"In particolare tu hai trovato che è un sacerdote e teologo, e chissà perché ne avresti dedotto che non è un filologo."
Perche' fin'ora,vista anche la pagina che tu hai gentilmente scansionato e riportato qui,vedo solo argomentazioni che fuoriescono dai canoni meramente scientifici della filologia,tra l'altro,se quell'articolo che hai trovato sul sito dell'istituto pontificio che tratta del lemma lucano non e' facilmente accessibile,non posso verificare se mi sbaglio o meno.
Ti dici che e' filologo,ma se non lo sai con certezza e mi continui a rimandare alla sua bibliografia,la questione rimane aperta e il mio dubbio rimane.
Ho anche cercato di associare le parole filologo e filologia a Laurentin in una ricerca in rete tanto per vedere se veniva fuori qualcosa in inglese e in italiano,ma nisba,non si trova proprio niente di niente.
Non vorrei che si scambiasse il citare articoli di filologia per il mestiere di filologo....
"O lo trovi nelle biblioteche del settore o lo compri, come sempre."
E va be',tocca a me sfaticare....
"Non esiste nessun libro di esegesi che sia pura filologi: la filologia serve solo ad essere rigoroso nel costruire le tue interpretazioni."
Ed e' questo il punto,Laurentin esce fuori dal rigore filologico nella sua interpretazione,visto che per la sua esegesi utilizza anche nozioni di semiotica tanto per far quadrare il cerchio
(quadratura semiotica,
).
"Credere che qualcuno non possa scrivere un'opera filologicamente accurata solo perché, come tutti, usa strumenti di altre discipline, è semplicemente assurdo."
Non sono d'accordo,Laurentin e' uscito fuori dal rigore filogico per affidarsi alla semiotica,e dunque,il suo tentativo non e' piu' puramente filologico,usa strumenti e metodi che non sono attinenti alla metodologia puramente filologica e si affida ad una analisi formale di altro tipo (quadrato semiotico).
Tu per caso,quando lavori con il greco per le opere antiche,adotti i principi del "quadrato semiotico"?
"Questo dipenda da cosa stai facendo. Un “meno” ad esempio non rimanda sempre alla stessa operazione, può rimandare ad esempio a sottrazione e differenza, che sono due concetti diversi."
Due operazione differenti,vorrai dire.
Della pagina che tu hai scansionato mi balza subito all'occhio l'accenno al quadro semiotico (contarieta',contraddizione,complementarieta',affermazione e negazione),qui siamo nel campo della pura analisi formale,di un principio nato all'interno del binarismo linguistico (che precedera' se non erro lo Strutturalismo vero e proprio) ,ci staremmo delle ore a discuterne,Laurentin dunque intende risolvere il problema non solo con l'esegesi ma anche con la semiotica.
Nelle altre note,Laurentin afferma che il senso forte verrebbe confortato dal fatto che in altri versetti si legge "perché hai trovato grazia presso Dio" (Lc 1,30),e che sempre in Lc 2,versetto 40 e versetto 52 si legge "e la grazia di Dio era sopra di lui" e "Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio"..
Certo che ci vuole una bella fantasia per paragonare "trovare grazia" con gli altri due versetti oppure che "trovare grazia" possa equivalere ad "essere piena di grazia" e alla fine collocarlo nella semantica del lemma lucano.
Il fatto che il lemma lucano possa essere visto come una sorta di nome nuovo,se posso dire la mia personalissima opinione,e' stato un tentativo di coniare un qualcosa che invece ha dato luogo solo ad uno sgorbio lessicale
.
"qualora avesse la funzione sintattica da lei ipotizzata, questo non direbbe ancora alcunché sulla presenza o meno dell'aspetto risultativo"
E secondo te perche' non direbbe nulla sul resultativo? Non ti viene minimamente il sospetto che viene meno a causa della funzione da sostantivo?
[Modificato da pcerini 01/03/2008 01:49]