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La dottrina dei teologi

Ultimo Aggiornamento: 29/10/2010 13:13
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16/10/2010 19:46
 
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Ultima (per ora) replica di Kelly:
Non ci siamo proprio...
Stai continuando a girare intorno alla questione, poi la butti pure sull'aspetto psicologico di presunti torti subiti, eccerto, perchè per te il mio comportamento non può avere niente di razionale.


Agabo: non amo che si stravolga il senso delle mie parole. Non ho scritto che "Il tuo comportamento non può avere niente di razionale". Oltre che presuntuoso, sarei stato maleducato. Ho scritto, e me lo stai confermando, che quello che stai esprimendo, relativamente a questa discussione, prende le mosse dalla tua sfera emotiva, non da quella razionale. Poi, sono certo che in molti campi della vita, non solo nei miei confronti, saprai essere una persona non soltanto razionale, ma EQUILIBRATA. Te lo dico con tutto il rispetto di cui sono capace.


Ti ripeto il concetto:
Quando muori, Dio ti giudica in base al tuo comportamento/fede/intenzioni/tutto quello che vuoi, non fa differenza, ma ti giudica in base a questo si o no?


Agabo giudicherà me, te e tutto il mondo in base all'accettazione ( o rifiuto) dell'unico mezzo che ha messo a disposizione: la fede nel sacrificio di Suo Figlio sulla croce. Sarà pragmatismo, ma questa è la definizione corretta.

A un bambino di due anni non lo può giudicare, perchè non è ancora arrivato al discernimento.
In base a cosa lo giudica? Oppure non lo giudica affatto e lo salva direttamente.

Agabo: non c'è giudizio per un bambino di due anni o di dieci anni. Permettimi, per una volta, di citarti a memoria un testo dei Vangeli "Lasciate che i fanciulli vengano a me, non glielo impedite perchè di loro E' (cioè qui e adesso!) il regno dei cieli". Sono salvi in virtù della loro condizione di "infanti", che non è nè un merito nè un demerito; è una condizione della vita.

Il bambino viene salvato solo perchè è morto bambino

Agabo: No, è salvato solo perchè è BAMBINO, la morte è un "accidente". Dio giudica i vivi, non i morti. La morte pone fine all'esistenza (bella scoperta che faccio!) e non permette più a nessuno di ri-decidere.

e tu invece che sei morto adulto vieni giudicato e rischi di non essere salvato.

Agabo: NO, io non sono salvato perchè ho rifiutato di essere salvato, non perchè sono morto o sono vivo.

Il caso ha voluto che il bambino non abbia avuto la possibilità di peccare e di scegliere, e quindi si salva A PRESCINDERE, mentre tu invece NO.

Agabo: ESATTO! I bambini non hanno POTUTO fare una scelta consapevole, ci sei? Sono rimasti nel loro stato di innocenza e nessun tribunale al mondo condanna gli innocenti (ma siamo in un mondo del cacch..., e vi sono purtroppo anche delle ingiustizie!).

Tu rischi di non salvarti perchè HAI DOVUTO VIVERE e decidere, mentre il bambino si è evitato tutto questo essendo morto piccolo.

Agabo: non perchè "ho dovuto vivere", ma perchè sono diventato adulto e consapevole delle mie scelte. So benissimo che se mi butto dal 10° piano, non la mia volontà, ma la legge di gravità mi condurrà alla tomba. Per evitarlo, se voglio evitarlo, faccio in modo da non cadere nè dal 10° piano nè dal gradino della scala di casa mia.

Il problema non è che il bambino viene giudicato giustamente in base alla sua età, il problema è che Dio non può mettere uno nella condizione di doversi guadagnare la salvezza e un altro invece lo salva perchè il caso ha voluto che morisse, è il concetto di libero arbitrio che va a farsi benedire!!!

Agabo: il tuo è davvero una contraddizione di termini, un discorso non-logico. Perchè? Ma perchè attribuisci il "libero arbitrio" anche ai bambini. Il discorso del libero arbitrio non tocca i bambini: PRIMO, perchè sono inconsapevoli; SECONDO perchè sono innocenti.
Poi, NESSUNO PUO' GUADAGNARSI LA SALVEZZA! Il "Guadagno" presuppone un merito. Ma la salvezza è un DONO GRATUITO.


Il bambino non ce l'ha avuto proprio, non l'ha potuto mettere in pratica e voilà, s'è meritata la salvezza senza nemmeno dover scegliere.

Agabo: grazie all'amore di Dio, sì (visto che non ha nemmeno "scelto di morire!"). Nessuna consapevolezza di azioni moralmente corrette o sbagliate, quindi la salvezza!

Capisco che questo concetto è un pò difficile da capire...ma io sto andando molto più a monte di quello a cui mi hai risposto...
E vorrei ricordarti che non sono ignorante come credi, solo che non mi bevo le fandonie della Bibbia.
Kelly


Agabo: non metterla sul piano dell'ignoranza in senso offensivo. "Ignorare" significa "non avere conoscenza" e "nisciun iè nat imparat". Io non ti offro nulla da "bere", se non un buon bicchiere, se ne avessi l'opportunità ( rispetterei un tuo rifiuto anche a questo riguardo).
Anch'io sono ignorante in molti campi, ma non contesto le cose che non conosco. Ho speso una piccola fortuna in libri per documentarmi ed ho rispetto nei confronti di coloro che le studiano con dedizione. Spero che chi mi legge coltivi lo stesso spirito ...
[Modificato da Agabo 16/10/2010 20:30]



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