate per aria ha detto solo una grande stronzata,visto che per esempio lo stesso Edelman e' un convinto assertore del darwinismo neurale (anzi ne e' stato il primo a proporlo),leggendo la recensione da me proposta del suo ultimo lavoro,e viste le applicazioni cliniche del modello evolutivo di Liotti.
[Modificato da pcerini 12/08/2008 23:48]