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L'infallibile

Ultimo Aggiornamento: 02/10/2012 01:51
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09/03/2008 15:41
 
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“Si è parlato anche di questo....o qui o nell'altro 3D delle Sacre Scritture.”



L’ho letto, non c’è un solo versetto riportato da Clauido.41 che riporti l’affermazione “solo uno è nato senza peccato, Cristo”, ci sono altri versetti, da cui voi traete delle conclusioni erronee.


“.si ripete il tutto, comunque sia te che Mauri, oltre che contraddirv”



Dove ci sarebbe contraddetti? Come ripeto, visto che sembra non leggiate i post che il sottoscritto scrive agli altri membri del forum, il problema non è il concepimento opera dello Spirito Santo, ma il fatto che si tratti o meno di una fecondazione. E’ questo quello che è da evitarsi. Ho già citato un brano di Ratzinger per spiegare la differenza, ergo tutti i brani del catechismo che citi non c’entrano un emerito nulla, nessuno di questi parla di “fecondazione”.


“e dicendo che non stava parlando certo di Cristo, ti dice il contrario la Scrittura stessa.....leggi.”



Rileggi quello che avevo scritto: “E' stato Matteo che, riprendendo la versione dei LXX, che ha “vergine” e non “giovane”, ha potuto vedervi una profezia che riguardava la nascita di Cristo.”
Non ho mai negato che Matteo vi abbia visto una profezia della nascita di Cristo, ho detto che Isaia non aveva in mente la nascita di Cristo. Sembri non cogliere la differenza tra storia e teologia. Non occorre certo una laurea ad Harvard per sapere che il Nuovo Testamento cita spesso l’Antico testamento a sproposito, o addirittura in modo errato. La profezia di Isaia riguarda la nascita di un figlio di Acaz, probabilmente Ezechia. Questo può avvenire perché profezie che avevano una funzione originale molto diversa nei piani di Dio possono avere una duplice responsabilità predittiva, non è cioè detto che l’agiografo (Isaia) capisse pienamente la portata di quello che scriveva sotto ispirazione, cioè che oltre a quello che aveva in mente lui la profezia riguardava anche altro in mente Dei.
[Modificato da Polymetis 09/03/2008 15:51]



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09/03/2008 15:54
 
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“Come già detto il fatto che non si fermi potenzialmente mai non vuol dire che un termine possa significare tutti i termini del vocabolario. Come già detto è la differenza tra l’infinito in senso attuale e l’infinito nel senso etimologico di non-finito, indefinito. Sarebbe come considerare il termine in questione come circondato da una zona grigia dai contorni sfumati e per l’appunto in-definiti. Per usare un’immagine matematica, e presupporre che ogni chiarimento sul termine aiuti a restringere il campo semantico ma mai a saturarlo del tutto, si deve immaginare un segmento finito AB, a cui attaccare un segmento che sia lungo la metà del precedente (in quanto il termine si sta definendo), e a questo secondo segmento aggiungere un terzo segmento che sia la metà del secondo, e così via all’infinito. Man mano che si procede il segmento si allunga, ma si allunga sempre di meno, perché ogni aggiunta è la metà della precedente, tuttavia non si arriva mai a porre fine alla divisibilità dell’ultimo segmento aggiunto.”



Tu hai appena esposto il paradosso di Zenone. Ma dovresti ben sapere che la somma di un numero infinito di intervalli finiti può dare benussimo un numero finito ! Ed è per questo cha Achille raggiungerà e supererà la tartaruga.



“il fatto che io possa andare avanti all’infinito con le domande, e che non riuscirò mai a capire del tutto cosa quest’uomo intende con anima, non vuol dire che io creda che costui mi possa stare parlando dei cartoni della Disney, perché il problema di qualunque termine per l’ermeneutica non è un’impossibile possibilità di significare tutto, ma solo la sua indefinitezza.”



Io invece ritengo che, seguendo il tuo ragionamento, il tuo interlocutore ti possa dire anche che sta parlando dei cartoni animati della disney ! Basta attribuire significati “ad hoc” ai termini.


“in questo esempio vivo non significa morto. Ciò che permette ad A di dire che x è vivo non è il fatto che x sia morto, bensì il fatto che anche da morto a suo avviso conserva la caratteristica fondante della sua definizione di vita, cioè l’autocoscienza. Se dico “x è vivo” intendendo che è un’anima nelle mani di Dio, non ho minimamente in testa d’aver detto “x è morto”, sto dicendo che anche nell’aldilà non è incosciente esattamente come quando era in vita. E’ una differenza molto netta. Non è “vivo” che è diventato sinonimo di morto, semplicemente vivo può essere detto sia di un vivo sia di un’anima perché entrambi hanno le caratteristiche che io do alla vita, cioè la reattività. Il fatto che un’anima sia l’anima di un morto non vuol dire che io ho usato vita perché vita significhi morte, stai scambiando le condizioni materiali di qualcosa per il significato con cui qualcuno usa i termini. “



Questa obiezione è del tutti inconsistente. Ti ho mostrato come un termine può racchiudere, secondo la tua filosofia del linguaggio, anche il suo contrario. Tu hai solo cercato di dare altri significati agli stessi termini e così facendo non hai fatto altro che confermare la mia tesi di partenza ! Ovvero che seguendo il tuo ragionamento si può dire praticamente tutto ed il suo contrario e che, nell’esempio, B non possa confutare A nemmeno facendogli vedere il cadavere di colui che A dava per vivo. Tu parli di “cosa hai in testa” e come fai a sapere cosa ha in testa il tuo interlocutore ? Come prima avevi detto anche tu, non puoi saperlo e quindi non puoi fare delle deduzioni sui termini in base a quello che “A ha in testa” perché non lo puoi sapere ! Petitio principii usi la conclusione che dovresti dimostrare come premessa.


“E poi cosa vuol dire “comunemente accettato”?”



Dizionario della lingua italiana oppure attraverso una bella statistica facendo spiegare alla gente cosa capisce se legge la frase: “tizio è morto”.


“mi preme far notare è che una credenza può essere vera anche se manca una dimostrazione,”



Certo, Leucippo e Democrito avevano ragione ma i loro contemporanei non avevano alcun elemento per capirlo… e quindi ogni credenza di allora era equivalente Quella di Leucippo non era conoscenza poiché nessuno poteva dire con cognizione che avesse ragione.


“Esiste in qualsiasi materia un parere unanime su qualcosa?”



Si, tutti gli astronomi concordano nel ritenere che la terra ruoti intorno al sole.


“La filosofia morale contemporanea è dominata dall’idea di dissoluzione dell’etica, e non da gente che crede di poterla fondare senza Dio, bensì da gente che, per citare gli ipsissima verba di Galimberti, visto che se non ricordo male ti piace, il quale dice ai suoi allievi a lezione “la morale è una boiata”, una boiata ad usum populi che non si può fondare ma che è meglio tenersi per il momento, annaspando come viandanti (da qui “etica del viandante”), perché l’ammissione dell’infondabilità dell’etica sprofonderebbe tutti nel caos.”



A me in questo momento non interessa parlare della mia posizione sul fondamento dell'etica laica, mi interessa far notare che la posizione filosofica della fondazione dell’etica su Dio è in minoranza, anzi, direi che è sostenuta unicamente dai cattolici o teisti in genere per motivi comprensibilmente lontani da quelli di ragione. In questo contesto mi va bene anche pensare che l’etica sia infondabile… non è questo che mi preme qui.


“Cosa vuol dire “filosofia accademica laica”? vuol dire atea?”



No, significa non cattolica.


“Il problema è se Dio esista o no, non se, qualora Dio esista, se l’etica sia fondabile”



No, l’etica non sarebbe “fondabile” nemmeno se esistesse Dio.


“C’è la bizzarra idea che ritenere che Dio non esista sia più probabile di dire che Dio esista, e dunque gli atei sarebbero più “neutrali”.”



E’ esattamente così, perché razionalmente l’onere della prova sta in chi afferma.


“Se le parole sono state esattamente queste ha sbagliato e anche di grosso, perché l’epoca moderna storiograficamente parlando è l’epoca che racchiude personaggi come Cartesio e Kant, entrambi convinti della necessità di Dio, un’epoca da non confondere con la contemporaneità. Nella contemporaneità come ripeto il problema non è fondare un’etica senza Dio, ma capire se “fondare” vuol ancora dire qualcosa. La maggior parte dei filosofi di morale come ripeto oggi ritiene che un’etica universale fondabile non esiste, è tutto l’impianto epistemologico dei sistemi di valore ad essere andato in crisi, in tutti i campi.”



Be è passato più di un anno quindi è impossibile che io ricordi l’esatta parole, tuttavia il concetto era chiaro, nella filosofia contemporanea a fondare l’etica su Dio sono rimasti davvero in pochi.


“Il discorso di “Adamo” come “umanità” anziché singolo individuo non è un cambiamento ad hoc ma una ripresa più accurata del testo ebraico originale, quello che cioè non traspare delle traduzioni, ossia che il sig. Adamo non esiste”



Invece è proprio un cambiamento “ad hoc” ed è banalmente dovuto all’inconciliabilità del racconto biblico con le acquisizioni della biologia moderna. Se non ci fosse stato Darwin oggi voi credereste ancora al Sig. Adamo e alla Sig.ra Eva.


“E’ tipico di qualunque teoria scientifica, dinnanzi a falsificazioni, l’elaborazione di ipotesi ad hoc per salvare il nocciolo duro del paradigma.”



Peccato che qui si è falsificato il fondamento di 2000 anni di religione (anzi di più se consideriamo l’ebraismo).

Per il discorso di Milano le tue repliche entrano nel campo della psicologia e della retorica (metafora), ma non c’entrano nulla con il fatto che Milano abbia un significato univoco.


“Scusa ma come fai a dimostrare che qualcosa “non esiste”?”



Confutando l’esistenza delle presunte cause di questo “qualcosa”. Basta infatti analizzare N persone nate nello stesso momento e vedere come le loro vite siano completamente diverse per dimostrare, si proprio dimostrare, che l’influenza paventata dagli astrologi non esiste perché altrimenti tutte le persone dovrebbero avere il medesimo destino.


“Certo che se ne parlava”



Non nel senso rigoroso che oggi ha raggiunto il termine. Al resto delle obiezioni ho già risposto.


“Io veramente non credo alla confutabilità di un emerito nulla”



Quello che tu “credi” è irrilevante, noi stiamo cercando di discutere di quello che è.


“Questo però, come ripeto, non c’entra con la mia definizione di scienza, non è la veridicità dei contenuti dei ragionamenti a rendere qualcosa scientifico”



Io invece sostengo di si ! E’ la verosimiglianza dei concetti e dei contenuti a rendere qualcosa “scientifico” o almeno lo è avere un metodo per dare gradi di verosimiglianza alle teorie.


“Né la teologia né la biologia sono dunque scienze perché hanno dei metodi che permettono di raggiungere conclusioni vere, perché queste conclusioni vere possono essere puntualmente smentite facendo notare un altro punto di vista che era sfuggito ai creatori dell’esperimento”



L’esatto contrario, la biologia è scienza perché ci da qualcosa di verosimile perché è conoscenza giustificata, la teologia non fornisce alcun metodo di verifica/falsificazione e quindi è un sapere non scientifico.


“Ciò che accomuna le due discipline, e che è davvero il minimo comune denominatore delle scienze, è che coerenza coi propri postulati e la possibilità di ragionarci sopra per costruire un modello adatto all’oggetto che si sta osservando.”



Il ragionamento puro è nulla senza che esso si basi sull’esperienza, è questo che differenzia una scienza dalla pura speculazione filosofica. La coerenza logica è una condizione necessaria ma non sufficiente.


“Non ho mai partecipato ad un forum in cui Spirito Libero sia stato bannato, né tanto meno ho caldeggiato un suo ban.”



Falso, in infotdgeova sono stato bannato, in quel forum eri e sei uno dei principali moderatori, che poi tu non abbia suggerito di bannarmi non lo posso sapere, ma che eri tra i moderatori è un dato di fatto.

Saluti
Andrea





"il punto essenziale non è se una teoria piaccia o non piaccia, ma se fornisca previsioni in accordo con gli esperimenti. Dal punto di vista del buon senso l'elettrodinamica quantistica descrive una Natura assurda. Tuttavia è in perfetto accordo con i dati sperimentali. Mi auguro quindi che riusciate ad accettare la Natura per quello che è: assurda. (da QED. La strana teoria della luce e della materia, traduzione di F. Nicodemi, Adelphi, 1989)
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09/03/2008 16:15
 
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Polymetis, 09/03/2008 15.41

“Si è parlato anche di questo....o qui o nell'altro 3D delle Sacre Scritture.”



L’ho letto, non c’è un solo versetto riportato da Clauido.41 che riporti l’affermazione “solo uno è nato senza peccato, Cristo”, ci sono altri versetti, da cui voi traete delle conclusioni erronee.



[SM=g27837] ...da che pulpito!


“.si ripete il tutto, comunque sia te che Mauri, oltre che contraddirv”



Dove ci sarebbe contraddetti? Come ripeto, visto che sembra non leggiate i post che il sottoscritto scrive agli altri membri del forum, il problema non è il concepimento opera dello Spirito Santo, ma il fatto che si tratti o meno di una fecondazione.



Li ho letti, tranquillo....
E' che non vuoi capire, che Mauri contestava quello detto da Claudio, e poi fatto notare da me che era scritto sul catechismo.....incinta....concepito dallo Spirito Santo!
STOP! [SM=g27823]

Comunque, io non essendo un'esperta, mi limito a riportare quello che trovo scritti negli stessi libri cattolici....riprendo ancora dal Catechismo della stessa chiesa.....

I. Fu concepito di Spirito Santo...

485
La missione dello Spirito Santo è sempre congiunta e ordinata a quella del Figlio.
122 Lo Spirito Santo, che è « Signore e dà la vita »,
123 è mandato a santificare il grembo della Vergine Maria e a fecondarla divinamente, facendo sì che ella concepisca il Figlio eterno del Padre in un'umanità tratta dalla sua.

Un miracolo?
Ma pur sempre di fecondazione si tratta!


“e dicendo che non stava parlando certo di Cristo, ti dice il contrario la Scrittura stessa.....leggi.”



Rileggi quello che avevo scritto: “E' stato Matteo che, riprendendo la versione dei LXX, che ha “vergine” e non “giovane”, ha potuto vedervi una profezia che riguardava la nascita di Cristo.”
Non ho mai negato che Matteo vi abbia visto una profezia della nascita di Cristo, ho detto che Isaia non aveva in mente la nascita di Cristo. Sembri non cogliere la differenza tra storia e teologia. Non occorre certo una laurea ad Harvard per sapere che il Nuovo Testamento cita spesso l’Antico testamento a sproposito, o addirittura in modo errato. La profezia di Isaia riguarda la nascita di un figlio di Acaz, probabilmente Ezechia. Questo può avvenire perché profezie che avevano una funzione originale molto diversa nei piani di Dio possono avere una duplice responsabilità predittiva, non è cioè detto che l’agiografo (Isaia) capisse pienamente la portata di quello che scriveva sotto ispirazione, cioè che oltre a quello che aveva in mente lui la profezia riguardava anche altro in mente Dei.



Capito! [SM=g27823]
Io non ho detto comunque che Isaia capisse la portata di quello che scriveva sotto ispirazione, ho solo riferito le parole di Giovanni, che forse era più ispirato di me e di te!! [SM=g27823]

Ciaooooooooo

[Modificato da un sorriso 09/03/2008 17:20]



"un sorriso"........se qualche volta incontri qualcuno che non sa più sorridere....sii generoso, dagli il tuo....perchè, nessuno ha mai bisogno di un sorriso, quanto colui che non può regalarne agli altri....
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09/03/2008 16:50
 
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"...incinta....concepito dallo Spirito Santo! "

Non ricordo l'esatta formulazione usata da Murif, ma certamente se ha negato la formulazione "concepito per opera dello Spirito Santo" ha sbagliato, giacché anche il Credo dice: "per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria".




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09/03/2008 16:55
 
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Polymetis, ti ho detto cose chiarissime, se giochi a travisarle sono affari tuoi. Non sembri avere la minima idea della differenza che esiste fra qualcosa di fisico e qualcosa di astratto; se vuoi porta pure qui il tuo professore... fra le risposte che dai a Spirito e quelle che dai a me, direi che sembri avere proprio tanta voglia di fare una figuraccia davanti a tutti, quindi falla pure anche davanti a lui.

Ma per quanto mi riguarda io non ho proprio voglia di continuare una discussione sul nulla, peraltro con uno che cita Feyerabend e (male) Leibniz per dare addosso al metodo scientifico moderno e soprattutto alla più elementare logica umana.

In attesa di un tuo rinsavimento, saluti...



[Modificato da Rainboy 09/03/2008 17:42]
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09/03/2008 16:58
 
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Polymetis, 09/03/2008 16.50:

"...incinta....concepito dallo Spirito Santo! "

Non ricordo l'esatta formulazione usata da Murif, ma certamente se ha negato la formulazione "concepito per opera dello Spirito Santo" ha sbagliato, giacché anche il Credo dice: "per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria".



[SM=g27823] ...sì, l'ha negato....e guarda che ho modificato il mio post, aggiungendo anche dove il catechismo parla di fecondazione, già comunque ripreso in questo stesso 3D....







"un sorriso"........se qualche volta incontri qualcuno che non sa più sorridere....sii generoso, dagli il tuo....perchè, nessuno ha mai bisogno di un sorriso, quanto colui che non può regalarne agli altri....
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09/03/2008 18:16
 
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Per Spirito Libero


“Tu hai appena esposto il paradosso di Zenone. Ma dovresti ben sapere che la somma di un numero infinito di intervalli finiti può dare benussimo un numero finito !”



Non è esatto. Il paradosso di Zenone, o meglio quello che qui ci interessa, non è l’aggiunta ad un segmento di un altro segmento che sia metà del primo, bensì la possibilità di raggiungere la fine di un segmento, se prima devo raggiungere la metà, e prima ancora la metà della metà.
Non è minimamente la stessa cosa. Se ho detto che ci aggiunge sempre un segmento è perché il proseguire del discorso si preciserà sempre più l’oggetto della discussione. Qui non c’entra il fatto che si arrivi ad una quantità finita cercando di giungere ad una meta come nel paradosso di Achille, se ho fatto l’esempio dell’aggiunta di un segmento sempre minore del precedente non è perché ci sia un punto esterno alla retta da raggiungere, ho usato questa metafora per dare l’idea di cosa si intenda con infinito potenziale in semantica, cioè il fatto che una potenziale indefinitezza non voglia dire qualsiasi significato. L’impossibilità di capire precisamente cosa qualcuno dice, non vuol dire poter capire tutto, e ne facciamo sempre esperienza.


“Basta attribuire significati “ad hoc” ai termini.”



Se riesce a farlo, deve trovare un link. Se può farlo, meglio per lui.


“Ti ho mostrato come un termine può racchiudere, secondo la tua filosofia del linguaggio, anche il suo contrario.”



No, perché non mi hai mostrato che vivo significa morto, ma che chi è vivo nel senso di vivo nell’aldilà, per poter essere vivo, dev’essere morto. Tu confondi la condizione materiale di qualcosa col significato del termine. Quando dico parlando di un morto “x è vivo”, non sto alludendo al fatto che x sia nella tomba, ma al fatto che abbia le stesse facoltà sensitive di quand’era vivo.


“Ovvero che seguendo il tuo ragionamento si può dire praticamente tutto ed il suo contrario e che, nell’esempio, B non possa confutare A nemmeno facendogli vedere il cadavere di colui che A dava per vivo.”



Questo ragionamento parte sempre dal presupposto indimostrabile che A volesse davvero dire che x era vivo nel senso di vivo sulla terra. Il problema è che non puoi saperlo. Anche nei discorsi di teologia è lo stesso. Voi credete di sapere cosa i cattolici pensavano prima di quella che credete essere stata la vostra confutazione, ma non sapete che siete voi a fraintendere.


“Tu parli di “cosa hai in testa” e come fai a sapere cosa ha in testa il tuo interlocutore ?”



Ma al mio ragionamento non serve di sapere cosa ha in testa il mio interlocutore in un caso particolare, ho semplicemente detto che chi vuole usare la metafora “x è vivo” non lo fa perché vivo significhi morto, ma perché tra la vita nell’aldilà e quella sulla terra c’è la stessa presenza di facoltà mentali. E’ questo che rende possibile dire “x è vivo”, e non perché vivo possa voler dire morto. Il fatto che un vivo possa essere morto, in quanto anima beata, non vuol dire che sia la parola vivo a voler dire morto, ma solo che la morte è la condizione materiale per poter accedere a questa vita.


“izionario della lingua italiana oppure attraverso una bella statistica facendo spiegare alla gente cosa capisce se legge la frase: “tizio è morto”.”



Questo crea un bel problema, perché il circolo ermeneutico non si fermerebbe, giacché dovremmo passare ad un interpretazione delle risposte. Inoltre il problema non è cosa si trovi sul dizionario, ma quale accezione venga usata. Se dico “Cristo ha predicato ai morti” cosa intendo? Questo è un fulcro del dibattito coi TdG, perché loro intendono “ai morti spiritualmente”, cioè ai peccatori, mentre molti altri cristiani credono che Cristo dopo la morte discese agli inferi e andò a predicare agli spiriti che ivi si trovavano. Ora è ovvio che non è di nessuna rilevanza sapere che nella maggior parte dei casi “morto” vuol dire “biologicamente morto”, bisogna vedere se il contesto rende possibile una cosa, ma il fatto che una cosa sia possibile in base al contesto non rende il mio parere conclusivo.


“Certo, Leucippo e Democrito avevano ragione ma i loro contemporanei non avevano alcun elemento per capirlo…”



Questo esempio non è particolarmente felice perché l’atomismo di Democrito non ha veramente nulla in comune con quello moderno, comunque, a parte questo esempio poco felice, a me non interessa se nessuno poteva sapere che avevano ragione, mi preme far notare che ce l’avevano.


“Si, tutti gli astronomi concordano nel ritenere che la terra ruoti intorno al sole.”



Dovresti ricrederti. Nel bel libro “Il viaggio nel tempo e altre pazzie - nuove strane idee al vaglio della scienza" di Robert Ehrlich vengono ad esempio discusse teorie scientifiche eterodosse ma che per alcuni scienziati sono vere, tra queste l’idea di alcuni astronomi che ritengono che il sistema solare abbia due soli, per non parlare dei sostenitori della piattezza della terra coniugata al geocentrismo (Flat Earth Society). Ovviamente non mi interessa il fatto che abbiano torto, voglio solo mostrare che esistono.


“A me in questo momento non interessa parlare della mia posizione sul fondamento dell'etica laica, mi interessa far notare che la posizione filosofica della fondazione dell’etica su Dio è in minoranza”



Veramente la tua frase a cui rispondevo era l’affermazione di una fantomatica convinzione “ormai raggiunta dalla filosofia morale” sulla possibilità di fondare un’etica senza Dio. Non c’è alcun parere di maggioranza in base al quale si può raggiungere un etica condivisa senza Dio, né tanto meno una maggioranza che dica che “razionalmente vi sono argomenti cogenti e conclusivi per ritenere che si possa giungere ad un etica condivisa solo ragionando etsi deus non daretur”. Come già detto la maggior parte dei filosofi di morale non crede affatto ad una fondazione dell’etica, e questo proprio perché ragionano etsi deus non daretur.


“No, significa non cattolica.”



Vuol dire che un cattolico non può essere laico? Vuol dire che un musulmano è laico solo perché non cattolico. La tua definizione è alquanto carente.


“No, l’etica non sarebbe “fondabile” nemmeno se esistesse Dio.”



Ovviamente non solo l’esistenza di Dio, ma anche di quel particolare Dio. Se questo fosse dato, cosa sarebbe l’impedimento?


“E’ esattamente così, perché razionalmente l’onere della prova sta in chi afferma.”



Questo a livello di tabula rasa, ma come ripeto bisognerebbe raccogliere la serie di indizi pro e contro Dio, che comunque non sono prove, e vedere chi ha più probabilità di essere nel vero, e cioè se davvero la maggior parte degli abitanti di questo pianeta ha preso un granchio colossale.


“Invece è proprio un cambiamento “ad hoc” ed è banalmente dovuto all’inconciliabilità del racconto biblico con le acquisizioni della biologia moderna. Se non ci fosse stato Darwin oggi voi credereste ancora al Sig. Adamo e alla Sig.ra Eva”



Non discuto che Darwin abbia acceso la riflessione, ma se leggi Ambrogio e i discorsi sull’Esamerone troverai già l’idea di un’allegoria dei progenitori, perché come ripeto non è l’esistenza di mister x il fulcro della teologia del peccato originale.


“Peccato che qui si è falsificato il fondamento di 2000 anni di religione (anzi di più se consideriamo l’ebraismo).”



a) E’ una falsificazione? Come ripeto sta ancora tutto in piedi.
b) L’ebraismo attuale non crede al peccato originale, non è il fondamento di nulla per gli ebrei. L’idea del peccato originale è venuta a Paolo non dal fariseismo, che è l’antenato del giudaismo attuale, ma dalle correnti che si ispiravano al libro di Enoch, apocrifo per gli ebrei di oggi.


“er il discorso di Milano le tue repliche entrano nel campo della psicologia e della retorica (metafora), ma non c’entrano nulla con il fatto che Milano abbia un significato univoco.”



Scusa ma la lingua non si basa forse sui nostri vissuti psichici? La metafora non fa parte del linguaggio, e non è forse la base di molti fraintendimenti, proprio perché noi parliamo con significati traslati permesse da qualcosa che aveva in nuce il significato originario?
Invece è tutto qui il problema. Noi non abbiamo la stessa rappresenzaione di Milano, che non è un mero luogo geografico, e la possibilità di poter usare questa parola nella lingua dipende proprio dal vissuto psichico che si ha di questa città, e questo vale per qualunque parola.
Esattamente come nel caso di Roma imperiale Pietro poteva dire che stava a Babilonia perché Babilonia era semanticamente caricata dell’idea di essere la capitale del vizio, così Milano nella percezione degli italiani è caricata di altre valenze. Le parole non sono in nostro potere, specie quando sono inserite in un contesto.


“Basta infatti analizzare N persone nate nello stesso momento e vedere come le loro vite siano completamente diverse per dimostrare, si proprio dimostrare, che l’influenza paventata dagli astrologi non esiste perché altrimenti tutte le persone dovrebbero avere il medesimo destino.”



Come già detto una cosa simile non è minimamente “calcolabile”. Mi spieghi come faresti a verificare l’incidenza di “Giove ti porta fortuna”? Come la misuri la fortuna? Lavoro, amore, e che altro? Ti sembra una cosa quantificabile la qualità della vita umana?
E poi la rilevazione dovrebbe essere fatta mostrando uno scarto non tra le vite in generale, ma tra la vita singola con quell’influsso astrale e la vita senza quell’influsso. Mi spiego: è ovvio che la gente nasca in situazioni diverse, chi figli di ricconi, chi in una favelas. Un astrologo ti direbbe semplicemente “avrai più fortuna”, “più amore”, ma è ovvio che due persone, se anche avessero davvero “più fortuna”, a seconda del punto da cui partono, avrebbero comunque due vite ugualmente diverse. Non puoi limitarti a misurare un conto in banca.


“on nel senso rigoroso che oggi ha raggiunto il termine”



Grazie tante ma non vedo cosa c’entri, visto che quello che contesto è proprio che il termini significhi solo quello che per alcune branche del sapere ha iniziato a significare dopo la rivoluzione scientifica.


“Io invece sostengo di si !”



Quello che tu “credi” è irrilevante, noi stiamo cercando di discutere di quello che è.


“E’ la verosimiglianza dei concetti e dei contenuti a rendere qualcosa “scientifico””



Questo in base alla definizione di scienza che stai dando e che non s’è ancora capito perché dovrebbe essere esclusivista delle altre definizioni.


“L’esatto contrario, la biologia è scienza perché ci da qualcosa di verosimile perché è conoscenza giustificata”



Scusa ma cosa sia verosimile è questione di gusto privato. E poi se ho citato la biologia, e il fatto che a volte raggiunge false conclusioni, è stato unicamente per confutare la tua idea in base al quale siccome in un ragionamento formalmente corretto si può trarre una conclusione falsa allora la teologia non è scienza. Ho semplicemente detto che questo accade anche in biologia, dunque secondo questo solo criterio la biologia non sarebbe una scienza. Né ha senso replicare che la biologia porta argomenti empirici a sostegno di ciò che indaga: è ovvio che sia così visto che è proprio l’empirico che studia, ma non si vede perché altre discipline che non riguardano le cose empiriche debbano avere come metro di misura dei loro ragionamenti l’empirico.
La tua è una definizione di razionalità che censura parte della razionalità stessa e dei suoi metodi appiattendo tutto in una specie di neopositivismo da circolo di Vienna. Come già diceva Popper, non esiste nessun esperimento scientifico che dimostri che solo gli esperimenti scientifici ci fanno giungere alla verità.


“la teologia non fornisce alcun metodo di verifica/falsificazione e quindi è un sapere non scientifico.”



Come già detto nessuna scienza può essere verificata o falsificata, entrambi questi concetti sono impossibili. Non esiste la falsificazione definitiva di nulla, men che meno la verificazione. Inoltre la tua idea di cosa la scienza debba fornire, cioè criteri di verificabilità o falsicabilità, è ancora una volta una richiesta che inconsciamente tu intendi con “criteri di verificabilità o falsicabilità empirica”, e, da capo, la teologia non può produrli perché banalmente non si occupa di empirico dunque non potrebbe mai citarlo per verificare le sue conclusioni.


“Il ragionamento puro è nulla senza che esso si basi sull’esperienza”



Altri proclami indimostrabili. Quando saprò su che basi empiriche si basano le geometrie non euclidee o la teoria degli insiemi forse ne riparleremo.


“Falso, in infotdgeova sono stato bannato, in quel forum eri e sei uno dei principali moderatori, che poi tu non abbia suggerito di bannarmi non lo posso sapere, ma che eri tra i moderatori è un dato di fatto.”



Veramente non ricordavo neppure la tua partecipazione a quel forum, con che motivazione sei stato bannato di grazia?

Per Rain


“Non sembri avere la minima idea della differenza che esiste fra qualcosa di fisico e qualcosa di astratto”



Ho chiara la differenza, ciò che nego è il tuo paradigma di interpretazione di questi due termini. E poi cosa mai vuol dire “fisico”? Esattamente come nel caso di “materia” potremmo discuterne per ore, c’è gente che confonde materia con massa, e poi ci sono diverse descrizioni possibili e coerenti di cosa sia il mondo, la descrizione data dalla cosiddetta “fisica”(nel senso di quella scienza praticata dai fisici) è una descrizione tra le altre.


“se vuoi porta pure qui il tuo professore, sembri avere tanta voglia di fare una figuraccia davanti a tutti, quindi falla pure davanti a lui.”



Queste non sono argomentazioni.


con uno che cita Feyerabend e (male) Leibniz per dare addosso al metodo scientifico moderno”



Mi dispiace di dover turbare le tue certezze ottocentesche sul metodo scientifico.


“e soprattutto alla più elementare logica umana.”



Materia in cui mi destreggio a meraviglia, dunque è evidente che abbiamo una diversa percezione di cosa sia “logico”.

Per Sorriso


“aggiungendo anche dove il catechismo parla di fecondazione,”



Grazie di questa preziosa segnalazione. Alla luce di quando scrive il papa nella sua Introduzione al cristianesimo, e che cioè fecondazione è un termine inappropriato in quanto sembra riferirsi al principio maschile e femminile, è evidente che il Catechismo in quell’articolo ha fatto una scelta lessicale inappropriata, o per meglio dire “poco attenta”. Fecondazione o si intende in un senso del tutto metaforico e assessuato, oppure è un errore teologico.



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Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
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09/03/2008 19:07
 
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Polymetis, 09/03/2008 18.16:


Per Sorriso


“aggiungendo anche dove il catechismo parla di fecondazione,”



Grazie di questa preziosa segnalazione. Alla luce di quando scrive il papa nella sua Introduzione al cristianesimo, e che cioè fecondazione è un termine inappropriato in quanto sembra riferirsi al principio maschile e femminile, è evidente che il Catechismo in quell’articolo ha fatto una scelta lessicale inappropriata, o per meglio dire “poco attenta”. Fecondazione o si intende in un senso del tutto metaforico e assessuato, oppure è un errore teologico.



[SM=x789048]

Vai a dirglielo di cambiare il termine sul catechismo!

Oh Gesù...questa è bella, pensa che quando ho fatto notare a Mauri che nel credo, e nel catechismo c'erano i termini, incinta e concepita dallo Spirito Santo....mi rigirava il tutto come hai fatto te adesso!

Il fatto è uno carissimo Poly....e carissimo Mauri......

Che Maria, ad un certo punto della sua vita, non avendo avuto ancora rapporti sessuali con il suo adorato Giuseppe, è rimasta incinta....cioè è stata fecondata....da Qualcuno....in modo che potesse concepire Gesù Cristo!

Che anche il papa dica che "fecondazione", è un termine inappropriato in quanto sembra riferirsi al principio maschile e femminile...si è dimenticato per un attimo che in quell'istante stava agendo DIO!!!!


Ciao e buon proseguimento! [SM=x789061]




"un sorriso"........se qualche volta incontri qualcuno che non sa più sorridere....sii generoso, dagli il tuo....perchè, nessuno ha mai bisogno di un sorriso, quanto colui che non può regalarne agli altri....
09/03/2008 19:47
 
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Per Pcerini

(pcerini,prego,con la p minuscola... [SM=x789048] [SM=x789048] [SM=x789048] )

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“E dove sarebbero i fondamenti scientifici di simili deduzioni? “

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Se per fondamenti scientifici intendi “prove sperimentali” di qualunque genere non abbiamo la stessa idea di cosa sia la scienza, anzi devo dire che hai un'idea tipica del neopositivismo.

No,non affermo la tirannia assoluta dello sperimentale e non mi interessa il riduzionismo positivista,dico solo che se la scienza contraddice con prove assodate un'asserzione etica(c'e' parecchia letteratura medica e scientifica che hanno dimostrato i benefici della sessualita' evidenziando aspetti non legati alla mera sfera riproduttiva e quindi contraddicendo la mera equazione sessualita'=riproduzione),allora l'asserzione etica della mera equazione sessualita=riproduzione non puo' piu' pretendere di venir presa sul serio o di divenir legge.

L'etica non deriva dalla scientificità galileiana.

E' vero,ma in ogni caso l'etica non puo' prescindere dal campo della scienza e dai risultati scientifici,altrimenti,staremmo ancora oggi a discutere sulle vaccinazioni proibite o sulla sfericita' della terra.


Non esiste un esperimento scientifico che mi dica perché uccidere è sbagliato.

Parlavamo di etica sessale,non di omicidio,l'etica sessuale tocca temi trattati dalla scienza medica e psicologica in un modo che e' verificabile,e quindi il discorso riguarda la compatibilita' dell'etica con i risultati della scienza.Il fatto che un esperimento scientifico non mi dimostra che uccidere e' sbagliato e' di per se' irrilevante,in quanto se l'etica non e' scienza in senso galileiano tuttavia non significa che alcune sue tematiche non possano essere trattate a livello scientifico,bisogna solo togliere all'etica la presunzione di essere padrone del campo quando si dimostra che alcune sue posizioni sono in netta contraddizione con la scienza e quando e' stato dimostrato che la scienza ha avuto la meglio e piena giustificazione.


Come già spiegato il presupposto antropologico dell'etica cristiana è la teleologia, cioè che le cose abbiano un fine e non sono una causa.

E chi ha detto che tutta l'etica debba fondarsi sui presupposti seguiti dall'etica cristiana? Come minimo,se ritieni che un'etica cristiana sia fondata mentre le altre no,allora a quest'ora avremmo finito di giocare se si riuscisse a dimostrarlo.
Un conto sono finalita' facilmente controllabili,pratiche e anche verificabili,un'altro conto invece sono finalita' che i cristiani dicono essere dettate da Dio o fondate su di lui - senza tra l'altro avere una benche' minima possibilita' di dimostrarlo - pretendendo che venga rispettata una similie teleologia di origine divina.


E' il motivo per cui in un paradigma neodarwiniano, dove la finalità non esiste, è impossibile fondare l'etica.

E che c'entra il neodarwinismo con il discorso sull'etica sessuale che stiamo facendo? E poi,pensi davvero che il cardine del neodarwinismo sia la casualita' assoluta bandita come principio filosofico? Non mi pare che il nodarwinismo asserisca la casualita' sul piano filosofico come principio assoluto,chiunque faccia questo viene considerato in ambito scientifico un fondamentalista evolutivo.

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“Se secondo tali premesse una caratteristica della sessualita' come per esempio la masturbazione sarebbe sbagliata,da quali evidenze sarebbero supportati?”

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Dal fatto che la l'eiaculazione serve a fecondare,
non a caso l'orgasmo è sempre accompagnato dall'emissione di sperma, esattamente come il complementare orgasmo femminile da movimenti muscolari della vagina che servono a far ascendere il seme. Noi umani col nostro corpo poi possiamo fare quello che vogliamo, anche mangiare coi piedi, ma questo non significa che sia un utilizzo consono.

Questo e' un tuo parere,che evidentemente pone l'assunto che secondo te la sessualita' sia riducibile a mera riproduzione,un'assunto che si basa semplicemente su un'ottica della finalita' puramente biologica.

Forse non sai che anche in natura la sessualita' viene usata da certi animali anche come "gioco"(finalita' diversa da quella meramente riproduttiva),e non solo come mero scopo riproduttivo,e questo gia' ti contraddice(tanto per limitarmi alla sfera puramente animale visto che si parla dell'equazione sessualita' = riproduzione).Inutile dirti come la tua posizione non viene sostenuta da nessun psicologo e medico di questo pianeta (a meno che non sia un pazzoide alla Navarrini),visto che una pratica come la masturbazione ma anche in genere quella di fare sesso ha degli ampi benefici fisici e psicologici dimostrabili,e che sono stati descritti nella letteratura scientifica.

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“Se non ci sono evidenze che dimostrano che una simile caratteristica sessuale sarebbe una devianza”

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Devianza rispetto a cosa? Come già detto io non credo alla possibilità di un etica senza Dio, motivo per cui a mio avviso devianza vuol semplicemente dire difformità rispetto a quello che Dio aveva previsto.

Se non dimostri che Dio esiste,la tua e' solo una opinione,proprio come potrebbe essere la mia.

Naturalmente non ho nessun problema a dire che chi non crede nel mio Dio non ha nessuna ragione per ritenere la masturbazione errata,

Chi non si appoggia al Dio cristiano non si basa sul nulla,in merito alla masturbazione e alla sessualita' in generale,ma(per quelli che ovviamente hanno il buon senso di farlo) su una informazione di tipo scientifico come quella che dimostra i benefici effettivi in eta' adoloscenziale di una simile pratica,e' una informazione controllabile,obiettiva,che chiunque puo' verificare,diversamente dall'informazione che secondo te proverrebbe da Dio ma che nessuno puo' controllare o verificare,una informazione etica che tra l'altro contraddice i risultati della scienza.

esattamente come crede che oltre a quest'ultima non abbia più alcun motivo sensato per giustificare il credere errata qualunque cosa, dalla strage di massa alla tossicodipendenza.

E' puro riduzionismo credere che senza Dio non si possa avere valori,come minimo dovresti considerare i buddisti (che non hanno un dio o una divinita') come dei potenziali stragisti o tossicodipendeni,cosa che la storia non ha dimostrato in alcun modo,visto anzi che quasi gran parte dei buddisti sono molto piu' civili e piu' equilbrati dei cattolici.

Il fatto che la gente, anche atea, rifiuti queste cose, non dipende dal fatto che possono fornire una fondazione dei valori che anch'essi professano, ma dalla loro sensibilità personale, educazione, ecc. Ritengo cioè che questa gente non possa fondare quello in cui crede ma ovviamente non hanno il coraggio di ammetterlo, neppure a se stessi.

Io non sono un'ateo ma un agnostico razionale,non concordo con quanto dici,per me basta una razionalita' (non patrocinata in modo esclusivo dalla scienza o dalla religione) obiettiva verificabile e condivisibile in cui non sento alcun bisogno o necessita' di chiamare in causa Dio.Se uccidere e' sbagliato,non sempre e' vero,io posso arrivare ad uccidere per difendermi,e mi sentirei pienamente e razionalmente giustificato a farlo.Per me sono state l'evoluzione e la storia a modellare l'idea del giusto e dello sbagliato,e percio' secondo me e' la nostra storia contemporanea che puo' essere in grado di fondare l'etica a-divina,una concezione storicistica. Che l'idea di Dio possa in qualche modo aver contribuito alla formazione di simili concetti,per fondare altri concetti si fa a meno dell'idea di Dio - parlo per esempio del principio dell'autodeterminazione - e fondare percio' un'etica sull'uomo,sulla sua storia e perche' no,anche sulla scienza (parlando per l'appunto della sessualita').

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“Non e' possibile contraddire il sofisma razionale dell'esistenza di Dio semplicemente perche' non c'e' modo di farlo,non e' possibile verificarlo,si e' costretti nel mero ambito razionale,impossibile uscirne fuori,parrebbe un corto circuito tentare di dimostrare qualcosa che e' fuori dalla propria portata.”

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Veramente vorrei sapere per l'ennesima volta dove avrei detto che posso dimostrare l'esistenza di Dio, anzi ho proprio specificato che distinguo nettamente tra verità e dimostrabilità. Il fatto che una cosa non sia contraddicibile in quanto non empirica non vuol dire che sia falsa, vuol solo dire che è fuori dal nostro ambito e che dunque bisogna decidere o meno se credervi in base a quello che si ritiene più probabile.

Che non sia contraddicibile,significa che puo' essere sia falsa che vera,e dunque aveva ragione una volta un'evoluzionista a dire che l'esistenza di Dio e' una probabilita' come quella della sua non esistenza,ma pero' chi dice che esiste ha sul groppone per tutta la vita lo stesso onere di chi dice che non esista,ossia,quello di avere o sperare un giorno di avere la possibilita di dimostrarlo,perche' in ogni caso non puo' arrivare a giustificare stragi di massa in nome di una sua presa di posizione che non e' giustificabile in alcun modo.

Dicevi a Spirito:" E poi se ho citato la biologia, e il fatto che a volte raggiunge false conclusioni, è stato unicamente per confutare la tua idea in base al quale siccome in un ragionamento formalmente corretto si può trarre una conclusione falsa allora la teologia non è scienza. Ho semplicemente detto che questo accade anche in biologia, dunque secondo questo solo criterio la biologia non sarebbe una scienza. Né ha senso replicare che la biologia porta argomenti empirici a sostegno di ciò che indaga: è ovvio che sia così visto che è proprio l’empirico che studia, ma non si vede perché altre discipline che non riguardano le cose empiriche debbano avere come metro di misura dei loro ragionamenti l’empirico"

Quello che accade nella biologia e' sempre dovuto a verifiche sperimentali che sono anche in grado di invalidare certe conclusioni,come vedi,perche' avvenga cio',bisogna sempre essere inseriti in un continuo contesto di verifiche che possono nel tempo rimettere in discussioni metodologie e risultati per spingere a riforlumalrne di nuovi.
Invece,nella logica formale,si puo' trarre una conclusione falsa e questo non e' garanzia sufficiente di validita',se poi ci si riferisce agli enti geometrici,ricorda che in matematica e in geometria si pongono degli assunti indimostrabili,alcuni dei quali possono essere rimessi in discussioni perche' magari viene formulata un'altro tipo di geometria dimensionale (faccio solo un'esempio).
[Modificato da pcerini 10/03/2008 00:23]
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Padre Guardiano
09/03/2008 20:23
 
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RE x tutti
Ma che bravi!!!!!!

Ora spero che non mi direte che le seghe mentali sono quelle che si fanno lubrificando il pene con sciroppo alla menta!!!! [SM=x789053]




[SM=x789051] [SM=x789051] [SM=x789051]


omega [SM=x789054] [SM=x789054] [SM=x789054]
[Modificato da =omegabible= 09/03/2008 20:32]



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Se la vita ti sorride,ha una paresi.(Paco D'Alcatraz)

Il sonno della ragione genera mostri. (Goya)

Apocalisse Laica

Querdenker evangelico anticonvenzionale del 1° secolo. "Maiori forsan cum timore sententiam in me fertis quam ego accipiam!" g.b.--In nece renascor integer ./Satis sunt mihi pauci,satis est unus,satis est nullus. Seneca-Ep.VII,11


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