kelly70, 03/11/2010 10.33:
Vedete, le cose che odiamo o detestiamo, condizionano la nostra vita, nella misura in cui cerchiamo di evitarle e le combattiamo.
Sai dai toni che a volte sono stati usati nei confronti in questo forum di noi credenti ho dedotto che purtroppo quell'odio, o dovrei dire una forte antipatia, esiste da parte degli atei, forse non tanto nei confronti di noi credenti ma del cristianesimo che confessiamo, eccome.
Il forum è un'opera di informazione, aperto a chi vuole leggere, nessuno viene portato qui con la forza, lo fa solo se interessato allo scambio di idee o a conoscere meglio le persone, che in fin dei conti, anche se atee, non mangiano nessuno.
Ma certo, e per questo siamo venuti qui, io poi personalmente sono venuta anche perché dopo la mia bannatura non avevo più dove forumisticamente riporre il capo, e per poter continuare dei contatti virtuale con persone a me già simpatiche, non faccio differenze tra atei e cristiani riguarda simpatia e affetto, e tu lo sai kelly, ne abbiamo già parlato a sufficienza.
E questo anche perché ho conosciuto dei credenti che farebbero bella figura non chiamarsi tali e degli atei che in quanto "ortoprassi" ne hanno da insegnare molte cose a certi "credenti".
Il fatto però è, quando sento che tutti noi credenti a volte veniamo dipinti come dei plagiati di mente, e gli atei invece siano gli illuminati per eccellenza di questa terra allora mi chiedo chi siano in realtà gli illuminati e chi i plagiati di mente!
ciao cara
Veronika
[Modificato da Cristianalibera 03/11/2010 12:21]
"Ciò che tu eviteresti di sopportare per te, cerca di non imporlo agli altri" (Epitteto)
Col concetto cristiano della vita, l'amore non è una necessità e non si esercita su nulla; esso è una facoltà essenziale dell'anima umana. L'uomo ama, non perché ha interesse di amare questo o quello, ma perché l'amore è l'essenza dell'anima sua, perché egli non può non amare.
La dottrina cristiana insegna all'uomo che l'essenza dell'anima sua è l'amore, che la sua felicità non è di amare la tale o la tal altra entità, ma bensì il principio di tutto, Dio, ch'egli ha coscienza di contenere in sé. Ecco perché egli amerà tutti e tutto.
(Tolstoj)