"la natura tende a impedire rapporti tra consanguinei perchè nascerebbero figli malati" cioè la natura, per difendere la procreazione, tende a far si che queste cose si evitino ( nonostante in molti clan familiari si praticasse molto ) ; cioè la natura è proposta ad una "sana" procreazione; cioè in fondo stai dicendo, o per lo meno questo si deduce dal TUO discorso che la natura fa in modo di far accoppiare gli esseri viventi perchè lo scopo è una sana procreazione;
Hmmm. Ho capito allora la base del nostro fraintendimento. Ed è anche colpa mia, che parlo alla gente come se fosse erudita nei meccanismi della selezione naturale.
Vedi, io uso espressioni come "la selezione naturale tende a favorire...", ma non c'è nessuna "natura" come forza attiva dietro a tutto questo.
Il discorso è molto più semplice. Prendiamo ancora il modello animale, perché è più facile quando si parla di predisposizioni genetiche, usare creature che non sono soggette a troppe variabili comportamentali come lo sarebbe l'homo sapiens.
Per l'esattezza, riprendiamo proprio l'esempio (del tutto ipotetico: io non sono un etologo
) dei leoni.
Il leone nasce con una serie di istinti programmati nei suoi geni. Fra di essi, quello di accoppiarsi. Naturalmente QUALSIASI istinto è una funzione cerebrale estremamente complessa: non è che c'è "il gene dell'istinto ad accoppiarsi"; parliamo di dieci, venti, cento geni che interagendo fra loro, su vasta scala "orientano" il comportamento dell'individuo-leone verso la riproduzione.
Ora c'è un modello comportamentale legato a questi geni, che è quello largamente più diffuso nella specie dei leoni: esso dice più o meno: "quando sei adulto prendi e vattene dal tuo branco, vai a cercare un altro branco, sconfiggi il rivale maschio e prenditi il suo harem di femmine. Poi accoppiati eterosessualmente con loro".
Ma la specie è soggetta alla riproduzione sessuata, quindi ogni nuovo leone non è clone del precedente, e nasce con assortimenti genici diversi, oltretutto soggetti anche a eventuali mutazioni casuali.
Quindi un giorno potrebbe nascere un leone che ha uno o due geni comportamentali alterati, e l'istinto nel suo complesso ne risulta cambiato: "quando sei adulto resta nel tuo branco, sconfiggi il rivale maschio e prenditi il suo harem di femmine. Poi accoppiati eterosessualmente con loro".
Questo potrebbe essere il nostro leone incestuoso.
Se questo leone sopravvivrà e riuscirà a mettere in atto il suo piano, accoppiandosi trasmetterà alla futura prole un assortimento di geni orientato verso questa predisposizione incestuosa.
Ora facciamo passare mille anni.
Confrontiamo i discendenti dei due leoni:
Il leone con l'istinto "normale" ha generato, ipotizziamo, 100 discendenti.
Il leone con l'istinto incestuoso ha iniziato la sua linea di discendenti con lo stesso sprint, ma poi i gravi problemi genetici insorti a causa del suo metodo di riproduzione "mutato", hanno ridotto i suoi discendenti: alcuni non sono mai nati, altri sono nati ma erano deformi e sono stati uccisi nelle competizioni, e così via.
Il leone incestuoso vanta quindi soltanto 30 discendenti.
Su scale più lunghe, la mutazione inscestuosa verrà letteralmente cancellata dal pool genico, schiacciata per competizione dalla forma "normale" di accoppiamento.
Ma tieni sempre presente, che tutto questo non è legato al fatto che una cosa sia "normale" o "mutata": conta soltanto il fatto che FUNZIONI o NON FUNZIONI.
L'incesto non è "normale" semplicemente perché NON FUNZIONA. Se avesse funzionato al pari dell'accoppiamento eterosessuale standard, oggi magari metà dei leoni sarebbero incestuosi. Se addirittura ci fosse stato un vantaggio, anche piccolissimo, allora il metodo su scala di milioni di anni avrebbe trionfato, e oggi tutti i leoni sarebbero incestuosi, cosa che renderebbe "normale" l'incesto e "mutate" le deviazioni eterosessuali standard.
"Normale" in biologia si dice di solito "wild type". Questo titolo però viene conferito soltanto A POSTERIORI, quando si osserva un comportamento che è largamente dominante perché funziona; e non A PRIORI, cosa che fa il profano che dice "questo comportamento non è naturale".
Naturalmente se noi fossimo leoni, allora oggi l'incesto nella nostra popolazione sarebbe soggetto a questa selezione in modo altamente lineare, e quindi sarebbe un fenomeno praticamente inesistente. Invece, malgrado esso effettivamente sia molto limitato, resta il fatto che siamo uomini e non leoni: abbiamo un cervello decisamente più complicato. Siamo soggetti a malattie mentali, a fantasie sessuali, a perversioni, tutte cose che possono sì avere delle remote concause genetiche, ma spesso e volentieri non hanno un legame diretto e chiaro con esse.
E poi da un punto di vista teorico, la mutazione incestuosa è qualcosa che può casualmente emergere in qualsiasi punto spazio-temporale dell'evoluzione dei nostri geni; un domani a me potrebbe nascere un figlio geneticamente predisposto all'incesto, anche se io non ho questa devianza.
Le mutazioni casuali sono belle perché rendono il gioco imprevedibile. L'unica cosa certa è che quel mio figlio ipotetico, o si reprimerà e manterrà l'espressione di quella devianza a livello di semplici fantasie (cosa che a posteriori ci farà capire che il gene mutato non era neanche "fortissimo", nel senso che non IMPONEVA la filiazione con consanguinei), oppure in caso contrario ben difficilmente riuscirà a propagare la sua mutazione nel pool genico umano: la maggior parte della specie umana è istintivamente avversa all'incesto! Ed è stata selezionata così proprio perché chi rifiuta le proposte incestuose di un individuo "mutante", avrà una prole statisticamente più sana e che si propagherà meglio rispetto a una persona che, incontrando il "mutante", dovesse accettare di fliare con lui.
Si tratta sempre di sopravvivenza: singolarmente gli eventi sono impredicibili e quasi casuali, il mio ipotetico figlio potrebbe anche riuscire a trasmetterli una volta, i suoi geni; ma statisticamente, su larga scala sopravvive meglio solo chi ha il set di predisposizioni migliori.
E questo conta moltissimo quando si parla di centinaia di migliaia di anni.
L'omosessualità segue le stesse leggi, ma con un esito che è completamente diverso. Per quanto ne sappiamo probabilmente era, all'origine, una mutazione di qualche gene che predisponeva al comportamento eterosessuale; il punto è che questa mutazione non si è rivelata sfavorevole alla specie.
Infatti l'omosessuale maschio non si riproduce (o si riproduce molto meno di un maschio eterosessuale), MA il gene passa lo stesso alla generazione successiva con una frequenza paragonabile a quella dei geni eterosessuali.
Il perché di questa cosa, non te l'ho ancora spiegato. Vabbé, volevo farlo in un topic apposito e con qualche approfondimento, ma tanto vale dirlo brevemente qui.
In sunto:
Si è verificato che la femmina eterosessuale, portatrice sana dei geni omosessuali MASCHILI, figlia statisticamente DI PIU' di una femmina normale.
Non chiedermi se sia perché è biologicamente più fertile o se è perché la modificazione che questi geni inducono nei suoi istinti riproduttivi, le dà "più voglia di cazzo": non lo so e immagino che dimostrare l'una o l'altra cosa non sarà facile ovviamente
In ogni caso il punto fondamentale è che, all'interno di una specie che è GIA' predisposta all'eterosessualità, una mutazione omosessuale può diventare stabile!
Può infatti trovare un suo equilibrio di filiazione, tale per cui anche se la specie continua in larga maggioranza a riprodursi eterosessualmente, entro un limitato range di popolazione che possiede il gene omo, una femmina iper-fertile può compensare un maschio ipo-fertile. Questo sistema ha dei suoi limiti intrinseci di auto-regolazione: per esempio se troppi individui maschi diventassero gay, le femmine iper-fertili avrebbero difficoltà a trovare tutte un compagno etero e quindi non potrebbero compensare lo squilibrio; la percentuale di mutanti a quel punto regredirebbe spontaneamente nelle generazioni successive.
In effetti l'evoluzione di questa mutazione deve sicuramente essere fluttuata nel tempo; del resto se TUTTI diventassimo omosessuali, l'assenza di maschi interessati alla popolazione femminile causerebbe l'estinzione della specie (o nel caso homo sapiens, più probabilmente forme di riproduzione meno naturali).
Tuttavia finché la popolazione resta maggioritariamente eterosessuale, una minoranza gay è perfettamente integrata nel pool genico, e ha un tasso di riproduzione e quindi di "naturalità" perfettamente paragonabile a quello della maggioranza etero.
Come detto poc'anzi nel topic, ci sono studiosi che addirittura hanno iniziato a ipotizzare l'esistenza di alcuni vantaggi evolutivi sulla predisposizione genetica omosessuale maschile.
Ma queste per quanto ne so, attualmente sono solo speculazioni. La cosa importante è che è profondamente errato credere che, solo perché due omosessuali "giocano ad inculina" (citazione da XRay), allora stiano esprimendo una deviazione "contro-natura".
La loro cosiddetta deviazione è parte integrante del patrimonio genetico della nostra specie, sicuramente da migliaia e probabilmente da milioni di anni, cosa che non è neanche lontanamente vera per l'incesto, il quale di certo può esistere in casi isolati, ma non ha mai inciso sulla strategia comportamentale della nostra specie se non in modo avverso, selezionando i nostri istinti di repulsione.
Questo è quanto. E' più chiaro adesso?