Risposte per chi continua a fare figure di cacca!!!!
Ma infatti tu sei la brutta copia anche del bluff.
Cosa posso venirti a dire sull'articolo di Rinaldi se scambi lampioni per coglioni (quale sei)
Già in partenza è evidente tutta la tua ignoranza:
E evidente che il porco con le ali (tal !Freddie!)col suo giro carpiato all'indietro stà subito tentando di modificare la consistenza delle sue frittate.
Infatti l'articolo del Rinaldi si riferisce sin dall'inizio ad una affermazione della Marinelli (che non é stata imboccata al porco con le ali. non ci sarebbe arrivato lo stesso). «Un interessante esperimento è stato condotto nell'Istituto di Microbiologia dell'Università di San Antonio (Texas) da Leoncio Garza-Valdes, il quale ha trattato un campione delle bende di quella mummia [la 1770] con uno speciale preparato enzimatico; questo rimuove il rivestimento batterico che copre i fili come una patina. Datando la stoffa dopo la pulizia speciale si è ottenuta la stessa età del cadavere»
SEI UNO SPARAPALLE DI PRIMA CATEGORIA, ma con le tue stesse parole ti sei “inculato” da solo perché sarà pure vero che l’articolo di Rinaldi parte come dici; esso mette in dubbio che sia stato effettuato un esperimento che abbia tolto il rivestimento bioclastico attorno alle bende della mummia 1770 di Manchester, ma non che non ci sia stato alcun esperimento su quelle bende che registrano alla prima misurazione (Rinaldi afferma che ne sono state fatte centinaia, in un altro articolo) un divario di circa 1.000 anni e non nega che altri ricercatori come GOVE abbiano visto quel rivestimento!!!
Quindi a che servono i voli pindarici di questo bavoso (tal !Freddie!) quando lo stesso, dopo poche righe afferma:
Peraltro poi se ne accorge e sbava ancora peggio di prima:
!Freddie!, 10/11/2013 01:16:
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Quindi, il nocciolo dell’articolo è l’esistenza o meno di un esperimento ritenuto “fantasma” su alcuni campioni di bende della mummia 1770 di Manchester e non CHE NON SIA AVVENUTA ALCUNA RADIODATAZIONE AL C14 CHE AVESSE FORNITO DATI ANOMALI!
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A questo punto mi dite voi cosa cerca ancora questo ignorante patentato?
Ah Già:
Lo studio di Garza-Valdès non fu mai pubblicato in alcuna rivista scientifica di settore, e il cardinal Saldarini, durante il Convegno Mondiale a Torino del 1998, dichiarò ufficialmente che i campioni di tessuto sui quali Garza-Valdès aveva lavorato non provenivano dalla Sindone. La sua ricerca fu dichiarata invalida e non venne pubblicata negli Atti di quel convegno. Dopo di che è calato il silenzio. Nessuno ha avuto più la sfrontatezza di citare Kuznetsov o Garza-Valdès, almeno in confronti pubblici.
Le teorie di Leoncio Garza-Valdès sono state messe in dubbio dagli stessi organi di stampa della Diocesi di Torino, che hanno pubblicato un'intervista a A.J.T. Jull, dell'Università di Tucson che effettuò i test al 14C, il quale ha dichiarato con inequivocabile chiarezza:
Anche se vi fosse un fungo [rimasto sulla Sindone dopo le operazioni di ripulitura dei campioni prelevati] questo incorporerebbe il carbonio dal tessuto e avrebbe un contenuto in14C simile a quello del tessuto stesso.
Inoltre, lo stesso Jull, in un'altra occasione, è stato ancora più chiaro circa la possibilità che i campioni della Sindone datati con il metodo del radiocarbonio non fossero stati trattati e puliti accuratamente:
Il nostro campione della Sindone era molto pulito e su di esso non c'era alcuna patina. Anche se ipoteticamente quel microrganismo ci fosse stato, la quantità necessaria per far sballare di 1300 anni la radio datazione sarebbe stata visibile a occhio nudo.
No affermo questo:
Prima imprecisione: non vi è alcuna “teoria di Garza-Valdes di un rivestimento di funghi e batteri”. La scoperta di un complesso biologico composto da funghi e batteri che ricopre come una patina i fili della Sindone e non eliminabile con i trattamenti di pulizia che furono usati dai tre laboratori nel 1988 è stata confermata anche da
Harry E. Gove dell’Università di Rochester (uno dei sette laboratori scelti a suo tempo per effettuare le misurazioni al C14, prima di essere, poi, ridotti a tre) il quale è stato uno dei pionieri del nuovo metodo di datazione AMS (più veloce, ma non più affidabile del precedente). Egli ebbe interesse per gli studi di Garza-Valdes e ha condotto con quest’ultimo ed altri scienziati una ricerca che è stata pubblicata sul periodico scientifico “NUCLEAR INSTRUMENTS AND METHODS IN PHYSICS RESEARCH”.
Gove CONFERMA l’esistenza di una possibile contaminazione organica che potrebbe cambiare la vera età della Sindone in una più giovane. Altresì, aggiunge che questi depositi di sostanze organiche, composti probabilmente da microrganismi (funghi e batteri) e materiali eterogenei non cellulari di natura organica, circondano completamente le singole fibre introducendo nel tessuto del C14 aggiuntivo che si fissa attraverso legami chimici. Pertanto, la pulizia dei campioni del 1988 riuscì ad eliminare solo il 10% scarso di questi funghi e batteri, ma non eliminò i legami chimici prodotti da essi perché intimamente connessi con la struttura chimica delle fibre di lino. Questo grazie alla incredibile decisione (ma non così tanto incredibile, se si guarda al perchè) da parte dei direttori dei tre laboratori di rifiutare qualsiasi indagine multidisciplinare sui campioni al solo fine di propagandare il nuovo metodo di radiodatazione che si stava affermando e di procacciarsi una fama consolidata su scala mondiale. Un chimico avrebbe utilizzato enzimi più specifici per la pulizia. L’unico dubbio di Gove riguardava la loro percentuale di influenza sulla datazione.
Punto Primo: E’ evidente che l’autore continua a negare ciò che non può essere negato: cioè, che anche Henry E. Gove conferma (con altri scienziati) l’esistenza di depositi di sostanze organiche, composti probabilmente da microrganismi (funghi e batteri) e materiali eterogenei non cellulari di natura organica.
Punto Secondo: Quindi, ancora una volta nell’articolo è affermato che si tratterà del (presunto) esperimento di Garza-Valdes, ma non viene negato il fatto che la mummia 1770 di Manchester sia stata sottoposta a numerose datazioni al C14 (mentre per la Sindone se ne registra solo UNA) che hanno SEMPRE avuto come risultato un divario notevole fra la datazione delle bende e quella delle ossa, segno inequivocabile di una fonte d’inquinamento delle bende che porta a “ringiovanirle”. La successiva riduzione del divario degli anni – a seguito di ulteriori e più approfondite (ma ancora insufficienti) pulizie effettuate sui campioni delle bende – confermano il dato tendenziale che una pulizia veramente totale delle impurità presenti sulle bende porterebbe queste ultime ad essere congruenti con l’età delle ossa che avvolgono e questo A PRESCINDERE se l’esperimento in questione sia avvenuto oppure no. E’ una conseguenza logica che capirebbe chiunque abbia una intelligenza media. Ma qui si sta parlando dello “SPARAPALLE”; per cui, ciò che normalmente è un dato acquisito, nel suo caso è un ambizioso traguardo!
Quando fu scelto di applicare alla Sindone il metodo AMS lo stesso
Libby affermò che l’impresa sarebbe stata fallimentare. E questo, non perché il sistema fosse di per sé difettoso, ma piuttosto a causa degli alti livelli di contaminazione a cui il telo era andato incontro. Il telo, spiegò
Libby, era stato a lungo sottoposto al fumo e alla cera delle candele, entrambi ricchi di carbonio14, e questo avrebbe fatto apparire la Sindone più recente di quanto non fosse in realtà. Parlò, inoltre, di contaminazioni dovute alla presenza di funghi, sudore e resti di insetti, arrivando a calcolare che il materiale organico estraneo costituisse il 10-15% del peso totale della Sindone (il peso rilevato dalla bilancia elettronica del campione prelevato nel 1988, visibile nel filmato dell’epoca, suggerisce che sia addirittura il 100% visto che tale campione pesava il doppio di quanto stimato) . Il fatto che l’inventore stesso di questo metodo lo ritenesse inattendibile ai fini della datazione della Sindone non è sicuramente da sottovalutare. Tuttavia, ci sono persone con un elevato grado di arroganza e presunzione – di cui lo “SPARAPALLE” ne è un degno esemplare e un miserabile alfiere – che pretendono di saperne più dello scienziato che ha inventato il metodo di radiodatazione al C14. A questo si deve aggiungere che proprio
Rinaldi - sì, l’autore che ha scritto questo stesso articolo e che lo “SPARAPALLE” si vanta di aver trovato – ha scritto:
“Non è che all’epoca si ritenesse che il metodo AMS dovesse essere il migliore, semmai il contrario” (La statistica della datazione della Sindone pg. 36). In pratica, si vuol far passare l’idea – contrariamente alla logica e alla luce di tali fatti – che l’unica misurazione effettuata sulla Sindone sia stata quella buona e che sia stata “
azzeccata” al primo colpo nonostante tutte le incongruenze legate al prelievo dei campioni, alle mancanze e alla superficialità perpetrate nelle procedure e agli errori commessi nei calcoli dei dati acquisiti, come hanno dimostrato – tra gli altri – lo scienziato americano
Bryan J. Walsh e l’ingegner
Brunati sulla base di quanto riportato dai tre laboratori nella rivista scientifica “
Nature” (e che non vedo l’ora di rendere noto, il prima possibile). Senza contare che la difficoltà principale è proprio connessa all’ignoranza della dinamica di formazione dell’immagine che può aver influito in modo decisivo sul risultato della radio datazione al C14, tanto che lo specialista
Robert Stuckenrath è giunto al punto di affermare che: “
La datazione di un campione la cui origine sia sconosciuta è più che inutile: è fuorviante”. A questi gli fanno eco - come già scritto da me in passato (e che riporto nuovamente) -
William Meacham, un archeologo statunitense dell’Università di Hong Kong che vanta una vasta e lunga esperienza nell’applicazione del C14, il quale afferma: “
Nessun archeologo ricercatore competente si affiderebbe ad una sola data o ad una serie di date su un solo punto per definire una importante realtà storica, per stabilire un sito o una cronologia culturale. Nessuno scienziato del radiocarbonio (a parte i tre direttori dei laboratori che effettuarono la misurazione sulla Sindone, parole mie) potrebbe affermare con certezza di aver tolto qualsiasi contaminazione né che una serie di date prodotte per un campione sia senza dubbio la sua effettiva età secondo il calendario”. Lo stesso prosegue così: “
Una o due date non dovrebbero mai essere usate da sole per stabilire la cronologia di un sito. Sono così tante le date che hanno dimostrato di essere inutili per la contaminazione o altre cause che una cronologia radiocarbonica con certi requisiti di affidabilità si può determinare solo se parecchie date riguardanti lo stesso sito rientrano in uno schema omogeneo che concordi con la sequenza stratigrafica”. Un’altra archeologa statunitense,
Eugenia Nitowski, precisa che: “
Se ci sono dieci prove di cui una è il C14 ed esso è in conflitto con le altre nove, l’archeologo non esita a respingere la datazione radiocarbonica come inesatta a causa della contaminazione imprevista. D’altronde, non è sufficiente a definire l’età di un oggetto una data radiocarbonica isolata dal suo contesto archeologico”. Ogni altro commento è superfluo!!!!
Chi volesse leggere tutte le altre obiezioni che ho esposto e che mettono lo SPARAPALLE in seria difficoltà e con le spalle al muro, legga direttamente i post da pag. 30 e seg.
Un fraterno saluto.
Freddie
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Risplenda su di noi, Signore, la luce del tuo volto. Il tuo volto, Signore, io cerco.