Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
Cristianalibera, 20/12/2010 11.15]
No, non secondo me, secondo come tu hai interpretato tutto ciò, vedi che non sono stata io a dirti che facevi la vittima ma Kelly, e vedendo quella frase di kelly mi è venuto nuovamente in mente questo bell'articolo tempo fa già postato in macchè.
Non ho certo detto che tu o qualunque altro qui sia afflitto da tale male, l'ho postato a puro titolo infoprmativo.
Può darsi, non voglio far processo alle tue intenzioni.
Se una persona si dovesse ritirare da un discorso semplicemente perché non ne ha voglia o perché crede che non ha senso di continuare per me non significa certo fare la vittima, quando mai avrei fatto tale affermazione, non affibbiarmi cose che io non ho mai detto.
Tanto meno io per non apparire vittima non giustificho ogni comportamento e ogni attacco verbale, comportamenti forti e verbalizzazioni forti possono recare reazioni altrettanto forti, non sempre si riesce tenere a freno le proprie esternazioni, e tu cara dovresti saperne qualcosa non poco tempo fa mi chiamai iena e vigliaccona senza che nemmeno mi ero mai rivolto a te in questo tono.
Ma con questo non voglio giustificare nulla, anzì a volte sarebbe meglio di abbandonare il campo di battaglia verbale tra due contraenti e chi lo abbandona non sarebbe certo una vittima, la vittima per me sarebbe colei o colui che si sentisse costretto dal suo interlocutore di abbandonare e non perché lo ha deciso per se stesso, riesci a capire la differenza?
Certo, ci sarebbe una serie di motivazioni, dipende dal caso. La motivazione che credo sia stata vincente nel caso nostro caso, per te, era quella che ti ha fatto ritirare per non farti vedere perdere la “battaglia”. Tu che hai sempre la risposta pronta nella tasca riuscivi a ribattere a raffica, tutti, senza fare eccezioni, e si vedeva la tua, l'ultima parola. Ultimamente hai fatto un bel po di passi indietro e ora stai facendo un bel ragionamento, ti sei resa conto, che uno non deve "vincere" sempre!
In altri casi ci sono tante sfumature, dalle quali riesci a capire, se il momento di parlare o tacere, ma di norma, uno dovrebbe spiegarsi e risolvere il conflitto in modo costruttivo senza possibilmente rovinare il rapporto, facendo riflettere altra persona su quello che si considera fossero i suoi errori.
Di solito cerco di rispondere come Gesù rispose a chi lo schiaffeggio. Non gli ha mica detto: "brutto stronzo, schifoso, maleducato".
«Se ho parlato male, dimostra il male che ho detto; ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?» Giovanni 18,23
In altre occasioni disse "Serpenti, razza di vipere". Ma in questo caso, forse tale giudizio bisognerebbe lasciare solo a Lui!
[Modificato da santapazienzauno 20/12/2010 13:22]