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"Spartakus70" organizza marcia contro l'ostracismo riservato a tutti i dissociati e disassociati della WTS

Ultimo Aggiornamento: 27/01/2011 14:18
09/12/2010 10:25
 
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Come superare l'obiezione
Quando il TdG rivendica la propria libertà di ostracizzare:

Scritto da Mario(70):


Una delle risposte che danno i tdg quando contestiamo l'ostracismo si può racchiudere in queste parole:

"Mi sempra poi importante sottolineare che le regole sono ben chiare e note al momento dell'adesione.
Come si trattano gli ex, disa/disso-ciati, è chiarito e ripetuto sia nelle pubblicazioni che durante gli studi biblici. "

In realtà le cose non stanno proprio così, prima che si parla di disassociazione passa molto tempo, si comincia a dire qualcosa quando oramai la persona è dentro totalmente sia fisicamente che moralmente che spiritualmente, in uno stato del genere si direbbe si a qualsiasi cosa, un pò come avviene quando siamo innamorati e ci si sposa, sappiamo che potrebbe esserci un divorzio, ma non stiamo certo a pensarci quando ci sposiamo!
Inoltre il fatto di saperlo non significa che sia giusto e sappiamo bene che sia la costituzione italiana che quella riguardante i diritti fondamentali dell'uomo garantiscono quanto segue:

" È punita ogni violenza fisica e morale sulle persone comunque sottoposte a restrizioni di libertà"
«Ogni individuo ha il diritto alla libertà di pensiero, coscienza e di religione; tale diritto include la libertà di cambiare religione o credo»
....
Con l'ostracismo vi è logicamente violenza morale e non si è realmente liberi di cambiare religione o credo in quanto si è ricattati dalla morte sociale incombente.
Di nuovo: Ricordo che nel caso dei tdg chi non osserva l'ostracismo, a sua volta paga le conseguenze, sotto forma di restrizioni e punizioni di vario tipo, e questo rende tale pratica obbligatoria e non relegata alle singole coscienze, pena fare la fine dell'ostracizzato, insomma cari tdg invece di arrampicarvi sugli specchi prendete atto dell'assurdità di tale pratica perchè il continuare a scusarla vi rende complici.

Mario
[Modificato da nevio63 09/12/2010 10:28]
09/12/2010 10:37
 
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TdG e "libertà di ostracizzare chi voglio"

Polymetis ribadisce:

Stanno tentando di portare la discussione a questo livello ridicolo: "ognuno fa quel che gli pare, se scelgo di ostracizzare una persona, ho il diritto di farlo". Benissimo. Il problema è che noi non stiamo discutendo del fatto che il loro comportamento sia o meno legale secondo la legge italiana, bensì del fatto che sia o meno moralmente giusto, e se sia o meno coercitorio. Finché continuano a dire "è una mia scelta di non salutarti, quindi faccio quel che voglio" si pongono ad un altro livello, giacché noi non neghiamo che si abbia diritto di prendere questa decisione, stiamo semplicemente argomentando che questa decisione è inumana ed ingiusta.....
Finché si va avanti a dire che ogni decisione personale, se non infrange la legge, è insindacabile, non si va da nessuna parte. Infatti non si sta contestando la liceità sul piano giuridico di un comportamento, ma la sua umanità e giustezza. ... nel caso dei TdG ...si è sotto il ricatto psicologico, la mannaia della morte sociale.
E che cosa c'entra poi il fatto che quando una persona s'è iscritta ai TdG conosceva queste regole? Il fatto che le conoscesse, e le avesse approvate, le rende forse meno crudeli? O rende forse meno crudele il fatto che l'organizzazione spinga i parenti ad applicarle verso il disassociato? Certo, egli fu avventato ad accettarle quando si battezzò, ma questo non rende certo la WTS più giusta o umana.

Ad maiora
09/12/2010 10:42
 
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No, Poly, l'ostracismo..

è non solo immorale ma anche anticostituzionale!

Mario(70) replica all'intervento di Poly:

... loro potrebbero capire che tu, Poly, pensi che l'ostracismo come lo applica la società Watch Tower non sia anticostituzionale, mentre a me pare evidente che tu stessi parlando della scelta individuale di ostracizzare qualcuno il che è profondamente diverso.
L'ostracismo dei tdg è anticostituzionale perchè esso obbliga tutti i tdg a ostracizzare gli ex membri applicando a sua volta la disassociazione per chi non accetta tale pratica, sarebbe tutto diverso se il CD non ricattasse nessuno e lasciasse alle singole coscienze il decidere come comportarsi, cosa che attualmente e da 60 anni a questa parte, non avviene.
Quindi da un punto di vista costituzionale, la società italiana denominata "congregazione cristiana dei testimoni di Geova" non può ricattare moralmente i suoi associati impedendogli di uscire liberamente da essa perchè l'articolo 13 sancisce:
"È punita ogni violenza fisica e morale sulle persone comunque sottoposte a restrizioni di libertà."

Ora andassero a chiedere a chi è ostracizzato se non è moralmente violentato dalla morte sociale che sta subendo e andassero a chiedere ai numerosi inattivi che non si sono ancora dissociati a causa dell'ostracismo che riceverebbero, se non sono violentati nella loro sacrosanta libertà di uscire da questa società.

Mario
09/12/2010 10:45
 
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Poly again...

Polymetis: Grazie Mario di aver spiegato la mia frase, io infatti non ho detto nulla a proposito della WTS, né se considero illegale né se considero legale la sua prescrizione riguardo ai disassociati. Stavo semplicemente dicendo che è ovviamente inattaccabile legalmente il fatto che una persona dica "faccio quel che mi pare", ma questo non rende il mio atteggiamento giusto o sensato. Se dico "ho deciso di non salutare più i biondi, perché mi stanno antipatici", nessuno ti può costringere a salutarli, ma questo sarebbe sensato?

Riassumendo quel che mi pare di capire dal discorso di Mario: la cosa riprovevole e da condannare non è che una persona eviti di mangiare con un altra. Nessuno può costringere un altro a mangiare con chi non vuole vedere. Il punto è un altro, cioè se si costringe una persona a rimanere in un culto facendo pendere su di lui la minaccia che, se si disassociasse, per l'appunto ogni persona eviterebbe di pranzare e dialogare con lui. Certo che le singole persone che non vogliono dialogare col disassociato sono libere di evitarlo, ma è altrettanto legale che un'organizzazione minacci chi fuoriesca che, qualora fuoriuscisse, ordinerebbe a tutti i suoi amici di non salutarlo più? Il fatto cioè che i TdG siano liberi di obbedire agli ordini della WTS, implica forse che sia lecito alla WTS darli quegli ordini? Sono piani molto diversi. Io, personalmente, posso decidere di non salutare qualcuno. Ma è molto diverso se i vertici di un'organizzazione di cui faccio parte mi impediscono di lasciarla sotto la costante minaccia che, se lo facessi, i miei parenti non mi rivolgerebbero più la parola se non in caso d'emergenza.
La pubblicazione è chiara, i rapporti non necessari anche con parenti vanno evitati. Questa direttiva pastorale è tassativa, giacché com'è noto le direttive organizzative dei TdG passano attraverso i loro organi pastorali (WT, Svegliatevi, libri, opuscoli), sicché non c'è nessuna distinzione tra le due cose.
09/12/2010 10:47
 
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Precisazione di Mario(70) sul matrimonio extraconfessionale.

Mario: Comunque ad essere precisi essi non vengono disassociati per aver sposato un non tdg, vengono segnati, perdono gli incarichi, sono cattive compagnie, ma non vengono disassociati, invece se mentre sono fidanzati uno dei due viene disassociato e l'altro non lo lascia, allora viene disassociato anche lui...

Mario
[Modificato da nevio63 09/12/2010 10:50]
09/12/2010 10:50
 
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Riassume Poly, sul matrimonio extraconfessionale:
Comunque, anche se non viene disassociato, è pur sempre vero che il matrimonio misto è vietato, tant'è che si ha una perdita di privilegi se si sposa una donna di un'altra religione.


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Mario conclude: Quante volte abbiamo scritto che non siamo contro la disassociazione ma contro l'ostracismo che ne deriva?
Le vogliamo contare?
La cosa interessante per non dire assurda è che non sapendo difendersi da questo nostro attacco, gira che ti rigira ritornano a dire che noi siamo contro la disassociazione!

NON SIAMO CONTRO LA DISASSOCIAZIONE, MA CONTRO L'OSTRACISMO


forum.infotdgeova.it/viewtopic.php?f=17&t=5435&start=30

[Modificato da nevio63 09/12/2010 10:52]
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Email Scheda Utente
09/12/2010 11:47
 
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Bhè... almeno su questo.....
mi trovi d'accordo!

Che dire però dell'ostracismo cattolico?
Ho esperienze dirette di molte branchi ecclesiastiche che fanno lo stesso verso i loro ex adepti.... vedi catecumenato.... rinnovamento dello spirito... ecc. ecc. ecc.
09/12/2010 11:51
 
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Re: Bhè... almeno su questo.....

Sonnyp, 09.12.2010 11:47:

mi trovi d'accordo!

Che dire però dell'ostracismo cattolico?
Ho esperienze dirette di molte branchi ecclesiastiche che fanno lo stesso verso i loro ex adepti.... vedi catecumenato.... rinnovamento dello spirito... ecc. ecc. ecc.



nevio63: Se "Neocatecumenali", "Rinnovamento dello spirito" e compagnia bella, applicano lo stesso metro di ostracismo, sia guerra senza quartiere anche a loro, e niente 8 X 1000 a chi li protegge!
[Modificato da nevio63 09/12/2010 12:04]
09/12/2010 12:03
 
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www.internetica.it/neocatecumenali/relazione-psichiatra.html


Guardate qua, Sonny ha ragione...

DINAMICHE PSICOLOGICHE
NELLE COMUNITÀ NEOCATECUMENALI

Relazione del Prof. Antonio Picano, Psichiatra presso l’Ospedale San Camillo di Roma. Rocca Priora, 20 aprile 1997

Vi ringrazio di avermi chiamato qui, anche se la cosa non mi fa piacere perché ciò sancisce una divisione amara, dolorosa e apre il problema di integrare tanti fratelli. Il problema, infatti, non è costituito da Kiko e Carmen ma da tantissima gente che ha una fede sincera ed è ignara delle problematiche. Il problema va, dunque, affrontato con amore: dobbiamo sforzarci di amare. Io ho impostato la mia vita al servizio di Dio (anche il mio servizio psichiatrico), anche se nel mio mondo il cristianesimo viene considerato una eresia. Ho sempre ottenuto dei risultati straordinari, anche perché ho cercato di aiutare nella Grazia. Seguo il Papa, il credo della Chiesa Cattolica, ho fatto volontariato, faccio parte di una Associazione Missionaria. Da 20 anni mia madre fa parte del Cammino Neocatecumenale ma non ha ottenuto l’adesione di papà e perciò c’è stata una divisione totale fino alla sua morte. Io ho avuto una grande sofferenza e una impossibilità di accettare questi aspetti personali e perché in contrasto con la mia fede. Colpito personalmente, cacciato di casa pur essendo medico e persona realizzata. Mi è stato detto da un catechista e da uno psichiatra del Movimento queste testuali parole "Noi abbiamo vincolato tua madre all’obbedienza e le abbiamo ordinato di cacciarti via di casa". Un velo di dolore è sceso su di me e me ne sono andato addolorato. Ciò mi ha permesso di riflettere su ciò che sta dietro questo movimento. Il Signore ha permesso questo ed ora mi manda tanti clienti Neocatecumenali che si sentono accettati e capiti perché conosco bene questo comportamento.

DIVISIONE DELLE FAMIGLIE
La prima problematica è la divisione della famiglia, perché se c’è una persona, un coniuge neocatecumenale e l’altro no, si arriva ad una inconciliabilità perché la struttura sociologica di base, tra i neocatecumenali, è la comunità e non la famiglia.
La famiglia non è una istituzione umana, ma è una cosa sacra e riconosciuta nella vita di Gesù che ha avuto bisogno della famiglia. È un fatto rilevante! e ciò nonostante l’appartenenza di Gesù alla vita del Padre (v. 5° mistero gaudioso dove il gaudio non è dato tanto dall’aver ritrovato il Figlio, quanto nell’aver riconosciuto la duplicità della natura, che cioè il Figlio apparteneva a Dio Padre prima che ai genitori). Ma questo è vero sempre. È Dio che ha voluto la struttura familiare. Quindi la famiglia ha diritto di esistere prima della struttura comunitaria. Ora nella Comunità vi è una situazione di obbedienza assoluta al catechista (visto nella maniera profetica descritta prima, come ispirato da Dio). Esiste una definizione diversa dei ruoli: non esistono più le famiglie singole ma una grande famiglia che accoglie tutti i membri delle varie famiglie e in essa si definiscono i vari ruoli di genitori e figli.

Questo è molto simile a quanto avviene nei Kibbuz ebraici, dove (per esigenze di difesa e di lavoro) i figli sono figli di tutti i genitori e tutti i genitori sono genitori di tutti i figli. Questo sistema pedagogico ha molte analogie col sistema familiare di gestione comunitaria dei Neocatecumenali dove l’autorità è rappresentata dal catechista e non dal padre. Questo comporta una serie di problemi più grossi. Ci sono patologie che si verificano all’interno della comunità. Si può verificare che l’essere autorevole del catechista altro non sia che un desiderio di supremazia e di dominio che si manifesta attraverso una competenza maggiore nell’ambito dottrinario per poter esercitare il potere. Quando si verifica una competizione fra un uomo ed una donna, all’interno di questo sistema, si verificano situazioni paradossali per cui si trovano coppie di Neocatecumenali (uomo-donna) che in realtà sono i padri-genitori della famiglia comunitaria. Si può verificare un rapporto affettivo con connotazioni sessuali (non nel senso che ci siano rapporti fisici) ma nel senso che diventano il padre e la madre di una grande famiglia allargata. Ora, mentre la famiglia al suo interno ha delle regole, dei sistemi di protezione ben precisi che servono a delimitare i ruoli (l’incesto, ad esempio, è una regola di comportamento che serve a definire i ruoli reciproci di genitori e figli, fratelli e sorelle), quando in una famiglia allargata come quella della Comunità viene a mancare questo supporto, non c’è più il vincolo sessuale e ci possono essere dei rapporti patologici tra fratelli di comunità o rapporti alterati fra genitori e figli, perché la struttura creata da Dio è quella familiare. La fedeltà coniugale serve per avere una coppia stabile e per avere dei riferimenti precisi. Quando non esiste più un rapporto di stabilità all’interno dei rapporti affettivi, non esiste più un vincolo sessuale, si possono stabilire dei rapporti "impuri" che creano delle dinamiche alterate. Ecco che la Comunità diventa fortemente disfunzionale.

Una donna, ad esempio, ha scoperto che il suo ruolo era stato quello di "amante" del leader-maschio e che aveva combattuto contro di lui perché in realtà lo desiderava sessualmente, che lei aveva disprezzato il marito e che aveva dei comportamenti quasi a nascondersi dietro quel leader della Comunità alla scopo di non venir meno alle sue responsabilità. Questa donna aveva concepito 4 dei suoi 7 figli per farli educare da questo catechista autorevole, piuttosto che da suo marito.

ISTITUZIONE TOTALE
La Comunità diventa una istituzione totale perché deve risolvere tutti i problemi di tutti gli appartenenti e non è possibile una soluzione esterna alla Comunità.

Io ho in terapia un ragazzo di 30 anni, figlio di genitori che fanno parte delle Comunità. È arrivato a me dopo 4 anni che stava chiuso in casa e si occupava unicamente di curare un bonsai. Credevo fosse schizofrenico ed invece era semplicemente un ragazzo fallito, che aveva solo problemi sessuali e perciò si era chiuso. I genitori non hanno mai parlato col figlio ma lo hanno portato in Comunità perché parlasse con i Catechisti. Ecco un altro meccanismo, perché non esistono genitori specifici ma un insieme di genitori e garantisti che hanno il meglio da offrire al figlio. Questo ragazzo, non accettando di parlare ad altri che non fossero i suoi genitori, si è progressivamente chiuso. I genitori gli dicevano che gli unici ragazzi affidabili erano quelli della Comunità e, quindi, hanno provato ad inserirvelo, ma lui non si è sentito accettato perché stava vivendo con dolore il suo problema sessuale del quale si sentiva colpevole (ed in parte lo era). Vedendo tutte quelle persone che avevano risolto i loro problemi in maniera cosi distaccata, li sentiva estranei a se stesso e così si è sviluppata in lui questa estraneità. Un meccanismo esterno alla Comunità era proibito perché significava per lui tradire i genitori. Ciò gli era impossibile perché aveva estremo bisogno di loro. Quindi, l’unica cosa che gli rimaneva era di restare chiuso dentro casa. Dopo 8 mesi di terapia ha ripreso ad avere fiducia in se stesso e ad agire autonomamente. A mia insaputa, i genitori gli davano farmaci sedativi mentre io prescrivevo antidepressivi. Gli permetto di andare in Comunità ma insegnandogli che non è la sola strada e gli ho insegnato che gli è consentito sentirsi estraneo a qual mondo. Per lui non era possibile che si potesse vivere un disagio come il suo all’interno di un sistema buono per definizione.

Bisogna dire a queste persone che esiste anche un mondo diverso dalla Comunità, una possibilità di esistere senza sentirsi sbagliati e colpevoli. Se non sono "sale" ma solo "salato" la mia vita è di serie "B" ed è inaccettabile che mio figlio viva una situazione del genere.

CHE TIPO DI PERSONE VI APPARTENGONO
Bisogna domandarsi perché esista questo movimento, perché abbia avuto tanto successo, con chi possiamo parlare, che cosa possiamo dire e che linguaggio possiamo usare perché bisogna pure che stabiliamo un dialogo con queste persone, emarginate perché non avevano più speranza nella loro vita. Purtroppo fondamentalmente sono persone fallite, nelle parrocchie non c’è una pastorale per i falliti, per gli emarginati, per gli sbagliati. Ora i Neocatecumenali si rivolgono a persone che non hanno nessuno che li ascolti. Vengono integrati a pieno diritto e sullo stesso livello degli altri.

Noi, invece, facciamo l’errore del fratello del Figliol prodigo. Tutti siamo fratelli e quindi dobbiamo reintegrare il fratello che ha sbagliato, perdonandolo come se quello che ha commesso non fosse stato commesso.

I Neocatecumenali accolgono così e non richiedono niente. Come tutte le Comunità sono un luogo, un elemento di riabilitazione psicologica e spirituale. "La tribolazione genera pazienza, la pazienza genera virtù provata, la virtù provata genera la speranza e questa non delude". La tribolazione (quella di chi ha sbagliato, quella che ci procurano coloro che sono fuori della Chiesa) genera la pazienza e questa la capacità di sopportare (che il Cammino non ammette perché non è propria dell’uomo).

Noi non funzioniamo perché etichettiamo la persona che ha sbagliato e diciamo: "è sbagliata"! Questo meccanismo è arbitrario; dobbiamo sentircene colpevoli e responsabili di fronte a Dio. Se questo Movimento esiste è perché supera questo limite. Noi dobbiamo imparare a non etichettare mai e a concedere un perdono totale che ridia "la veste bianca" (e questa la dà il confessore e non noi) e "l’anello al dito" (il potere) e i "calzari ai piedi" (reintegrare, cioè, nella dignità di vita). Noi tendiamo ad etichettare: "quello è pazzo", "quella è una prostituta", "quello ha il padre ubriacone", "è neocatecumenale"! Bisogna accogliere e integrare queste persone che sono adulte. Purtroppo queste persone, che sono adulte, non trovano in parrocchia chi li ascolti per risolvere i problemi di coppia perché in genere si ha attenzione solo per i piccoli o per gli anziani ma, in genere, chi sbaglia sono i giovani o gli adulti. I Neocatecumenali, invece, accolgono e offrono aiuto. Anche il Papa sceglierà in funzione di una integrazione di questi fratelli. Una guerra di dottrina non serve alla Chiesa. Bisogna stabilire tanti singoli rapporti umani e insegnando loro il perdono.

(Dopo qualche altro intervento, dal pubblico qualcuno pone queste domande)

D. Quali sono le patologie ricorrenti presso coloro che hanno fatto queste esperienze?

R. La patologia è quella di tutte le persone che hanno una personalità debole, che sono fallite e che non sono capaci di affrontare il proprio errore e che hanno bisogno di rinchiudersi in un sistema rigido e senza comunicazione, perché altrimenti non sarebbero in grado di accettare il proprio errore.
È la patologia comune a tutti quelli che si chiudono in comunità, in sette, in sistemi chiusi,..... che non accettano il proprio limite.

R. Il problema è la de-responsabilizzazione di un individuo che viene a perdere la libertà, che non ha più discernimento, che non ha più capacità volitive, che non ha più coscienza del proprio errore. Ne esce un individuo indebolito, senza più una morale, senza una progettualità, senza una speranza, senza una capacità di amare. La malattia che potrà prendere è, poi, la più varia.

Qualsiasi sistema chiuso che non permetta relazioni col mondo esterno, che non sviluppa l’individuo, è un sistema tendenzialmente patologico. Ma ci sono tanti casi di questo genere. Certo, il fatto che non ci siano più riferimenti affettivi precisi, il fatto che il figlio non sappia più chi è suo padre, che il marito non abbia più una relazione preferenziale con la moglie, ma una relazione indifferenziata con un sistema piuttosto che con una persona, sono sistemi che non favoriscono una salute mentale, ma favoriscono la confusione. Dal punto di vista spirituale il peccato è la disfunzione individuale; dal punto di vista psicologico è disfunzione psicologica. Nei movimenti va chi non vive la spiritualità parrocchiale.

Persone forti nella fede non aderiscono al Movimento Neocatecumenale.
[Modificato da nevio63 09/12/2010 12:11]
11/12/2010 19:38
 
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Mi sono armata di pazienza e ho letto tutto l'articolo su Neocatecumenali. Quanta gente smarrita, quanta gente affamata d'amore, solo che sbagliano i luoghi dove ad andare ad attingerla. In sostanza tutte le false religione, sotto il velo di devozione e ubbidienza alle regole dell'organizzazione alla quale appartengono, hanno il permesso taciuto e giustificato dalle ragioni con le quali esaltano "la bontà della loro fede" in realtà di trasgredire le leggi divine. Nel caso dei Neocatecumenali, incesti, adulteri...ecc
questo è caratteristica di tutte le false religioni, trasgredire la legge di Dio, per ubbidire alle regole degli uomini.
Quando poi si dovranno raccogliere i frutti, il dolore, il disaggio e la sofferenza di qualunque natura, ci si chiede, molto umanamente, "Dio, dove sei stato o Dio dove sei"?

"Diceva loro ancora: «Come sapete bene annullare il comandamento di Dio per osservare la tradizione vostra!" Marco 7,9

Chi sottovaluta e deride l'ubbidienza alla Legge morale di Dio e ai suoi comandamenti, sia che si trova tra Neocatecumenali, tra tdg, cattolici, avventisti.......raccoglierà i propri frutti, di dolore e di sofferenza. Solo l'ubbidienza ai comandamenti con spirito dell'amore potrà rendere felice l'uomo.
[Modificato da santapazienzauno 11/12/2010 20:32]
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