Re:
santapazienzauno, 21/09/2010 8.31:
Agabo:
Cara Natasha, potrei portarti le prove che mi hai chiesto, ma mi ci vorrebbe tempo. Ti dirò solo che un libro del Teologo Samuele Bacchiocchi, da poco scomparso, in Italia non incontrò molto favore presso la quasi totalità dei teologi. Sotto l'aspetto della ricerca storica era un libro encomiabile ... sotto laspetto teologico, invece ...
Molte copie di quel libro non sono state volutamente vendute ... il motivo? Esso non faceva quella sottile, ma importante distinzione teologica che punta verso la permissività da parte di Dio, almeno in certi tempi e circostanze, del consumo di bevande alcoliche.
Il nostro messaggio è bello perchè non teme le verità "scomode". Non tutto comprendiamo, ma questo non ci autorizza a scansare certi "ostacoli".
Non mi è era noto questo fatto dei teologi delle le convinzioni così divergenti. Non mi ero nemmeno posta il problema, credendo che su questo argomento le cose erano chiare a tutti (come a me)
. Ma si in Italia si sa, che Bacchiocchi è più accettato in altri paese che nel suo di origine. Nel mio paese, Bacchiochi è molto stimato, forse perché tiene la linea fondamentalista.
Grazie Franco, sei una risorsa, davvero, bisogna essere consapevoli quanto è importante mettere la propria fede in discussione in continuo, e tenere aperta la mente.
Una piccola ma doverosa precisazione.
Lo scomparso Samuele Bacchiocchi, un uomo stimatissimo in ogni parte del mondo, si laureò presso la Gregoriana, in Roma,
"cum laude" e una medaglia di riconoscimento donatagli da papa Paolo VI. L'ho conosciuto di persona e sono rimasto incantato dalla sua gentilezza e dalla sua preparazione biblica.
Una persona poliedrica, ma profondamente conservatrice. Sebbene non sia il più adatto a fare una critica della sua gran mole di lavoro, ho comunque notato che difficilmente si avventurava oltre i limiti delle convinzioni avventiste classiche. Approfondiva la dottrina avventista, ma non la innovava.
L'innovazione è importante in campo dottrinale. Un esempio di innovazione potrebbe essere quello di modificare l'approccio filosofico (linguaggio, concetti, metodologie ecc.) per rendere il messaggio più adatto ai tempi, anche se questo dovesse significare l'abbandono (per me auspicabile) di quelle sedimentazioni e incrostazioni che si formano nel tempo e che offuscano la bellezza del messaggio evangelico.
Nello specifico, Samuele Bacchiocchi approfondì gli aspetti storici, gli usi e i costumi degli antichi riguardo al consumo degli alcolici, ma trascurò l'aspetto sociale riguardante i nostri tempi. La nostra società richiede le panacee riguardo ai propri mali, le pillole, i rimedi facili, le terapie innovative, guai a parlare di cambiamenti di abitudini. Abbiano notato infatti che la gente chiede piuttosto il vaccino per schermarsi contro l'AIDS (e ben venga!), ma è pochissim o disposta a modificare le abitudini sessuali. Si potrebbero fare altri esempi a riguardo.
Un messaggio qualsiasi, religioso o meno, dovrebbe far leva sia sull'intelligenza sia sull'emotività delle persone, non si dovrebbe presentare prettamente l'aspetto teologico.
In fondo era pure il metodo di Gesù Cristo.
Ve lo immaginate un Gesù Cristo girovagante con i libri della Torà sotto braccio e a proporre studi biblici per conquistare la gente alla sua causa? Ridicolo, vero? Se lo trovate ridicolo è perchè nessuno oggi segue i suoi metodi che non erano quelli di indottrinare la gente, ma di parlare ai loro cuori.
Oggi le chiese cristiane sono zeppe di persone indottrinate e fanatiche, ma è molto raro assistere a veri atti di carità e di genuino interessamento.
Torniamo a noi. Non si tratta di parlare di bere o mangiare; è più che mai urgente, invece, parlare di autenticità, di disponibilità e di interessamento vero verso la gente, a cominciare da quelle che frequentano le chiese. Altrimenti si continuerà a clonare dei fanatici esattamente uguali a coloro che li hanno indottrinati e quella potenza del Vangelo (DYNAMOS) di cui parla S. Paolo resterà sempre sulla carta, una carta pregiata, ben confezionata, intitolata "Bibbia", ma sempre sulla carta, non nei cuori di chi ne ha un importante bisogno.