Io non capisco perché insisti a porti in questa condizione di assoluta superiorità morale, conoscitiva e addirittura scientifica nei miei confronti.
Ho letto e capito perfettamente la tua metafora sul gelato al cioccolato e lo sterco, quello che non capisco è cosa renda te così sicuro di essere in quella situazione con me. O con chiunque altro, per quel che vale. Hai letto libri, come ho fatto io; hai parlato con persone, come ho fatto io; dubito tu abbia mai preso in mano un microscopio o un telescopio, e me ne dispiace; forse hai avuto qualche esperienza mistica, ne sono contento... e dunque? Da dove salta fuori tutta questa certezza?
Tu mi parli come se non fossi affatto, come me, un pellegrino di questa strana vita circondato da una realtà sconfinata e misteriosa, che con tanta fatica (e, perché no, con orgoglio) la nostra specie ha cercato di svelare, un pezzettino per volta. Tu mi parli invece come se avessi in tasca TUTTA la verità, e la certezza che è tutta corretta, e la certezza che anche di fronte a fatti opposti alle tue convinzioni, esse sarebbero corrette, e che non devi neanche disturbarti a cercare prove, perché qualsiasi cosa succeda tu hai ragione.
Ti rendi conto di cosa questo fa di te? Guardati un attimo dall'esterno. Per chi ti vede da fuori ci sono solo due possibili spiegazioni, o sei la persona più illuminata del pianeta... oppure sei un povero illuso. In ogni caso, questo livello di autoreferenzialità è terribile, perché partendo da simili premesse, di cosa mai si può parlare? Ogni possibilità di dialogo evapora.
Comunque. Non difenderò la prassi scientifica dalle tue affermazioni, non perché esse siano corrette, ma perché mi appare evidente da ciò che leggo che in realtà tu non ce l'hai con la scienza, ma con l'intelletto umano nella sua interezza: ritieni che tutto ciò che non rientra nella tua visione delle cose, che si tratti di filosofia, scienza, storia, religione, cultura (chi lo sa, forse arte?) sia opera di persone lontane dal tuo personale Dio e quindi corrotte; sono i famosi "oscurantisti" di cui parli così spesso.
Ti avevo però fatto una domanda, quella sulle esperienze mistiche, a cui hai optato di non rispondere.
Peccato. Io di me posso dirti questo: non ho mai avuto esperienze che definirei mistiche, ne ho invece avute svariate che definirei spirituali. Ho avuto momenti di "comprensione" nei quali ho potuto percepire frammenti della vastità sconfinata dell'universo, della sua strana, oscura, incomprensibile bellezza; è quella che suppongo si possa definire la sua poesia. Ti dico la franca verità, l'idea che tutto ciò si debba ricollegare a un singolo creatore indefinito che funge da scatola cinese più grande e che contiene tutta la creazione, mi appare davvero antiestetica e non necessaria.
E' invece vero che ci sono state persone molto, molto più intelligenti di me (il primo che mi viene in mente è Einstein) che hanno "visto" qualcosa di simile a ciò che ho visto io e, pur essendo atee nel senso tradizionale del termine, hanno definito la bellezza intrinseca dell'universo come una forma di... divinità in sé stessa. Credo che quelle persone siano la cosa più prossima che l'umanità abbia avuto a dei veri mistici, ossia delle persone il cui sguardo riusciva a vedere all'interno di realtà così oscure e lontane, ma al tempo stesso sapeva anche apprezzarne la bellezza. Vorrei che ne avessimo di più, su questo pianeta.
Hmmm. Scrivendo questo post mi è venuta in mente una domanda per Omega. Meglio se mi prendo il tempo di scriverla come si deve in un thread apposito, però.
[Modificato da Rainboy 11/10/2014 18:38]