Il buon senso è la capacità di ascoltare le argomentazioni di tutti, nella ricerca continua di un punto di convergenza, anche attorno a temi di particolare complessità, raggiungibile solamente con la ragione e la pacata discussione.
Per quanto mi riguarda, il buon senso è l'uso innato della logica per risolvere i problemi che si presentano a noi. Al giorno d'oggi spesso, ma non necessariamente, è buon senso applicare concetti come democrazia, libertà di pensiero, amore fraterno. Tutte cose che chi decidesse di usare, userebbe per la loro utilità sociale e per il proprio desiderio di applicare un'etica personale maturata nel corso della vita (se la possiede), ma non perché sia spontaneamente portato a farlo.
Serve un'educazione, per dare agli uomini il senso della democrazia. Serve un'educazione ancor più pesante per dare il senso dell'uguaglianza dei diritti. Per amare gli altri poi, figuriamoci.
Sono tutti concetti che non siamo affatto portati ad avere spontaneamente dentro di noi, e che abbiamo impiegato millenni per raggiungere.
Stiamo dicendo la stessa cosa!
Quello che tu chiami buon senso è intelligenza pratica, cioè risolvere un problema, appena si presenta, il più in fretta possibile, (vedi Claudio Cava).
Spontaneamente l'uomo ha il senso del branco, dove il "più forte" guida il gruppo senza obiezioni, e quando muore si stabilisce la supremazia di un'altro individuo "più forte". L'affermazione secondo cui la morale è "dentro di noi" è un mito religioso che la storia di tutte le epoche ha falsificato.
E' un discorso lungo.
Ti dico solo che esiste il più forte e il più debole, come dice anche una scrittura della Bibbia.(Romani 15:1).
Non esiste il forte ed il debole, esiste il più forte e il più debole, cioè, a volte siamo forti, a volte siamo deboli.
Il buon senso deve avere come criterio innato il sentimento di benevolenza verso gli altri esseri umani.
Il buon senso, che comunque ci sarebbe da discutere se sia innato o meno, ha come suo criterio innato il benessere dell'individuo. Hai ammesso tu stesso che l'uomo è portato a compiere il male e deve fare sforzi di volontà per scegliere il bene... come puoi pretendere quindi che il criterio INNATO del buon senso sia il bene? Se così fosse, l'uomo compirebbe il bene spontaneamente.
Le contraddizioni sono l'eterno conflitto dell'uomo.
In noi alberga sia il male che il bene.
Invece noi siamo ciò che siamo, e alla nascita strilliamo per avere il latte, non per darlo al nostro fratellino più gracile di noi. Questa è la nostra natura; possiamo e dobbiamo scendere a patti con essa, civilizzarla, farla parte di noi. Ma non possiamo rinnegarla.
Bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare... e a Dio, se avanza, il resto.
Hai ragione!
Infatti, ho diminuito i sensi di colpa, man mano che prendo coscienza delle mie numerose debolezze.
Chi non ha pietre scagli il primo peccato......
La maggioranza vince nell'agire ma non ha sempre ragione.
Vincere nell'agire non ha nessun legame con l'avere ragione. Questo è il motivo per cui una democrazia di diritto possiede principi che neanche la maggioranza può abrogare legittimamente.
Inoltre, nulla che sia fatto dagli uomini può avere sempre ragione.
Mi fai venire in mente una battuta ironica di uno scrittore astigiano, Valerio Miroglio: "Mangiate merda, 200 miliardi di mosche non possono sbagliare". (perdona il francesismo).
L'istinto della fede, basato su solidi principi teologici è il buon senso dei credenti.
Mi spiace, ma qui il mio disaccordo è totale.
La fede è spontaneamente illogica.
La fiducia non solo è logica ma si basa sulla conoscenza.
Forse abbiamo un concetto diverso dei termini.....
E se il buon senso è la spontanea applicazione della logica ai problemi che ci si presentano davanti, ne consegue che la fede è la negazione del buon senso.
Durante la mia vita ho fatto tante cose che non sono state dettate dal buon senso....e meno male che le ho fatte......
Tanto è vero che la fede ha portato alla formazione dell'unico stato teocratico della storia, mentre il buon senso all'ordinamento repubblicano e ai principi democratici.
Qui, perdonami, ma pecchi di ignoranza.
Tutte le costituzioni dei governi mondiali, si rifanno alle oltre 600 leggi esposte nel Pentateuco.
Te l'ho detto e non me lo rimangio: là dove esiste la fede al posto della logica, non si riesce a mediare le pulsioni animali e queste finiscono per essere incorporate come dominanti nella mente dell'individuo.
Quello che tu chiami fede è condizionamento mentale, ripeto la fede è un'altra cosa.
Se la ragione diventa serva e non padrona della fede, allora essa diverrà anche serva degli istinti che si integreranno con la fede, e lavorerà per "legittimare" le pretese degli istinti, anzichè costruire ragionamenti che cerchino mediare la natura animale.
La teocrazia è infatti una forma "legittimata" dell'organizzazione del branco, dove il capo è indiscusso e sovrano assoluto.
Lo so che sembra una semplificazione detta così, ma... il succo è questo.
Non sono d'accordo, ma prendo atto di questa tua "conquista" intellettuale.
Non so se avere buon senso è "la strada" degli atei, personalmente, sono interessato all'uomo in quanto mio simile.
Credo che avere buon senso sia la "strada" degli atei, almeno di come io concepisco l'ateismo. Ma abbiamo visioni diverse di cosa sia il buon senso, quindi siamo indotti a reciproci errori di comprensione.
Del resto ti dirò, Pino, ci sono parti del "contratto" stipulato dal credente che mi sembrano veramente inaccettabili, una forma neanche troppo velata di prostituzione intellettuale:
1) Che la morale venga da un dio invece che dalla mente degli uomini. (Ma scherziamo...!)
2) Che la vita venga da un dio invece che dal mondo che ci circonda. Andava bene per le conoscenze del XI secolo, oggi ormai c'è una X in più...
3) Che gli esseri umani debbano vivere in funzione di qualcosa che verrà "dopo".
4) La teologia. Per me TUTTO ciò che concerne la teologia, cioè la pretesa di esseri umani di comprendere il pensiero di un creatore da loro stessi definito superiore, manca di qualsiasi fondamento razionale. Se il dio in esame è intrinsecamente superiore alle sue creature, allora non può essere capito e non ha senso specularvi sopra. Se invece non è superiore, la nostra capacità di comprenderlo implica che lui non ha nessun titolo per dettarci comandamenti.
Chiunque faccia teologia, vive come se questo paradosso non esistesse; raramente lo ammette e mai lo risolve. Quindi ne deduco che la teologia è la rinuncia suprema al buon senso umano.
Peraltro, non è tanto una mia opinione: la storia trabocca delle follie che la teologia di ogni religione ha prodotto. Qesto forum ne contiene in abbondanza.
Se vuoi, gira e dai un'occhiata
Hai perfettamente ragione, la religione, come diceva Karl Marx, è "L'oppio dei popoli". I termini "teologia" e "fede" sono stati fra i più strumentalizzati nella storia.
Tutto questo ha creato una cappa di ignoranza pazzesca.
Molti filosofi e scrittori ne hanno parlato, dissacrando ogni forma di delinquenza spirituale.
personalmente, sono interessato all'uomo in quanto mio simile.
I geni ti qualificano come homo sapiens. Ma l'Uomo con la U maiuscola, è uno status che non darei a tutte le persone che conosco.
Ci sono persone che non manifestano caratteristiche sufficienti a farle uscire dalla sfera degli animali...
Viviamo nella miseria morale e spirituale più squallida....
come diceva Einstein, coloro che adorano marciare a ritmo di un tamburo e di una marcia militare, soltanto per sbaglio hanno ricevuto un cervello. Un midollo spinale sarebbe stato loro più che sufficiente.
Mi piace citare queste due frasi di Einstein:
"L'autentica religione è il vero vivente; vivente tutt'uno con l'anima, tutt'uno con la bontà e la rettitudine."
"L'uomo che considera la propria vita e quella dei suoi simili senza senso non è soltanto sfortunato ma è quasi squalificato per vivere."
Un abbraccio
Pino