Max Cava, 05/12/2010 21.14:
Per finire:
in Svizzera non capiamo bene la questione del precariato e dei contratti a tempo in e determinato.
Qui ti presenti, magari rispondendo ad un annuncio, dal tuo futuro datore di lavoro.
Contratti paga e tutto il resto.
Vieni assunto, nella quasi totalità dei casi, con un periodo di prova di 1-3 mesi.
Se firmi un contratto, OK.
Se non firmi niente vale il contratto collettivo della branca.
Esiste una paga minima che é di ca. (errore in agguato...) 15-17 Franchi l'ora (11-13 Euro) con la quale si muore, tranquillamente, di fame ma non ho mai sentito di qualcuno che lavori a tali condizioni.
Se vieni licenziato entro il primo anno il preavviso é di un mese, 1-10 anni due mesi, oltre i 10 anni tre mesi.
Il datore di lavoro non ha bisogno di addurre, per singoli casi, motivazioni.
La cosa cambia se il licenziamento comprende decine, centinaia, di operai.
Come dissi, in Svizzera siamo tutti precari a tempo indeterminato.
Vi siete mai chiesti perché, in Italia, quasi nessuno assume più a tempo indeterminato e, di conseguenza, il precariato aumenta a dismisura?
Se lo avete fatto, secondo voi, qual'é la risposta?
Piesse: Notabene... ho riassunto le modalità nella Svizzera Tedesca.
Ticino e Romandia... nun saccio!
Penso non si possa giudicare l'aspetto del mondo del lavoro astraendo da tutto il resto.
, dalla tradizione culturale di un Paese, o da quella politica, che hanno formato la mentalità del cittadino.
Faccio un esempio che apparentemente non c'entra niente: buttare cartacce per terra sarebbe impensabile in Svizzera e non occorrono le leggi per determinare un simile comportamento, fa parte della coscienza individuale e collettiva del Paese. In Italia non funziona nemmeno con le guardie alle spalle, altro che leggi!
I paragoni di questo genere non funzionano. Per quanto ne so io, i tedeschi, per esempio, hanno da sempre avuto diritti superiori e maggiori a quelli degli operai italiani, pur lavorando meno ore in un anno e con una paga nettamente superiore. A che cosa attribuire la causa di tutto questo?
Chi ha un'età come la mia e che ha sempre lavorato in fabbrica sa come sono fatti gli industriali italiani. Quando tutto andava bene, piangevano miserie, le condizioni di lavoro erano molto scadenti, come anche le paghe. I diritti di cui oggi i giovani godono, ancora per poco comunque, sono costate molte ore di lotta sindacale nelle fabbriche e nella società in genere, non sono un regalo di Babbo Natale.
Gli Industriali e gli imprenditori di ogni genere, in Italia, hanno sempre e solo pensato ai loro profitti. Faccio un esempio. Verso la fine degli anni '60 lavoravo in un'azienda del milanese. Presenza effettiva in fabbrica 8 ore in tutto, ore di lavoro effettive 7,45; nelle 8 ore erano comprese una pausa a metà turno di 15 mn e mezz'ora per il pranzo. Ma le ore pagate erano comunque sempre 8! In più: mensa aziendale, abiti da lavoro gratuiti, massima pulizia nei reparti e tutti i diritti contrattuali rispettati. SOLO CHE QUEST'AZIENDA ERA AMERICANA!!!
Agli inizi degli anni '70 mi trasferii a Torino, dopo aver conosciuto quella che sarebbe diventata mia moglie. Ho subito iniziato a lavorare in una delle più note (di allora) aziende metalmeccaniche (non la FIAT). Eppure, quanta differenza! Il contratto collettivo non era rispettato nemmeno nelle cose che riguardavano la salute e la sicurezza lavorativa (le leggi su questo aspetto, e di cui oggi godono tutti i lavoratori, non sono nè piovute dal cielo nè sono state fatte per la misericordia dei datori di lavoro). Si lavorava 8 ore e la pausa era fuori contesto. I tempi di lavoro (il cosiddetto 'cottimo') lo decideva l'azienda a sua discrezione. La conflittualità dentro e fuori delle aziende era altissima in quegli anni, in parte per la conquista di diritti e in parte perchè gli industriali e gli imprenditori non volevano rispettare il contratto nazionale dei lavoratori.
Non lo dico per partito preso, ma per esperienza. Gli imprenditori italiani sono, e sono sempre stati, molto avidi e la maggior parte, degli sfruttatori. Mentre mi avviavo al pensionamento, mi piangeva il cuore, lo dico in tutta sincerità, quando ascoltavo i discorsi dei giovani che venivano assunti non più a tempo indeterminato, ma per 3 mesi o per 6 mesi. Questi giovani lavoratori non fiatavano su niente, lavoravano indefessamente e con il terrore di essere licenziati da un giorno all'altro oppure di non vedersi rinnovare il contratto. Inutile dire che non venivano assunti in prossimità delle ferie o delle festività importanti per non dover pagar loro le giornate non lavorative e che andavano a lavorare anche con la febbre addosso, non per eroismo, ma per paura di perdere il lavoro. Eh, sì, perchè in questo clima, il ricatto e le angherie dei padroni e dei loro tirapiedi erano "IL CONTRATTO" di fatto, quello scritto, per loro era un'antica favola.
Non credo proprio che il PRECARIATO offra dei vantaggi ai lavoratori italiani, ve lo dice uno che in fabbrica ci ha vissuto per 37 anni e ha lavorato in grandi aziende; inutile descrivere le condizioni di lavoro nelle piccole aziende, lì era molto peggio.
Tornando alla questione della scuola, molti ragazzi sceglierebbero di mettersi subito a lavorare. Il problema vero è che oggi
il lavoro scarseggia sia per chi ha deciso di entrare immediatamente nel mondo del lavoro che per coloro che hanno conseguito un diploma. Inoltre, per tutti, la contrattazione verso la quale stanno spingendo gli industriali, e che alcune organizzazioni sindacali sono disposte ad accettare, è una contrattazione che non lascia intravvedere alcun futuro. Chi non ha un lavoro a tempo indeterminato, ha un contratto miserevole e una paga da fame. Vive sotto ricatto ed è tagliato fuori da tutto, anche dalle Banche le quali negano loro un prestito; non possono nemmeno comprare qualcosa a rate perchè se la busta paga ti segnala come lavoratore precario, nessuno ti vende niente a rate.
Ma, questo è solo l'inizio, il peggio arriverà molto presto e i giovani, tutti e indistintamente, rifaranno il percorso che facemmo noi, quelli del '68, per riguadagnarsi il pane e la dignità. In Italia.
[Modificato da Agabo 06/12/2010 08:36]
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