A seguito di un colloquio privato con Sonny, che molti di voi conoscono, ho ritenuto necessario aiutarlo nel controbattere ad alcune affermazioni, errate e false, scritte da alcuni utenti cattolici in una discussione ove lui era coinvolto. A quel punto, in collaborazione con persone di mia conoscenza esterni al circuito dei forum di FFZ, ho realizzato uno scritto di risposta a quelle sentenze che Sonny ha ritenuto di pubblicare qui:
freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=7668194
Allo stesso link troverete le repliche alquanto pencolanti dei suoi interlocutori. Poiché è stato vietato a Sonny di pubblicare altre repliche che non fossero scritte da lui (che è una stupidaggine perchè basterebbe che lui riscrivesse certe idee, ma a quanto pare certi amministratori dei forum sono peggio dell'azzeccagarbugli) e poiché io non intendo postare in quel luogo in quanto non condivido ne il tipo di moderazione ne l'impostazione del regolamento di quel forum, intendo replicare alle ultime risposte in questa sede.
Per chi fosse interessato a seguire l'iter logico, prima di leggere questa replica sarebbe opportuno leggesse nel suddetto link i precedenti passaggi.
Si ammette che non è possibile una dimostrazione con il nostro linguaggio, né in metafisica né in scienza. Molto bene. Si ammette dunque che quel dogma non può essere vero ! A noi questo premeva mostrare. Ci sembra però che questa affermazione, sebbene corretta, sia in contraddizione con quest'altra: “Se è di qualche interesse io credo solo alle prime due” Come si può credere che Tommaso abbia dimostrato qualcosa con le prime due dimostrazioni se si ammette che con il linguaggio non si può dimostrare nulla ?
Si puntualizza che la dicitura esatta è che esistono enunciati che sappiamo veri e al contempo non dimostrabili. Ma questo non è corretto, si può sapere con cognizione di causa razionale, ovvero senza atti di fede, che un enunciato è vero solo se si ha dimostrazione o esperienza empirica.
Riferendosi all'enunciato autoreferenziale “io non sono dimostrabile” si afferma che questo sarebbe solo un caso di una casistica più vasta, e cioè quella degli enunciati che sono veri, che non sappiamo se siano veri, e che non sono dimostrabili. Ma questo significa banalmente che sono appunto indecidibili !
Si continua a sostenere che la dimostrabilità di qualcosa non è la sua verità. Ma questo lo abbiamo già detto noi, solo che fintanto che non abbiamo dimostrazioni o esperienza non possiamo sapere di nulla se è vero o falso.
Si fa l'esempio del teorema di Pitagora sostenendo che esso era vero anche prima che venisse dimostrato e che non sarebbe la nostra dimostrazione a far sì che la terra gira intorno al sole. Qui si fa il gioco dello struzzo. Come già detto sappiamo che il teorema di Pitagora è vero perchè lo abbiamo dimostrato, prima della dimostrazione non si poteva conoscere il valore veritativo ! Chiunque lo riteneva vero prima della dimostrazione compiva un atto di fede e noi stiamo parlando di raziocinio. In pratica casualmente credeva in una tesi che poi si è dimostrata vera, ma per puro caso.
Si accusa di confondere la razionalità con la dimostrazione. Ciò è semplicemente falso, giacchè il problema è che l'interlocutore non capisce la differenza tra razionalità e verità.
Costui afferma che a livello scientifico possiamo ritenere razionali moltissime teorie e credenze, ma nessuna di queste sarà mai dimostrata. Ancora una volta dimostra di non capire la differenza tra razionalità e verità. Non abbiamo scritto che consideriamo irrazionale un enunciato indimostrato, abbiamo asserito che tali teorie non possono essere considerate vere se non dimostrate, che è tutt'altra cosa.
Si portano esempi di teorie fisiche ritenute razionali e corrette. Tali esempi non c'entrano un emerito nulla poiché le parti di esse provate empiricamente e matematiche valide sono considerate vere. Tutto l'impianto è considerato “razionale” anche prima che venisse corroborato, tuttavia abbiamo potuto affermare che parti sono vere solo quando ne abbiamo avuto evidenza empirica. E in ogni caso si stava parlando di logica e non di teorie fisiche.
Si ribadisce che è errato accostare il concetto di razionalità con dimostrazione. Ma non abbiamo mai affermato che un atto di fede sia irragioneovole, abbiamo asserito unicamente che credere ad un enunciato non dimostrato è un atto di fede.
Si afferma che noi avremmo malinteso il pensiero espresso in uno scritto poiché l'autore avrebbe scritto “Si può essere nel vero, e non poterlo dimostrare”, e non “i miei enunciati sono a priori veri, e indimostrabili”. Ma poiché costui parlava del proprio pensiero, scrivere “si può essere nel vero non potendolo dimostrare” è facilmente interpretabile: “sono nel vero anche se non posso dimostrarlo”. Comunque se così non fosse non c'è problema.
Il discorso non cambia, giacchè sostenere che si può essere nel vero non potendolo dimostrare significa attribuire una sorta di verità ad ogni enunciato indimostrato, inoltre vale l'esatto contrario sulle stesse proposizioni, ossia “ogni enunciato può essere falso pur non potendone dimostrare la falsità” dunque ? Dunque è corretto dire che tali enunciati sono banalmente indecidibili, quindi non solo potenzialmente veri, ma altrettanto potenzialmente falsi.
Si arriva addirittura a sostenere che si può affermare che qualcosa è vero e non poterlo dimostrare pur rimanendo perfettamente razionali. Un buon corso di logica gioverebbe. Non si può affermare razionalmente che qualcosa è vero se non lo si dimostra a meno che non si ammetta un atto di fede.
Si afferma che razionale e dimostrato non sono sinonimi. Si tenta stoltamente di confondere le idee. Non abbiamo detto infatti che siano sinonimi, abbiamo affermato che se si ritiene vero un enunciato senza che sia stato dimostrato si esce dalla ragione. Si può credere per fede che sia vero pur ammettendo che logicamente è indecidibile, allora sta bene,
tutt'altra cosa è sostenere che “X è vera” senza dimostrazione, perchè varrebbe ugualmente l'esatto contrario “X è falsa”. Se tizio sostiene che x è vera e caio sostiene che x è falsa, chi ha ragione ? Lo potremo sapere solo quando uno dei due riusciràa a
dimostrare la sua tesi. E' ovvio che prima della dimostrazione sappiamo che uno dei due è nel vero e l'altro nel falso, ma questo vale per qualsiasi tesi è proprio per questo che si parla di conoscenza solo quando si giustificano gli asserti.
Si sostiene che è possibile considerare razionale qualcosa che all’interno di un sistema è coerente coi suoi postulati, ma questa è una dimostrazione !
L'autore si chiede “Dio è dimostrabile?”. Noi rispondiamo immediatamente e con la forza della ragione: no, dunque quel dogma è falso. I teologi, come al solito, ci mettono le pezze:
“Tuttavia, nelle condizioni storiche in cui si trova, l'uomo incontra molte difficoltà per conoscere Dio con la sola luce della ragione”
spostando in questo modo il discorso ma non potendo non sostenere che l'uomo non può conoscere Dio con la sola luce della ragione. Questa si chiama banalmente
contraddizione.
A chi sostiene che la ragione umana con le sole sue forze e la sua luce naturale può realmente pervenire ad una conoscenza vera e certa di un Dio personale io rispondo: dimostralo. Sapiens nihil adfirmat quod non probat ! (tra l'altro questo proverbio è spesso usato da loro quando chiedono conto ai critici della gerarchia vaticana di provare le accuse, ma come, prima sostengono che si può essere nel vero pur senza provarlo e poi si chiedono le prove a chi la pensa diversamente ?? un tantino disonesto.)
In tutto lo scritto nessuno da nessuna parte fornisce questa benedetta dimostrazione, anzi si sostiene che la stessa ragione incontra non poche difficoltà ad usare efficacemente e con frutto questa sua capacità naturale. Siamo punto e a capo. Si sostiene che è possibile dimostrare razionalmente Dio ma non si è in grado di fornire questa dimostrazione !! Davvero divertente.
Altra scusa addotta per non fornire la suddetta dimostrazione è quella di sostenere che Dio può essere conosciuto con certezza attraverso il lume naturale,
ma non è detto che tutti ci riescano o ne siano all’altezza. Ma noi attendiamo sempre questa dimostrazione da parte di chi è in grado di fornirla. In ogni modo, una dimostrazione razionale, basata cioè su logica e matematica è comprensibile da chiunque abbia le conoscenze razionali sufficienti, se poi è un logico.....
Si insinua che coloro che si rifiutano di ritenere vere certe dimostrazioni si appellano alle viscere più che ai neuroni. Ma noi stiamo parlando di ragione, non c'entra nulla il rifiuto per questioni irrazionali.
Si sostiene che la certezza sarebbe qualcosa che inerisce al soggetto, e può essere falsa. Ma questa obiezione non c'entra nulla. Quella certezza è un atto di fede. Così si è dato la zappa sui piedi perché proprio per questo sosteniamo che un enunciato può essere razionalmente considerato vero solo se dimostrato. La dimostrazione invece non è una fede ma qualcosa di esterno e oggettivo.
Per cercare di uscirne si dice :”certezza di Dio, a cui si può arrivare attraverso la collaborazione tra fede e nume naturale” E No ! In quel dogma si è scritto che Dio è conoscibile con il lume naturale della ragione, non accenna alla fede. Il che significa che secondo i cattolici Dio è conoscibile anche solo attraverso l'uso della ragione. Che fosse accettato per fede lo sappiamo tutti, non c'è bisogno di ribadirlo. Comunque scrivendo ciò si ammette implicitamente che attraverso la sola ragione non è possibile in alcun modo conoscere Dio, siete fuori dal dogma.
La metafisica, e in particolare le “dimostrazioni” di Tommaso, si basano su una logica a 2 valori non a tre, il che le rende immediatamente inconsistenti perchè andrebbe prima dimostrato perchè utilizzare una logica a 2 valori e non a 3 o viceversa ovviamente.
Come provano i cattolici che il linguaggio è capace di trattare un problema del genere?
Non possono, perchè devono usare il linguaggio stesso per provarlo, non avendo (anzi avendo a priori rinunciato a) la guida sperimentale di cui fa uso la scienza.
Rinunciare al dato empirico significa privare di autorevolezza la logica, come disse Eisntein infatti, la logica senza empirismo è vuota.
Affermano che l’esistenza di Dio può essere razionalmente dimostrata, il problema semmai starà nello stabilire che cosa si intenda per “dimostrazione razionale”. Divertente non vi pare ? come previsto si inizia il gioco del significato dei termini.
Si afferma che ci sarebbero delle validissime (sic!!) prove “a posteriori”, ma si precisa che occorre accettare le premesse metafisiche ! Noi ribadiamo che siamo pronti ad ascoltare questa dimostrazione. E' tuttavia da rilevare che se i “postulati” sono creati “ad hoc” per dimostrare la tesi siamo di fronte ad una falsa dimostrazione ovviamente. I postulati non possono essere metafisici in quanto devono essere dimostrabili e/o falsificabili almeno in linea di principio, altrimenti non siamo nel campo della ragione ma della fede.
Il principio di causalità è distrutto dalla scienza moderna quindi non può essere utilizzato quale postulato sapendo che è falso. Inoltre anche ammettendolo con esso si va in contro a contraddizioni insanabili (chi ha causato Dio ?). E' da precisare inoltre che le dimostrazioni in logica e in matematica sono di tipo deduttivo.
Si afferma tendenziosamente che occorrerebbe esporre un trattato di filosofia teoretica prima di arrivare alla dimostrazione dell’esistenza di Dio in sé, perché sarebbe ovvio che tale dimostrazione non potrà essere compresa ! Quod erat demonstrandum. Si afferma ciò che non si può provare. Intanto si tiri fuori la dimostrazione, dopodichè parleremo del resto. Si affermino cioè i postulati e si espongano le deduzioni fino ad arrivare alla conclusione. Se non lo farete, semplicemente avete affermato qualcosa senza poterlo provare. Tommaso, inoltre, usa eccome il terzo escluso. Se non lo utilizza mi si fornisca questa benedetta dimostrazione.
Se non si presentano queste benedette dimostrazioni si parla del nulla. Si continua ad affermare che queste vie dimostrerebbero razionalmente Dio con il solo postulato della non-contraddizione, allora le si esponga, altrimenti si taccia.
La verità “intuitiva” è un atto di fede. Nessun enunciato può essere considerato a ragione vero se non è dimostrato.
Saluti
Andrea
"il punto essenziale non è se una teoria piaccia o non piaccia, ma se fornisca previsioni in accordo con gli esperimenti. Dal punto di vista del buon senso l'elettrodinamica quantistica descrive una Natura assurda. Tuttavia è in perfetto accordo con i dati sperimentali. Mi auguro quindi che riusciate ad accettare la Natura per quello che è: assurda. (da QED. La strana teoria della luce e della materia, traduzione di F. Nicodemi, Adelphi, 1989)