Rain
Vorrei fare una distinzione. Per come la vedo io, si tratta di insegnare il pensiero scettico più che non di convincere un credente delle conclusioni. L'ateismo e l'agnosticismo sono soltanto etichette che identificano la tua risposta a certe domande, e non è importante quello, è importante come ci sei arrivato. Ci sono un sacco di atei che sono atei per le ragioni sbagliate, non hanno imparato a pensare criticamente e hanno assunto la loro posizione per ragioni emotive o perché persuasi da ragionamenti fallaci o affermazioni false (come l'idea che qualcuno abbiamo dimostrato che nessun dio può esistere).
A me interessa che una persona impari quali sono i metodi per raggiungere conclusioni solide e ben costruite. Se poi salta fuori che incontro qualche credente che ha ragioni solide e criticamente ragionate per credere nelle affermazioni di un dato credo religioso, ottimo, avrò finalmente una discussione seria e magari sarò anche convinto delle sue posizioni. Io voglio la verità, non mi interessa cosa la verità sia, non ho paura di scoprire domani che un dio effettivamente esiste e che i pastafariani avevano ragione. Ma per avere ragione, devono presentare argomenti solidi e su quelli devono poi soddisfare l'onere della prova. Ad oggi, nell'ambito di tutte le convinzioni trascendenti che ho sentito esporre o argomentare, ciò non è mai successo.
L'onere della prova come logica matematica di 1+1=2 non ho conosciuta nemmeno io nella fede.
Parlo di me, probabilmente io credo in Gesù grazie ad una preghiera che mi insegnò mia nonna, e sulla quale da bambina ci fantastico sopra, non ho avuto genitori credenti almeno non praticanti. Poi da adolescente ho fatto un mio percorso nella fede che mi ha portato fino oggi a cambiare più volte chiesa sempre nell'ambito cristiano, anche con i buddisti me la sono spassato un po'!.
I discorsi degli atei, almeno di quelli ragionevoli non fanno una grinza delle volte, ma io personalmente ho fatto delle mie esperienze personali con la fede e con quello che io considero lo Spirito Santo e Gesù, che io a livello razionale non riesco a spiegare con isteria mistica et similia. E dunque continuo a credere.
Ultimamente vanno di moda le spiegazioni biglinistiche, ma nemmeno quelli mi convincono. Tu cosa ne pensi per esempio?
"Ciò che tu eviteresti di sopportare per te, cerca di non imporlo agli altri" (Epitteto)
Col concetto cristiano della vita, l'amore non è una necessità e non si esercita su nulla; esso è una facoltà essenziale dell'anima umana. L'uomo ama, non perché ha interesse di amare questo o quello, ma perché l'amore è l'essenza dell'anima sua, perché egli non può non amare.
La dottrina cristiana insegna all'uomo che l'essenza dell'anima sua è l'amore, che la sua felicità non è di amare la tale o la tal altra entità, ma bensì il principio di tutto, Dio, ch'egli ha coscienza di contenere in sé. Ecco perché egli amerà tutti e tutto.
(Tolstoj)