IL RISVEGLIATO - La favola della resurrezione di Cristo
www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=4jh74j4VfYk
Il volgare e squallido individuo che risponde al più preciso ed esatto nickname di “SPARAPALLE”, al culmine del suo delirante desiderio di dare una ulteriore parvenza di credibilità ai suoi scopiazzamenti via Internet, conclue il patetico tentativo con quello che, secondo lui, è un video rivelatore in cui vengono presentate delle argomentazioni irresistibili e definitive. Solo che l’unica cosa d’irresistibile che comporta la visione di questo video è l’impossibilità oggettiva di evitare di contorcersi dalle risate, prima, e di versare lacrime di compatimento, poi, nell’ascoltare quel mucchio di fesserie partorite dalla bocca di un individuo che, per come parla ed argomenta, potrebbe essere lo stesso “SPARAPALLE” sotto mentite spoglie! Sarà un’azione riflessa, ma ormai associo quel volto indissolubilmente allo “SPARAPALLE”, forse anche a causa della loro comune finalità: sparare palle!!!! Devo dire che questo colpo di coda, con cui il misero individuo pensava di aver dato illusoriamente l’affondo definitivo, non mi meraviglia affatto; come chicca finale non ricopia - come suo uso - le parole di qualche studioso o tenta di elaborare (attività, per lui, pressoché sconosciuta) il ragionamento di qualche esperto. No! Lui si affida - e questo la dice lunga sulle sue capacità di discernimento – alle castronerie di un guitto di quart’ordine che farebbe sfigurare anche programmi comici quali “Zelig” o “Colorado”, semmai avesse la triste idea di parteciparvi. Resto perplesso sulla prima parte del titolo di questo video: “ Il Risvegliato”; per come la vedo io, poteva anche continuare a dormire se, uscito dal coma dell’ignoranza, tenta di propinare cazzate sulle quali nemmeno l’amministratrice di questo forum - secondo le sue parole: esperta di cattolicesimo - oserebbe mettere la firma, pena l’essere fischiata e derisa fino alla fine dei tempi!!!!! Sul contenuto di quanto si è costretti ad ascoltare, stendo un velo pietoso. Mi rammarico solo di non potermi trovare nella stessa situazione in cui si trovò il grande Totò in un suo famoso film quando, volendo esprimere un giudizio sull’autore di una riproduzione di un quadro di Picasso, lo fece comodamente sedere, gli fece mettere un tovagliolo al collo, chiese l’aiuto di un volontario perché con due dita gli aprisse bene l’occhio destro e con gran soddisfazione gli sputò dentro! Di sicuro, se avessi l’opportunità d’incontrare questo “risvegliato”, è ciò che visceralmente farei, come giusto riconoscimento di cotanta ignoranza (il secondo, a seguire, sarebbe lo “SPARAPALLE” che ha dimostrato maggiore ignoranza nel postarlo)!!! Le incredibili puttanate che si ascoltano sono così tante e numericamente rilevanti che, con tutta la buona volontà, non so da che parte cominciare per ribatterle, tutte. Si potrebbe cominciare suggerendo al sedicente esperto di Risurrezioni d’imparare meglio l’italiano; nello specifico, migliorare - e di molto - l’uso dei congiuntivi e del condizionale. E’ un vero strazio dover ascoltare orrori ortografici da matita blu! Se la forma lascia a desiderare, la sostanza non è da meno: sviscera versi del Vangelo senza metterli nella giusta relazione e privi di ogni riferimento, tipico di chi - autoreferenziandosi quale sedicente esperto in materia – non conosce minimamente il significato di quello che dice senza possedere un minimo di conoscenza filologica, storica, biblica, teologica ecc. Mi ha davvero divertito quando questo pagliaccio si sforzava di spiegare come dovesse avvenire, secondo lui, un’autentica Risurrezione; quasi che fosse davvero un esperto in materia! Certo, un tipo come lui ne avrà visto a bizzeffe di Risurrezioni per dirci come dovrebbe presentarsi quella in cui vede come protagonista il Cristo. L’arroganza e la presunzione di questo individuo arriva al punto da pretendere di dare consigli allo stesso Gesù riguardo a chi doveva rivelarsi o no, dopo la sua morte o in che modo tale rivelazione doveva avvenire. La sua ignoranza si misura oltremodo quando citando il terremoto che viene registrato dopo la morte di Gesù in croce, questo viene associato al terremoto del Vesuvio avvenuto il 79 d.C.; la domanda sorge spontanea: si può essere più cretini di così? Sì, se c’è un cretino più cretino che riporta tali cretine affermazioni. Non faccio nomi, ma è fin troppo facile indovinare!!! E che dire della confusione che il clown preferito dallo “SPARAPALLE” fà riguardo al sangue venoso e sangue arterioso e fra sangue ante mortem e sangue post mortem? In definitiva, se dovessi replicare ad ogni frase che questo “zombie” riporta nel suo video, mi ci vorrebbero pagine e pagine virtuali al punto che questo forum non si chiamerebbe più: “Apocalisse”, ma “Sindone”!!!! Per cui, pur rimandando in un prossimo futuro la replica a quelle dichiarazioni ed affermazioni del pagliaccio virtuale sulle quali qualche forista o visitatore occasionale gradirebbe essere meglio informato, penso di poter superare l’imbonitore internettiano con una storia ancora più surreale sulla base di quanto fin qui detto a proposito e del Sudario di Oviedo e della Sindone!!!!
Supponiamo per un momento che i dati emersi dalla datazione siano attendibili per quanto concerne sia il Sudario che la Sindone e che, dunque, nessuno dei due teli abbia avuto contatti con il corpo di Gesù. Stando così le cose, si dovrebbe supporre che i fatti siano andati, su per giù, in questo modo.
Un bel giorno, nella Palestina del VII secolo, in seguito alla lettura del Vangelo di Giovanni, a un noto falsario di reliquie religiose venne in mente di lanciare sul mercato un nuovo prodotto: il sudario che aveva coperto il volto di Gesù defunto. Essendo anche un esperto di medicina, questo falsario sapeva che nella crocifissione la morte giungeva per soffocamento e che, quando accadeva, i polmoni si riempivano di un liquido particolare, che muovendo il cadavere tendeva a fuoriuscire dalle narici. L’unico modo di riportare sul telo un effetto simile sarebbe stato riprodurre l’intero processo e è esattamente ciò che fece. Crocifisse un volontario, scartando quei candidati che non soddisfacevano determinate condizioni: naso e zigomi gonfi, barba bipartita che avrebbe macchiato il telo ecc. Una volta deposto il cadavere dalla croce, il falsario, aiutato da un paio di amici, prese a scuoterlo qua e là, tenendogli nel frattempo il Sudario ripiegato sul naso: in questo modo le future generazioni avrebbero potuto osservare anche le impronte delle sue dita. Per finire, conficcò addirittura delle spine nella nuca del defunto, sapendo che i cacciatori di reliquie avrebbero cercato le macchie di sangue provocate dalla corona di spine. Uomo eloquente, il falsario riuscì a convincere i più del fatto che questo pezzo di stoffa, altrimenti privo di qualsiasi valore, recasse macchie di sangue e liquido polmonare di Cristo. Così, la tela venne custodita a Gerusalemme insieme ad altre reliquie e fu da sempre ritenuta autentica e talmente preziosa dal punto di vista spirituale che i cristiani riuscirono a metterla in salvo prima dall’invasione dei persiani e poi da quella degli arabi. Centinaia di anni dopo, in un non meglio precisato periodo tra il 1260 e il 1390, un altro professionista della contraffazione, a sua volta specializzato in reliquie religiose, decise che i tempi erano maturi per qualcosa di nuovo, qualcosa che fosse davvero convincente. All’epoca, in Europa circolavano le reliquie di vari santi, come ossa, teschi o mantelli, ma questo falsario voleva qualcosa di assolutamente originale. Vagliò varie possibilità – la corona di spine, i chiodi della Crocifissione, il telo che coprì la tavola durante l’Ultima Cena – finché, improvvisamente, ebbe un’idea: il lenzuolo funerario di Gesù! Non solo: vi avrebbe aggiunto anche un’immagine dell’uomo avvolto nella Sindone!!! I primi passi comportarono non poche difficoltà. Esperto di fibre tessili (solo una delle sue tante specialità, che andavano dai pollini ai gruppi sanguigni mediorientali, dalla numismatica degli anni di Tiberio alla fotografia, dalle fruste dei romani ai microscopi elettronici ecc.), il falsario aveva bisogno di un genere di lino particolare, tipico del Medio Oriente del I secolo. Una volta ordinato appositamente, creò la stoffa e prima ancora d’iniziare il lavoro, la piegò, perchè un vicino gli aveva fatto notare che in un soggetto del genere, rimasto avvolto e nascosto in un muro di Edessa per alcune centinaia di anni, era probabile che l’immagine fosse discontinua nei punti piegati. Lasciando la tela piegata, il falsario si recò fino a Oviedo, nel nord della Spagna, poiché sapeva che vi veniva custodito un Sudario sporco del sangue di Gesù, realizzato da un suo precursore. Una volta ottenuto il permesso di analizzarlo, per prima cosa verificò il gruppo sanguigno – ovviamente AB, comune in Medio Oriente e relativamente raro in Europa. Quindi, tracciò uno schema preciso delle macchie di sangue (attento ad omettere quelle che dovevano essersi già rapprese nel momento in cui era sto usato il Sudario), così da fare in modo che le due reliquie coincidessero. Riuscì anche a riprodurre (non si sa bene come) le dimensioni del naso così che entrambi i teli riportassero la giusta misura: 8 cm. Tornato da Oviedo, fece un bel giro turistico di quella che attualmente è la Turchia, allo scopo di realizzare un ritratto composito di Gesù assemblando tutti i dettagli che poteva trovare su icone, immagini e monete. Dopo tutto, la gente avrebbe dovuto pensare che la sua Sindone era stata in quelle regioni per più di mille anni e che tanti artisti vi si erano ispirati per dipingere Cristo. In realtà, non capì troppo bene cosa rappresentassero alcuni segni, come quella sorta di scatola quadrata tra gli occhi o quella linea che attraversava la gola, ma pensò che fosse comunque meglio inserirli. Del resto era un illustre falsario internazionale, con una reputazione da mantenere e non voleva essere accusato di negligenza. Al ritorno, riuscì in qualche modo a procurarsi del sangue (AB, ovviamente) e decise di cominciare la sua opera d’arte partendo proprio dalle macchie, prima ancora di tracciare l’immagine del corpo. Sfortunatamente, si sbagliò nel calcolare le proporzioni, così che le macchie di sangue formate dai chiodi sembravano sui polsi invece che sui palmi delle mani. E tutti, nel XIV secolo, sapevano benissimo che i chiodi – secondo l’iconografia dell’epoca - avevano forato le mani. “Ma sì – pensò – è solo questione di qualche centimetro, nessuno se ne accorgerà”. Oltre a questa forzatura, l’autore si prese anche altre “libertà” quali inserire macchie di sangue sul capo di Gesù per suggerire che la corona di spine non fosse circolare, come TUTTE le rappresentazioni pittoriche dell’epoca – ed ancora oggi – raffiguravano, ma che, in realtà, fosse una sorta di casco, come le corone di origine mediorientale. Anche le scapole dell’Uomo della Sindone mostrano un’ulteriore libertà che il misterioso autore si è preso riportando delle escoriazioni per suggerire che il condannato non portava sulle spalle l’intera croce, ma solo il
patibulum, ossia l’asse orizzontale (quello verticale, il palo, era già conficcato nel terreno nel luogo dell’esecuzione). Qui il racconto ha delle lacune perché persino all’autore onnisciente è vietato l’ingresso nella stanza segreta in cui il falsario “dipinge” l’immagine di Cristo, un perfetto negativo tridimensionale, senza linee né tracce di colore in un epoca in cui ancora non si conosceva né la tridimensionalità né la prospettiva e ancor meno la riproduzione in negativo di un’immagine positiva!!!. La sua tecnica, del resto, era così segreta che finì nella tomba con lui e a tutt’oggi ancora NESSUNO è riuscita a riprodurla in modo esatto e con TUTTE le caratteristiche che vi si riscontrano! Qualche ora dopo, egli aprì la porta e chiamò sua moglie, in cucina a preparare la cena. “Cosa ne pensi?” Domandò il genio. “Niente male – rispose la donna – Ma ti sei dimenticato i pollici”. “No, non me ne sono dimenticato - replicò il fenomeno, esperto in anatomia – Non sai che se un chiodo lede i nervi del polso, il pollice si piega verso il palmo della mano? E’ per questo che non lo vedi”. “Ma i chiodi non dovrebbero perforare il palmi?” Chiese, perplessa, la moglie. “Sì, certo – annuì l’eccelso – Ma ho steso prima il sangue e non ho preso bene le distanze”. “Ah, in questo caso. . . E per quanto riguarda il polline?” Incalzò, incuriosita. “Quale polline?” replicò il mago. “Bèh, proseguì la moglie, se questa Sindone è stata in Palestina, a Edessa e magari anche a Costantinopoli dovrà recare tracce del polline di tutti questi luoghi”. Al nostro falsario l’idea piacque, si procurò del polline proveniente da tutti i luoghi che la moglie aveva indicato e ne cosparse delicatamente la Sindone. Forse vi aggiunse un tocco finale: due monete dell’epoca di Cristo, coniate sotto l’imperatore Tiberio, poste sopra le palpebre del cadavere.
Una storia simile, anche privandola di ogni abbellimento narrativo, è ben più incredibile di quella dell’autenticità della Sindone. Chi sostiene che la Sindone risalga al Medioevo si trova, per forza di cose, costretto a spiegare in che cosa e perché tutti gli altri test ed esperimenti scientifici si sbaglino, oltre a spiegare ESATTAMENTE come si sia formata l’immagine impressa sul telo e riprodurla IN MODO IDENTICO rispettandone TUTTE le caratteristiche che vi si riscontrano. Finora l’unica risposta in merito alla questione è stato IL SILENZIO o quella di contestare SENZA PROVARE e di riprodurre copie della Sindone che sono state inesorabilmente bocciate nella qualità e nella sostanza quando queste sono state sottoposte al vaglio di esami attenti e scrupolosi. Al contrario, coloro i quali ritengono che entrambi i teli risalgono al I secolo d.C. hanno saputo spiegare in modo piuttosto convincente perché si ritiene che la datazione al carbonio14, eseguita nel lontano 1988, si sbagli (anche a seguito di successive rivelazioni e di alcune importanti affermazioni dei protagonisti di allora che suggeriscono questa probabilità). Le sole argomentazioni a cui si rifanno coloro che negano l’autenticità dei due teli sono gli esiti (discutibili) della datazione al carbonio14, da un lato, e dall’altro il preconcetto per il quale a credervi siano solo dei fanatici religiosi (e tutti coloro ritenuti agnostici o appartenenti ad altre religioni – impermeabili alla questione delle reliquie - che sono pervenuti alle medesime conclusioni?), i quali sarebbero disperatamente alla ricerca di qualcosa che alcuni ritengono non sia mai accaduta. Ma la verità è che le due datazioni al carbonio14 si annullano reciprocamente. Infatti, dimostrata la relazione tra i due teli (già indicata nei miei precedenti post), se una datazione è corretta l’altra per forza di cose deve essere errata. E, se una delle due è errata, non è affatto detto che l’altra sia corretta.
Alla prossima!
Un fraterno saluto.
Freddie
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Risplenda su di noi, Signore, la luce del tuo volto. Il tuo volto, Signore, io cerco.