Blumare369, 18/10/2010 17.20:
Dare del cattolico a un ateo è come dargli dell'imbecille, ma fa niente. I cattolici, gli atei li hanno torturati e bruciati, quindi mi va sempre bene.
Sul fatto di prendere sul serio topic che parlano di cose ridicole come i vangeli e la Bibbia mi pare una contraddizione in termini. Se uno crede nella Bibbia non ha capacità razionali, quindi stimola le risate e conseguentemente lo scherno. Vedo uno che crede alla Bibbia come un adulto che battendo i piadini per terra si ostina a convincere suo figlio ormai maggiorenne che Papà Natale è una realtà.
Non è che a me dispiaccia che chi crede sia solo un povero illuso. Il fatto è che io giudico pericolosa una persona capace di credere in cose così assurde e non provate perché è certo un soggetto manipolabile. Un pò come le persone normali che sotto il nazismo e il fascismo credevano nei dittatori. Non erano cattivi, solo creduloni. Poi si sono ricreduti, ma la predisposizione a credere in cose assurde è innato.
Mica hai tutti i torti sul fatto di darti dell'imbecille , prima di dire non esiste c'è ne vuole esistono dei documenti storici che Gesù è esistito davvero , e pure i miracoli che il popolo raccontava
GIUSEPPE FLAVIO
Le prime chiare testimonianze storiche sulla persona di Gesù, ci sono tramandate dallo storico giudeo-romano Giuseppe Flavio (37-103 circa), che fu prima legato del Sinedrio, governatore della Galilea e comandante dell'esercito giudaico nella rivolta antiromana, ed in seguito consigliere al servizio dell'imperatore Vespasiano e di suo figlio Tito.
Nella sua opera Antichità giudaiche (93-94), nella quale narra la storia ebraica da Abramo sino ai suoi tempi, egli accenno indirettamente a Gesù; l'occasione gli è fornita dal racconto della lapidazione dell'apostolo Giacomo il Minore , che era a capo della comunità cristiana di Gerusalemme, avvenuta nel 62, descritto come un atto illegale e sconsiderato, del sommo sacerdote nei confronti di un uomo virtuoso:
“Anano […] convocò il sinedrio a giudizio e vi condusse il fratello di Gesù, detto il Cristo, di nome Giacomo, e alcuni altri, accusandoli di trasgressione della legge e condannandoli alla lapidazione” (Ant. XX, 200).
In un altro passo, invece, egli fa menzione di Erode e Giovanni Battista ;
“Ad alcuni dei Giudei parve che l'esercito di Erode fosse stato annientato da Dio, il quale giustamente aveva vendicato l'uccisione di Giovanni soprannominato il Battista. Erode infatti mise a morte quel buon uomo che spingeva i Giudei che praticavano la virtù e osservavano la giustizia fra di loro e la pietà verso Dio a venire insieme al battesimo; così infatti sembrava a lui accettabile il battesimo, non già per il perdono di certi peccati commessi, ma per la purificazione del corpo, in quanto certamente l'anima è già purificata in anticipo per mezzo della giustizia. Ma quando si aggiunsero altre persone - infatti provarono il massimo piacere nell'ascoltare i suoi sermoni - temendo Erode la sua grandissima capacità di persuadere la gente, che non portasse a qualche sedizione - parevano infatti pronti a fare qualsiasi cosa dietro sua esortazione - ritenne molto meglio, prima che ne sorgesse qualche novità, sbarazzarsene prendendo l'iniziativa per primo, piuttosto che pentirsi dopo, messo alle strette in seguito ad un subbuglio. Ed egli per questo sospetto di Erode fu mandato in catene alla già citata fortezza di Macheronte, e colà fu ucciso”. (Ant. XVIII, 116-119) 1 .
1 Tisˆ d tîn 'Iouda…wn ™dÒkei Ñlwlšnai tÕn `Hrèdou stratÕn ØpÕ toà qeoà kaˆ m£la dika…wj tinnumšnou kat¦ poin¾n 'Iw£nnou toà ™pikaloumšnou baptistoà. Kte…nei g¦r d¾ toàton `Hrèdhj ¢gaqÕn ¥ndra kaˆ to‹j 'Iouda…oij keleÚonta ¢ret¾n ™paskoàsin kaˆ t¦ prÕj ¢ll»louj dikaiosÚnV kaˆ prÕj tÕn qeÕn eÙsebe…v crwmšnoij baptismù sunišnai: oÛtw g¦r d¾ kaˆ t¾n b£ptisin ¢podekt¾n aÙtù fane‹sqai m¾ ™p… tinwn ¡mart£dwn parait»sei crwmšnwn, ¢ll' ™f' ¡gne…v toà sèmatoj, ¤te d¾ kaˆ tÁj yucÁj dikaiosÚnV proekkekaqarmšnhj. Kaˆ tîn ¥llwn sustrefomšnwn, kaˆ g¦r ¼sqhsan ™pˆ ple‹ston tÍ ¢kro£sei tîn lÒgwn, de…saj `Hrèdhj tÕ ™pˆ tosÒnde piqanÕn aÙtoà to‹j ¢nqrèpoij m¾ ™pˆ ¢post£sei tinˆ fšroi, p£nta g¦r ™ókesan sumboulÍ tÍ ™ke…nou pr£xontej, polÝ kre‹tton ¹ge‹tai pr…n ti neèteron ™x aÙtoà genšsqai prolabën ¢nele‹n toà metabolÁj genomšnhj [m¾] e„j pr£gmata ™mpesën metanoe‹n. Kaˆ Ð mn Øpoy…v tÍ `Hrèdou dšsmioj e„j tÕn Macairoànta pemfqeˆj tÕ proeirhmšnon froÚrion taÚtV kt…nnutai.
Tuttavia la testimonianza più interessante è contenuta nel capitolo XVIII della medesima opera, ed è nota tra gli storici come Testimonium flavianum . Essa, a causa della difficoltà di alcune sue affermazioni, fu oggetto di un lungo dibattito fra gli studiosi. Così infatti si presenta nella forma a noi tramandata:
“Ci fu verso questo tempo Gesù, uomo saggio, se pure bisogna chiamarlo uomo : era infatti autore di opere straordinarie, maestro di uomini che accolgono con piacere la verità, ed attirò a sé molti Giudei, e anche molti dei greci.
Questi era il Cristo . E quando Pilato, per denunzia degli uomini notabili fra noi, lo punì di croce, non cessarono coloro che da principio lo avevano amato.
Egli infatti apparve loro al terzo giorno nuovamente vivo, avendo già annunziato i divini profeti queste e migliaia d'altre meraviglie riguardo a lui . Ancor oggi non è venuta meno la tribù di quelli che, da costui, sono chiamati Cristiani” (Ant. XVIII, 63-64) 2 .
2 G…netai d kat¦ toàton tÕn crÒnon 'Ihsoàj sofÕj ¢n»r , e‡ge ¥ndra aÙtÕn lšgein cr» · Ãn g¦r paradÒxwn œrgwn poiht»j , did£skaloj ¢nqrèpwn tîn ¹donÍ t¢lhqÁ decomšnwn , kaˆ polloÝj mn 'Iouda…ouj , polloÝj d kaˆ toà `Ellhnikoà ™phg£geto · `O CristÕj oátoj Ãn . Kaˆ aÙtÕn ™nde…xei tîn prètwn ¢ndrîn par ' ¹m‹n staurù ™pitetimhkÒtoj Pil£tou oÙk ™paÚsanto oƒ tÕ prîton ¢gap»santej · ™f£nh g¦r aÙto‹j tr…thn œcwn ¹mšran p£lin zîn tîn qe…wn profhtîn taàt£ te kaˆ ¥lla mur…a perˆ aÙtoà qaum£sia e„rhkÒtwn . E„j œti te nàn tîn Cristianîn ¢pÕ toàde çnomasmšnon oÙk ™pšlipe tÕ fàlon.
E' evidente che le affermazioni evidenziate dal carattere corsivo, presentate in tal modo, sono di uno scrittore che crede alla divinità di Gesù, alla sua risurrezione, alla sua qualità di Messia (Cristo) predetto dai profeti; un giudeo non convertito al cristianesimo, qual era Giuseppe, non avrebbe mai potuto scrivere tali cose. Il testo, se liberato dalle aggiunte evidenti, conserva un ottimo senso, sia grammaticalmente che storicamente; le aggiunte cristiane, che spezzano il fluire del discorso, sono tutte in forma parentetica, come se fossero state aggiunte in mezzo ad un testo preesistente. Se eliminate, rendono la narrazione più scorrevole. Alla luce di tutto ciò, i critici moderni sono ormai concordi nel ritenere il passo del Testimonium come sostanzialmente autentico nella sua testimonianza storica di Gesù, sebbene abbia subito prima del secolo IV delle interpolazioni cristiane.
l di là di questi particolari, vale la pena evidenziare come Giuseppe Flavio abbia citato nelle sue opere storiche ben tre personaggi evangelici, ovvero Giovanni Battista, GiaAcomo il Minore e Gesù medesimo, collocando intorno all'anno 30 d.C. l'attività e la morte di quest'ultimo, per mano di Ponzio Pilato su denuncia delle autorità giudaiche dell'epoca -------------------------------------------------
Discendiamo all'inferno fin che siamo vivi (cioè riflettendo su questa terribile realtà) - diceva Sant'Agostino - per non precipitarvi dopo la morte".
nell'aldilà