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Il vittimismo, un male oscuro...

Ultimo Aggiornamento: 23/12/2010 16:51
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19/12/2010 16:57
 
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Re: Re: Re: Re:
Agabo, 19/12/2010 16.40:



Non mi deludi, Kara. La battuta era in relazione alla presunzione ... la mia presunzione, naturalmente.
Già che ci sono, vorrei chiederti se pensi che un certo livello di vittimismo, non sia tanto un atteggiamento quanto, piuttosto, la risultante di fattori educativi, esperienze di vita e, addirittura, inclinazioni di natura innata.






Ti rispondo io, per me.

Sì, secondo me l'uomo è naturalmente portato a fare la vittima, e l'educazione che riceve ce lo spinge ancora di più. Anzi, tutto intorno a noi concorre a toglierci le responsabilità e a farci sentire povere vittime. A partire da tanti modi di dire che sembrano innocenti.
Tipo: "Asfalto assassino, vittime del mare, invalidi di guerra..." Non "conseguenze dell'idiozia umana" come sarebbe giusto.

Prendersi la responsabilità delle proprie azioni è una cosa che pochissimi genitori insegnano, a cominciare da quando picchiano il tavolo dove il bambino ha sbattuto dicendo "cattivo, cattivo!!!" E il bambino se la gode...Invece di spiegargli che deve stare attento a non andare a sbattere.

E così da adulti la colpa è sempre degli altri. Anche quella dei nostri fallimenti. Fino all'inevitabile, che se l' Italia va a rotoli la colpa è di Berlusconi e non della mentalità assistenzialista e truffaldina che gli Italiani coltivano da decenni innumerevoli.

Kelly



La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno.
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19/12/2010 17:00
 
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Vittimismo? Una questione di lana caprina.

Una amica che freqentava qui, 13 minuti fa su facebook mi ha detto di smettere di fare la vittima... alla mia età.

Il fatto: in un forum che frequentiamo insieme fra noi si è creato un clima freddo di incomprensione. Lei sapeva bene chi è Blumare ma ad un certo punto si è raffreddata ed è divenuta ostile nei miei confronti. Poi lei appunto su facebbok ha quotato la Fallaci che parlava del dolore che da la delusione. Io ho quotato a mia volta dicendo che conoscevo quel dolore, per essere rimasto deluso da una donna che credevo amica. Nessun riferimento a lei. Ecco che mi quota dandomi del vittimista.

Ho scritto questo fatto, perché appunto la tipa frequentava qui.



______________________________________________________

Generalità: Giordano Bruno

Sono eretico, ironico e autoironico, ateo, dissacrante, cinico, odioso. Inutile cercare in me qualcosa di apprezzabile. Meglio evitarmi.
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19/12/2010 18:12
 
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Re: Re: Re: Re: Re:
kelly70, 19/12/2010 16.57:






Prendersi la responsabilità delle proprie azioni è una cosa che pochissimi genitori insegnano, a cominciare da quando picchiano il tavolo dove il bambino ha sbattuto dicendo "cattivo, cattivo!!!" E il bambino se la gode...Invece di spiegargli che deve stare attento a non andare a sbattere.

E così da adulti la colpa è sempre degli altri. Anche quella dei nostri fallimenti.
Kelly



Brava Kelly, l'educazione, la mentalità e il bagaglio culturale può influenzare ad essere afflitto dal vittimismo, ma non può essere preteso come una scusante per chi ne è afflitto.
Altrimenti cadiamo nell medesimo errore del vittimista che dice "che ci posso fare io, se Mamma mi ha educato cosi?"
Oh sì invece, tu ci puoi fare molte cose, hai capito che l'educazione che tua Mamma, pure stando in buona fede, ti ha dato è sbagliata allora cambia atteggiamento, chi vò può!


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[Modificato da Cristianalibera 19/12/2010 18:13]



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19/12/2010 18:41
 
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Re: Re: Re: Re:
Agabo, 19/12/2010 16.40:



Non mi deludi, Kara. La battuta era in relazione alla presunzione ... la mia presunzione, naturalmente.
Già che ci sono, vorrei chiederti se pensi che un certo livello di vittimismo, non sia tanto un atteggiamento quanto, piuttosto, la risultante di fattori educativi, esperienze di vita e, addirittura, inclinazioni di natura innata.





Le inclinazioni di natura innata ci possono essere non solo per il vittimista ma per chi è ladro, chi sleale, chi tossico-dipendente ecc, e che vogliamo fare, caro Franco, giustificare un atteggiamento mentale con l'inclinazione innata?
Volere è potere!
Senz'altro il vittimista non è da demolire ma da aiutare, ecco perchè ho postato l'articolo, è un invito a tutti noi di farsi un auto-esame, e se nel caso qualcuno anche solo minimamente si rispecchia in tale messaggio di cercare di cambiare atteggiamente mentale che non giova né a se stesso né a chi gli sta intorno.



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[Modificato da Cristianalibera 19/12/2010 18:42]



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19/12/2010 20:54
 
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Re: Re: Re: Re: Re:
Cristianalibera, 19/12/2010 18.41:



Le inclinazioni di natura innata ci possono essere non solo per il vittimista ma per chi è ladro, chi sleale, chi tossico-dipendente ecc, e che vogliamo fare, caro Franco, giustificare un atteggiamento mentale con l'inclinazione innata?
Volere è potere!
Senz'altro il vittimista non è da demolire ma da aiutare, ecco perchè ho postato l'articolo, è un invito a tutti noi di farsi un auto-esame, e se nel caso qualcuno anche solo minimamente si rispecchia in tale messaggio di cercare di cambiare atteggiamente mentale che non giova né a se stesso né a chi gli sta intorno.

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Giusto per discutere e, discutendo, ci si apre ad altri punti di vista.
Certo, volere è potere, ma...
La cosa più difficile è prendere coscienza dell'esistenza di un problema nella propria vita Se la persona non è cosciente d'avere un determinato problema, non farà nulla in quella direzione.
Gli altri potranno farglielo notare, ma chi? I consigli di chi l'interessato accetterebbe?

Non mi metto in gioco personalmente:

Homo sum, humani nihil a me alienum puto: frase in lingua latina che significa letteralmente: «sono un essere umano, non ritengo a me estraneo nulla di umano» (in parole più semplici: «Nulla che sia umano mi è estraneo»).

La frase è di Publio Terenzio Afro che la usò nella sua commedia Heautontimorùmenos (Il punitore di se stesso, v. 77) del 165 a.C.


Riconosco nelle mia vita interiore molti, se non tutti, i moti della gamma dei sentimenti umani e so riconoscerli. Il fatto che non sempre abbia voglia di ammetterlo, è un'altra cosa.
Ma mi scontro con questa realtà tutti i giorni e molte volte al giorno. La cosa più difficile da fare, soprattutto con gli altri, è ammettere una certa inclinazione, per paura d'essere giudicati male o severamente.
Ma esiste una categoria di persone che è praticamente ignara di certi sentimenti. Senza entrare in meriti di giudizo (non mi sembra il caso di esprimere su questo dei giudizi di valore), molti semplicemente non sanno riconoscere quello che gli capita e perchè.

In alcuni casi si può fare spallucce e dire "affari suoi". In altri casi, però, non è possibile farlo, almeno non senza serie conseguenze, quando per esempio questi sentimenti interagiscono all'interno di una coppia o tra parenti stretti.
Ve lo immaginate, dire a un parente o ad un amico o collega:"hai un problema, ti suggerisco di consultare qualcuno che possa aiutarti"?
[Modificato da Agabo 19/12/2010 20:58]



Visita:

"MA COME UN'AQUILA PUO' DIVENTARE AQUILONE? CHE SIA LEGATA OPPURE NO, NON SARA' MAI DI CARTONE " -Mogol
"Non spetta alla chiesa decidere se la Scrittura sia veridica, ma spetta alla Scrittura di testimoniare se la chiesa è ancora cristiana" A.M. Bertrand
20/12/2010 10:34
 
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Re: Re: Re: Re: Re:
Cristianalibera, 19/12/2010 18.41:



Le inclinazioni di natura innata ci possono essere non solo per il vittimista ma per chi è ladro, chi sleale, chi tossico-dipendente ecc, e che vogliamo fare, caro Franco, giustificare un atteggiamento mentale con l'inclinazione innata?
Volere è potere!
Senz'altro il vittimista non è da demolire ma da aiutare, ecco perchè ho postato l'articolo, è un invito a tutti noi di farsi un auto-esame, e se nel caso qualcuno anche solo minimamente si rispecchia in tale messaggio di cercare di cambiare atteggiamente mentale che non giova né a se stesso né a chi gli sta intorno.



[SM=x789061]
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Secondo te, il vittimismo è presente quando uno fa le obbiezioni su ciò che si dice sul proprio conto, che questa discussione ha preso spunto dal diverbio tra me e Kelly. Tacere è uguale ad acconsentire. Dunque, tu per non farti vedere apparire vittima, giustifichi ogni comportamento nei tuoi confronti e ogni attacco verbale. Bello! Fattelo ancora dire da Blumare!!! [SM=x789078]



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20/12/2010 10:53
 
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Agabo, 19/12/2010 20.54:



Giusto per discutere e, discutendo, ci si apre ad altri punti di vista.
Certo, volere è potere, ma...
La cosa più difficile è prendere coscienza dell'esistenza di un problema nella propria vita Se la persona non è cosciente d'avere un determinato problema, non farà nulla in quella direzione.
Gli altri potranno farglielo notare, ma chi? I consigli di chi l'interessato accetterebbe?



Hai ragione perciò ho postato l'articolo, cosi ognuno di noi potra farsi un auto-esame, guarda anche a me a volte è capitato di fare la vittima in forma molto leggero non certo come descritto nell'articolo finché un'amica non mi parlo del vittimismo e ogni volta che mi trovavo nuovamente ad un mio atteggiamento da vittima me ne accorgevo e me ne accorgo tutt'oggi e cambio direzione.
Non siamo mica tutti uguali c'è anche chi si riconosce in un atteggiamento mentale errato e cerca di migliorarsi.


Agabo, 19/12/2010 20.54:



Ma esiste una categoria di persone che è praticamente ignara di certi sentimenti. Senza entrare in meriti di giudizo (non mi sembra il caso di esprimere su questo dei giudizi di valore), molti semplicemente non sanno riconoscere quello che gli capita e perchè.

In alcuni casi si può fare spallucce e dire "affari suoi". In altri casi, però, non è possibile farlo, almeno non senza serie conseguenze, quando per esempio questi sentimenti interagiscono all'interno di una coppia o tra parenti stretti.
Ve lo immaginate, dire a un parente o ad un amico o collega:"hai un problema, ti suggerisco di consultare qualcuno che possa aiutarti"?




Hai ragione il fatto è complicato, forse sarebbe il caso se si è amico o parente ad una persona che crediamo di essere afflitto dal vittimismo di cercare di fortificare quella persona cercando di aumentare l'autostima.
Tu cosa proponi?


[Modificato da Cristianalibera 20/12/2010 11:29]



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20/12/2010 11:15
 
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Re: Re: Re: Re: Re: Re:
santapazienzauno, 20/12/2010 10.34:




Secondo te, il vittimismo è presente quando uno fa le obbiezioni su ciò che si dice sul proprio conto, che questa discussione ha preso spunto dal diverbio tra me e Kelly.



No, non secondo me, secondo come tu hai interpretato tutto ciò, vedi che non sono stata io a dirti che facevi la vittima ma Kelly, e vedendo quella frase di kelly mi è venuto nuovamente in mente questo bell'articolo tempo fa già postato in macchè.
Non ho certo detto che tu o qualunque altro qui sia afflitto da tale male, l'ho postato a puro titolo infoprmativo.


Tacere è uguale ad acconsentire. Dunque, tu per non farti vedere apparire vittima, giustifichi ogni comportamento nei tuoi confronti e ogni attacco verbale. Bello!



Se una persona si dovesse ritirare da un discorso semplicemente perché non ne ha voglia o perché crede che non ha senso di continuare per me non significa certo fare la vittima, quando mai avrei fatto tale affermazione, non affibbiarmi cose che io non ho mai detto.
Tanto meno io per non apparire vittima non giustificho ogni comportamento e ogni attacco verbale, comportamenti forti e verbalizzazioni forti possono recare reazioni altrettanto forti, non sempre si riesce tenere a freno le proprie esternazioni, e tu cara dovresti saperne qualcosa non poco tempo fa mi chiamai iena e vigliaccona senza che nemmeno mi ero mai rivolto a te in questo tono.
Ma con questo non voglio giustificare nulla, anzì a volte sarebbe meglio di abbandonare il campo di battaglia verbale tra due contraenti e chi lo abbandona non sarebbe certo una vittima, la vittima per me sarebbe colei o colui che si sentisse costretto dal suo interlocutore di abbandonare e non perché lo ha deciso per se stesso, riesci a capire la differenza?






[Modificato da Cristianalibera 20/12/2010 11:17]



20/12/2010 11:40
 
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Cristianalibera

tu ne sai una più del diavolo! [SM=x789054]
20/12/2010 13:22
 
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Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
Cristianalibera, 20/12/2010 11.15]


No, non secondo me, secondo come tu hai interpretato tutto ciò, vedi che non sono stata io a dirti che facevi la vittima ma Kelly, e vedendo quella frase di kelly mi è venuto nuovamente in mente questo bell'articolo tempo fa già postato in macchè.
Non ho certo detto che tu o qualunque altro qui sia afflitto da tale male, l'ho postato a puro titolo infoprmativo.



Può darsi, non voglio far processo alle tue intenzioni. [SM=x789064]


Se una persona si dovesse ritirare da un discorso semplicemente perché non ne ha voglia o perché crede che non ha senso di continuare per me non significa certo fare la vittima, quando mai avrei fatto tale affermazione, non affibbiarmi cose che io non ho mai detto.
Tanto meno io per non apparire vittima non giustificho ogni comportamento e ogni attacco verbale, comportamenti forti e verbalizzazioni forti possono recare reazioni altrettanto forti, non sempre si riesce tenere a freno le proprie esternazioni, e tu cara dovresti saperne qualcosa non poco tempo fa mi chiamai iena e vigliaccona senza che nemmeno mi ero mai rivolto a te in questo tono.
Ma con questo non voglio giustificare nulla, anzì a volte sarebbe meglio di abbandonare il campo di battaglia verbale tra due contraenti e chi lo abbandona non sarebbe certo una vittima, la vittima per me sarebbe colei o colui che si sentisse costretto dal suo interlocutore di abbandonare e non perché lo ha deciso per se stesso, riesci a capire la differenza?




Certo, ci sarebbe una serie di motivazioni, dipende dal caso. La motivazione che credo sia stata vincente nel caso nostro caso, per te, era quella che ti ha fatto ritirare per non farti vedere perdere la “battaglia”. Tu che hai sempre la risposta pronta nella tasca riuscivi a ribattere a raffica, tutti, senza fare eccezioni, e si vedeva la tua, l'ultima parola. Ultimamente hai fatto un bel po di passi indietro e ora stai facendo un bel ragionamento, ti sei resa conto, che uno non deve "vincere" sempre!

In altri casi ci sono tante sfumature, dalle quali riesci a capire, se il momento di parlare o tacere, ma di norma, uno dovrebbe spiegarsi e risolvere il conflitto in modo costruttivo senza possibilmente rovinare il rapporto, facendo riflettere altra persona su quello che si considera fossero i suoi errori.

Di solito cerco di rispondere come Gesù rispose a chi lo schiaffeggio. Non gli ha mica detto: "brutto stronzo, schifoso, maleducato".


«Se ho parlato male, dimostra il male che ho detto; ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?» Giovanni 18,23

In altre occasioni disse "Serpenti, razza di vipere". Ma in questo caso, forse tale giudizio bisognerebbe lasciare solo a Lui!

[Modificato da santapazienzauno 20/12/2010 13:22]
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