spirito!libero, 13/07/2008 18.27:
Ancora su Feyerabend
Ecco qualche passaggio di un articolo di S. Poggi dell’univ. di Bari:
La prima impressione che provai, quando lessi alcuni capitoli di Contro il metodo fu drasticamente negativa: Feyerabend stava barando sapendo di barare. Col tempo, non ho mutato opinione completamente ma, mi sono sorpresa a riconoscere che dovremmo ridare qualche merito anche a Feyerabend, personaggio in grado di evidenziare problemi scomodi e fastidiosi se non altro per le mentalità scientiste. Resta che, riaprendo il capitolo sulle controversie tra Galileo e i suoi oppositori, Feyerabend trascurò molti fatti storici, ed anche qualche evidenza scientifica. Costruì un ragionamento ad arte, interamente votato alla sua tesi, omettendo una serie impressionante di prove a favore dell'onestà e della razionalità del percorso scientifico seguito da Galileo. Asserì che Galileo aveva fatto ricorso alla propaganda anzichè ad un corretto ragionare ma, fummo in molti a credere che proprio Feyerabend avesse fatto della propaganda. O meglio, dell'abile e sicuramente intelligente retorica, piegando alcuni fatti storici alla sua tesi. Una propaganda che a posteriori si rivela tuttavia di qualche utilità.
Prendiamo un esempio concreto, storicamente appurato. Grazie all'uso del cannocchiale, Galileo fu in grado di osservare le fasi di Venere, e quindi di scorgere l'errore del sistema tolemaico, il quale affermava che Terra, Sole e il centro dell'epiciclo di Venere erano sempre allineati. Per i tolemaici, un osservatore terrestre non avrebbe mai potuto vedere Venere piena, bensì solo falci di Venere. Dopo le osservazioni di Galileo, fu chiaro, a chi aveva occhi per vedere (nel cannocchiale), che Venere piena era visibile. In una lettera scritta il 25 febbraio 1611, egli confutava le obiezioni di Osiander al sistema copernicano. «Tenendo pur ferma l'opinione - scriveva Galileo - che i pianeti tutti, per sé stessi, fussero corpi oscuri et opachi, come già si era certo della luna, e più stimando il sole esser centro di tutte le rivoluzioni d'essi pianeti, mi messi, 5 mesi or sono, ad osservare col mio cannocchiale la stella di Venere, la quale si vedeva vespertina; e la veddi di figura rotonda e assai piccola, quale ero certo che doveva apparirci in quel tempo.
Continuando poi di osservarla, andando ella verso la massima lontananza dal sole, cominciò a diminuire dalla perfetta figura circolare, mancando dalla parte verso oriente; e continuando il diminuire del cerchio perfetto, in pochi giorni si ridusse alla forma semicircolare appunto, e tale, senza alterare la forma, si mantenne circa un mese, mentre fu intorno alla massima digressione dal sole. Cominciando poi a ritirarsi et avvicinarsi verso il sole, cominciò anco a diminuire dal mezzo cerchio e farsi falcata; et ha continuato sino ad ora ad assottigliarsi in guisa, che ora è come una sottilissima falce. Deve però S. V. sapere, che dal principio che la cominciai ad osservare, quando appariva rotonda, sino ad ora, è sempre notabilmente andato crescendo il suo globo, in guisa tale, che da quello che appariva ne i primi giorni, a quello che si mostrava quando era mezza, et a quello che apparisce di presente, ch'è falcata, ci è la medesima differenza tra le tre figure poste qui appresso
o D )» (XI, 53)
Non credo siano possibili vie di mezzo. O accettiamo l'onestà di questo resoconto, e allora ci rendiamo conto dell'importanza di questa corroborazione, basata sull'osservazione prolungata e sistematica, a favore della teoria copernicana, oppure asseriamo che non è vero che Galileo vide quelle cose, che si inventò tutto, e lo fece perché aveva già inizialmente deciso per Copernico e contro Tolomeo. E questo "perché" è sicuramente vero, ma non è vero come "perché" nel ragionamento di Feyerabend, il quale immagina troppo spesso che quelli che sono convinti di una certa idea possano ricorrere a qualunque mezzo per provarne la validità.
Ciò che infine risulta inaccettabile nella retorica di Feyerabend è l'insinuazione di disonestà intellettuale nei confronti di Galileo. Ma questa versione degenere potrebbe essere difesa oggi? E perché mai? Perché Galileo avrebbe dovuto "barare", correndo il rischio di trovarsi smentito da osservazioni effettuate da cannocchiali uguali al suo, o persino più potenti? Certo, ci fu chi rifiutò di usare aprioristicamente il cannocchiale, ci fu chi lo usò in modo preventivamente distorto ma, le osservazioni successive diedero ragione a Galileo. Anche se egli aveva già deciso per Copernico, andò in cerca di prove empiriche, e lo fece senza pregiudizi. Una certa idea della falsificazione era già nell'aria, cioè nello spirito di Galileo, anche se la parola non era ancora utilizzata.
Meglio sarebbe parlare di verifica empirica.
Egli scelse Copernico a ragion veduta e non per adesione mistica ad un'alternativa, intuita ed accettata in qualche oscura regione dell'inconscio.
Ho voluto mostrare con questi ultimi post come fare a pezzi le baggianate che si propugnano per difendere l'indifendibile posizione di Polymetis. Solo chi non ha sufficente preparazione in fisica può accettare le sue sempliciottaggini.
Su Galileo Galilei c'e' questo tuo interessante post dal tuo sito:
da
www.animelibere.net/modules.php?name=Forums&file=viewtopic&t=852&...
Caro Paolo, ebbi modo di dialogare via mail con il Prof. Renzetti (fisico e studioso di storia della scienza in particolar modo esperto del caso Galileo che studia da oltre 35 anni) quando dibattei con un utente catotlico prorpio sul caso Galileo, vi riporto un sunto del dialogo con il professore:
Premetto che sono un fisico ed ho lavorato per 35 anni in storia della fisica, avendo insegnato presso l’Istituto di Fisica dell’Università di Roma per 10 anni, a fianco del prof. Salvo D’Agostino. Miei lavori sono stati pubblicate in varie riviste specialistiche come documentato da quanto scritto nel sito. Spero che questo sia sufficiente come lettera di presentazione.
I pretesi studi di questa congrega di personaggi [si riferisce ai teologi della commissione della congregazione per la dottrina della fede su Galileo]sono a tesi. In tempi recenti abbiamo assistito ad altri processi del genere, quelli stalinisti ed anche quegli storici erano grandi storici (naturalmente dipende dal punto di vista). Tra l’altro sarebbe d’interesse conoscere i contributi scientifici e/o storici dei pretesi studiosi. Il fatto che emerge in gran parte di questi pretesi studi è l’impronta teologica e delle pretese epistemolgogiche completamente sballate (nessun epistemologo mai si è sognato di richiedere un certo risultato a priori; gli studi storici ed epistemologici si indirizzano su cosa è stato fatto e non su cosa si sarebbe potuto fare.
Citazione:
- era possibile parlare di copernicanesimo presentandolo solo come teoria?
- Galileo dimostrò il copernicanesimo?
Il copernicanesimo di Copernico era una sciocchezza in un mondo completamente aristotelico. L’opera di Aristotele è consistente e priva di contraddizioni interne. Assegnare il moto alla Terra e farla ruotare intorno al Sole, in quella visione, è una completa sciocchezza. La Terra, materiale e dotata di pesantezza non disporrebbe del motore sufficiente; sfonderebbe le varie sfere cristalline che servono da sostegno agli altri pianeti eterei; eccetera.
Ma l’idea solleticò molti studiosi della Filosofia della Natura. Alcuni teorizzarono sopra questa fantasia (Bruno, ad esempio). Galileo fu il primo che tentò di mostrare la validità del copernicanesimo. Poiché la cosa sembra indimostrabile a seguito del fatto che da qui si vede il Sole ruotare intorno alla Terra, Galileo si mosse su strade molto complesse che raggiunsero lo scopo. Occorreva mostrare che ciò che si vede qui si sarebbe visto dal Sole (principio di relatività: quando due navi si incrociano camminando parallele in versi opposti, non si sa mai con certezza quale delle due è in moto o se lo sono tutte e due). Occorreva mostrare che le obiezioni al moto della Terra non erano fondate. Una di queste voleva che tutti gli oggetti che stanno sulla Terra dovrebbero essere scagliati fvia da essa za seguito del moto. E qui Galileo sviluppò un qualcosa già intuita da Bruno, il principio di Inerzia (tutte le cose che hanno attinenza con un oggetto in moto si muovono con esso). Quest’ultimo successo di Galileo è quello illustrato dal celebre brano della stiva della nave nel Dialogo (qualcosa di simile aveva scritto Giordano Bruno).
Ma il grande merito di Galileo non risiede tanto nell’aver dimostrato il copernicanesimo (anche se ciò non fosse stato la sua fama sarebbe stata ugualmente immensa). Egli, dato il copernicanesimo, costruì una fisica impensabile in un mondo geocentrico e regolato dalla fisica aristotelica. Egli studia la caduta dei gravi mostrando che lo spazio percorso da un oggetto in caduta è proporzionale al quadrato del tempo ed è indipendente dalla sua massa (contrariamente a quanto ammetteva Aristotele: un oggetto di massa grande impiegava meno tempo a cadere di uno di massa più piccola (nel far questo passa attraverso un pezzo di fisica molto avanzata. la distinzione di principio tra massa inerziale e massa gravitazionale: se lasciamo cadere due pietre piane, l'una sovrapposta all'altra, le due non si separano durante la caduta anche se quella che sta sopra ha massa metà di quella che sta sotto ed inoltre la pietra superiore non esercita 'peso' sulla pietra che sta sotto. Per realizzare tali esperienze in una situazione un cui la misura del tempo era molto precaria e la caduta di un oggetto avviene appunto in tempi brevissimi, Galileo dà mostra di tutto il suo talento "rallentando" il moto di caduta. Come è possibile ciò ? Attraverso l'introduzione di piani (poco) inclinati su cui era realizzata una sottile scanalatura lungo cui si facevano rotolare delle sferette di varia massa. Ad ogni data distanza un campanellino urtato dalla sferetta in caduta dava il tempo. È l'esempio del "metodo" di Galileo: l'esperienza è ideata come appropriata domanda posta al termine di un processo deduttivo, il quale prende le mosse da determinate ipotesi di significato più generale. Svariate altre questioni di cinematica e meccanica sono poste ed alla fine la fisica aristotelica ne esce distrutta mentre si aprono enormi brecce ad una fisica appena abbozzata ma tutta da costruire. Anche qui insiste con le maree come prova del moto della Terra.
Ora capisco che a dei teologi queste cose non creino emozione, ma in questo è la nascita della fisica moderna che, da questo momento può iniziare a volare. L’opera sarà completata con la Rivoluzione Francese che stabilirà definitivamente la separazione tra libero pensiero e religione.
Si cerca subito di far passare l'essere cattolici come qualcosa che debilita l'obiettività, un insulto a tutti i ricercatori e alle università cattoliche del nostro pianeta. (Per non parlare del fatto che le università stesse sono un'invenzione medioevale della Chiesa).
La visione cattolica delle vicende di Galileo è una visione quantomeno sospetta. Sta allo studioso far emergere le bugie che abbondano nei pretesi studiosi: far descrivere le vicende di Galileo da personaggi della gerarchia corrisponde a far fare la storia dello stalinismo da storici dell’Accademia delle scienze dell’ex URSS.
Come prova per l'eliocentrismo occorre la scoperta della parallasse stellare con strumenti ottici evolutissimi (rivoluzione industriale). La cosa fu realizzata circa 200 anni dopo (aveva iniziato Cassini nel 1738 a capire che le stelle non sono fisse con misure accurate, aveva proseguito Lambert nel 1761 stabilendo un metodo per determinare la posizione reale e quella apparente di una stella, altri contributi li dette Bradley nel 1783 capendo che occorreva tener conto del fenomeno dell’aberrazione stellare, aveva concluso Bessel nel 1837 osservando con gli eccellenti telescopi di Herschel la prima parallasse stellare che, spiegata ai filosofi, consiste nell’angolo sotto cui è osservata una data stella osservata dalla Terra sei mesi di distanza.
E’ evidente che se quell’angolo è nullo, non vi è movimento della Terra. E senza gli strumenti perfezionatissimi sarebbe stata impossibile l’impresa, quell’angolo era di 1/3 di secondo!
Insisto poi sul fatto che Galileo cercava. E la cosa (il copernicanesimo) la rese completamente plausibile. Si dica in quale testo o trattato o Bibbia o ciò che si vuole è scritto che il ricercare significa trovare. Si dica anche perché Galileo sarebbe stato assolto dalla Chiesa se avesse trovato (invece di aver reso plausibile).
Riguardo alle prove della rotazione terrestre, evidentemente i catotlici non riescono a capire l’immensa portata dell’inerzia e della relatività. Ma questo è un problema di chi non lo capisce.
Le accuse a Galileo sarebbero che il chiodo fisso del fisico pisano era di dimostrare il moto della terra attraverso le maree, questo è semplicemente falso.
Non è vero che Galileo voleva dimostrare il moto della Terra solo attraverso le maree. Ho già detto come Galileo prova la diversa possibilità di osservazione dei fatti naturali attraverso relatività ed inerzia. Riguardo alle maree debbo osservare che i teologi sanno tutto di Bibbia e zero di fisica. A cosa si crede siano dovute le maree ? Mi riferisco al fatto che vanno spostandosi seguendo la Luna ed al fatto che esiste quella sciocchezza chiamata quadratura. Al fatto cioè che la marea cresce o no a seconda si come è situata la terna Sole, Terra, Luna.
Ho letto il Dialogo ma, proprio nel Dialogo, la cosa è del tutto marginale (non a caso Galileo inserisce la discussione sulle maree nell'ultima parte del suo celebre Dialogo..., quale possibile "prova" del moto reale della Terra: <
>). Credo comunque che si dimenticano le fasi di Venere. Esse sono possibili SOLO se il centro del moto è il Sole. COmunque occorre rimarcare che il fatto che sia stata o meno trovata la prova dell'eliocentrismo è del tutto inessenziale per giudicare il processo a Galileo perché tale richiesta non era venuta da nessuno.
Insistere su una Chiesa che aveva ragione nel processare Galileo in quel tempo o è un lapsus o è un’affermazione di relativismo per altri versi negato dal Papa. In realtà continua a processarlo ma grazie a quel male universale chiamato ipocrisia non riesce a dirlo a chiare lettere.
E’ legittimo per una religione parlare di verità rivelata. Il fatto è che tale religione non riuscirà mai ad ammettere che vi siano altri modi di pensare, di interpretare il mondo. Per questo è fondamentale che la Chiesa sia libera con i suoi seguaci o fedeli, lasciando liberi tutti gli altri di pensarla in modo diverso. In questo senso la libertà di ricerca deve solo rispondere alla coscienza dello scienziato. L’applicazione del prodotto della ricerca scientifica spetterà alla società. La si può pensare in modo diverso ma non si deve imporre un credo religioso come legge dello Stato."