Intervento di freddie su anima cafè
Aspettiamo Freddie...ma è lui l'esperto della sindone, mica io!
Veramente, non sono un esperto della Sindone, ma mi appassiona la sua storia, il suo messaggio, il mistero e le contraddizioni che ruotano attorno all’immagine dell’Uomo impressa su di essa e, di conseguenza, mi sono documentato il più possibile. Personalmente, ritengo che ci siano validi argomenti per ritenerla autentica; ma questa è una mia opinione (basata su diverse letture, su ricerche ed approfondimenti, sullo studio di metodi e di tecniche usati da diversi scienziati, su comparazioni interdisciplinari ecc.). Del resto, non vedo cosa ci sia di così assurdo: se sono stati ritrovati e studiati reperti di varia natura (anche tessili) appartenute a persone morte migliaia di anni prima, non vedo perché non può essere giunto fino a noi un oggetto legato in qualche modo al personaggio Gesù (la cui storicità la dò per scontata, rivolgendomi a dei credenti. A chi continua ad aver dubbi in proposito o a negare la sua esistenza, faccio presente che sulla base dei documenti e delle notizie in nostro possesso è più storico il figlio del carpentiere di Nazareth dello stesso Vercingetorige!).
Del resto, non tutto ciò che è scritto sulla Sindone in favore della sua possibile autenticità mi convince, mi trova d’accordo o lo accetto senza sottoporlo ad un’analisi critica. La mia fede,del resto, non si basa su un pezzo di lino. Piuttosto, si fonda su una persona; pertanto, anche se – per pura ipotesi – dovessimo scoprire che il telo in questione sia un falso (suffragato, però, da schiaccianti prove), questa non ne verrebbe minimamente intaccata. Riferendomi all’articolo scritto da
Nicolo Cinquemani e da te postato, devo dire che ravviso un tentativo, forse rocambolesco, di conciliare e di collegare con calcoli e supposizioni
due cose nette e separate con l’intento di dimostrare che l’una sia spiegabile attraverso l’altra (e viceversa) o che l’una sia il metro su cui misurare l’altra (e viceversa) o che l’una giustifichi l’esistenza dell’altra (e viceversa).
In altre parole: come spiegare (e giustificare) il fenomeno delle stimmate riscontrate nel palmo delle mani di diversi stimmatizzati con l’immagine delle mani dell’Uomo della Sindone che mostra i segni dei chiodi nel carpo (o polso) della mano e con la ricostruzione storica del supplizio della crocifissione? Risposta:
non si può! Le due cose sono nettamente separate; trovare improbabili coincidenze o somiglianze tra esse è, a mio parere, solo speculazione intellettuale. Scusami se riporto quanto già scritto in un altro forum, ma ritengo che essere più chiaro di quanto abbia già scritto mi sia difficile (non certo impossibile).
Le stimmate sono a tutt’oggi oggetto di profondi e accurati studi. La letteratura medica, e non solo medica, è divisa sull’origine, sull’evoluzione e sul decorso di questo fenomeno. Accanto a casi di aperta e conclamata artificiosità della loro apparizione vi sono situazioni dove la medicina e la scienza non hanno trovato risposte plausibili che spieghino in modo chiaro, univoco e definitivo la causa della loro esistenza. C’è chi li lega a fattori di salute pregressi, chi a determinati stati di alterazione mentale, chi a fenomeni di suggestione o di meccanismo psicofisiologico naturale. C’è anche chi li vede come un intervento soprannaturale riconducibile a Dio!
Del resto, allo stato attuale, bisogna prendere atto che la medicina non sa spiegare cosa sono le stigmate nella loro essenza. La medicina non può evidentemente diagnosticare che cosa sia soprannaturale e cosa non lo è; essa può solamente constatare che un fatto è scientificamente inspiegabile quando mancano risposte razionali. Come scrivevo, quello delle stimmate è un fenomeno controverso che sfugge al tentativo di inserirlo in contorni definiti e certi: dagli studi effettuati si evince che gli stimmatizzati sono in maggioranza donne, ma questo dato risponde solo ad una curiosità statistica. Se in passato le stimmate apparivano su persone di fede cattolica, in seguito si sono riscontrate anche in chi, più genericamente, era di fede cristiana (protestanti, per esempio) e in persone che non erano neanche cristiani (mussulmani o agnostici). Si tratta comunque di un fenomeno profondamente religioso che tocca intimamente la devozione di molte persone anche perché la maggior parte delle volte questi segni appaiono inspiegabilmente. Se è vero che le stimmate sono la testimonianza della sofferenza di Gesù sulla croce, lo stimmatizzato rende visibile quella testimonianza e contribuisce a far sì che i fedeli ricordano e riflettano sul mistero dell’Incarnazione redentrice del Figlio dell’Uomo e a trovare in Gesù un modello da imitare nell’affrontare le tante sofferenze che visitano tutti gli uomini durante la loro vita. Quella stessa testimonianza mostra al mondo cosa significhi realmente la parola “amore” e quale alto livello può raggiungere quando essa è dono gratuito e totale offerto agli altri. Lo stimmatizzato, quindi, è una “immagine” di una realtà e non la realtà stessa che resta ben distinta e separata dalla prima; in altre parole, il fenomeno in oggetto NON VIVE necessariamente sulla verità storica che rimane inalterata e valida. Pertanto, il fatto che le stimmate appaiono nel palmo delle mani e non ai polsi non inficia minimamente la portata storica delle scoperte archeologiche che si sono avute e che si rilevano sull’Uomo della Sindone né queste rappresentano un metro di valutazione per determinare la qualità (vera o falsa) o l’origine (soprannaturale o meno) delle stimmate. E che questa evidenza è vera è anche dimostrata dal fatto che se gli stimmatizzati fossero l’esatta trasposizione storica di quanto è accaduto, parte di essi dovrebbe essere morta; almeno, quelli che presentavano la ferita al costato inferta da un colpo di lancia. Inoltre, non tutti gli stimmatizzati presentano la totalità delle ferite ricevute da Gesù: alcuni mostravano SOLO le ferite alle mani in contrasto con quanto l’archeologia e la ricostruzione storica di tale supplizio ci hanno rivelato. Gli stessi vangeli, poi, non contraddicono affatto la storicità dei chiodi piantati nei polsi; infatti, NESSUNO dei quattro evangelisti, descrivendo la crocifissione di Gesù, scrive che i chiodi furono infissi nel palmo delle mani. Successivamente, nel Vangelo di Giovanni, si legge che dopo la Risurrezione Gesù mostrò le mani agli apostoli e, con esse, i segni dei chiodi. Ma anche in questa occasione non viene specificato DOVE fossero tali segni. Più tardi, Tommaso esprime la volontà di vedere nelle sue mani il segno dei chiodi e di mettere il proprio dito nel segno dei chiodi senza specificare in QUALE PARTE DELLA MANO fossero tali segni. Col termine generico di “mano” non si indica solo il palmo o il dorso di essa, che pure ne rappresentano la parte più evidente ed estesa, ma si comprendono anche le falangi (le dita) e il carpo ( o polso); a scanso di equivoci, è bene chiarire che questo era ben compreso fin dai tempi di Gesù e più dietro ancora.
L’iconografia tramandata ci mostra i palmi delle mani forati imprimendo, così, nella nostra immaginazione questa visione a tal punto radicata che a tutt’oggi molti artisti (pittori, scultori, poeti ecc) continuano a mostrarci o a descriverci le mani del Maestro forate al centro. Alla luce di tutto ciò, mettere vicino le stimate con l’immagine dell’Uomo della Sindone razionalmente è una partita già persa in partenza, viziata nel suo sviluppo e strabica (per non dire delirante) nella sua conclusione. la Chiesa, del resto, non si è mai espressa in modo ufficiale sulla natura e sull'origine delle stigmate in generale limitandosi ad indagare singolarmente i soggetti che se ne dicevano portatori; gli storici, i medici, i teologi sono quindi liberi di sostenere le ipotesi che essi ritengono più adatte a spiegare il fenomeno. Basti citare il solo caso di Padre Pio e del contrasto avuto con padre Gemelli e con la Curia per essere platealmente sbugiardati!
Inoltre, La Bolla di canonizzazione di Francesco d'Assisi nel 1228 non fa alcun cenno della sua stigmatizzazione. Le Bolle di Gregorio IX, Alessandro IV, Nicola III tra il 1237 ed il 1291 difendono la realtà della stigmate in aperta opposizione ai loro detrattori medioevali senza pertanto esprimere una interpretazione definitiva. La Chiesa ha formalmente dichiarato di non voler usare della propria autorità circa il fenomeno delle stigmate, come nel caso di Pio VI (27 aprile 1796) che proclamando l'eroicità delle virtù di Veronica Giuliani lascia esplicitamente ad altri studi di verificare l'origine delle sue stigmate, questo perché la Chiesa canonizza le virtù vissute dai santi e non le grazie che essi possono aver ricevuto. Parimenti, la Chiesa, ribadisco, non ha mai espresso in nessun atto ufficiale un parere di autenticità riguardo la Sindone. Conclusione: la natura delle stimmate non pregiudica minimamente il giudizio sulla natura della Sindone e viceversa.
Spero che la cosa sia chiara, almeno per te!
Un fraterno saluto.
Freddie
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Risplenda su di noi, Signore, la luce del tuo volto. Il tuo volto, Signore, io cerco.
[Modificato da kelly70 20/05/2013 00:42]
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Le religioni dividono. L'ateismo unisce
Il sonno della ragione genera mostri (Goya)