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Dimostrare la verità.

Ultimo Aggiornamento: 06/08/2008 20:00
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12/07/2008 14:36
 
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Re: Re: Circa Polymetis
pcerini, 12/07/2008 13.04:




Davvero? Riesci a sintetizzarne qualche contenuto? Chi era Claudio Forte?




L'argomento, se non erro, fu introdotto dalla forista dal nik, se nn erro di nuovo, Susy laureata in giurisprudenza (la ricorderà senz'altro bene Topsy, che da lei imparò l'amore per l'ebraismo). Poichè la discussione prese una certa piega intervenne Polymetis e poi subito dopo Claudio Forte, desideroso di abbattere le tesi del gigante Poly.
Vi assicuro che fu un agone dialettico molto ben condotto e molto appassionante. Intervenni anch'io in qualche passo, però i principali protagonisti furono Claudio Forte, preparatissimo ed efficacissimo, e Polymetis, che per l'occasione diede sfoggio alla sua non indifferente cultura. Non che non si fosse difeso bene, anzi, ma la ragione pendeva inesorabilmente dalla parte di Claudio, che,a parer mio, ne uscì alla grande. Il povero Polymetis, si fa per dire, ne uscì con le ossa rotte, non perchè non fossero ossa robuste le sue, ma perchè dimostrare l'indimostrabile era cosa impossibile, con tutti i Tommasi, gli Agostini, i rasoi ed i Kant di questo mondo messo in campo.

A Polymetis che non ricorda questo evento chiedo:

Ricordi di un Claudio Forte, medico chirurgo?

Fu uno dei soci fondatori del forum Infotdg-Liberamente, insieme ad Achille Lorenzi. Se Lorenzi ci dicesse qualche notizia attuale di lui farebbe piacere.
La sua esperienza è narrata qui:

www.infotdgeova.it/claudio.htm

Ho avuto con Claudio anche una discreta corrispondenza privata.
Peccato che la sua presenza non sia più visibile sui forum.

Lorenzi saprà sicuramente le ragioni dell'assenza di Claudio, ma forse qualcosa potrebbe saperla anche Renato Caldon oppure i coniugi Frassinetti.

Saluti a te ed a tutti. [SM=x789061]




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12/07/2008 14:56
 
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Ho avuto con Claudio anche una discreta corrispondenza privata.
Peccato che la sua presenza non sia più visibile sui forum.



C'è un motivo ben esplicito per questo! Prima di spiegarlo però è bene che io dica che prima di iscrivermi al forum di infotdgeova mi misi in contatto epistolare con il dottor Claudio Forte. Trovai il suo indirizzo di posta elettronia a fondo di uno degli scritti da lui fatti sul sito (ripeto il sito e non il forum) di Liberamente!
Ci sono infatti molte ricerche e molti temi di approfondimento scritti proprio da lui. Per questo motivo, per poter approfondire certi temi che erano trattati nelle pagine web del sito decisi di mettermi in contatto direttamente con lui.

Nello scambio epistolare che ne seguì seppi da lui, e qui rispondo a pyccolo, che era un po' stanco della partecipazione alla vita virtuale dei forum e che la presenza sul web gli aveva preso ben troppo tempo dalla sua vita personale e reale. Per questo aveva deciso di staccare la spina.

Questo è quanto! Comunque la mia opinione su di lui è molto positiva, perchè è una persona estremamente logica e razionale, per quel poco che ho potuto conoscerlo mediante la corrispondenza privata.


[Modificato da Bicchiere mezzo pieno 12/07/2008 15:32]



La verità non è qualcosa di statico ma è basata su una conoscenza progressiva, in grado di mettere in discussione anche i precedenti concetti raggiunti usando il modello del metodo scientifico
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12/07/2008 15:05
 
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I miei sono riferimenti a vicissitudini a cavallo del 2003/04.

Allora Claudio scriveva di tanto in tanto sul forum e le ragioni della sua presenza altalenante erano le stesse che hai addotto tu.

Però, che si assentasse del tutto e da tanto tempo, mi è parso strano.

Ciao Bicchy.

Pyccolo
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12/07/2008 16:11
 
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Per Pcerini

“non riesco a capire una cosa,pero',per te razionalita' e' sinonimo di certezza,ma anche di verita'?”

Sono cose distinte. La razionalità non è né sinonimo di certezza né di verità. Può esserci una teoria razionale che si rivelerà falsa, e una teoria di cui siamo certi (giacché la certezza è un sentire dell’animo), e che poi si rivelerà falsa.

“Ma non e' che la certezza invece vada accompagnata alla nozione di verita'?”

Di solito se si è certi di qualcosa si è nel vero, ma non è affatto detto.

“Ma forse e' piu' corretto dire che si puo' ipotizzare la verita' ma anche la falsita' per quegli enunciati indecidibili,non c'e' modo di saperlo.”

E’ ovvio che se non posso dimostrare qualcosa posso solo dire che quell’enunciato è probabile. Ma, se fosse vero, questo non toglie che sarebbe vero anche prima che lo dimostrassi, sebbene io non possa provare che è vero.

“Ossia,secondo te,razionalita' e' sinonimo di verita”

Per nulla.

“Che esistano enunciati che possano anche essere veri,ma che sono indimostrabili, secondo me porta fuori strada una simile formulazione,e' pu' corretto dire che "si ipotizza l'esistenza di tali enunciati" ma nessuno puo' sapere se siano tali perche' nessuno sa con certezza QUALI SONO TALI ENUNCIATI.”

Ho distinto tra enunciati veri, che sappiamo essere veri, e che sono indimostrabili, ed enunciati che sono veri, che ipotizziamo siano veri, è che non possiamo dimostrare siano veri. Come ripeto per L’ENNESIMA VOLTA il I primo tipo di enunciato è del tipo di quelli descritti nella storia sul teorema di Goedel che ho riportato, NON tutti i miei altri enunciati teologici.

“Se gli si sottopongono le premesse di quella proposizione,si',puo' arrivare a saperlo”

E come visto che ciascun valore di verità enunciato è una confutazione del meccanismo?

“sono convinto che se la macchina acquisisse una tale capacita' non sarebbe andata in crisi,e avrebbe risposto semplicemente che quell'enunciato presumibilmente avrebbe potuto essere vero o falso”

Allora siamo da capo, l’enunciato sarebbe vero perché una macchina che ti risponde che “l’enunciato forse è vero o falso” per l’appunto non ha dimostrato che è vero.

“Se il teorema di Godel postula l'esistenza di enunciati veri ma non dimostrabili,non significa per forza di cose che l'enunciato "Dio esiste" sia vero perche' non dimostrabile,ti pare?”

Ma è quello che scrivo da tre quarti d’ora. Parlo cinese per caso?

Per Spirito

“Questo enunciato è del tutto inutile perché vale l’esatto contrario: “si può dire la stessa tesi falsa e al contempo non poterla dimostrare".”

Ma non mi interessa se è un enunciato inutile, a me basta che sia corretto. Ho semplicemente corretto Sonny che scambiava la verità e la dimostrabilità di un enunciato. Che si possa dire il falso credendo di dire il vero, e al contempo dire di non poter dimostrare la propria posizione, non toglie che si possa dire il vero, pretendere di dire il vero, e al contempo non poterlo dimostrare.

“Insomma, come già detto non si può sostenere che “X è vera” senza dimostrarlo perché l’esatto contrario “X è falsa” ha la stessa probabilità di essere corretta.”

Il fatto che che “x è falsa” abbia la stessa probabilità di essere corretta non toglie il fatto che x è vera o falsa già prima della dimostrazione, ed è l’unica cosa che ho affermato. Tutto il resto è una tua incomprensione di quello che ho detto.

“Veramente a me sembra che Sonny ti stesse dicendo che se volevi sostenere che le tue tesi sono vere lo devi dimostrare, o no Sonny”

Ed è questo il punto. Non occorre avere la dimostrazione di qualcosa per poterla credere vera. Questo non vuol dire che poi quella cosa sia vera, io sto dicendo che può esserlo, e che dunque si può credere di essere nel giusto anche senza poterlo dimostrare, esattamente come può farlo l’interlocutore.

“per affermare di essere nel vero devi avere una dimostrazione altrimenti puoi solo dire, in mancanza di falsificazioni, che la tua tesi può essere sia vera sia falsa.”

Non sto dicendo che in teoria la tesi non possa anche essere falsa, sto solo dicendo che può essere vera anche se prima non la dimostro. Ho il diritto di affermare che una cosa sia vera, anche se mi sbaglio. Sonny invece scriveva che dire di essere nel vero automatica presume che uno lo possa dimostrare, quando invece si può credere il vero, e affermare di crederlo, anche prima che questo venga dimostrato. Galileo ad esempio affermava di aver ragione, così come Copernico, ma non non avevano nessuna prova, e tutte quelle portate da Galileo erano sbagliate come è noto. Addebitò le maree al moto della terra anziché alla luna. La sua fu una banale deduzione, vide i satelliti che roteavano intorno ai pianeti e ne dedusse che poteva essere lo stesso per il sole e la terra.

“E uno dei due il falso, prima di una dimostrazione o falsificazione nessuno dei due però può sostenere di conoscere di stare nel vero (o nel falso).”

Perché dici questo? Non può sostenere di avere una verità dimostrata, ma nulla gli vieta di poter dire di essere nel vero. E’ questa l’unica differenza.


“ci sono enunciati che possono essere o veri o falsi e fintanto che non abbiamo una dimostrazione dell’una o dell’altra posizione essi rimangono indecidibili”.

La mia versione è comunque correttissima e il tuo è solo un altro punto di vista. Infatti ho scritto: “ci sono enunciati veri, che non sappiamo se siano sicuramente veri, e che non sono dimostrabili”, ed è indubitabile che quell’enunciato vero quando è stato pronunciato, anche se non era ancora stato dimostrato, era vero anche allora.

“Il discorso non cambia, giacchè sostenere che si può essere nel vero non potendolo dimostrare significa attribuire una sorta di verità ad ogni enunciato indimostrato, inoltre vale l'esatto contrario sulle stesse proposizioni, ossia “ogni enunciato può essere falso pur non potendone dimostrare la falsità” dunque ?”

Dunque è così e basta. Si può essere nel vero e non poterlo dimostrare, o nel falso e non poterne dimostrare la falsità. Punto.

“Dunque è corretto dire che tali enunciati sono banalmente indecidibili, quindi non solo potenzialmente veri, ma altrettanto potenzialmente falsi.””

Cosa che io non ho mai negato. Sto solo discutendo sulla possibilità di affermare che siano veri, non sul fatto che siano realmente veri.

“Falso, queste “regole” valgono ancora oggi nel mondo accademico “normale” che poi tra i religiosi vadano di moda altre tesi è cosa nota.”

O davvero, e dove avresti studiato logica ed epistemologia, e con chi? I miei professori insegnano alla Sorbona, i tuoi non so.

“Questa è una perla da antologia ! Perché invece le tue idee sono originali ? Sei davvero ingenuo se sei convinto che ciò che esponi è qualcosa di originale mai detto da nessuno.”

Queste mie idee sono interiorizzate e ricombinate. Fare una parafrasi di cose che non capiscono è del tutto diverso.

“Si può essere certi con ragione unicamente se vi è una dimostrazione. Quindi quel documento presuppone necessariamente una dimostrazione.”

Perché? Non c’è scritto in quel documento che si può dimostrare Dio, ma che si può essere certi con lume naturale della ragione che Dio esista. Questo lume naturale può anche errare, certezza e razionalità non vogliono dire verità. La certezza è solo un mio sentimento, che non è detto corrisponda a qualcosa.
Comunque l’ho già spiegato, il punto non è se tu non sei d’accordo con me, ma cosa intendesse l’autore di quel documento.

“Ribadisco che trattasi di dimostrazioni.”

O davvero? Tommaso stesso asseriva che erano solo rafforzamenti per chi credeva già, e non dimostrazioni di senso stresso. Che poi la tradizione manualistica dei licei si ostini a presentarle come “dimostrazioni dell’esistenza di Dio” ciò non toglie che il compito del filologo dovrebbe mettere in luce la loro natura.

“Tu stavi rispondendo a chi ti chiedeva conto delle tue idee”

Non è esatto, non ho risposto per dare conto delle mie idee su Dio, ma per dare conto dell’idea che verità e dimostrabilità sono due cose distinte.

“tu invece di rispondere con argomentazioni a suffragio delle suddette hai risposto che esistono enunciati veri indimostrabili. Questo fa immediatamente capire che ritieni di non dover argomentare la tua idea ma che essa è vera seppur non dimostrabile al pari degli enunciati di Godel.”

Questo è quello che hai capito tu insieme a Sonny, ma siccome non l’ho scritto questa discussione è inutile. Ho citato un singolo esempio eclatante di disequazione tra verità (del tutto evidente) dell’enunciato e non dimostrabilità, non ho detto che la stessa evidenza e al contempo non dimostrazione pertinesse ad ogni mio enunciato teologico.

“MA se lo hai detto appenda sopra ! Guarda che “affermare con sicurezza” e “certezza” è la stessa cosa.”

Come già spiegato “certezza” in filosofia è un termine tecnico che si riferisce alla sfera privata della sensazione del vero. Quando invece dico “affermare con sicurezza” intendo “dimostrare”. Io non ho detto che le mie tesi sono vere, sicuramente vere, e non dimostrabili. Ma che sono vere, non so con sicurezza se siano vere, e che non sono dimostrabili.

“Ho detto che è irrazionale credere con certezza ad un enunciato prima che venga dimostrato, ovvero è un atto di fede”

No, qui hai introdotto un nuovo termine, cioè “è irrazionale credere con certezza “, prima ti eri limitato a dire che è irrazionale credere a qualcosa di non dimostrato.
Comunque, discutiamo questa nuova versione della teoria:
1)E’ ovvio che qualsiasi cosa creduta con certezza può poi rilevarsi falsa. Gli antichi erano certi che il sole girasse intorno alle terra. Eppure si sbagliavano.
2)Ciononostante, alla luce dei dati che avevano, e di quello che vedevano, era perfettamente razionale essere geocentristi. Ergo gli antichi erano razionalmente geocetristi, lo VEDEVANO in cielo, con evidenza immediata che il sole girava, e si sbagliavano di grosso. Ciò che a noi oggi può sembrare visto con evidenza, al prossimo cambiamento di paradigma può sembrare un’illusione.

“Inoltre vi è una enorme differenza tra l’ambito empirico e quello metafisico giacchè per il primo è possibile in linea di principio falsificarne gli enunciati, nel secondo è impossibile.”

La falsificazione ovviamente non è da intendere in senso assoluto, non si dà mai una falsificazione definitiva.

“La tua forse, quella degli scienziati si basa perfettamente sulle prove logico-empiriche, altrimenti addio scienza e benvenuta fantascienza.”

Sto dicendo che quelli che gli scienziati considerano prove non lo sono, si chiamano corroborazioni.

“I postulati non sono inventati ma derivati o da altre teorie a loro volta corroborate o da acquisizioni empiriche.”

La storia della MQ, così come dello sviluppo dei modelli atomici, mostra quanta fantasia metta lo scienziato nell’elaborazione di un modello (quanto ci metta di suo), e in seguito quanto cerchi di inseguire il modello che ha in testa.

“Come già detto nessuno scienziato degno di tal nome parla di certezza dell’esistenza dei buchi neri ma”

Qui di nuovo ci confondiamo coi termini. Come già detto “certezza” per me indica un fattore emotivo e dunque lascio questo termine da parte. Sto solo dicendo che questi scienziati credono che qualcosa sia vero, i buchi neri, eppure non lo possono dimostrare. Allo stesso modo c’è chi crede ad altre verità, né dice che le sue verità siano dimostrabili, esattamente come il tuo scienziato non dice che il buco nero è dimostrabile, eppure, esattamente come il tuo scienziato, ha tutto il diritto di credere plausibile e razionale qualcosa anche prima che venga dimostrato.

“Nessuno ha detto che non si possono fare scelte senza avere una sicurezza, si è detto che non si può essere certi senza dimostrazioni. Comunque stai ancora confondendo scienza empirica e pura logica.”

Nessuna confusione. Tutto fa parte di una più generale disequazione tra verità e dimostrabilità.

“Far quadrare i dati, caro Polymetsi, è una prova.”

No, infatti ho detto “fa quadrare i dati più delle altre”, non “fa quadrare tutti i dati”, nessuna teoria lo fa, e, anche se lo facesse, non ci sarebbe la prova che i dati quadrano perché quella teoria è corretta. I dati quadravano anche con il tolemaismo, solo che era una mole di calcoli incredibilmente più complessa perché per far quadrare i dati si ricorreva agli epicicli.

“Abbiamo le prove dei nostri sensi.”

E sarebbe una prova? Abbiamo continuamente allucinazioni sensitive, e la psichiatria dinamica ne da ampia illustrazione. Nulla prova che il mondo esterno esista, eppure lo riteniamo razionale.

“Non abbiamo nessun motivo razionale per ritenere che i nostri sensi ci ingannino totalmente”

Appunto. Motivo per cui, anche se non è sicuro, crediamo a qualcosa perché razionalmente la maggior parte degli indizi è a favore dell’esistenza del mondo esterno.

“Saremmo ancora dentro ciò che sostengo, ovvero che per essere certi di qualcosa occorre una dimostrazione.”

Se per “essere certi” di qualcosa tu intendi dire che la cosa deve rivelarsi vera, allora ti do pienamente ragione, per essere certi di qualcosa occorre avere una dimostrazione, che nel caso dell’esistenza del mondo esterno non esiste. Ma come già detto “essere certo” in filosofia non vuol dire essere dimostrato. Io sono certo che mia madre mi ami, lo sento, ma non posso dimostrarlo, e questa certezza può essere falsa.
Quello che a me preme dire è che, pur non essendo sicuro(dimostrato) che il mondo esterno esista, tu non ti fai alcun problema a sostenere che è vero che esista, perché è più razionale così. Allo stesso modo io cercavo di far capire a Sonny che si può affermare di essere nel vero, perché a nostro avviso è più razionale così, e al contempo non poterlo dimostrare.

“Si parla di percentuali di verità non di certezza, quest’ultima arriva solo da dimostrazioni logico-empiriche.”

Quello che sto dicendo è che per l’appunto si può sostenere qualcosa, come i buchi neri, dire che sia vero, e al contempo non poterlo dimostrare. E’ vero che non si può dire di essere certi che i buchi neri esistano (nel senso che tu dai a “certo”, cioè dimostrato), ma su questo io non ho fatto alcuna obiezione. Ergo che cosa stiamo dicendo di diverso uno dall’altro?

“Si, perché non abbiamo motivo di ritenere che tutti i nostri sensi ci ingannino.”

I nostri sensi nel caso dell’ipotesi dei due soli non ci starebbero ingannando, non c’è nessuna illusione ottica in gioco. Comunque, la mia domanda era: “Siamo davvero sicuri di avere un solo sole?”, se la domanda equivale a “è dimostrato che abbiamo due soli?”, la tua risposta non può essere “Si, perché non abbiamo motivo di ritenere che tutti i nostri sensi ci ingannino”. Infatti questa non è una dimostrazione, è solo l’affermazione che è estremamente improbabile che tutti i nostri sensi ci ingannino. Perché manchi una dimostrazione che esistano due due soli non occorre che l’interlocutore dimostri che due soli esistono, visto che sei tu quello che sostieni che è dimostrabile che due soli non esistono (o almeno, intendo quel “siamo sicuri che due soli non esistano” come una tua affermazione sul fatto che è dimostrabile che due soli non esistono). In questo caso è del tutto irrilevante dire che l’onere della prova spetta a chi vuole sostenere che due soli esistono, perché a differenza di te questo signore non afferma affatto che può dimostrare che due soli esistono, mentre tu affermi di poter dimostrare che due soli non esistono. Ma, in questo caso, la tua dimostrazione dovrebbe essere vera perché tiene conto di tutti i casi possibili, mentre qui c’è un’ipotesi del perché, se anche ci fossero due soli, noi ne vedremmo solo uno.

“Esattamente. Dimostrato significa anche avere prove empiriche ovviamente.”

Ma la mia frase che hai quotato è: “(Tu dici che) è irrazionale credere vero un enunciato non dimostrato”, e adesso lo ribadisci. Ma allora, ti ridomando: quegli scienziati che credono all’esistenza dei buchi neri, e che ne affermano l’esistenza, sono irrazionali? Essi non dicono di avere le prove di quanto affermano, però lo affermano, sono dunque irrazionali?
Come dicevo infatti tu hai cambiato strategia, prima avevi scritto: “è irrazionale credere vero un enunciato non dimostrato”, poi in questo ultimo posto, evidentemente capendo che il questo modo finiresti per dire che qualsiasi teoria come i buchi neri è irrazionale se vi si crede, hai mutato la frase in “è irrazionale credere certamente vero un enunciato non dimostrato”(ovviamente nel senso che tu dai a certezza, cioè corrispondenza sicura col reale). Ma questa seconda proposizione io NON l’HO MAI CONTESTATA e sono d’accordissimo. Ergo da capo, di che cosa stiamo parlando?

“Dimostrato significa anche avere prove empiriche ovviamente.”

La questione era la tua frase “è irrazionale credere vero un enunciato non dimostrato”. Come di vede stai sostenendo che la razionalità di qualcosa fosse la sua dimostrazione.

“Gli scienziati in quanto tali non la credono vera nel senso che ritengono, da scienziati, che è vera, essi tentano appunto di dimostrarla perché ritengono che sia probabilmente vera.”

Io non ho mai detto nulla di diverso. Non ho detto che sono sicuro (nel senso che posso garantire una corrispondenza col reale), che le mie proposizioni teologiche sono vere, ho detto semplicemente che ho il diritto di pensare che sono vere, affermare che sono vere, anche se non lo posso dimostrare.

“A te fa male leggere Khun e Feyerabend, dammi retta, fatti un giro nei centri di ricerca seri e capirai quanto le elucubrazioni epistemologiche di questi filosofi siano aria fritta.”

In primis non sono filosofi di professione ma sono due fisici, i loro libri sono la concreta discussione di casi sperimentali e della storia della scienza. Come è noto infatti l’epistemologo non può essere solo filosofo ma dev’essere anche scienziato.

“Io affermo ed ho affermato che l’irrazionalità sta nel credere con sicurezza vero qualcosa prima di averne le prove.”

E siccome io non ho mai obiettato a questa tesi, questa discussione è sul nulla.

“Un atto di fede che presupponga la “certezza assoluta” è irrazionale.”

Se con “certezza assoluta” intendi “certezza” nel tuo senso, cioè sicura corrispondenza col reale, ti do perfettamente ragione. Infatti io non ho dei miei articoli di fede questa opinione, cioè che sono veri e sicuramente veri, ma credo solo che siano veri, allo stesso modo in cui una teoria non dimostrata va di moda tra gli scienziati.

“Lo fai per FEDE, una fede irrazionale, giacchè razionale significa scegliere secondo evidenze, prove, probabilità ecc…”

Qui invece si entra in un altro capo. Perché il fatto che io dica che non posso sapere con sicurezza che la mia fede sia vera, non vuol dire affatto che io creda per motivi irrazionali, bensì credo perché, sulla sorta di tutta una serie di indizi che indicano una x, ritengo l’esistenza di Dio più probabile della non esistenza. Dunque non è una fede irrazionale, ma una fede razionale, che non vuol dire ovviamente fede dimostrata.

“Se mi dirai che è più probabile l’una e non l’altra ti chiederò ancora perché ?”

Già, e hai tutto il diritto di chiederlo, ma siccome ti ho detto che lo ritengo “probabile” e non ho preteso che sia “dimostrabile” potrai solo esigere da me indizi e non prove. Giacché non vuoi sapere perché è sicuramente così, ma perché ti ho detto che è probabilmente così, dunque, pur ritenendo vero un enunciato, non mi sono impegnato sulla sua dimostrabilità.

“ncora ? ma allora fai finta di non capire.”

No, sei tu che non hai capito nulla di quello che ho scritto sin dall’inizio e ti invito a rintracciare quello che mi metti in bocca nei miei post se ci riesci.

“La conoscenza non può che essere una credenza vera giustificata, ergo conoscere significa giustificare le proprie asserzioni”

No, non è vero. Si può conoscere qualcosa perché lo si intuisce e non essere in grado di darne prova, come nel caso di Copernico. Lui conosceva l’eliocentrismo, non poteva provarlo, ma era razionale che così fosse.

“Ma questo tra l’altro svia il discorso perché le 5 vie di Tommaso sono falsficiate perché contraddittorie, ergo, in ogni caso quel dogma è falso.”

Quel dogma non è falso perché non dice quello che tu gli attribuisci.

“Falso. Certezza e dimostrazione, se vogliamo rimanere nell’ambito della ragione sono sinonimi, non può esistere certezza senza dimostrazione.”

Mi dispiace ma il tuo vocabolario filosofico è diverso dal mio, e comunque è irrilevante, non mi interessa cosa per te vuol dire certezza, se dobbiamo verificare cosa dice quel documento dobbiamo sapere cosa significhi certezza per l’autore di quel documento, e come ripeto in ambito filosofico la certezza non è la dimostrazione (si veda il già citato Kant). La certezza non è necessariamente connessa con la ragione, perché è un sentimento. Essere certi dell’amore della propria moglie non ha nulla di razionale, e soprattutto non è detto che la cosa sia vera.

“Sei nella mente dei partecipanti del concilio vaticano I ?”

No, sono nella mente di tutti i neomististi, visto che loro lo erano, e mi rifaccio al loro lessico.

“Prima infatti sostieni che si può essere nel vero senza dimostrarlo poi però pretendi le dimostrazioni, deciditi !”

No, non ho preteso le dimostrazioni dell’accusa, o meglio, non le ho pretese come condizione per il loro essere nel vero, ma per la loro possibilità di poter dire di essere nel vero nella modalità dell’accusa ad un altro uomo. Possono benissimo aver ragione, e dire la verità. Ma siccome qui non è in questione se i buchi neri esistano o no, sebbene resta vero che la verità di un enunciato prescinde dalla sua dimostrazione, dal punto di vista giuridico gli enunciati vanno correlati da prove altrimenti si tratta di calunnia.

“Il tuo discorso serve solo a non fornire questa benedetta dimostrazione, finchè non la fornirai sarai nel torto, perché avrai affermato che esiste senza mostrarcela.”

Io non ho affermato né che esista né che posso mostrartela, infatti il Concilio Vaticano I non afferma che Dio sia dimostrabile, bensì che la ragione può essere certa di Dio, ma, come ripeto, nella terminologia metafisica tomista dei partecipanti al Concilio, la certezza non coincide con la dimostrazione, perché è una disposizione del soggetto e non degli oggetti.

“Per avere una certezza basata sulla ragione occorrono le evidenze”

No, occorre avere quelle che tu credi siano evidenze, come ripeto è un discorso soggettivo, la certezza non ha riferimenti nella realtà. La ragione ti dice questo, e tu ne sei persuaso, questo vuol dire il Concilio. Che poi la ragione si sbagli, e la tua certezza si riveli errata, è una possibilità.

Avevo scritto:
“Questo non vuol dire però che prima non potevamo dire che erano vere”, hai risposto:

“Non lo puoi dire con la ragione, come devo dirtelo ?”

Errato, ancora una volta confondi regione con dimostrazione. Gli scienziati che dicono che i buchi neri esistono, e non lo possono dimostrare, dicono forse senza ragione che esistono? No, hanno degli indizi. Allo stesso modo posso dire con la ragione, poiché come ripeto la ragione non si basa e non lavora solo con le dimostrazioni, anzi non lo fa quasi mai, che Dio esiste, ma non è detto che questo sia vero. Io non ho affermato che la mia fede sia sicuramente vera, ho solo detto che posso dire che è vera, che non posso dimostrare che è vera, e al contempo che è razionale, perché razionale non vuol dire dimostrato.

“Ma per favore, tu continui a confondere l’ostinazione “irrazionale” degli scienziati con il metodo scientifico.”

L’ostinazione irrazionale degli scienziati ad inseguire teorie che avevano avuto falsificazioni è per l’appunto ciò che ha fatto sì che decenni dopo quelle opinioni trovassero delle corroborazioni. Il libro di Feyerabend “il realismo scientifico e l’autorità della scienza” è tutto una serie di esempi di teorie confutate da esperimenti e che, in seguito all’ “irrazionalità” e all’ostinazione degli scienziati che le hanno inseguite da soli per anni, si sono poi rivelate corroborate.

“Se vi sono confutazioni definitive (e ve ne sono al contrario di quanto affermi) continuare per quella strada è, appunto irrazionale.”

E così ora scopriamo che esistono le confutazioni definitive, veramente da paleolitico dell’ermeneutica epistemologico. E mi dici come diavolo faresti ad essere sicuro che sono confutazioni definitive se non sai cosa verrà scoperto in futuro e dunque potenzialmente cosa potrebbe ribaltare le tue acquisizioni in fatto di teorie confutate?

“Difatti è proprio il dato empirico che ha smontato l’universalità del terzo escluso ed è proprio grazie al dato empirico che si è dovuta formulare una logica a 3 valori, aggiornati.”

Questo nella tua pia illusione che il dualismo onda corpuscolo sia un’infrazione del realismo e del terzo escluso, ma per sostenere questo occorrerebbe dimostrare che A(onda) e B(corpuscolo) siano in realtà “A” e “non-A”. Solo perché finora c’è stato quest’equivoco, cioè l’onda come la negazione del corpuscolo, s’è potuto pensare che quel “B” equivalesse a “non A”, quando invece è semplicemente complementare.

“Molti sono dimostrabili e falsificabili. Se domani scorgessimo un’onda elettromagnetica viaggiare nel vuoto a velocità > c avremmo falsificato i postulati relativistici”

No. Le predizioni della meccanica quantistica sono state falsificate in una quantità incredibile di volte. Cosa s’è fatto in quei casi? Ci si è infischiati dell’esperimento, e si è cercato il modo di ribaltarlo. Trovare qualcosa che va più veloce della luce non farebbe sì che gli scienziati si sbarazzino di questo importante postulato eisteniano bensì che formulino ipotesi ad hoc per salvare la teoria e spiegare perché l’esperimento ha dato quel valore. Si inzierebbe cioè a discutere sulla validità della misurazione, a cercare di inficiare l’esperimento, o ad ipotizzare dei fattori concomitanti che avrebbero potuto falsare la lettura. Questo è il modo in cui procede la scienza… Proprio l’ostinazione a non arrendersi alle falsificazioni ha permesso alla MQ di svilupparsi dopo delle fasi di confutazione sperimentale.
Credo che questo brano di Feyerabend, fisico e storico della scienza, possa essere illuminante, specie nella sua ultima parte (che ovviamente all’interno del libro è argomentata con esempi):


“Troviamo infatti che non c'è una singola norma, per quanto plausibile e per quanto saldamente radicata nell'epistemologia, che non sia stata violata in qualche circostanza. Diviene evidente anche che tali violazioni non sono eventi accidentali, che non sono il risultato di un sapere insufficiente o di disattenzioni che avrebbero potuto essere evitate. Al contrario, vediamo che tali violazioni sono necessarie per il progresso scientifico. In effetti, uno fra i caratteri che piú colpiscono delle recenti discussioni sulla storia e la filosofia della scienza è la presa di coscienza del fatto che eventi e sviluppi come l'invenzione dell'atomismo nell'Antichità, la rivoluzione copernicana, l'avvento della teoria atomica moderna (teoria cinetica; teoria della dispersione; stereochimica; teoria quantistica), il graduale emergere della teoria ondulatoria della luce si verificarono solo perché alcuni pensatori o decisero di non lasciarsi vincolare da certe norme metodologiche “ovvie” o perché involontariamente le violarono.

Questa libertà di azione, lo ripeto, non è solo un fatto della storia della scienza. Esso è sia ragionevole sia assolutamente necessario per la crescita del sapere. Piú specificamente, si può dimostrare quanto segue: data una norma qualsiasi, per quanto “fondamentale” o “necessaria” essa sia per la scienza, ci sono sempre circostanze nelle quali è opportuno non solo ignorare la norma, ma adottare il suo opposto. Per esempio, ci sono circostanze nelle quali è consigliabile introdurre, elaborare e difendere ipotesi ad hoc, o ipotesi che contraddicano risultati sperimentali ben stabiliti e universalmente accettati, o ipotesi il cui contenuto sia minore rispetto a quello delle ipotesi alternative esistenti e adeguate empiricamente, oppure ancora ipotesi autocontraddittorie ecc.

Ci sono addirittura circostanze – le quali si verificano anzi piuttosto spesso – in cui il ragionamento perde il suo aspetto orientato verso il futuro diventando addirittura un impaccio al progresso.
” (P. K. Feyerabend, Contro il metodo, Milano, 1979, Feltrinelli, pagg. 15-17 e 21-22



“oppure la negazione del V postulato di Euclide che ha risolto non pochi problemi alla scienza moderna.”

Non ne ha risolto nessuno perché si trattava solo di definire gli ambiti. Il V postulato di Euclide era vero solo ed esclusivamente sul piano. L’invenzione delle geometrie non eucliee non ha falsificato un bel niente perché Euclide non s’è mai impegnato per quelle rette in nulla di diverso da un piano euclideo.

“Riguardo alla quantistica, parlarne con i filosofi i quali quasi sempre ignorano la fisica, è del tutto inutile.”

Gli epistemologi infatti non sono solo filosofi.

“Comunque mi riferivo, nel mio enunciato, al fatto che esistono eventi incausati ovvero meramente stocastici”

Qui si scambia l’ignoranza della causa per la mancanza di causa.

“si tratta banalmente di petitio principii giacchè egli vuol dimostrare che esiste una causa incausata (Dio) postulando che esiste una causa incausata”

Veramente non postula che esiste una causa incausata per dimostrare una causa incausata, ma fa notare che se non esistesse una causa incausata ci sarebbe un regresso all’infinito e dunque, senza una causa prima, non partirebbe mai la catena delle cause che giunge fino a noi.



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12/07/2008 16:14
 
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"he la presenza sul web gli aveva preso ben troppo tempo dalla sua vita personale e reale. Per questo aveva deciso di staccare la spina."

Non sai quante volte l'avrei voluto fare anch'io.



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Re:
Polymetis, 12/07/2008 16.14:

"he la presenza sul web gli aveva preso ben troppo tempo dalla sua vita personale e reale. Per questo aveva deciso di staccare la spina."

Non sai quante volte l'avrei voluto fare anch'io.



Beh per me sarebbe un peccato! Perchè grazie alle tue competenze ho potuto chiarire meglio dentro di me il discorso della Sola Scriptura e della Traditio, della successione apostolica e sul canone del NT. Inoltre ho potuto comprendere meglio anche le ragioni della fede cattolica e gli equivoci che nascono sul modo stesso di concepire le cose fra la mentalità protestante e quella cattolica.
Senza contare che conosci molto bene anche la patristica, fondamentalissima per comprendere il pensiero cristiano e di come intendevano e comprendevano i testi sacri i signori che portarono poi alla formulazione del canone neotestamentario.
Insomma, è un contributo sicuramente prezioso il tuo, almeno per me lo è stato. Anche se capisco che in effetti dedicare tutto il tempo a spiegare, chiarire, discutere ecc, posa portare via molto tempo dalla sfera privata.

Come ogni cosa, anche questa medaglia ha il suo rovescio.

Alla prossima.

PS: riguardo al discorso che per essere razionale una cosa non necessiti per forza di una dimostrazione, mi trovi pienamente d'accordo. Questo perchè un'ipotesi razionale richiede solo dei semplici indizi che conducano alla formulazione del postulato, totalmente differente da un'asserzione di pura fantasia che non si basa nemmeno su indizi ma solo sulla fantasticheria umana (perciò trovo inappropriato che si eguagli l'affermazione "Dio esiste" con "la fata turchina esiste" perchè l'esistenza di Dio è corroborata da indizi che quindi rendono l'ipotesi della Sua esistenza razionale mentre quella della fata turchina invece no). Mentre una verità indiscutibile richiede ovviamente delle prove. Giacchè però nel dogma in oggetto si parlava di 'certezza' in senso filosofico ossia non basandosi sulla dimostrabilità empirica ma sul 'credere nella verità dell'esistenza di Dio' in maniera razionale, ossia in base agli indizi, allora la formulazione del concilio non è sbagliata nel linguaggio.
Questo è quanto ho capito io da questa discussione.


[Modificato da Bicchiere mezzo pieno 12/07/2008 17:00]



La verità non è qualcosa di statico ma è basata su una conoscenza progressiva, in grado di mettere in discussione anche i precedenti concetti raggiunti usando il modello del metodo scientifico
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"'credere nella verità dell'esistenza di Dio' in maniera razionale, ossia in base agli indizi, allora la formulazione del concilio non è sbagliata nel linguaggio."

Chiamali come vuoi, il testo dice che la tua ragione attraverso tutta una costellazione di dati è persuasa che Dio esiste, e di questo ha certezza, e questo attraverso il lume naturale della ragione.
Per capire quello che dico come già detto sarebbe utile fare un confronto con Kant, certo che Dio esista e dell'immortalità dell'anima, e che dice di avere tutto il diritto a ritenerli veri, ma al contempo indimostrabili per la ragione teoretica.
Preciso che questa è solo una lettura del Concilio, ci sono infatti filosofi appartenenti alla neoscolatica che invece credono che Dio sia dimostrabile. Io non sono d'accordo con loro ma rispetto il loro punto di vista. Anch'io infatti ritengo che il rifiuto della metafisica sia del tutto pregiudiziale, e che una volta accettato un certo ordine di discorso DIo sia dimostrabile, ma il problema è che per l'appunto non sono dimostabili i postulati, e dunque o li si fa ammettere all'interlocutore perché si rende conto che sono evidenti, oppure addio dimostrazione.

Ad maiora



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Re:

Polymetis, 11/07/2008 23.12 Per Pyccolo

“Se io faccio questa asserzione:
La verità sta nel linguaggio
Voi che ne pensate?”

Che stai tentando di rifilarci il II Heidegger o Wittgenstein.



Non del tutto, in parte sì, ma non nel senso di rifilarveli.


”Se io dicessi:
Noi siamo linguaggio,
Vi sembra verosimile?”

Sì, il linguaggio è l’apertura all’Altro. Noi siamo il Ci che sta nella radura che è il Linguaggio inteso come possibilità di apertura dell’ente che noi siamo? Ho indovinato il tuo referente heideggeriano?



E' solo un tassello, un'indicazione, per quanto importante.


”Se io dicessi: Non esiste verità al di fuori del linguaggio,
voi che ne pensereste? “

Che è verissimo... Essendo la verità banalmente un giudizio sulla “predicazione”..., è ovvio che senza linguaggio non c’è la predicazione di qualcosa su qualcosa, dunque non c’è la verità...



Sono lieto che tu sia d'accordo, in particolare sull'assunto che "senza linguaggio non c’è la predicazione di qualcosa su qualcosa, dunque non c’è la verità". Cessando il linguaggio, qualunque nozione, così come nasce grazie ad esso, si esaurisce con esso.
Che la verità sia "banalmente un giudizio sulla “predicazione" può essere vero solo nell'ambito del gioco linguistico che la contempla , mai al di fuori, a meno che anche fuori si giochi lo stesso gioco, con le stesse regole, cosa difficilmente possibile.
Ogni verità è tale all'interno di un gioco. Non esistono verità fuori da giochi linguistici, nel senso che esse non esistono di per sè, come entità autonome, indipendentemente dal linguaggio.
Per contro si è portati a credere che esistano verità indipendentemente dal linguaggio. Sono quelle che qui si tenta di dire che sono "indimostrabili".



”Cos'è secondo voi il linguaggio?”

Scusa, posso risponderti scrivendo un’enciclopedia?



Sinteticamente, racchiusa in 4 o 5 righe.


“Senza il linguaggio non esisterebbe nemmeno l'ambulanza.”

Ecco svelati gli altarini ontologici. Saresti andato d’accordo col mio professore di teoretica.



In che modo potrebbe esistere un'ambulanza senza linguaggio?


Il punto è proprio questo, sei sicuro che quella sarebbe un ambulanza se il linguaggio non esistesse. Come fa una cosa ad essere qualcosa se manca qualsiasi concetto?



Non è solo una questione di incertezza sull'identificazione di un oggetto, ma di impossibilità di esistenza stessa dell'oggetto senza il linguaggio.

Pyccolo


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12/07/2008 20:21
 
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Per Bik

“riguardo al discorso che per essere razionale una cosa non necessiti per forza di una dimostrazione, mi trovi pienamente d'accordo”

Anche a me, io ho detto una cosa diversa, ho detto che è irrazionale chi sostiene che X è vera senza una dimostrazione.

“Questo perchè un'ipotesi razionale richiede solo dei semplici indizi che conducano alla formulazione del postulato”

I postulati devono essere falsificabili e gli indizi concreti.

“perciò trovo inappropriato che si eguagli l'affermazione "Dio esiste" con "la fata turchina esiste" perchè l'esistenza di Dio è corroborata da indizi che quindi rendono l'ipotesi della Sua esistenza razionale”

Quali sarebbero questi indizi ? Sono solo convincimenti personali, non esiste un solo indizio fisico che possa essere considerato qualcosa che ci indichi l’esistenza di Dio.

“Giacchè però nel dogma in oggetto si parlava di 'certezza' in senso filosofico”

E tu come fai a sapere che di quel tipo di certezza si parlava ? Non noti che c’è un banale gioco semantico ? Ogni volta che si scova una confutazione ai dogmi, i cattolici cambiano il senso dei termini. Inoltre non scorgi che certezza in senso filosofico, ovvero nel senso che a questo termine da Poly è in contraddizione con il senso di ragione naturale ? La certezza nel senso filosofico presuppone un atto di fede il quale non c’entra nulla con la ragione.


Per Poly

“Che si possa dire il falso credendo di dire il vero, e al contempo dire di non poter dimostrare la propria posizione, non toglie che si possa dire il vero, pretendere di dire il vero, e al contempo non poterlo dimostrare”

Non si può pretendere, se si vuol rimanere nel razionale, di dire il vero senza sapere di dire il vero. Se un enunciato è in decidibile significa che non sappiamo se è vero o falso, allora come fai a pretendere di sostenere che è vero ?

“Il fatto che che “x è falsa” abbia la stessa probabilità di essere corretta non toglie il fatto che x è vera o falsa già prima della dimostrazione, ed è l’unica cosa che ho affermato”

No, tu hai anche affermato che è legittimo pretendere di sostenere che si è certi che X è vera anche se non sappiamo che lo sia cioè se “X è falsa” è altrettanto possibile.

“Non occorre avere la dimostrazione di qualcosa per poterla credere vera”

Per fede concordo, per ragione no.


“io sto dicendo che può esserlo”


Ma questa è una banalità assoluta. Tutte le proposizioni in decidibili possono essere sia vere che false, che diavolo serve ribadirlo ?

“si può credere di essere nel giusto anche senza poterlo dimostrare”

Per fede, ma non potendolo dimostrare non sai se lo sei, lo credi per fede, giacchè non hai alcun elemento per scegliere tra ciò che credi e il suo contrario.

Se cioè non hai modo razionale per decidere se “X è vera” e se “X è falsa” la tua decisione sarà puramente fatta con la pancia e non con la testa.

“Ho il diritto di affermare che una cosa sia vera, anche se mi sbaglio”

Diritto civile senz’altro, le opinioni anche se completamente infondate, possono essere liberamente espresse. Diritto di ragione invece no, perché se affermi che X è vera devi dimostrarlo altrimenti la tua affermazione è fuori dalla ragione.

“Sonny invece scriveva che dire di essere nel vero automatica presume che uno lo possa dimostrare, quando invece si può credere il vero, e affermare di crederlo, anche prima che questo venga dimostrato.”

Non sono nella testa di Sonny, ma se quello che ti chiedeva era nell’ambito della ragione, aveva pienamente diritto di chiedertelo. Le tue credenze, se non giustificate, sono nell’ambito della fede, legittima per carità, ma non c’entrano nulla con la ragione.

“Galileo ad esempio affermava di aver ragione, così come Copernico, ma non non avevano nessuna prova”

Totalmente falso. Questo lo sostieni perché non essendo un fisico non hai nessuna idea delle implicazioni di tutte le osservazioni che Galileo aveva fatto. Galileo sosteneva che Aristotele aveva torto e lo ha dimostrato.

“tutte quelle portate da Galileo erano sbagliate come è noto”

Falso, vedasi le fasi di venere, le macchie solari, l’osservazione della luna, dei pianeti di Giove. Tutte queste sono prove a favore dell’eliocentrismo e contro Aristotele.

“nulla gli vieta di poter dire di essere nel vero”

Ripeto, lo vieta la ragione. Dal punto di vista del diritto civile, può dire quel che gli pare, difatti c’è gente che sostiene che la terra è piatta e nessuno li mette in galera, altra cosa è sostenere qualcosa pretendendo di rimanere nella ragione. Quindi, se vuol rimanere nella ragione, prima di una dimostrazione o falsificazione nessuno può sostenere di conoscere razionalmente di stare nel vero (o nel falso)

“La mia versione è comunque correttissima e il tuo è solo un altro punto di vista.”

Che fai, ti difendi con l’argomento del relativista ?

“è indubitabile che quell’enunciato vero quando è stato pronunciato, anche se non era ancora stato dimostrato, era vero anche allora”

Certo, ma ho già risposto che sai ora che è vero e quindi solo adesso puoi sostenere che l’enunciato è vero. Sostenerlo prima era un atto di fede anche se in qualcosa che poi si è dimostrato vero.

“Dunque è così e basta. Si può essere nel vero e non poterlo dimostrare, o nel falso e non poterne dimostrare la falsità.”

Si può esserlo o non esserlo ma non si può dire di esserlo finchè non si può decidere tra due enunciati concorrenti.

“Sto solo discutendo sulla possibilità di affermare che siano veri”

Ripeto, se un enunciato è in decidibile significa che non sappiamo se è vero o falso, allora come fai a pretendere di sostenere che sia vero ? con quali ragioni ? Il ragionamento:

“X può essere vera, dunque è vera” è un errore clamoroso.

“O davvero, e dove avresti studiato logica ed epistemologia, e con chi? I miei professori insegnano alla Sorbona, i tuoi non so.”

Tu potresti aver studiato anche con Godel, ma è irrilevante questo non ti ripara dal dire fesserie. O forse tutti gli allievi di Godel dicono il vero solo perché hanno studiato con lui ? Parliamo delle tesi non dei rispettivi curricula. Quando non hai argomenti inizi con il cercare di delegittimare il prossimo, ma con me non attacca.

“Queste mie idee sono interiorizzate e ricombinate. Fare una parafrasi di cose che non capiscono è del tutto diverso”

Il mio dialogo con Sonny era proprio per fargli comprendere la questione. Se lui dopo averla compresa avesse riscritto anche delle mie idee avrebbe fatto esattamente ciò che fai tu interiorizzando le idee (Seneca) e riproponendole.

“Perché? Non c’è scritto in quel documento che si può dimostrare Dio, ma che si può essere certi con lume naturale della ragione che Dio esista”

E siccome essere certi significa dimostrare, quel documento presuppone una dimostrazione razionale, cosa che ancora attendo di vedere.

“certezza è solo un mio sentimento, che non è detto corrisponda a qualcosa”

Allora sei nell’ambito della fede, giacchè i sentimenti, cioè la pancia, decidono nell’ambito della fede non della ragione e quindi sei fuori dal dogma.

“singolo esempio eclatante di disequazione tra verità (del tutto evidente) dell’enunciato e non dimostrabilità”

Peccato che ti sei “dimenticato” di dire che quella verità è eclatante perché è dimostrata fuori dal sistema di riferimento, trattasi cioè comunque di verità dimostrata. Se sai che è vera è perché ne hai dimostrazione, se credi che è vera senza dimostrazione ci credi per fede.

“Come già spiegato “certezza” in filosofia è un termine tecnico che si riferisce alla sfera privata della sensazione del vero”

Allora significa che per te certezza = fede, ne prendo atto.

“Ma che sono vere, non so con sicurezza se siano vere, e che non sono dimostrabili”

Non ha senso questa frase. Se sono “vere” ma non sai con sicurezza che sono cere, cosa sono vere al 50% ? allora dillo, per me sono vere, quindi vi credo per fede il che è legittimo per carità, ma lo si dica in modo che gli interlocutori evitino di perdere tempo per far capire a chi non è pienamente dentro questi concetti che stai affermando un assunto di fede e non di ragione.

“Comunque, discutiamo questa nuova versione della teoria”

Non fare il furbo, io non ho cambiato proprio nulla, la mia tesi è cristallina dall’inizio. Quando parlo di ritenere vera una tesi intendo credere con certezza e l’ho specificato centinaia di volte.

“E’ ovvio che qualsiasi cosa creduta con certezza può poi rilevarsi falsa. Gli antichi erano certi che il sole girasse intorno alle terra. Eppure si sbagliavano. Ciononostante, alla luce dei dati che avevano, e di quello che vedevano, era perfettamente razionale essere geocentristi. Ergo gli antichi erano razionalmente geocetristi, lo VEDEVANO in cielo, con evidenza immediata che il sole girava, e si sbagliavano di grosso. Ciò che a noi oggi può sembrare visto con evidenza, al prossimo cambiamento di paradigma può sembrare un’illusione.”

Ribadisco a me non interessa a cosa credono gli uomini perché si inventano le cose, a me interessa parlare di raziocinio. Se un enunciato è in decidibile significa che le probabilità che sia vero sono del 50%. Gli antichi, con gli strumenti che avevano, potevano dire solo ciò che ingenuamente percepivano.

“La falsificazione ovviamente non è da intendere in senso assoluto, non si dà mai una falsificazione definitiva”

No ? io dico di si. Ipotizziamo di essere l’uno di fronte all’altro in carne ed ossa, se tu dicessi “in questo momento sono morto” l’enunciato sarebbe falsificato immediatamente.

“La storia della MQ, così come dello sviluppo dei modelli atomici, mostra quanta fantasia metta lo scienziato nell’elaborazione di un modello (quanto ci metta di suo), e in seguito quanto cerchi di inseguire il modello che ha in testa.”

Tu da buon filosofo non hai idea di cosa sia il percorso della ricerca nelle scienze esatte. Vi sono diverse fasi e tu stai parlando della fase della scoperta, nella quale tutto è pertinente. E’ la fase della giustificazione che necessita il più alto rigore.

“Sto solo dicendo che questi scienziati credono che qualcosa sia vero, i buchi neri, eppure non lo possono dimostrare”

Loro “ritengono” che siano veri per le innumerevoli prove a sostengo. La probabilità che lo siano è nettamente superiore a quella che non lo siano, essi cioè hanno numerosi elementi per decidere ma sanno benissimo che possono sbagliarsi.

“E sarebbe una prova? Abbiamo continuamente allucinazioni sensitive, e la psichiatria dinamica ne da ampia illustrazione. Nulla prova che il mondo esterno esista, eppure lo riteniamo razionale.”

Sai perfettamente che il solipsismo è meno razionale del realismo. Per questo propendiamo per il secondo.

“Motivo per cui, anche se non è sicuro, crediamo a qualcosa perché razionalmente la maggior parte degli indizi è a favore dell’esistenza del mondo esterno.”

E’ molto più probabile.

“Ma come già detto “essere certo” in filosofia non vuol dire essere dimostrato. Io sono certo che mia madre mi ami, lo sento, ma non posso dimostrarlo, e questa certezza può essere falsa.”

Per certezza invece nell’ambito delle scienze si intende dimostrato.

“tu non ti fai alcun problema a sostenere che è vero che esista”

Si che me lo faccio il problema. Difatti non dico di essere certo che esista, dico che è talmente probabile da essere quasi certo, che è tutt’altra cosa.

“si può affermare di essere nel vero, perché a nostro avviso è più razionale così, e al contempo non poterlo dimostrare”

Se per vero intendi certo, ribadisco che non è così, se per vero intendi più probabile del contrario allora devi mostrare perché è più probabile. Se ritieni che è vero senza avere alcun elemento per decidere è un atto di fede. Facciamo un altro esempio. Sappiamo che le probabilità che un volo si schianti a terra sono molto remote, anche se non nulle. Tutti noi giudichiamo “irrazionali” coloro che scelgono di non volare perché pensano che proprio il loro aereo cadrà ! Perché ? proprio perché le probabilità ci indicano che l’enunciato “l’aereo arriverà a destinazione” è probabilmente molto più vero rispetto a “l’aereo si schianterà”.

“tu affermi di poter dimostrare che due soli non esistono”

Io non devo dimostrare alcunché, è chi sostiene l’esistenza di qualcosa che deve dimostrarlo, non il contrario, ma che logica è ?

“quegli scienziati che credono all’esistenza dei buchi neri, e che ne affermano l’esistenza, sono irrazionali?”

Se lo affermano con certezza si, se intendono dire altamente probabile no.

“Essi non dicono di avere le prove di quanto affermano, però lo affermano, sono dunque irrazionali?”

Ripeto, se sostengono che è altamente probabile rimangono nell’ambito della ragione, se sostengono che i buchi neri esistono con certezza sono irrazionali.

“è irrazionale credere vero un enunciato non dimostrato””

Continui a fare il furbo. Ho sempre parlato di certezza e per “credere vero” ho sempre ribadito che intendo credere con certezza. Il senso del tuo discorso in risposta a Sonny era chiaro volevi convincerlo che la tua posizione era vera sebbene indimostrabile. Ma non solo non l’hai dimostrata, non hai nemmeno portato qualche elemento che ne aumentasse la probabilità. Ora stai cercando di fare marcia indietro perché ti sei reso conto che c’è anche gente che conosce certe questioni e non si fa irretire da certe affermazioni.

“In primis non sono filosofi di professione ma sono due fisici,”

I fisici che invece di fare fisica fanno principalmente (solo ?) filosofia sono dei fisici falliti. Di feyerabend ho parlato a lungo e ho fatto notare non solo i suoi tremendi errori, ma anche come ritornò sui suoi passi quando si rese conto che la gente lo stava prendendo sul serio.

“ma credo solo che siano veri, allo stesso modo in cui una teoria non dimostrata va di moda tra gli scienziati”

No, gli articoli di fede che credi veri non hanno corrispondenza con le tesi scientifiche ritenute vere, perché queste ultime hanno dati empirici e modelli matematici a loro sostegno, mentre tu non hai alcun dato a sostengo dei tuoi assunti di fede e quindi la tua credenza in essi è puramente sentimentale.

“non vuol dire affatto che io creda per motivi irrazionali, bensì credo perché, sulla sorta di tutta una serie di indizi che indicano una x, ritengo l’esistenza di Dio più probabile della non esistenza. Dunque non è una fede irrazionale, ma una fede razionale, che non vuol dire ovviamente fede dimostrata.”

E allora forniscili questi benedetti indizi ! Io è questo che ti contesto. Se sostieni di credere anche per ragione e non solo per fede, devi fornircene le motivazioni razionali, ecco perché ti si chiede conto delle tue affermazioni.

“potrai solo esigere da me indizi e non prove”

E’ quello che ti si chiede. E credo che Sonny intendesse le stesse cose sebbene abbia usato il termine “dimostramelo”. Lui non intendeva, credo, chiederti di dimostrarlo con certezza, magari intendeva oltre ogni ragionevole dubbio o anche semplicemente chiederti di dimostrare che la tua tesi è più probabile di altre.

“ma era razionale che così fosse”

Era razionale perché aveva delle motivazioni matematiche che è tutt’altra cosa. Se credeva con certezza non conosceva, aveva fede.

“Quel dogma non è falso perché non dice quello che tu gli attribuisci.”

Come ho predetto, per uscirne ne cambiate il significato.

“ma per la loro possibilità di poter dire di essere nel vero nella modalità dell’accusa ad un altro uomo”

Caspita ! E ai fini della verità che differenza fa il fatto che si tratti di accuse agli uomini o di tesi di altro tipo ?

“dal punto di vista giuridico gli enunciati vanno correlati da prove altrimenti si tratta di calunnia”

Questo per la banale ragione che in giurisprudenza si cerca il vero. Questa è una ennesima dimostrazione che riteniamo vero ciò che è provato o in quel momento pensiamo lo sia.

“il Concilio Vaticano I non afferma che Dio sia dimostrabile, bensì che la ragione può essere certa di Dio”

Il che è la stessa cosa. La certezza razionale vuole una dimostrazione. Non può esistere certezza razionale senza dimostrazione, questo è assodato. La certezza razionale senza dimostrazione non si chiama certezza razionale ma certezza di fede e mi rivolgo anche al post di Bik.

“No, occorre avere quelle che tu credi siano evidenze”

Le evidenze razionali sono tali per tutti quelli che usano la ragione. Le evidenze che sono “solo per me” evidenze non sono nulla.

“come ripeto è un discorso soggettivo”

Allora è fede.

“Gli scienziati che dicono che i buchi neri esistono, e non lo possono dimostrare, dicono forse senza ragione che esistono?”

Se dicono che esistono con certezza fanno un’affermazione di fede, se affermano che probabilmente esistono fanno una affermazione razionale.

“No, hanno degli indizi”

Quindi dicono che è più probabile che esista piuttosto che non esista.

“Allo stesso modo posso dire con la ragione, poiché come ripeto la ragione non si basa e non lavora solo con le dimostrazioni, anzi non lo fa quasi mai, che Dio esiste, ma non è detto che questo sia vero”

Non puoi affermare con la ragione che Dio esiste. Razionalmente la proposizione è in decidibile e quindi puoi solo dire che non sai ne se esiste ne se non esiste. Puoi affermare che vi credi per fede. Non esistono indizi razionali o empirici ne prove che spostino la questione, altrimenti fornitemeli.

“Io non ho affermato che la mia fede sia sicuramente vera, ho solo detto che posso dire che è vera”

Non lo puoi dire con la ragione, solo con la fede. Con la ragione puoi solo dire che non si può sapere se Dio esiste o meno, a questo aggiungi la fede ed ecco la tua credenza.

“L’ostinazione irrazionale degli scienziati ad inseguire teorie che avevano avuto falsificazioni è per l’appunto ciò che ha fatto sì che decenni dopo quelle opinioni trovassero delle corroborazioni”

E allora ? Ripeto e ribadisco che le convinzioni personali possono essere basate su qualsiasi cosa, le prove razionali ed empiriche sono altro.


“Il libro di Feyerabend “il realismo scientifico e l’autorità della scienza” è tutto una serie di esempi”

Molti dei quali del tutto strampalati. Feyerabend era un giocoliere e voi che gli date conto fate l’errore che lui stesso ha attribuito a coloro che lo prendevano troppo sul serio.

“E così ora scopriamo che esistono le confutazioni definitive, veramente da paleolitico dell’ermeneutica epistemologico”

E’ un problema tuo.

“E mi dici come diavolo faresti ad essere sicuro che sono confutazioni definitive se non sai cosa verrà scoperto in futuro e dunque potenzialmente cosa potrebbe ribaltare le tue acquisizioni in fatto di teorie confutate? “

Ti ho fatto l’esempio più avanti.

“Questo nella tua pia illusione che il dualismo onda corpuscolo sia un’infrazione del realismo e del terzo escluso”

Mi pia illusione ahahahah questa è davvero divertente. Non capisce un’acca di fisica e pontifica. Caro mio, ti informo che la logica a 3 valori che esclude il tertium non datur è ormai insegnata nelle università da decenni, aggiornati.

“per sostenere questo occorrerebbe dimostrare che A(onda) e B(corpuscolo) siano in realtà “A” e “non-A”. Solo perché finora c’è stato quest’equivoco, cioè l’onda come la negazione del corpuscolo, s’è potuto pensare che quel “B” equivalesse a “non A”, quando invece è semplicemente complementare. “

Non hai idea di cosa stai dicendo.

“Le predizioni della meccanica quantistica sono state falsificate in una quantità incredibile di volte”

Che perla ! sai qual è la differenza tra postulato e predizione ? Io ho scritto che se rilevasse un’onda elettromagnetica viaggiare a velocità reale non di fase > di c si confuterebbe un postulato della relatività e tu mi rispondi che sono stati confutati delle predizioni della MQ ? Quanta confusione, quando si parla di fisica, mio caro, bisogna a. conoscere la mataria, b. essere rigorosi.

“Cosa s’è fatto in quei casi? Ci si è infischiati dell’esperimento, e si è cercato il modo di ribaltarlo”

Se non proponi degli esempi stai parlando d’aria fritta e se tanto mi da tanto non hai capito la portata di quello che stai affermando.
“Trovare qualcosa che va più veloce della luce non farebbe sì che gli scienziati si sbarazzino di questo importante postulato eisteniano bensì che formulino ipotesi ad hoc per salvare la teoria e spiegare perché l’esperimento ha dato quel valore”

Questo nella tua mente da filosofo.

“Si inzierebbe cioè a discutere sulla validità della misurazione, a cercare di inficiare l’esperimento, o ad ipotizzare dei fattori concomitanti che avrebbero potuto falsare la lettura.”

Sei un veggente ? prevedi quello che farebbe la comunità scientifica ?

“Questo è il modo in cui procede la scienza…”

Questo è il modo che tu leggi nei libelli di epistemologica che sono scritti da scienziati falliti.

“Proprio l’ostinazione a non arrendersi alle falsificazioni ha permesso alla MQ di svilupparsi dopo delle fasi di confutazione sperimentale. “

Quali fasi di grazia ? quali confutazioni ? sono curioso di ascoltarti.

“Credo che questo brano di Feyerabend, fisico e storico della scienza, possa essere illuminante, specie nella sua ultima parte (che ovviamente all’interno del libro è argomentata con esempi): “

Ho demolito ogni stupidaggine che ha scritto Feyerabend che è il tuo eroe solo perché scrive quello che tu vuoi sentirti dire. Potrei citare tanti altri che la pensano in maniera opposta, ma non serve visto che Feyerabend in molte delle sue idee è facilmente confutabile.

“Non ne ha risolto nessuno perché si trattava solo di definire gli ambiti. Il V postulato di Euclide era vero solo ed esclusivamente sul piano. L’invenzione delle geometrie non eucliee non ha falsificato un bel niente perché Euclide non s’è mai impegnato per quelle rette in nulla di diverso da un piano euclideo. “

Ristudiati la geometria.

“Gli epistemologi infatti non sono solo filosofi. “

Lo sono, anzi sono peggio, molti (non tutti) sono scienziati falliti.

“Qui si scambia l’ignoranza della causa per la mancanza di causa. “

Ignori completamente la MQ standard. Non è un problema epistemologico ma ontologico. Non puoi pretendere di parlare di quantistica se non hai perso come me mesi su una sola funzione d’onda.

“Veramente non postula che esiste una causa incausata per dimostrare una causa incausata, ma fa notare che se non esistesse una causa incausata ci sarebbe un regresso all’infinito”

Non è affatto vero, giacchè il regresso all’infinito si avrebbe solo se esiste una causa per tutto, il che non è affatto vero come mostra la MQ.

“ dunque, senza una causa prima, non partirebbe mai la catena delle cause che giunge fino a noi”

Anche ammettendolo perché non la materia dovrebbe essere incausata ? Dio non serve a nulla in questo ambito è un ente aggiuntivo inutile.




[Modificato da spirito!libero 12/07/2008 20:33]



"il punto essenziale non è se una teoria piaccia o non piaccia, ma se fornisca previsioni in accordo con gli esperimenti. Dal punto di vista del buon senso l'elettrodinamica quantistica descrive una Natura assurda. Tuttavia è in perfetto accordo con i dati sperimentali. Mi auguro quindi che riusciate ad accettare la Natura per quello che è: assurda. (da QED. La strana teoria della luce e della materia, traduzione di F. Nicodemi, Adelphi, 1989)
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Cardinale
12/07/2008 20:36
 
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“Questo nella tua pia illusione che il dualismo onda corpuscolo sia un’infrazione del realismo e del terzo escluso”

Mi pia illusione ahahahah questa è davvero divertente. Non capisce un’acca di fisica e pontifica. Caro mio, ti informo che la logica a 3 valori che esclude il tertium non datur è ormai insegnata nelle università da decenni, aggiornati.



A me i suoi rudimenti sono stati insegnati perfino al liceo, mi ricordo molto bene quelle lezioni, furono una delle poche volte in cui la matematica del triennio mi sembrò materia degna di applicazione.


“per sostenere questo occorrerebbe dimostrare che A(onda) e B(corpuscolo) siano in realtà “A” e “non-A”. Solo perché finora c’è stato quest’equivoco, cioè l’onda come la negazione del corpuscolo, s’è potuto pensare che quel “B” equivalesse a “non A”, quando invece è semplicemente complementare. “
Non hai idea di cosa stai dicendo.



Ah ah ah! Polymetis che discetta di meccanica quantistica!

Sai una cosa? Perfino io che parlando con Spirito sono usualmente scettico sull'interpretazione di Copenhagen, identifico subito l'assurdità di quello che hai detto e non posso che dissociarmene in toto.
Non sai davvero di che parli.

[Modificato da Rainboy 12/07/2008 20:38]
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