Ciao Pino! Mi fa piacere che tu abbia sollevato un topic con riflessioni di questo genere...
E ovviamente, come ateo, mi sento in dovere di sollevare delle mie controriflessioni.
Considerando che ho stima della tua persona per come affronti i vari argomenti, né sono lieto.
Purtroppo, la ragione spiega molte cose ma, quando si entra nei discorsi esistenzialistici molte cose non si spiegano. Viviamo nel regno del male, degli omicidi e delle aggressioni. La ragione non riesce a spiegare le scelte apocalittiche dell'uomo.
Mah, io la vedo all'opposto, sai?
Se c'è proprio una cosa che la ragione può comprendere (e con cui deve convivere) sono gli istinti animali, fra cui il primo è senz'altro la violenza. Una sana ragione non li giustifica né li condanna, cerca piuttosto di stabilirci un patto e conviverci, capendone il significato (che è contraddittorio, e quindi irrisolvibile) e gestendoli al meglio delle proprie forze. E' una cosa molto difficile, e talvolta soggetta a cedimenti; siamo umani dopotutto.
Fantastica questa spiegazione!!!
Mi ha subito fatto pensare alla differenza che c'è tra istinto e intuito, uno il prodotto dei sensi, l'altro il prodotto che va oltre la ragione......
Altrettanto non si può dire della fede, che usa la strada opposta: non essendo un sentimento razionale ma trovandosi a sovrintendere a quel mare di istinti come motore della morale e del super-io, finisce per incorporare una gran parte di quelle pulsioni, in un modo a parer mio decisamente poco sano.
C'è una Scrittura, riportata nella lettera agli Ebrei, dall'avvocato Paolo, che dice: "le cose che si vedono vengono dalle cose che non appaiono".
La fede non è cieca credulità, è qualcosa che riguarda la fiducia basata su una profonda conoscenza.
Il tuo ragionamento, comunque, è corretto, per il tuo modo di vedere le cose.
Freud diceva che eros e thanatos sono le principali spinte esistenziali;
Arthur Schopenhauer sostiene che, la vita, "in ultima analisi, non è che l'espressione dell'istinto sessuale, lo strumento della Natura per perpetuare la vita della specie. Il fine dell'amore è, quindi, solo l'accoppiamento. L'uomo che ama, dunque, checché ne pensi, non è che lo strumento della Natura."
ebbene, circa l'aggressività... storicamente la religione rivelata ha legittimato la violenza in tutte le sue forme, creando appositamente dei nemici su cui riversare l'ira dei suoi seguaci e scaricando costoro dall'obbligo di capire quale fosse (e se ci fosse) un bersaglio degno del proprio odio; in altre parole, lo ha "liberato" dal difficile compito di gestire le proprie pulsioni più difficili, dando ai detentori della parola divina tale incarico.
Ma anche con l'amore non se l'è cavata meglio, visto che i monoteismi del cristianesimo e dell'islam hanno esaltato la sessuofobia, la paura del femminile e della procreazione in modo notevole; senza contare tutte le forme di misticismo sessuale al limite del patologico, legate alla castità, all'immacolata concezione, alla passione di Cristo, e così via.
L'uomo è portato verso il male, per fare il bene fa uno sforzo, per fare il male no!
L'insegnamento del Cristo non ha niente a che vedere con i "comportamenti fondamentalistici" delle comunità religiose.
Con questo non voglio dire che le religioni siano in sé stesse la causa prima di determinati comportamenti; tutto ciò che una dottrina coltiva, deriva da semi già piantati nella nostra testa. Ma l'incapacità delle religioni di gestire pulsioni naturali e la loro pericolosissima tendenza a reagire ad esse sublimandole nei modi più irrazionali, non vanno mai dimenticate.
Si, è così!
Gesù Cristo si immerse nel male fino ad assumersi i peccati dell'uomo sulle sue spalle. Un amore così non è ragionevole, non si comprende facendo dei calcoli.
Infatti alla storia di Gesù Cristo ci si deve credere per fede, non certo per testimonianza storica. Nessuno storico suo contemporaneo lo cita da qualche parte.
Giuseppe Flavio, storico del primo secolo, lo cita!!!
Tratto dalle “Antichità Giudaiche” (Ant. XVIII, 63-64):
Ci fu verso questo tempo Gesù, uomo saggio, seppure bisogna chiamarlo uomo: era infatti autore di opere straordinarie (o nuove), maestro di uomini che accolgono con piacere la verità,(o le nuove dottrine) ed attirò a sé molti Giudei, e anche molti dei greci. Questi era il Cristo. E quando Pilato, per denunzia degli uomini notabili fra noi, lo punì di croce, non cessarono coloro che da principio lo avevano amato. Egli infatti apparve loro al terzo giorno nuovamente avendo già annunziato i divini profeti questa e migliaia di altre meraviglie riguardo a lui. Ancor oggi non è venuta meno la tribù di quelli che, da costui, sono chiamati Cristiani.
Quando tutto sembra perduto, è l'amore e non la ragione che vince.
E' ragionevole pensare, per me, che è solo questo che unisce gli uomini, sia atei che credenti.
Veramente, di solito vince la sofferenza e il conseguente odio. La forza della ragione è la capacità di comprendere questa realtà e cercare laddove possibile, di arginarla.
La forza della fede invece, molto spesso è creare l'illusione che abbia vinto l'amore e che questo sia quindi il miglior mondo possibile, per proteggere il perbenismo e la pace mentale delle sue "pecorelle".
"Fin quando dai la caccia alla felicità,
non sei maturo per essere felice,
anche se quello che più ami è già tuo.
Fin quando ti lamenti del perduto
ed hai solo mete e nessuna quiete,
non conosci ancora cos'è pace.
Solo quando rinunci ad ogni desiderio
e non conosci né meta né brama
e non chiami per nome la felicità,
Allora le onde dell'accadere non ti raggiungono più
e il tuo cuore e la tua anima hanno pace."
Herman Hesse